Pensioni, Resta il disagio per gli italiani residenti in Venezuela

Giorgio Gori Venerdì, 16 Settembre 2016
Il Governo risponde sulla mancata integrazione al minimo dei pensionati italiani residenti nel paese Sudamericano a causa della forte svalutazione del tasso di cambio della valuta locale con l'euro.  Ma la soluzione del problema è ancora una volta rimandata.
Il Governo assicura l'impegno per pervenire in tempi rapidi ad una positiva soluzione della questione riguardante le pensioni degli italiani residenti in Venezuela. Lo ha precisato ieri in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati il sottosegretario al welfare Massimo Cassano in risposta ad una interrogazione parlamentare depositata da Fabio Porta (Pd). I connazionali residenti in Venezuela, che hanno versato contributi in entrambi i Paesi, - ricorda Cassano - ricevono dall'INPS e dall'ente pensionistico venezuelano, il pagamento delle pensioni con il cosiddetto sistema pro rata. A tale proposito, l'INPS per determinare il diritto e la misura del trattamento minimo e della maggiorazione sociale, utilizza, nella conversione in euro dell'importo delle pensioni venezuelane e degli altri redditi dichiarati, il cambio ufficiale euro/bolivar pubblicato dalla Banca d'Italia.

Tuttavia, tale cambio sovrastima la valuta locale e non tiene conto del suo costante deprezzamento. Pertanto, il valore della pensione venezuelana determinato in questo modo dall'INPS, è poco realistico tanto che la quota di pensione italiana spesso non viene più erogata. Di conseguenza molti dei pensionati italiani residenti in Venezuela, che vantano una quota di contributi versati in Italia, non ricevono più dall'Inps l'integrazione al minimo né la maggiorazione sociale, benefìci che consentirebbero loro di affrontare più dignitosamente la grave situazione economica locale.

"La situazione di difficoltà in cui versano i pensionati italiani residenti in Venezuela è già da alcuni mesi all'attenzione del Governo ed in particolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Il Governo ha avvertito, infatti, la necessità di riconsiderare il tasso di cambio utilizzato per la individuazione del valore in euro delle pensioni e degli altri redditi dichiarati all'Inps" ha indicato Cassano. "Tale problematica, oggetto da alcuni mesi di un'approfondita interlocuzione tra Ministero del lavoro, Ministero dell'economia e delle finanze, Ministero degli affari esteri, INPS e Banca d'Italia, ha tuttavia subito di recente un brusco rallentamento a causa della riforma del sistema dei cambi in Venezuela, che, com’è noto, ha introdotto il nuovo tasso DICOM in sostituzione del precedente tasso SIMADI". 

Cassano ha quindi ribadito la vicinanza del Governo per la situazione di oggettiva difficoltà socio-economica che stanno vivendo i concittadini residenti in Venezuela, ed ha assicurato l'impegno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e del Governo a pervenire in tempi rapidi ad una positiva soluzione della problematica rappresentata". 

Le dichiarazioni del sottosegretario non hanno soddisfatto, tuttavia, nè l'Onorevole interrogante nè la comunità italiana residente in Venezuela: "Ad oggi il problema non è ancora stato risolto e il dramma di tali pensionati e delle loro famiglie è ulteriormente acuito dalla difficile situazione istituzionale, economica e sociosanitaria del Venezuela" ha detto Porta. Che ha ricordato: "I pensionati del Venezuela hanno inviato una petizione al Vice Ministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando e al sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Luciano Pizzetti, sollecitando il Governo a trovare soluzioni per l'erogazione di prestazioni non necessariamente legate alle condizioni reddituali dei singoli ma eventualmente anche sotto forma di specifici contributi economici, che rendano meno drammatiche le condizioni dei nostri concittadini e delle loro famiglie".

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