Pensioni, Due DDL per la pensione anticipata agli invalidi oltre il 60%

Federico Pica Sabato, 16 Luglio 2016
Le proposte di legge per estendere la pensione anticipata per gli invalidi superiori al 60% in possesso di 57 anni e 35 di contributi.
Da oltre un anno in Parlamento giacciono due importanti disegni di legge in materia di pensionamento anticipato legato all'invalidità. Parliamo del disegno di legge S.1808 depositato in Senato nel 2015 dall'Onorevole Susta e dell'analogo disegno di legge Ac 3448 a prima firma dell'Onorevole Carrescia (Pd) presentato agli inizi del 2016 alla Camera. Entrambi toccano un tema molto sensibile: agevolare il pensionamento dei lavoratori invalidi che più degli altri stanno soffrendo l'allontanamento della pensione, buona parte dei quali attualmente non può godere di sostanziali benefici sull'età pensionabile

Entrambe le proposte intendono riconoscere il pensionamento anticipato per gli invalidi per qualsiasi causa, ai quali sia stata riconosciuta un’invalidità superiore al 60 per cento o che rientrino tra le prime quattro categorie della tabella allegata al T.U. in materia di pensioni di guerra. Un totale di circa 200-250mila lavoratori in condizioni di difficoltà ai quali sarebbe garantita la possibilità di accedere alla pensione in presenza di un’anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e di un’età pari o superiore a 57 anni per i dipendenti e a 58 anni per gli autonomi. 

La misura - ricordano i promotori - intende correggere una stortura creata dalla Riforma Fornero che ha equiparato, di fatto, gli invalidi ai fini pensionistici, ai lavoratori sani. Riprendendo una misura già prevista dalla legge 243/04 in favore delle lavoratrici donne (cd. opzione donna). La disparità di trattamento è evidente ricordano i firmatari: "Se da un lato le politiche sociali hanno teso la mano nei confronti delle donne, il medesimo atteggiamento non si è registrato nei confronti di coloro che, per motivi diversi, si trovano nella difficile situazione dell’invalidità civile, creando una disparità di trattamento che appare irragionevole. Ci troviamo pertanto di fronte ad un sistema pensionistico che agevola il prepensionamento per le donne senza prevedere il medesimo trattamento nei confronti di coloro che versano in situazione di accertata difficoltà fisica. I lavoratori invalidi ai fini pensionistici sono equiparati, di fatto, ai lavoratori sani".

"In definitiva - concludono i firmatari - risulta sbagliato prevedere nei confronti dei lavoratori, portatori di un’invalidità superiore ad una certa soglia, la normale prosecuzione dell’attività lavorativa nonostante le loro precarie condizioni di salute, considerato inoltre che, fra l’altro, dopo tanti anni di lavoro questi risentono, in misura maggiore rispetto agli altri lavoratori, dell’usura derivante dallo svolgimento dell’attività lavorativa. Si tratta di persone sofferenti che improvvisamente hanno visto allontanarsi l’età pensionabile. Contro l’evidenza dei fatti ed il buon senso persiste e si acuisce la palese disparità di trattamento nei confronti di questi lavoratori svantaggiati per i quali non è prevista la possibilità di accedere ad un pensionamento anticipato". 

Sino ad oggi il Governo ha fatto orecchie da mercante su questo problema scivolato un pò in secondo piano a causa di altri temi non meno sensibili. Ora con l'apertura del dossier pensioni qualche agevolazione potrebbe essere introdotta anche nei confronti di questi lavoratori. Ne è convinto anche il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, che dal 2013 sta cercando di apportare modifiche sostanziali alla Legge Fornero. 

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