Buoni Lavoro, il tetto annuo dei compensi passa a 7mila euro

Francesco Di Giorgio Giovedì, 02 Luglio 2015
Il limite annuale dei compensi passa da 5mila a 7mila euro annui. Arriva la tracciabilità dell'utilizzo dei buoni.
Per il lavoro accessorio il tetto annuo dei compensi passa da 5mila a 7mila euro e arriva la tracciabilità obbligatoria. Sono queste le novità entrate in vigore con il decreto legislativo sul riordino dei contratti dallo scorso 25 giugno. Accanto a queste misure viene introdotto, inoltre, il divieto di utilizzo negli appalti.

Il decreto governativo amplia quindi moderatamente la possibilità di ricorrere al lavoro accessorio, aumentando di 2mila euro, l'ammontare massimo che il lavoratore può guadagnare annualmente con il lavoro accessorio; fermo restando che l'utilizzatore può acquisire con voucher le prestazioni di un lavoratore per non più di € 2.000. Tramite l'innalzamento dei limiti economici il Governo intende consentire di fare emergere un numero più ampio di prestazioni con maggiore certezza giuridica sia per i prestatori che per gli utilizzatori. Nel decreto attuativo del Jobs Act viene poi chiarito l'ambito temporale nel quale verificare il rispetto dei limiti economici, che sarà ancorato al concetto di anno civile e non più a quello di anno solare.

Al fine di favorire la tracciabilità dei cd. voucher ed evitare, così, un loro uso improprio, si prevede, da un lato, che il committente imprenditore o professionista possa acquistare il voucher solo in via telematica (ad eccezione dei committenti non imprenditori né professionisti, i quali possono continuare ad acquistarli anche presso le rivendite autorizzate); dall'altro che debba comunicare preventivamente, quale uso farà dei voucher, indicando il codice fiscale del lavoratore e il luogo di svolgimento della prestazione, in un arco temporale di 30 giorni. La comunicazione obbligatoria, prima dell'inizio della prestazione, sarà effettuata alla direzione territoriale del lavoro competente, mentre, nel sistema attuale del lavoro accessorio, essa è effettuata all'INPS. 

Inoltre, per incentivare gli strumenti di sostegno del reddito, viene resa strutturale la misura sperimentale, attualmente prevista per gli anni 2013 e 2014, che consente ai percettori di prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito, di rendere prestazioni di lavoro accessorio, in tutti i settori produttivi, compresi gli enti locali, nel limite complessivo di 3.000 euro di corrispettivo per anno civile. E, ancora, al fine di evitare fenomeni di dumping in un mercato fragile qual è il mercato degli appalti, si introduce il divieto di ricorso a prestazioni di lavoro accessorio nell'ambito della esecuzione di appalti di opere o servizi, fatte salve specifiche ipotesi da individuare con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sentite le parti sociali, da adottare entro i prossimi 6 mesi.

Il lavoro accessorio

Si tratta di una forma di lavoro particolarmente utilizzata per pagare prestatori impiegati in lavori stagionali e discontinui. I voucher, cartacei o telematici, in tagli da 10, 20 o 50 euro, contengono una quota di retribuzione, ma anche una fetta di contributi Inps e Inail. Il valore nominale è comprensivo infatti della contribuzione (13%) a favore della gestione separata Inps, di quella diretta all'Inail per l'assicurazione anti-infortuni (7%) e di un compenso al concessionario (Inps) per la gestione del servizio (5 per cento).

Segui su Facebook tutte le novità su pensioni e lavoro. Partecipa alle conversazioni. Siamo oltre cinquantamila

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati