De Magistris non e' piu' sindaco Il prefetto firma la sospensione

Giovedì, 02 Ottobre 2014

- Napoli, 1 ott. - Il prefetto di Napoli, Francesco Antonio Musolino, ha firmato il provvedimento di sospensione del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ai sensi della legge Severino, dopo la condanna in primo grado a un anno e 3 mesi per abuso d'ufficio nell'ambito di un procedimento legato all'inchiesta Why Not. Ora il provvedimento deve essere notificato.

Il sindaco di Napoli aveva ironizzato nel pomeriggio sulla sua sospensione: "Se non faro' piu' il sindaco, faro' il giocatore di basket", ha detto durante la presentazione della squadra di basket Ginova, in sala giunta a palazzo San Giacomo. "Sara' certamente piu' piacevole", aggiunge, mentre il coach chiosa: "ti spieghero' come resistere alle pressioni". A chi gli chiede un commento sull'arrivo del dispositivo della sentenza, De Magistris risponde: "Se la vedete salutatemela".

La notizia dell'imminente sospensione era arrivata dal ministro dell'interno, che durante il question time alla Camera aveva detto: "Il prefetto di Napoli ha ricevuto gli atti e procedera' oggi stesso agli adempimenti di legge di sua competenza per la sospensione del sindaco Luigi de Magistris", ha spiegato il titolare del Viminale. Chi ha ricevuto una condanna "non definitiva" per una serie di reati nei quali e' compreso "espressamente quello di abuso d'ufficio" e' "sospeso di diritto da tutte le cariche elettive". Alfano ha anche chiarito che il voto per il consiglio della citta' metropolitana di Napoli si terra' regolarmente il prossimo 12 ottobre. Per il titolare del dicastero di via Arenula "non sussistono i presupposti" per far slittare il voto

AL PROCESSO 'WHY NOT' CITO' INDAGINE SU NAPOLITANO L'attuale Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, venne iscritto venti anni fa sul registro degli indagati della Procura di Napoli durante il periodo di Tangentopoli quando ricopriva l'incarico di presidente della Camera. A dar conto di quella iscrizione, secretata dai pm partenopei che poi disposero l'archiviazione del procedimento non avendo trovato riscontro alle dichiarazioni di un imprenditore, e' stato il 9 maggio scorso il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris in una udienza del processo 'Why not' conclusosi pochi giorni fa con la condanna sua e del consulente informatico Gioacchino Genchi a un anno e tre mesi di reclusione per concorso in abuso d'ufficio per l'acquisizione illecita di tabulati e utenze di alcuni parlamentari senza l'autorizzazione della Camera. "Io ritenni di secretare - aveva detto al Tribunale di Roma de Magistris spiegando come aveva gestito quella inchiesta quando era pm a Catanzaro - poiche' avevo elementi per ritenere, come poi si e' dimostrato successivamente, i collegamenti strettissimi tra gli altri di Pittelli con il procuratore della Repubblica, tanto da fare una societa' col figlio del procuratore. Atto sicuramente forte, mi sono posto il problema se potessi secretarlo, mi sono anche consultato, c'era stato un precedente alla procura della Repubblica di Napoli dove il mio magistrato affidatario, il dottore Cantelmo, oggi procuratore della Repubblica, e un altro magistrato oggi componente d'esame, Quatrano, mi dissero che anche loro durante l'inchiesta di Tangentopoli procedettero a secretare una iscrizione, in particolare dell'allora presidente della Camera Giorgio Napolitano e secretarono per evitare che ci potesse stare una fuga di notizie".

PER 11 ANNI PM A CATANZARO, NEL 2007 "WHY NOT" Fu avviata nel 2007 a Catanzaro l'inchiesta Why Not, nell'ambito della quale l'allora pm Luigi de Magistris fece acquisire alcuni tabulati telefonici poi risultati intestati a parlamentari. Proprio quell'acquisizione, nei giorni scorsi, e' costata al sindaco di Napoli la condanna a un anno e tre mesi (pena sospesa) da parte del Tribunale di Roma. L'inchiesta Why Not fu l'ultima attivita' coordinata da de Magistris a Catanzaro, dove lavoro' per due volte, dal 1995 al 1998 e poi dal 2002 al 2008, con un intervallo presso la Procura di Napoli. Gia' nel corso del primo incarico in Calabria diresse indagini che toccarono la pubblica amministrazione e indago', tra gli altri, l'allora avvocato generale della Corte d'appello di Catanzaro, Giuseppe Chiaravalloti, poi divenuto presidente della Regione Calabria. Gia' all'epoca de Magistris fu oggetto di denunce a causa delle presunte illegittimita' commesse nel corso delle indagini e il suo operato fu sottoposto all'attenzione del Csm ma non fu raggiunto da alcun provvedimento disciplinare. Nella sua seconda esperienza catanzarese il magistrato coordino' inchieste sul traffico di clandestini e sulla criminalita' comune, con diverse assegnazioni temporanee alla Dda e poi l'assegnazione al pool di reati ambientali e contro la pubblica amministrazione. Fu lui a fare scoppiare lo scandalo degli esami di avvocato pilotati. A fine 2004 de Magistris apri' il filone d'indagine denominato "Poseidone", relativo ai presunti illeciti commessi nella gestione dei fondi comunitari finalizzati alla realizzazione dei depuratori. L'inchiesta vide tra gli indagati, tra gli altri, l'allora segretario dell'Udc Lorenzo Cesa e l'ex presidente della Regione Chiaravalloti. Un'altra indagine sulla sanita' coinvolse invece il presidente della Regione in carica, Agazio Loiero, mentre "Toghe lucane" ebbe come protagonisti magistrati in servizio a Potenza e Matera, accusati di avere bloccato inchieste importanti come quella sulla scomparsa di Elisa Claps e sulla morte dei fidanzatini di Policoro. L'inchiesta Poseidone fu avocata dal procuratore generale di Catanzaro, Mariano Lombardi, a causa di presunte irregolarita' nella gestione. Nello stesso anno prese forma l'indagine Why not, dalla quale e' scaturita l'inchiesta romana che ha portato alla condanna del primo cittadino di Napoli. In quel caso De Magistris indago' sull'utilizzo di fondi comunitari da parte di societa' di lavoro interinali collegate alla Regione Calabria. In Why Not furono indagati anche l'allora presidente del Consiglio Romano Prodi e l'allora ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che chiese al Csm il trasferimento del pm. Nel gennaio 2008 il Consiglio superiore della magistratura dispose il trasferimento di De Magistris da Catanzaro e dalle funzioni di pm, per cui prese servizio come giudice al Tribunale del Riesame di Napoli, dove concluse la carriera di magistrato, scegliendo nella primavera del 2009 di candidarsi al Parlamento europeo con l'Italia dei valori. Dopo l'elezione all'Europarlamento De Magistris si dimise dalla magistratura. .

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