Opzione Donna, Il M5S rilancia l'ipotesi di una proroga sino al 2018

redazione Mercoledì, 05 Aprile 2017
Lo chiedono al Governo in una interrogazione parlamentare alcuni senatori del Movimento Cinque Stelle. Le risorse potrebbero essere reperite dal sottoutilizzo dei risparmi messi a disposizione con la legge di bilancio 2016.
Estensione sino al 31 dicembre 2018 della possibilità di andare in pensione optando per il sistema contributivo per le lavoratrici del settore pubblico e privato. E' quanto chiedono in una interrogazione parlamentare al Ministro del Lavoro diversi senatori del Movimento Cinque Stelle. Rispunta, quindi, l'ipotesi di una proroga ulteriore dell'opzione donna dopo i micro interventi contenuti nelle due ultime manovre finanziarie. Secondo i Cinque Stelle le condizioni per andare oltre la data del 31 dicembre 2015 ci sono tutte. Attualmente, come noto, la possibilità di opzione è prevista dalle sole lavoratrici in possesso di almeno 57 anni (58 le autonome) e 35 anni di contributi al 31 dicembre 2015. Mentre è esclusa la possibilità di accesso a tutte le coorti delle lavoratrici nate dopo il 1958 (1957 se autonome). 

A giustificare una proroga, ricorda il M5S, è soprattutto il sottoutilizzo delle risorse messe a disposizione proprio con le ultime due manovre finanziarie certificato recentemente dal Ministero del Lavoro in risposta ad una interrogazione parlamentare  dell'Onorevole Polverini. In tale documento il Ministero ha certificato 16.790 accessi effettivi nel 2016 a fronte dei 22.900 accessi stimati nella legge di bilancio per il 2016. "Tali risparmi, conseguenti al ridotto impiego di risorse per oneri previdenziali rispetto a quelli stimati, devono essere impiegati per la prosecuzione del regime sperimentale, consentendo ad un ulteriore contingente di donne di usufruire del regime sperimentale opzione donna" ricordano i 5 Stelle. Che fanno presente, inoltre, come nel medio lungo termine lo Stato potrebbe guadagnarci a causa della riduzione del valore dell'assegno pensionistico per le lavoratrici che scelgano tale forma di pensionamento. 

Effettivamente la possibilità di una proroga è espressamente consentita dalla legge 208/2015 (legge di bilancio 2016) che ha previsto un monitoraggio, tramite un "contatore", necessario per consentire la redazione da parte del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di una relazione da presentare al Parlamento, entro il 30 settembre di ogni anno, sull'attuazione della sperimentazione con particolare riferimento al numero delle lavoratrici interessate e agli oneri previdenziali conseguenti, con un raffronto degli specifici oneri previdenziali conseguenti all'attuazione e le relative previsioni di spesa. Il Parlamento, "sulla base di tale relazione effettuata con riferimento al monitoraggio con cadenza annuale, può adottare un successivo provvedimento legislativo di proroga del regime sperimentale opzione donna qualora dall'attività di monitoraggio risulti un onere previdenziale inferiore rispetto alle previsioni di spesa, anche avuto riguardo alla proiezione negli anni successivi, disponendo l'impiego delle risorse non utilizzate per interventi con finalità analoghe ivi compresa la prosecuzione della medesima sperimentazione". 

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