Ammortizzatori Sociali 2016, La mappa dei sostegni regionali

redazione Martedì, 10 Maggio 2016
Sempre più regioni hanno stanziato forme di tutela locali per garantire un reddito minimo ai lavoratori che hanno esaurito gli altri strumenti di sostegno al reddito e versano in condizioni di bisogno economico.
Oltre agli strumenti di sostegno al reddito a livello nazionale (es. mobilità, Aspi, Naspi, Asdi, Dis-Coll eccetera) di recente alcune regioni hanno istituito ammortizzatori sociali a livello locale. Si tratta di misure non sempre conosciute, di ultima istanza, ma che possono aiutare a venire incontro a quei lavoratori che hanno esaurito la durata degli strumenti nazionali e che versano in particolari condizioni di bisogno economico. Magari con figli a carico. Bisogna subito anticipare che non si tratta di importi che possono sostituire una pensione in quanto erogano dai 200 ai 500 euro al mese a seconda della numerosità del nucleo familiare e delle condizioni economiche. 

In particolare attualmente, il sostegno al reddito è concesso in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Basilicata, Molise e nelle due Province autonome di Trento e Bolzano. In Val d’Aosta e Puglia, sono state approvate proposte di legge in materia ed anche il Piemonte si accinge a varare uno strumento simile. Vediamo dunque quali sono le regioni presso cui sono presenti questi sostegni. 

Friuli Venezia Giulia - La Misura attiva di sostegno al reddito , introdotta dalla L.R. 15/2015 , consiste in un intervento monetario di integrazione al reddito erogato nell’ambito di un percorso concor dato e definito con i servizi sociali dei Comuni, in collaborazione con i servizi pubblici regionali competenti in materia di lavoro (Centri regionali per l'impiego e Centri regionali per l'orientamento). Le risorse stanziate, per un periodo sperimentale di tre anni, sono pari a 30 milioni di euro, suddivisi in ragione di 10 milioni per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017.

Possono accedere alla Misura i nuclei familiari che hanno un ISEE inferiore o uguale a 6.000 euro, non hanno componenti che siano beneficiari, nello stesso periodo nel quale la Misura è concessa, di altri trattamenti economici, anche fiscalmente esenti, di natura previdenziale, indennitaria e assistenziale, a qualunque titolo concessi dallo Stato o da altre pubbliche amministrazioni, il cui valore complessivo sia superiore a 600 euro mensili, elevati a 900 euro in caso di presenza nel nucleo di persona non autosufficiente.

Lombardia – In Lombardia esiste il reddito di autonomia per le politiche attive del lavoro (denominato "Progetto di inserimento lavorativo - PIL), istituito con la delibera della giunta regionale 8 ottobre 2015 - n. X/4151, è un contributo economico per i disoccupati che partecipano alle attività di orientamento e formazione di Dote Unica Lavoro e che si trovano in situazione di particolare difficoltà economica. Il reddito di autonomia è destinato ai cittadini residenti o domiciliati in Lombardia che attivano Dote Unica Lavoro e che: sono disoccupati da più di 36 mesi; non percepiscono alcuna integrazione al reddito (ad es. cassa integrazione, indennità di disoccupazione - NASPI, ASDI, DISCOLL); hanno un ISEE fino a 18.000 euro. I giovani con età inferiore a 30 anni possono partecipare dopo aver completato il percorso di Garanzia Giovani. Il contributo massimo è di 1.800 euro in sei mesi. 

Basilicata – Il reddito minimo è stato istituito dall’art. 15 della L.R. 26/2014 che ne ha previsto il finanziamento attraverso un apposito Fondo alimentato con risorse regionali, compresi i proventi della coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi, nonché quelli derivanti da misure di fonte statale e comunitaria. La delibera n. 936/2015 della Giunta ha poi precisato l’entità delle risorse dedicate, pari a 7,7 milioni di euro, e la platea dei beneficiari, individuati in due categorie: i fuoriusciti dalla platea della mobilità in deroga con un ISEE inferiore a 15.500 euro annui e disoccupati/inoccupati da almeno 24 mesi ovvero da almeno 12 mesi, che presentino un ISEE del nucleo familiare fino ad un massimo di 9.000 euro. Questi soggetti hanno diritto a percepire (in media) la somma di 450 euro mensili (cifra variabile sulla scorta del reddito ISEE e del carico familiare). Il sostegno economico è, tuttavia, subordinato all'espletamento di attività di pubblica utilità e di politica attiva. Nella Delibera si precisa che il beneficio sarà corrisposto a fronte dell'espletamento “almeno dell'80% delle ore di lavoro”. Le domande per la partecipazione al bando 2015 sono scadute lo scorso 15 settembre 2015.

Molise – La L.R. 2/2012, all’art. 49 aveva previsto il Reddito minimo di cittadinanza quale iniziativa sperimentale di sostegno alle famiglie molisane in difficoltà economica, configurato come un contributo economico mensile a famiglia per un periodo di tempo non superiore ai 12 mesi. La Legge di stabilità regionale 2015 , all’art. 4, ne dispone un finanziamento di 1 milione, permettendone l’attuazione. La disciplina per l'accesso all'istituto e contenuta nella D.G.R. 16 aprile 2014, n. 230. I benefici sono assegnati in base a degli indici di priorità: hanno la precedenza i nuclei familiari con almeno 4 figli a carico, seguiti dai nuclei monogenitoriali e da quelli con anziani e/o disabili a carico. Accanto alle misure ordinarie, possono prevedersi anche interventi specifici finalizzati all'inserimento scolastico e formativo ed alla promozione di percorsi di inclusione sociale. L'intervento consiste di un contributo economico mensile pari a 300 euro per un massimo di 12 mesi, accompagnato da un percorso di inclusione sociale attiva, messo a punto dai servizi sociali attraverso un piano di assistenza.

Provincia autonoma di Bolzano – Il Reddito minimo di inserimento disciplinato dal D.P.G.P. 11 agosto 2000, n. 30 ha la finalità di contrastare la povertà e l’emarginazione sociale di soggetti che si trovano in situazioni di emergenza individuale e/o familiare, al fine di favorirne il definitivo superamento, anche mediante un programma personalizzato di interventi di integrazione sociale. Il reddito minimo ha un carattere di temporaneità (di regola al massimo sei mesi) e viene erogata mensilmente, in base alla valutazione del reddito familiare. L’ammontare della prestazione di reddito minimo di inserimento è  annualmente adeguato dalla Giunta provinciale tenendo conto degli indici di inflazione. Per l’anno 2016 la quota massima di reddito minimo d'inserimento assegnabile ad una persona che vive da sola ammonta a circa 600 euro mensili; un nucleo composto da due persone riceve al massimo 785 euro, quattro persone 1.100 euro. 

Provincia autonoma di Trento – Il reddito di garanzia , introdotto dall’articolo 35, comma 2 della L.P. 13/2007 , prevede l’attivazione di interventi di sostegno economico volti al soddisfacimento di bisogni generali a favore sia di soggetti che lavorano o sono comunque in grado di assumere o riassumere un ruolo lavorativo sia di soggetti non idonei ad assumere un ruolo lavorativo. La misura varia a seconda dei componenti dei nuclei familiari e dell’ICEF (Indicatore della Condizione Economica Familiare); l’integrazione non può superare i 6.500 euro annui - la cifra è calcolata per un single e viene innalzata in base al numero di componenti il nucleo e corretta in base ad un indicatore dei consumi - in assegni mensili per una durata di quattro mesi. L'intervento è rinnovabile per altre tre volte nei due anni successivi alla prima domanda con due sospensioni di almeno quattro mesi dopo il primo e il secondo rinnovo (in pratica l'intervento copre 16 mesi su 24). Chi beneficia di tutte e tre i rinnovi deve poi attendere 12 mesi per ripresentare domanda. L'integrazione economica viene concessa anche a fronte di cali improvvisi delle proprie disponibilità finanziarie.

Valle d’Aosta – Nel novembre 2015, il consiglio regionale ha approvato la proposta di legge che istituisce il reddito minimo garantito. Le risorse stanziate, pari a 1,4 milioni di euro, prevedono l’erogazione fino a 4.400 euro lordi suddivisi in importi mensili fino a 550 euro per cinque mesi, prorogabili per ulteriori tre. Per avere accesso al beneficio è necessari o avere 30 anni e possedere un ISEE non superiore a 6.000 euro, e aver lavorato almeno 365 giorni negli ultimi 5 anni (proposta di legge Disposizioni in materia del reddito minimo garantito)

Puglia - La Giunta regionale ha approvato , il 10 novembre 2015 il disegno di legge sul reddito di dignità. Il disegno di legge deve ora passare l’esame del Consiglio e trovare attuazione.  Il Reddito di Dignità (ReD) è una misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale che si caratterizza per l’universalità, per il riferimento alle risorse economiche familiari e per la previsione di un percorso di attivazione economica e sociale dei beneficiari, vale da 210 a 600 euro mensili in base alla numerosità della famiglia, per chi ha un ISEE fino a 3mila euro e sottoscrive un patto di inclusione sociale attiva. La misura prevede fino a un massimo di 600 euro al mese, per 20mila famiglie, corrispondenti a circa 60mila pugliesi, ogni anno. Nell’arco di 5 anni si stima di poter raggiungere la totalità della popolazione pugliese che oggi si trova sotto la soglia di povertà". 

Piemonte. Una misura simile è stata annunciata nel corso del 2015 anche in Piemonte ma ancora non si è tradotta in una proposta di legge ufficiale.  

Segui su Facebook tutte le novità su pensioni e lavoro. Partecipa alle conversazioni. Siamo oltre cinquantamila

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati