Opzione Donna, l'Inps chiede il rimborso dell'Aspi

Eleonora Accorsi Giovedì, 18 Giugno 2015
L'Inps chiede il rimborso degli assegni di disoccupazione corrisposti se sono stati gia' maturati i requisiti per conseguire la pensione con la cd. opzione donna.
Nuova beffa per le lavoratrici che chiedono l'anticipo della pensione con l'opzione donna. Alcune lavoratrici che sono riuscite ad andare in pensione con questo canale si stanno vedendo recapitare dall'Inps una richiesta di rimborso dell'intero assegno di disoccupazione (Aspi) fruito prima della percezione della pensione. Secondo la Circolare Inps 180/2014, infatti, l'Aspi può essere erogata sino alla prima data utile di accesso alla pensione (comprensiva della finestra mobile, se presente) e ciò - secondo la lettura dell'Inps - vale anche nel caso in cui si presenti domanda di pensione per il regime sperimentale donna. Pertanto, qualora una lavoratrice percepisca l'Aspi avendo tutti i requisiti per ottenere la pensione con l'opzione donna, rischia di dover restituire all'Inps tutto l'importo dell'assegno in quanto "indebitamente" fruito.

Delle diverse lettere e segnalazioni che ci sono pervenute in redazione in queste ultime settimane segnaliamo il caso di una nostra lettrice, Patrizia, lavoratrice del settore privato nata nel gennaio 1955 che ha perso il lavoro nel giugno 2013 con poco piu' di 39 anni di contributi: troppo pochi per agguantare la pensione con le nuove regole ma comunque sufficienti per accedere alla cd. opzione donna.

Patrizia commette l'errore, se così lo possiamo chiamare, di non chiedere subito la pensione con il calcolo contributivo (lo avrebbe potuto fare perchè aveva ben 58 anni ed oltre 35 anni di contributi all'epoca) ma di optare per il sostegno di disoccupazione per un anno e solo a questo punto, una volta constatata l'impossibilità di un proficuo reimpiego per raggiungere i requisiti Fornero, chiedere la pensione contributiva. Morale della favola ora l'Inps le chiede la restituzione di quasi 9mila euro per tutto il periodo di disoccupazione "indebitamente" percepito con una trattenuta mensile sulla pensione pari al 20% a partire dal mese di luglio 2015. 

Quando persi il lavoro «la normativa del lavoro era cambiata, - scrive Patrizia, - pensai che avrei dovuto continuare a lavorare ancora per  qualche anno, l'obiettivo era arrivare al massimo dell'anzianità di servizio e dell'età anagrafica e poi finalmente godermi la pensione pensione. Mi misi subito a cercare, avendo esperienza in ambito commerciale, marketing/ comunicazione, conoscendo bene due lingue, pensai che avrei di sicuro trovato qualcosa».

«Avendo come unico reddito il mio stipendio - prosegue patrizia -, mi informai e ritenendomi una "lavoratrice disoccupata", presentai all'INPS  tutti i documenti necessari per ottenere l'assegno di disoccupazione. L'INPS accolse la mia domanda e mi comunicò che, con decorrenza 6 luglio 2013, avrei percepito mensilmente l'indennità di disoccupazione (circa 800 euro netti). Trascorsi alcuni mesi senza trovare altra occupazione, quindi mi rivolsi al patronato per fare domanda della pensione "Opzione Donna"».

«Con decorrenza 1° marzo 2014 iniziai a percepire la pensione con un assegno piuttosto basso, pari poco piu' di mille euro netti al mese, frutto del ricalcolo con il sistema totalmente contributivo. Il 7 maggio 2015 ricevo però dall'Inps una raccomandata dove mi si dice di aver percepito indebitamente euro 8.702,16 per prestazione di disoccupazione che non mi spettavano, nel periodo dal 06/07/2013 al 28/02/2014» conclude.

Disgraziatamente, la cosa certa è che, per il recupero della cifra sopra citata e malgrado il ricorso già presentato, ci sarà una trattenuta mensile pari al 20% a partire dal mese di luglio 2015.»

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