Pensioni, nelle province quasi 5mila prepensionamenti

Lunedì, 02 Febbraio 2015
Le amministrazioni potranno riassorbire i dipendenti con vari strumenti. Il primo è il prepensionamento, secondo le regole ante Fornero, a condizione che la decorrenza della pensione si verifichi entro il 31 dicembre 2016. 

Kamsin Palazzo Vidoni conferma il ricorso al prepensionamento come prima strada per gestire il personale delle province in esubero. Secondo stime sindacali su oltre 20mila dipendenti da ricollocare saranno quasi 5mila coloro che saranno forzosamente collocati in pensione con le vecchie regole. I dettagli si sapranno però non prima del 31 Marzo, termine entro il quale le amministrazioni provinciali dovranno individuare nominativamente il personale eccedentario che dovrà essere ricollocato.

Secondo quanto previsto dalla Circolare della Funzione Pubblica 1/2015, anticipata da pensionioggi.it lo scorso 27 Gennaio, in pratica entro il 31 marzo si dovrà provvedere all’individuazione nominativa dei dipendenti in soprannumero. Si dovrà, quindi, cercare di riassorbire questi dipendenti con vari strumenti. Il primo è il prepensionamento, secondo le regole ante Fornero. Il secondo è l’inserimento nei ruoli regionali, per le funzioni in precedenza finanziate tramite trasferimenti alle province ovvero per le funzioni che la stessa Regione decida di mantenere. In quest’ultimo caso, i dipendenti provinciali assorbono le facoltà assunzionali dell’ente ricevente. Se non riesce l’operazione in Regione, si può tentare con i Comuni e, infine, con le amministrazioni periferiche dello Stato, ma in questi ultimi casi, la partita è gestita dalla stessa Funzione pubblica. I dipendenti provinciali ancora in soprannumero al 31 dicembre 2016 saranno collocati in disponibilità.

Per quanto riguarda il prepensionamento le amministrazioni potranno ricorrere a tale strumento solo a condizione che il personale, dichiarato in soprannumero, abbia maturato la decorrenza della pensione, calcolata secondo le vecchie regole pensionistiche entro il 31 dicembre 2016. Vale a dire, quindi, che i dipendenti devono aver raggiunto la quota 97,3 con almeno 61 anni e 3 mesi di età entro il 30 Dicembre 2015 oppure i 65 anni e 3 mesi e 20 anni di contributi entro la medesima data. Ciò perchè è necessario calcolare una finestra mobile di 12 mensilità. Per chi accede alla pensione indipendentemente dal requisito anagrafico, cioè con i vecchi 40 anni di contributi, i requisiti vanno maturati entro il 30 settembre 2015 (la legge 111/2011 ha infatti introdotto una finestra mobile di 15 mensilità).

Secondo quanto stabilito dalla Circolare della Funzione Pubblica 4/2014 l'ente pubblico dovrà, prima di procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro chiedere all'Inps la certificazione del diritto a pensione e della relativa decorrenza. L'istituto previdenziale avrà trenta giorni di tempo per fornire la risposta richiedendo, eventualmente, l'ulteriore certificazione di eventuali periodi mancanti. Il passaggio presso l'Inps è fondamentale tanto che si specifica che la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro nei limiti del soprannumero potrà pertanto avvenire solo ed esclusivamente dopo aver acquisito la certificazione da parte dell'istituto di previdenza.

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