"Il disegno di legge - scrivono i firmatari del DDL - nasce dalla conoscenza dell'esperienza diretta di persone che vivono con l'emofilia, malattia che comporta in età adulta la necessità di sottoporsi a impianti multipli di protesi alle articolazioni, rendendo il proseguimento di un'attività lavorativa più difficile e usurante. Nonostante il carattere invalidante della malattia e il progressivo peggioramento con l'età delle condizioni di salute, i lavoratori emofiliaci sono, allo stato attuale, equiparati di fatto ai lavoratori sani, e dunque trattati come loro. Eppure, accedere alla pensione a 67 anni o più è per loro di fatto difficile, se non impossibile, anche in considerazione della diversa aspettativa di vita. Per questo, proprio a partire da alcune situazioni specifiche sul territorio e dalla collaborazione con FEDEMO, la Federazione delle associazioni degli emofiliaci, è nato questo disegno di legge, con l'intento di garantire a queste lavoratrici e a questi lavoratori più eque e dunque più giuste condizioni di accesso alla pensione".
Il disegno di legge si pone pertanto l’obiettivo di rimediare a tale grave situazione riconoscendo alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti o autonomi del settore privato, iscritti alle gestioni dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), affetti da emofilia, il diritto all’accesso al trattamento pensionistico in forma anticipata rispetto alle regole attuali: al compimento cioè del 60 anno di età a seguito del versamento e dell’accredito di almeno venti annualità di contributi previdenziali.
Secondo i dati forniti dai Centri emofilici presenti sul territorio nazionale, raccolti nel rapporto 2014 del Registro nazionale delle coagulopatie congenite, elaborato dall’Istituto superiore di sanità, i pazienti affetti da emofilia sono circa 4.727. Di questi, 3.906 sono affetti da emofilia di tipo A (3.877 maschi e 29 femmine) e 821 sono affetti da emofilia di tipo B (809 maschi e 12 femmine). Ad oggi, una parte delle persone affette da emofilia riceve l’indennizzo riconosciuto ai sensi della legge 25 febbraio 1992, n. 210 (Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati), come soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati. Complessivamente il disegno di legge, ricordano i firmatari, si rivolgerebbe a circa 50 persone ogni anno, 500 persone in tutto ultra60enni con costi piuttosto ridotti per lo Stato.
Documenti: Il testo del DDL S. 2794