Come noto la legge 208/2015 ha cancellato le penalizzazioni su queste pensioni a partire dal 1° gennaio 2016. Il provvedimento riguarda circa 28.000 persone, di cui 23.000 donne e 4.000 uomini, che hanno ottenuto la pensione anticipata tra il 2013 ed il 31 dicembre 2014 (chi è uscito dopo il 31 dicembre 2014 infatti non ha visto più l'applicazione della suddetta riduzione). Sono proprio le donne quelle più penalizzate dato che l'anzianità contributiva loro richiesta era più bassa di un anno (41 anni e 6 mesi di contributi contro i 42 anni e 6 mesi degli uomini) e quindi già dalla metà del 2013 le prime lavoratrici avevano raggiunto il requisito contributivo per guadagnare l'uscita anticipata.
Di conseguenza, tutti coloro che sono titolari di pensione anticipata con decorrenza ante 31 dicembre 2014 che sono incappati nella suddetta riduzione hanno diritto ad un trattamento pensionistico più alto, non più decurtato in base all'età in cui si sono ritirati. L'Inps dopo una lunga fase di silenzio ha iniziato a ricostruire a livello centrale le pensioni: nel cedolino relativo all'importo dell'assegno del mese di Agosto in molti stanno già ritrovando il prospetto della pensione riliquidato con la disapplicazione delle penalizzazioni suddette. Da notare che con la ricostituzione saranno restituiti anche gli arretrati maturati dai pensionati a partire dal 1° gennaio 2016. Mentre non saranno restituiti, in quanto non previsto dalla legge, gli arretrati maturati nel 2015.
L'intera operazione porterà in dote ai pensionati un assegno più alto sino al 10-15% dell'importo attualmente in pagamento. Naturalmente la cifra varia a seconda dei casi: in generale gli aumenti più succulenti li vedranno quei lavoratori che sono usciti con largo anticipo (ad esempio a 57-58 anni) in quanto maggiore è la penalizzazione loro applicata. Il taglio, infatti, è graduato in funzione dell'età di pensionamento: 1% per ogni anno sino al 60° e 2% per ogni anno di anticipo ulteriore. Cosicchè, ad esempio, un lavoratore uscito a 57 anni subisce una riduzione dell'8% (2% sino al 60° più un 6% per gli anni 57-60). Le cifre in gioco dunque non sono proprio poche potendo arrivare anche ad oltre 100 euro al mese, un migliaio di euro l'anno. Da quanto apprendiamo per ora la depenalizzazione dovrebbe interessare sicuramente i lavoratori del settore privato (dipendenti e autonomi) mentre ci vorrà, probabilmente, più tempo per i pensionati a carico delle gestioni pubbliche che, per effetto degli ultimi interventi normativi, sono state anch'esse date in gestione all'Inps.