Pensioni, Avviato alla Camera l'esame dell'ottava salvaguardia. Le novità

Valerio Damiani Giovedì, 28 Luglio 2016
Sono partiti ieri in Commissione alla Camera i lavori parlamentari sull'ottava salvaguardia. Obiettivo: chiudere il capitolo esodati con un provvedimento per altri 32 mila lavoratori
E' iniziato ieri l'iter legislativo in Commissione Lavoro alla Camera per l'approvazione dell'ottava salvaguardia. L'incontro di ieri è stato preliminare con la discussione delle linee generali del provvedimento Damiano-Gencchi (Ac. 3893) ad opera della Relatrice, l'Onorevole Maria Luisa Gnecchi (Pd): un nuovo contingente di 32mila lavoratori da tutela attraverso le economie derivanti dal mancato utilizzo delle risorse stanziate per i precedenti provvedimenti, come avvenuto in occasione dei due più recenti interventi di salvaguardia.

"In proposito - ha sottolineato la Relatrice - , occorre, infatti, considerare che nel complesso gli interventi di salvaguardia finora adottati dal legislatore hanno individuato una platea massima di beneficiari di 172.466 unità. I dati contenuti nel più recente report pubblicato dall'INPS, aggiornato al mese di giugno del presente anno, indicano che le certificazioni accolte sono 127.632, mentre le domande giacenti sono pari a 10.395. Sembrerebbe, quindi, sussistere lo spazio per un nuovo intervento a costo zero".

Cinque i profili di tutela previsti dalla norma già anticipati la scorsa settimana sulle pagine di questo giornale: lavoratori in mobilità, autorizzati ai volontari, cessati dal servizio a seguito di accordi anche con incentivo all'esodo o per risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro, cessati a tempo determinato e lavoratori in congedo.   

Vi rientrano, in particolare, i lavoratori che hanno fruito dell'indennità di mobilità o dello speciale trattamento edile per effetto di accordi stipulati entro il 2011, cessati dal servizio entro il 2014, che maturano il requisito pensionistico ante fornero entro tre anni dal termine delle predette integrazioni salariali al reddito; sono inclusi, a prescindere dalla stipula degli accordi, i lavoratori provenienti da aziende cessate o interessate dall’attivazione delle vigenti procedure concorsuali quali il fallimento, il concordato preventivo, la liquidazione coatta amministrativa, l’amministrazione straordinaria o l’amministrazione straordinaria speciale, a condizione che siano state attivate entro il 31 dicembre 2011, una precisazione, quest'ultima, volta a superare incertezze interpretative che attualmente stanno rallentando la definizione delle domande della settima salvaguardia. 

Ammessi anche i lavoratori che avrebbero maturato entro il 2019 il diritto alla pensione con le vecchie regole pensionistiche (ancorchè la decorrenza pensionistica si collochi successivamente a tale data) se in possesso entro il 2011 dell'autorizzazione alla contribuzione volontaria, avevano nel 2011 assistito, tramite il congedo biennale, familiari con gravi disabilità o avevano concluso il rapporto di lavoro entro il 2011 a seguito di risoluzione unilaterale o tramite accordi (anche con un incentivo all'esodo) con il datore di lavoro. Per una più puntuale individuazione delle categorie di lavoratori beneficiari dell'ottava salvaguardia si rimanda alla tavola sottostante.

Per quanto riguarda i caregiver la Relatrice ha ripercorso la strada che ha portato alla formulazione della disposizione. "Nei quattro anni intercorsi dall'approvazione del decreto-legge n. 201 del 2011 si è aperto un ampio dibattito sull'effettiva opportunità di prevedere nuove salvaguardie anche nei casi in cui i familiari assistiti fossero nel frattempo morti, anche considerando il fatto che le stime inizialmente formulate dall'INPS con riferimento alla platea dei potenziali beneficiari della salvaguardia si erano rivelate errate per difetto. In questo contesto, il Governo, nell'ambito della legge di stabilità 2016, ha inteso limitare la platea dei beneficiari della salvaguardia ai genitori che assistono figli disabili, incorrendo tuttavia in una evidente sovrastima del numero dei potenziali fruitori del provvedimento. Per tale motivo, la proposta di legge amplia nuovamente la platea a coloro che assistono disabili, attenendosi nell'individuazione dei requisiti a quanto previsto nel provvedimento elaborato dalla Commissione in vista dell'adozione della settima salvaguardia". 

Poi ancora un cenno all'esclusione dal ddl del personale docente e ausiliario della scuola rientrante nella cosiddetta «quota 96». Ciò "discende dalla constatazione che dal 2011 a oggi la platea dei soggetti potenzialmente interessati si è considerevolmente ridotta. Infatti, quasi la metà dei circa 4.000 soggetti inizialmente interessati ha già avuto accesso al pensionamento per effetto delle salvaguardie previste per coloro che assistono familiari disabili, altri, soprattutto donne, hanno nel frattempo maturato i requisiti richiesti per l'accesso alla pensione anticipata, mentre un ulteriore contingente ha potuto accedere al pensionamento grazie alla possibilità di cumulare il riscatto del periodo di laurea con quello dei periodi di congedo parentale collocati fuori dal rapporto di lavoro. Si è, pertanto, preferito non includere tale categoria di soggetti nella proposta di legge al fine di accelerare il più possibile l’iter del provvedimento, che subirebbe inevitabili rallentamenti qualora si dovessero acquisire elementi informativi anche da altri ministeri" ha detto la Gnecchi.

Tra le correzioni che le opposizioni cercheranno di far passare c'è l'estensione della tutela anche alle quindicenni (che hanno cessato il lavoro prima del 2007 e che, sulla base testo attuale, restano fuori dal beneficio) e ai lavoratori che nel 2011 avevano fatto uso dei permessi mensili di cui all'articolo 33, comma 3 della legge 104/1992 per assistere parenti disabili o perchè loro stessi affetti da gravi patologie invalidanti. Correzioni sui cui punta in particolare la Lega Nord che ha depositato la Pdl 3991 che sarà abbinata nei prossimi giorni al provvedimento in discussione. 

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