Pensioni, anche le quindicenni nella settima salvaguardia

Eleonora Accorsi Lunedì, 27 Luglio 2015
Il disegno di legge della Lega Nord propone l'estensione della salvaguardia in favore dei lavoratori che avevano 15 anni di contributi prima del 1992.
Alcune migliaia di lavoratori ci sperano. Dopo esserci andati vicino piu' volte, l'ultima in occasione dell'approvazione della legge 147/2014, il via libera questa volta potrebbe concretizzarsi entro l'autunno. E prendere il treno di una settima salvaguardia. Parliamo dei cd. quindicenni, coloro che hanno raggiunto i quindici anni di contributi entro il 31 dicembre 1992 e che hanno subito un forte innalzamento dell'età pensionabile dopo l'introduzione della Legge Fornero. Ora però la partita si potrebbe riaprire. Il disegno di legge della Lega Nord sulla settima salvaguardia (ddl 3002), che inizierà ad essere discusso questa settimana in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, riporta al centro dell'attenzione del Parlamento la loro vicenda. Si tratta, a ben vedere, soprattutto di lavoratrici che sono fuoriuscite dal mondo del lavoro (piu' per necessità che per scelta) dopo il 1992 con piu' di 15 anni di contributi senza piu' avere la possibilità di rientrarvi.

La categoria piu' penalizzata è quella delle nate nel 1952 che si sono viste spostare l'età per la pensione dai 60 anni del 2011 ad oltre 66 anni e 7 mesi - a regime - per effetto della legge Fornero. Solo una parte di queste lavoratrici ha infatti trovato un adeguato ristoro con le sei salvaguardie approvate in questi anni: la colpa è dei tanti paletti e vincoli imposti da un legislatore poco attento alle esigenze di questa categoria. Se la misura proposta nel ddl della Lega andasse in porto costoro potrebbero uscire con circa 5 anni di anticipo rispetto alla normativa attuale, come sarebbe avvenuto in assenza della legge Fornero. 

Il provvedimento. Nello specifico il disegno di legge della Lega nord propone il ripristino della normativa previgente alla Legge Fornero per alcuni dei soggetti indicati dall'articolo 2, comma 3 del Dlgs 503/1992: si tratta dei lavoratori in possesso di un'anzianità contributiva effettiva di almeno quindici anni al 31 dicembre 1992, ovvero ai dipendenti che possono far valere un'anzianità assicurativa di almeno 25 anni e che risultano occupati per almeno 10 anni, anche non consecutivi, per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell'anno solare, come individuati nella Circolare Inps 16/2013. Unica condizione che dal 31 dicembre 2014 abbiano cessato qualsivoglia attività lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminatoRisulterebbero esclusi gli autorizzati ai volontari prima del 1992, una categoria invece prevista nel Dlgs appena citato ma che il testo del disegno di legge leghista non richiama. GamsinSi tratta di una importante conquista sottolineano dal Gruppo Deroghe Legge Amato che a lungo si era battuto per ottenere l'inserimento nelle salvaguardie. «Si cerca di porre fine ad una discriminazione che costringe le lavoratrici dimissionarie dopo il 1992, pur avendo 15 anni di contributi, ad attendere sino a 66 anni e 7 mesi per la pensione di vecchiaia. Ora - se il disegno di legge andrà in porto - l'asticella per l'uscita potrebbe essere ridotta intorno a 60-61 anni come prevedeva la legge previgente» sottolineano dal Comitato.  

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