Pensioni, Damiano: APE sociale pronto al debutto

redazione Sabato, 20 Maggio 2017
Ma l'ex ministro del Lavoro ricorda che va affrontato il problema degli ultra 55enni senza lavoro che non possono più contare sull'indennità di mobilità.
 In questi giorni lavoro e Stato sociale tornano sulla scena: l’annuncio che il governo ha finalmente varato il provvedimento relativo all’Ape sociale e ai lavoratori precoci, per il quale ci siamo battuti per anni in Parlamento. Dopo le 8 salvaguardie e Opzione Donna, si tratta di un primo provvedimento di modifica di ‘impianto’ del sistema pensionistico che dovrà, a mio avviso, essere reso strutturale”. Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commisisone Lavoro alla Camera. “Sul versante del lavoro – prosegue – abbiamo avuto nei giorni scorsi i dati dell’Inps sull’occupazione che certificano, purtroppo, il crollo della assunzioni a tutele crescenti a causa della progressiva scomparsa degli incentivi: dal 2015 al 2017 (dati relativi al primo trimestre) nel saldo occupazionale del lavoro a tempo indeterminato il calo è stato di quasi il 92%. Questa conferma la necessità di correggere il Jobs Act”. “Per quanto riguarda un altro tema che riguarda il lavoro, quello dei voucher, se il governo ha intenzione di reintrodurre nella ‘manovrina’ uno strumento di flessibilità, sarebbe opportuno fermarsi alle famiglie e al ‘no profit’. Un intervento che riguardi le imprese ha bisogno di un confronto preventivo e di merito con le parti sociali. Procedere sarebbe un errore, soprattutto a poche settimane dall’abrogazione dei voucher”, conclude

“A questi obiettivi – prosegue – vorremmo aggiungere quello, che noi chiediamo, di un intervento ad hoc sugli ammortizzatori sociali. La nuova indennità di disoccupazione (NASpI) ha una durata troppo breve a fronte del perdurare della crisi. Inoltre, l’abolizione della indennità di mobilità e della Cassa integrazione in deroga, a partire dall’inizio di quest’anno, creerà gravi problemi di disoccupazione. Non dobbiamo dimenticare che in mobilità abbiamo attualmente oltre 185.000 lavoratori. Quando la tutela si esaurirà, molti di questi lavoratori rimarranno senza reddito e saranno molto distanti dall’accesso alla pensione”. La tutela prevista dall'APe sociale, ricorda Damiano, è debole considerato che si rivolge ai lavoratori disoccupati con 63 anni di età mentre lascia fuori tutti coloro che all'età di 55-60 anni vengono licenziati dalle aziende anche con un maturato contributivo molto elevato. 

“Il Governo non può – continua Damiano – da una parte, istituire il reddito di inclusione per combattere positivamente la povertà e, dall’altra, non considerare che la stessa povertà sarà in aumento se gli ammortizzatori non tuteleranno a sufficienza i lavoratori. Per questo chiediamo che la manovra del Governo preveda, anche transitoriamente, il prolungamento della durata degli attuali ammortizzatori sociali” ha detto Damiano.

L'agenda Politica della Sinistra del PD
Il Presidente della Commissione Lavoro chiede che altri temi siano messi al centro dell'agenda politica dei prossimi tempi. Sul fronte dei contratti va inserito un salario minimo di legge che tuteli anche i professionisti. La trasposizione dei diritti va concepita, nel nostro tempo, anche per il lavoro autonomo , così come si è fatto, nel secolo scorso, per il lavoro dipendente. Per i professionisti, è opportuno introdurre il principio dell’ equo compenso o anche il ripristino delle tariffe o dei parametri professionali.

Sul tema delle pensioni e della previdenza Damiano ricorda come oltre all'allungamento del periodo di tutela degli ammortizzatori sociali, facendo funzionare le politiche attive per il lavoro e ripristinando l’indennità di mobilità in caso di disoccupazione sia opportuno che la previdenza complementare concorra al raggiungimento di uno standard di dignità della pensione, rendendo obbligatorio per legge il versamento del datore di lavoro a vantaggio dei lavoratori e passando alla logica del silenzio-assenso nell’adesione facoltativa ai fondi pensione. Lavoro. Per i giovani, si vada in direzione del lavoro e della pensione di cittadinanza .

Infine sul Jobs Act Damiano auspica un cambiamento su due punti: passare dagli incentivi a spot agli incentivi strutturali, che rendano conveniente il lavoro a tempo indeterminato rispetto al lavoro flessibile o precario ed il ripristino della reintegra quando manca una giustificazione economica reale al licenziamento e se il bilancio dell’azienda è in attivo. Per i licenziamenti disciplinari, va stabilita una relazione tra l’ infrazione e la sanzione, per ripristinare il principio di proporzionalità e ridare equilibrio al rapporto tra impresa e lavoro.

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