Comunione divorziati: rettore Lateranense, ben venga il dibattito

Sabato, 20 Settembre 2014
- CdV, 19 set. - "Lo scambio di idee e di opinioni e' una ricchezza per tutti". Fresco di riconferma per il secondo quadriennio, monsignor Enrico dal Covolo, rettore della Lateranense, l'Universita' del Papa, commenta cosi' l'iniziativa dei 5 cardinali che hanno pubblicato un libro che prende posizione nel dibattito del Sinodo sui divorziati risposati, negando che sia possibile modificare la prassi della Chiesa su questo aspetto cosi' delicato. "Senza dimenticare che il centro del dibattito non e' la comunione ai divorziati risposati ma la famiglia che ha bisogno di essere tutelata", dal Covolo cita Francesco: "La famiglia e' il luogo in cui Gesu' nasce. Per questo il diavolo vuole distruggerla". "La Chiesa - spiega il vescovo salesiano in questa intervista all'Agi - non e' una comunione di fotocopie. E' bene e salutare che su questioni complesse e sfidanti come il matrimonio e la famiglia oggi il confronto sia vivo e non necessariamente morbido". Aggiunge il rettore della Lateranense: "E' stata diversa la situazione al primo Concilio di Gerusalemme, ne' fu diversa all'ultimo: il Vaticano II. I cardinali agiscono sotto la responsabilita' di cio' che il Papa stesso chiede loro: la collegialita'". "Mi fanno un po' sorridere - confida - coloro che danno una lettura negativa di questo dibattito cosi' aperto e vivace. Non a caso gia' Giovanni XXIII, all'inizio del Concilio, dovette invitare la Chiesa ad avere speranza e fiducia in Dio, rifuggendo dai 'profeti di sventura'". Alla domanda su come si possa offrire un aiuto per i divorziati risposati, monsignor dal Covolo risponde: "non credo che ci siano risposte facili e pronte per tutto. Ne' che la Chiesa tratti a cuor leggero queste domande. Noi tutti sentiamo una profonda e drammatica tensione tra il desiderio di custodire intatto cio' che abbiamo ricevuto dal Signore e le inquietudini e le attese dell'uomo contemporaneo. Ecco perche' - rivela - personalmente credo che alla fine occorrera' entrare nell'aula Sinodale non con i libri, ma con le ginocchia piegate per supplicare la luce di Colui che ha promesso di essere con noi sempre". Secondo il rettore della Lateranense, in ogni caso, non e' corretto contrapporre la straordinaria potenzialita' del sacramento della confessione e l'immutabilita' della dottrina del sacramento del matrimonio. "Questi due sacramenti - spiega - non sono in conflitto. Il perdono di Dio e' fuoco che ci trasforma interiormente, noi andiamo alla confessione in virtu' della parola del Signore: 'Senza di me non potete far nulla'. "Nella confessione frequente - aggiunge il presule - gli sposi sono aiutati a coltivare una 'spiritualita' della resistenza' in una cultura che rende il cammino cristiano dell'amore irto di ostacoli. Papa Francesco ha centrato il bersaglio quando ha detto: 'La famiglia e' il luogo in cui Gesu' nasce. Per questo il diavolo vuole distruggerla'". "Non sono certamente in grado - ammette monsignor dal Covolo - di anticipare le conclusioni del Sinodo, ma in esso nutro una grandissima speranza. Vorrei dire, pero', che e' fuori dalla realta' pensare che il Sinodo sulla famiglia si risolva nel dilemma 'comunione si', comunione no'". "Quanto alla via pastorale per gli annullamenti - ricorda ancora - Benedetto XVI ha aperto uno spiraglio in questo senso e sono certo che al Sinodo se ne parlera'". "Personalmente lo vedrei piu' come un percorso integrativo che alternativo", precisa pero' il rettore della Lateranense. "Il Papa emerito - ha indicato spesso quella che per molti e' una questione cruciale: il rapporto tra matrimonio e fede. Mi sovviene in questo momento una sua dichiarazione da cardinale: Si dovrebbe chiarire se veramente ogni matrimonio tra due battezzati e' ipso facto un matrimonio sacramentale. All'essenza del sacramento appartiene la fede". "Quello che mi piacerebbe uscisse dal Sinodo - afferma il vescovo - e' un forte impulso per i missionari dell'ideale cristiano dell'amore. Una Chiesa missionaria che annunci a tutti, soprattutto ai giovani, la bellezza dell'amore duraturo". In merito, dal Covolo cita infine le parole - attualissime - di Madre Teresa: "Molto persone muoiono non per mancanza di cibo ma di amore". "Ai registi, ai romanzieri, ai cantanti, ai poeti - conclude il rettore della Lateranense - vorrei dire: vi prego, ridate agli uomini la fede nell'amore". Siz .

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