Pensioni, Con il sistema contributivo "sconto" sui contributi

Franco Rossini Martedì, 13 Giugno 2017

Sono nato il 24/4/1970 e allo stato attuale, dal punto di vista contributivo, sono “un vecchio iscritto” con la conseguenza che l’intera retribuzione imponibile viene assoggettata a contribuzione previdenziale, senza alcun massimale. vorrei tuttavia valutare gli impatti e le conseguenze che scaturirebbero se, su base volontaria, chiedessi all’azienda l’applicazione del massimale contributivo pari a 100.324,00 (salvo errori). avendo infatti uno stipendio lordo superiore a tale massimale, vorrei aumentare il reddito disponibile attuale, pur consapevole del fatto che andrei a perdere i contributi obbligatori a carico dell’azienda. in particolare vorrei sapere: - e’ necessario obbligatoriamente optare per il contributivo puro? - se affermativo e per effetto della legge fornero del 2011, poiche’ al 31/12/2011 ho raggiunto 820 settimane di contribuzione, superiori cioe’ a 15 anni di contribuzione (pari a 780 settimane) di cui almeno 5 nel contributivo, ma non avendo i requisiti per la pensione, potrei passare al contributivo se rinunciassi a 41 settimane di contribuzione del servizio militare in modo da arrivare a 820-41= 779 settimane? - reversibilita’/ irreversibilità della scelta? - vanno considerati altri fattori di convenienza/svantaggio? - questa e’ la mia situazione contributiva: - anno 1984 - 7 settimane - anno 1985 – 4 settimane - anno 1986 – 1 settimana - dal 8/1/96 al 7/4/1997 – 65 settimane di militare - dal 1/10/97 a oggi sempre versati contributi. Kamsin In linea generale il passaggio al contributivo è stato in passato scelto per due ragioni: o per anticipare la data di pensionamento o per incrementare il valore del reddito pensionistico (nei casi in cui il sistema contributivo porta assegni più generosi rispetto al sistema retributivo). Attualmente, con l'avvento della Legge Fornero, la possibilità di anticipare l'uscita è stata preclusa in quanto, anche per chi opta per le regole del contributivo, vengono applicate le regole di pensionamento previste per i lavoratori nel sistema misto. Dunque non si può più acquisire alcun vantaggio sulla data di uscita, una limitazione piuttosto importante. 

L'opzione per il sistema contributivo, di cui all'articolo 1, co. 23 della legge 335/1995 comporta l'applicazione del massimale contributivo con conseguente perdita della contribuzione previdenziale superiore ad un importo di circa 100.324 euro annui. Il massimale scatterà solo sulle anzianità maturate successivamente all'esercizio della facoltà di opzione. Nel caso di specie il lettore avrebbe dunque una pensione contributiva più bassa ma risparmierebbe denari (soprattutto il datore di lavoro) sulla contribuzione previdenziale. La scelta dunque va fatta ponderando questi fattori. 

Per l'esercizio della facoltà di opzione occorre però rispettare i seguenti requisiti: 1) almeno 15 anni di contributi di cui almeno 5 anni di contributi versati dopo il 1996; 3) possesso di contribuzione al 31.12.1995; 4) avere meno di 18 anni di contributi al 31.12.1995. Per effetto della legge Fornero dal 1.1.2012 per coloro che hanno maturato i requisiti per l'esercizio della facoltà entro il 2011 occorre altresì aver raggiunto entro tale data un diritto a pensione nel sistema contributivo; se i requisiti suddetti sono raggiunti dopo il 31.12.2011, invece, la facoltà può essere esercitata senza ulteriori condizioni. Una volta esercitata l'opzione essa è irrevocabile in quanto avrebbe comunque superato il massimale producendo effetti sostanziali sulla pensione (messaggio inps 219/2013). Alla luce di quanto detto e secondo la situazione contributiva il lettore per rispettare le condizioni imposte nel messaggio 219 si ritiene possibile, pertanto, rinunciare all'accredito dei contributi figurativi da militare in modo da avere meno di 15 anni di contributi al 2011 e trovarsi in condizione per chiedere l'opzione al contributivo di cui all'articolo 1, co. 23 della legge 335/1995

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