Pensioni, Il Cupla illustra le richieste dei pensionati autonomi al Governo

redazione Giovedì, 15 Settembre 2016
Esposte al Ministro del Lavoro le problematiche dei pensionati del lavoro autonomo in particolare sull'adeguatezza degli importi, l'indicizzazione inadeguata ed il prelievo fiscale penalizzante.
Estensione del bonus degli 80 euro ai pensionati con redditi bassi; Introduzione di un nuovo paniere ISTAT per la rivalutazione delle pensioni, modificato in modo da tenere meglio in considerazione i consumi dei pensionati; Ulteriore aumento della "No Tax Area" per i pensionati, rispetto alle misure prevista nell'ultima legge di stabilità; Adeguamento agli standard europei degli importi minimi di pensione. Sono le quattro proposte presentate ieri a Roma nell'ambito del convegno dal titolo "Anziani attivi, ma cresce il disagio" organizzato dal CUPLA, Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti. Al centro del dibattito, la presentazione di uno studio realizzato dal CER insieme al CUPLA, il coordinamento cui fanno capo otto organizzazioni nazionali di pensionati dei settori dell'Agricoltura, dell'Artigianato e del Commercio, che si pone l'obiettivo di richiamare l'attenzione del Governo e delle Istituzioni su alcune proposte d'intervento.

Secondo lo studio l'invecchiamento della popolazione è una conquista fondamentale per le società moderne ed avanzate, ma per preservare tale conquista sono necessarie alcune fondamentali condizioni: redditi pensionistici adeguati, servizi socio-assistenziali compatibili con le nuove esigenze degli anziani e delle famiglie, coesione socio economica e solido patto fra generazioni. "Al tavolo del Governo sulle pensioni è indispensabile affrontare il tema della protezione dei pensionati che ricevono importi al di sotto o poco superiori alla soglia di povertà. Le condizioni di disagio sociale ed economico fra i pensionati, infatti, si sono fortemente aggravate negli ultimi anni e la causa principale è da attribuire ad un meccanismo di indicizzazione delle pensioni inadeguato e ad un eccessivo drenaggio fiscale" hanno evidenziato gli organizzatori. Nel periodo 2011-2016, osservano dal Cupla, le pensioni medio-basse hanno fatto registrare, al netto del prelievo fiscale, una perdita del potere di acquisto compresa tra il 3 ed il 4%. Una caduta del reddito reale che tradotta in valori assoluti ammonta mediamente a 70€ mensili per le pensioni medio basse. 

"La costituzione di un Comitato unitario è un fatto molto importante: la capacità di sintesi dei bisogni rappresenta una base essenziale per affrontare la complessità della nostra società, ora ragioniamo insieme sulle soluzioni ai problemi che abbiamo di fronte" ha dichiarato il Ministro Poletti  "Il ruolo dei pensionati nella nostra società non è codificato, in quanto si basa sulla loro disponibilità – ha proseguito il Ministro – tuttavia, i pensionati svolgono sempre una funzione importante per la tenuta del Paese, in quanto spesso impegnati nel volontariato e nell'associazionismo".

Secondo Poletti "l'associazionismo e il volontariato non devono essere intesi come una ruota di scorta da usare quando il mercato o il pubblico non vuole o non può intervenire. È necessario che queste importanti risorse della nostra società vengano coinvolte quando si prendono le decisioni, affinché chi ne fa parte possa essere messo in condizione di offrire il proprio contributo, nel modo più semplice ed utile per la collettività".

Per ottenere questo risultato, non si tratta solo di aumentare le pensioni, ma è necessario intervenire con un approccio si sistema affinché vengano offerti anche migliori servizi di sostegno, a cominciare dalla sanità, ad esempio privilegiando l'assistenza domiciliare al posto di quella ospedaliera, ha concluso il ministro. 

In questo senso, sottolineando il suo particolare apprezzamento per lo spirito costruttivo dell'iniziativa e una condivisione di massima sulle proposte avanzate dal CUPLA, il Ministro ha sottolineato la necessità di assumere un approccio trasversale su diversi piani. "Le nostre scelte devono stare insieme in un disegno complessivo – ha spiegato - da una parte dobbiamo sostenere la crescita del nostro Paese, a cominciare dalla ricostruzione delle capacità produttive che abbiamo perso, per poi andare oltre.  Le potenzialità ci sono, lo sanno bene gli investitori internazionali, che negli ultimi anni hanno portato il livello dei loro investimenti da 15 a 75 miliardi di euro.  Dall'altra parte - ha proseguito - dobbiamo pensare al piano del sociale: non solo perché è giusto, ma anche perché una società in cui i cittadini si sentono più sicuri di fronte agli eventi della vita produce sempre un impatto positivo sull'economia.

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