L'Agenda Sociale, ricorda Damiano, chiede un intervento particolarmente importante sulle pensioni per restituire dignità e sostenibilità alle scelte dei lavoratori di oggi e di domani. Va affrontato, scrive Damiano, il tema delle future prestazioni previdenziali delle giovani generazioni che, come è noto, avranno contributivo senza alcuna integrazione al trattamento minimo; si deve prevedere la flessibilità previdenziale, con un anticipo massimo di 4 anni, senza penalizzazioni per i soggetti più deboli (disoccupati, precoci, addetti ai lavori usuranti e invalidi) con la correzione di tutte le contraddizioni che si sono create nel passaggio dal calcolo retributivo al contributivo perché non si è tenuto conto, nei percorsi previdenziali, delle maggiorazioni per invalidità ed esposizione all'amianto e delle contribuzioni figurative riconosciute per legge. I precoci devono poter andare in pensione con 41anni di contributi; deve essere realizzata l'ottava e ultima salvaguardia; deve essere attuata la totalizzazione e la ricongiunzione non onerosa dei contributi secondo il principio in base al quale ogni contributo settimanale venga valorizzato ai fini pensionistici; devono essere rivalutate le pensioni più basse con il potenziamento della quattordicesima mensilità e deve essere migliorata l'indicizzazione.
Le disparità sociali, l'insicurezza economica, la paura del futuro, il vuoto di prospettiva e il senso di ingiustizia, sono il carburante del populismo. La crisi economica, non ancora del tutto superata, ha inferto ferite profonde ai cittadini più deboli e accentuato i fattori di esclusione sociale e di diseguaglianza che non abbiamo saputo interpretare adeguatamente. Se la diseguaglianza è la materia sulla quale prospera il populismo e che alimenta processi di degrado della democrazia, la natura del Partito Democratico è quella di promuovere l'eguaglianza e la giustizia sociale conclude Damiano.
Documenti: il volantino del Presidente della Commissione Lavoro della Camera