Lavoro: scontro Renzi-sindacati Cgil, vuole modello Thatcher

Venerdì, 19 Settembre 2014
- Roma, 19 set. - E' scontro al calor bianco tra Matteo Renzi e la Cgil sulla riforma del mercato del lavoro. Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha attaccato: "Mi sembra che il presidente del consiglio abbia un po' in mente il modello della Thatcher. La conseguenza del modello degli ultimi 20 anni e' un sistema fatto di divisioni che ha portato precarieta' e non competitivita'". La Camusso non ha escluso uno sciopero generale. Dura la replica del premier affidata ad un videomessaggio: "Oggi la Cgil ha deciso di andare all'attacco del governo. Il segretario Camusso ha detto che il governo ha in mente Margaret Thatcher quando si parla di lavoro. Ma noi quando si parla di lavoro non siamo impegnati in uno scontro del passato e ideologico. Noi non vogliamo il mercato del lavoro della Thatcher, ma un mercato in cui ci sono cittadini tutti uguali, un mercato giusto, vogliamo delle regole giuste, non regole che dividono sulla base della provenienza geografica, o regole complicate". E poi ha rincarato la dose: "Pensiamo a quelli a cui non ha pensato nessuno in questi anni. A quelli che vivono di cococo e cocopro e sono condannati a un precariato a cui il sindacato ha contribuito preoccupandosi solo dei diritti di alcuni e non dei diritti di tutti". Ma intanto a pochi giorni dall'approdo del Jobs Act in aula al Senato, i toni continuano ad essere aspri all'interno dello stesso Pd con l'ex segretario Pierluigi Bersani che ha minacciato "battaglia" al Senato se non cambiera' l'impostazione, con la presentazione di molti emendamenti alla legge delega. "Altro che modello tedesco - ha detto critico - Renzi rischia di frantumare i diritti dei lavoratori". Quanto al paragone con la Thatcher, l'ex segretario ha osservato: "Non voglio credere che ci sia l'idea di fare un braccio di ferro inutile e sterile: servono novita'". Intanto il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, ha aggiunto netto: "Il governo e' determinatissimo a completare l'iter" della riforma del lavoro, "il paese non puo' vivere di promesse ma servono i fatti". E ha ammonito contro gli ultimatum: "Le discussioni aiutano tutti a migliorarsi, l'importante e' che non ci siano ultimatum o posizioni ideologiche e che ci sia l'intenzione di creare posti di lavoro, con ricette moderne perche' quelle utilizzate fino ad oggi non hanno funzionato". .

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