Pensioni, Secondo la Bundesbank i tedeschi dovranno lavorare sino a 69 anni

redazione Martedì, 16 Agosto 2016
«Un allungamento della vita lavorativa - si legge nello studio della Banca Centrale Tedesca - non dovrebbe essere un tabu' ma deve, anzi, essere considerato come un elemento fondamentale» per garantire la sostenibilita' del sistema e il tasso di sostituzione.
Scioccante il quadro dipinto oggi dalla Banca Centrale tedesca, la Bundesbank, sulle pensioni teutoniche. Nel 2060 i tedeschi dovranno lavorare "fino a 69 anni", quattro in più di quanto fanno finora e due in aggiunta a quanto prevede la normativa vigente. L'input della Banca Centrale arriva dopo la Riforma del 2007 che ha già rivisto al rialzo l'eta' pensionabile sia dei lavoratori che delle lavoratrici tedesche: si passerà dagli attuali 65 anni a 67 anni entro il 2029 in modo graduale ferma restando la possibilità di uscire con due anni di anticipo in presenza di almeno 45 anni di contribuzione obbligatoria.

Requisiti rigidi che secondo il rapporto della Banca Centrale potrebbero essere comunque non sufficienti a garantire un reddito dignitoso nel medio lungo termine per i giovani di oggi: "se il sistema non cambia, gli attuali ventenni prenderanno solo il 40% della retribuzione media", otto punti in meno della percentuale attuale si legge nel documento. L’innalzamento dell’età pensionistica sarebbe solo una delle possibili compensazioni per l'andamento demografico avverso: anche con un passaggio ai 69 anni, il sistema dovrebbe decidere comunque un aumento della contribuzione al 24% dall’attuale 18,7% e accettare un calo del tasso di sostituzione che, al momento, per il pensionato medio è del 48% dello stipendio medio. Secondo i calcoli della Bundesbank, questo tasso scenderà entro il 2060 al 44% e al 42% se non si alzerà l’età pensionabile a 69 anni. Cautela per ora dal Governo Merkel che ha respinto la proposta di un nuovo intervento restrittivo confermando di voler continuare a puntare sulla pensione a 67 anni" nel 2029 con un 43% dello "stipendio medio" come limite minimo consentito per legge nel 2030. 

In Italia i requisiti per il pensionamento sono comunque superiori a quelli tedeschi anche in relazione a quelli richiesti dalla Banca Centrale tedesca. Basti pensare che quest'anno la generalità dei lavoratori dipendenti può uscire solo al compimento di 66 anni e 7 mesi di età (65 anni e 7 mesi le lavoratrici dipendenti del settore privato) oppure, indipendentemente dall'età anagrafica, con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi le donne). Requisiti che continueranno ad essere progressivamente adeguati alla speranza di vita (il prossimo adeguamento è previsto nel 2019, qui l'ultimo scenario di evoluzione sino al 2025). 

Damiano: la ricetta non è l'aumento a dismisura dell'eta' pensionabile. La Bundesbank mette in guardia i tedeschi: nel 2060 dovranno lavorare fino a 69 anni per mantenere sostenibile il sistema e dare pensioni adeguate ai giovani. Noi informiamo la Bundesbank che gli italiani nel 2046, cioè 14 anni prima di quello che si vorrebbe per i tedeschi, per andare in pensione dovranno avere almeno 69 anni e 5 mesi di età, stante le attuali normative previdenziali”, ricorda Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. “Forse la medicina non è quella di alzare continuamente l’età pensionabile e popolare le aziende di anziani, ma quella di rendere flessibile il sistema e prevedere una integrazione al minimo alle pensioni dei giovani penalizzati dalla precarietà delle carriere discontinue”. 

 

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