Le iniziative per tutelare i pensionati italiani residenti all'estero

Enrico Ercolani Domenica, 29 Ottobre 2017
Le  associazioni che rappresentano gli italiani all'estero chiedono in primo luogo la detassazione della pensione anche per gli ex-dipendenti pubblici. 
Abbiamo già scritto del continuo e crescente fenomeno di pensionati che trasferiscono in paesi esteri  la propria residenza per vivere più dignitosamente con una pensione defiscalizzata e con un potere d’acquisto  di gran lunga superiore a quello del “Bel Paese”. Ma l’Italia, rispetto ad altri paesi Europei, in virtù  di leggi  deliberate, che contrastano palesemente con il “dettato” costituzionale e con la complicità di INPS e MEF, continua  a discriminare  e vessare finanziariamente coloro che da anni hanno operato questa scelta….. “Salva-Vita”. 

Grazie anche all'Associazione dei Pensionati Uniti all’Estero, (A.p.i.c.e), e ai loro legali, presenti ed operanti attraverso i più comuni “Social”,  oltre che a numerosi pensionati, (migliaia), che si confrontano sul Forum di PensioniOggi.it, vediamo quali sono le più annose problematiche alle quali occorrerebbe porre un rimedio. 

La prima riguarda la discriminazione tra pubblico e privato. Dopo  35/40/45  anni di lavoro, non tutti i pensionati possono godere delle stesse tutele e/o normative. Un buon 30% di essi , (ex lavoratori delle PP.AA., delle Forze dell’ordine, delle FF.AA,, della Sanità, della Scuola e dell’Università, insomma i c.d. Ex INPDAP),  che hanno scelto di trasferirsi in paesi molto attraenti per il loro clima mite ed il basso costo della vita, nonostante l’esistenza  di  accordi bilaterali internazionali contro le “doppie imposizioni”, non possono ricevere la  loro pensione “defiscalizzata”, ( cioè al lordo),  come  la ricevono il restante 70%  di Ex lavoratori  da contribuzione INPS. Si tratta di una questione giuridicamente molto complessa perchè la differenza di trattamento viene sancita direttamente nei trattati e, dunque, non è un problema esclusivamente dell'Italia. 

L'altro punto verte sul pagamento dell’Imu sulla casa di proprietà del pensionato residente all'estero: dall’anno 2015  l’allora governo Renzi, inserì nella Legge di bilancio, una norma che, nonostante moglie e figli avessero la residenza in una Casa, di proprietà del Pensionato Residente all’estero, questi dovesse comunque pagare l’Imu, in quanto, ai fini di tale imposizione, l'immobile è considerato come seconda casa. Una ingiustizia che colpisce pesantemente i proprietari di immobili in Italia a pagare un ulteriore balzello economico ogni anno. 

Infine la questione delle addizionali comunali e regionali: Vi sembra  giusto che un soggetto fiscale, come il pensionato  che vive all’estero e che quindi non usufruisce più dei servizi del proprio Comune e della propria regione debba “subire” queste trattenute ogni mese dalla propria pensione? Ebbene per i pensionati Ex-Inpdap, sopra citati, ciò succede. Non solo. Tali addizionali vengono addebitate con i parametri fiscali Irpef del comune di Roma e della Regione Lazio, notoriamente  molto più esosi di centinaia dei  comuni  di ex residenza di migliaia di  pensionati…. Come dire: dopo il danno, pure la beffa! 

Si tratta di tematiche sulle quali l'Associazione e i relativi legali hanno già avviato alcuni ricorsi sia presso la Corte di Giustizia Europea che alla magistratura italiana il cui esito è atteso nei prossimi mesi. 

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