Scuola, 20mila docenti in pensione dal 1° settembre. Ecco Chi Esce

Eleonora Accorsi Sabato, 27 Agosto 2016
A livello numerico, secondo i dati provvisori forniti dal Miur ai sindacati nelle scorse settimane, le richieste di cessazione dal servizio relative all’anno in corso sono state oltre 20mila. Ma a queste bisogna aggiungere le cessazioni d'ufficio.
Il prossimo 1° settembre molti tra docenti e personale Ata delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado andranno in pensione. Si tratta di quei lavoratori che hanno presentato domanda per la cessazione volontaria entro lo scorso gennaio e coloro che hanno ricevuto l'avviso da parte dell'amministrazione scolastica del pensionamento d'ufficio per raggiungimento dei limiti ordinamentali per la permanenza in servizio entro il 31 Agosto 2016. 

A livello numerico, secondo i dati provvisori forniti dal Miur ai sindacati a giugno, le richieste di cessazione dal servizio relative all’anno in corso sono state 20.033. Si tratta di un numero non ancora definitivo al quale bisognerà aggiungere le cessazioni d'ufficio che dovrebbero attestarsi nell'ordine di qualche migliaia di unità. Dunque è facile immaginare che il numero complessivo splafoni le 25mila unità, lo scorso anno le domande di pensionamento volontario erano state in tutto 22.230.

Quest'anno la domanda volontaria per la cessazione dal servizio a partire dal 1° settembre 2016 poteva essere presentata da coloro, sia uomini che donne, che centrano i 66 anni e 7 mesi unitamente a 20 anni di contributi (cd. pensione di vecchiaia) oppure 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi le donne) (pensione anticipata) entro il 31 dicembre 2016. Le lavoratrici potevano sfruttare un ulteriore anticipo grazie all'opzione donna prorogata in extremis dalla legge di stabilita' 2016 (legge 208/2015) se in possesso di 57 anni e 3 mesi di età unitamente a 35 anni di contributi (rectius 34 anni, 11 mesi e 14 mesi di servizio) entro il 31 dicembre 2015. 

Vengono collocati in pensione d'ufficio i lavoratori che: a) hanno raggiunto un diritto a pensione entro il 31.12.2011 (si veda la tavola sottostante per un riepilogo dei vecchi requisiti per il pensionamento), cioè prima dell'introduzione della Legge Fornero, e perfezionano i 65 anni entro il 31.8.2016; b) chi raggiunge i 66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi entro il 31.8.2016; c) coloro che raggiungono 41 anni e 10 mesi (42 anni e 10 mesi gli uomini) di contributi unitamente al perfezionamento di 65 anni di età entro il 31.8.2016. Le richieste di permanenza in servizio oltre i 66 anni e 7 mesi potevano essere effettuate, a seguito dell'abolizione del trattenimento in servizio nelle pubbliche amministrazioni, solo per il raggiungimento del requisito minimo contributivo, cioè i 20 anni di contributi nei limiti del 70° anno di età.

Per il conseguimento della pensione si ricorda che gli interessati devono, comunque, presentare domanda di pensionamento all'Inps in quanto, com'è noto, il pagamento della pensione non si verifica automaticamente dalla cessazione del servizio.

Quest'anno non ci sono sorprese per il calcolo della pensione per gli insegnanti. Resta quello riformato dalla Legge Fornero del 2011 che distingue ancora tra due tipologie di sistemi di calcolo: quello misto e quello contributivo. Il sistema misto a sua volta si distingue nell'ex retributivo (per chi ha almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 a cui la quota contributiva si applica solo dal 2012 in poi per effetto della riforma Monti Fornero) e in quello misto previsto dalla riforma Dini del 1995 che si applica nei confronti di quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del 1995 ma entro tale data non hanno raggiunto i 18 anni di contributi.

Discorso diverso per il conseguimento dell'indennità di buonuscita: per effetto della stretta avvenuta in questi ultimi tre anni l'erogazione della prima rata del TFS avverrà di regola dopo 24 mesi (più altri 90 giorni) dalla risoluzione in caso di dimissioni dal servizio; mentre il termine sarà ridotto a 12 o 6 mesi (più altri 90 giorni) in caso di cessazione d'ufficio cioè per raggiungimento dei limiti ordinamentali  a seconda rispettivamente se è stato raggiunto il diritto a pensione dopo o entro il 2011 (qui i dettagli). L'importo viene rateizzato in tre tranche: la prima rata sino a 50mila euro; la seconda e la terza rata vengono poste in pagamento a distanza rispettivamente di dodici e ventiquattro mesi dalla corresponsione della prima rata. 

Segui su Facebook tutte le novità su pensioni e lavoro. Partecipa alle conversazioni. Siamo oltre cinquantamila

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati