Opzione Donna, il dilemma della flessibilità in uscita

Franco Rossini Sabato, 31 Ottobre 2015

Oggi ho 62 anni e 9 mesi (63 a Febbraio/16) con 39 anni e due mesi di contributi versati. Lavoro come PT in una catena di Ottica e da tre mesi mi stanno letteralmente “massacrando” con trasferte ingiustificate, spostamenti al solo fine di stancarmi sia psicologicamente che fisicamente in modo che mi licenzi o quant'altro, e non ce la faccio più anche per problemi fisici “importanti”, ma non sufficienti! Non c’è modo di opporsi! Ho maturato i requisiti per l’Opzione Donna ancora nel 2012, ma la penalizzazione è veramente umiliante dopo essere arrivata a questa’età e a questi contributi. Ma avendo cristallizzato il diritto all’Opzione (come chiarito dall’Inps), posso uscire in qualsiasi momento dopo il 31/12/2015. Ma non potrò mai tirare avanti fino alla finestra “naturale” del settembre 2018 coi 40 anni e 10 mesi (pensione anticipata ex anzianità). Credevo e speravo tanto nella flessibilità in uscita, almeno per le donne, accettando pur una penalizzazione come proponeva l’on. C. Damiano; ma il nostro Presidente dopo promesse e giri di parole ha fatto retromarcia. Oggi si legge e si sente sia da Renzi che da Poletti o Padoan che il tema della flessibilità in uscita sarà trattato a breve (parlavano di tre mesi…!) ma sicuramente (a parole) nel 2016.

ALLORA mi chiedo: supponiamo io (o altre come lei) alla fine, esausta, decida per uscire con l’opzione donna con 63 anni e 3 mesi di età e 39 anni e sei mesi di contributi, (ad es. aprile prossimo!) ovviamente tutto contributivo e penalizzazione 29/30% rispetto al retrib./misto - Bene! Dopo due mesi (esempio giugno/16) supponiamo che il Governo attui la proposta della flessibilità in uscita secondo la proposta di Damiano, e con dei requisiti inferiori a quelli con cui son andata io (due mesi prima) sia per età anagrafica che per settimane di contribuzione e con penalizzazione nettamente inferiore. Succederebbe un vulnus difficile da concepire, capire e accettare. E’ possibile secondo lei che per quelle donne che si trovassero nella mia situazione ci potrà essere una clausola di salvaguardia al momento dell’ adesione all’opzione donna? A chi si potrebbe chiedere ? Kamsin E' un dilemma noto al quale attualmente è difficile dare una risposta in quanto non si conoscono le reali intenzioni sulla flessibilità in uscita del legislatore. Certamente quello del ricalcolo in chiave mista-retributiva degli assegni delle lavoratrici che hanno optato per il contributivo è un tema che si presenterà subito dopo la presentazione della flessibilità in uscita. Che prima o poi avverrà in quanto le pressioni sociali per una revisione sono sempre più robuste. Dopo l'abolizione della Tasi sulla prima casa, la riforma della scuola, quella della pubblica amministrazione e del mercato del lavoro il prossimo tema sarà il capitolo pensioni. Che probabilmente sarà affrontato nel 2016.

Per ora, tuttavia, appare difficile che le ristrettezze di bilancio aprano all'ipotesi suggerita dalla lettrice. Cioè ad una specifica salvaguardia per chi ha accettato il calcolo contributivo. In altri termini il rischio di non poter tornare più indietro va messo in conto. 

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Zedde

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