Riforma Pensioni, Damiano: puntiamo ad uscite a 62 anni e 35 anni di contributi

redazione Venerdì, 29 Aprile 2016
Il Presidente della Commissione Lavoro della Camera: possibile un'intesa sulle uscite flessibili entro settembre.
 L’intervista del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini consolida la scelta del Governo sul tema della flessibilità delle pensioni. Per noi, che abbiamo sollevato il problema nel 2013 con una proposta di legge, si tratta di una vittoria. Dall’Aula della Commissione lavoro il tema della flessibilità è diventato argomento centrale della discussione politica”. Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. "Ora bisogna affrontare il nodo della flessibilità in uscita, la chiusura del capitolo esodati, la garanzia di uno strumento di sostegno al reddito per i lavoratori con piu' di 55 anni senza lavoro senza dimenticare il problema delle ricongiunzioni onerose: il Pd ha depositato diverse proposte di legge alla Camera che attendono di essere discusse nel merito".

"Sulla flessibilità noi però abbiamo idee abbastanza chiare: nelle nostre proposte in esame in Commissione Lavoro vogliamo concedere la pensione a partire dai 62 anni e 7 mesi di eta’ con 35 di contributi e con un massimo di penalizzazione dell’8%; oppure con 41 di contributi indipendentemente dall’eta’, sia per gli uomini che per le donne. "Siamo invece contrari al ricalcolo dell'assegno con il sistema contributivo perchè la decurtazione dell'assegno sarebbe troppo intensa. A chi sostiene che il costo sarebbe elevato, 8,5 miliardi, bisogna ricordare che la Riforma Fornero nel 2011 ha generato risparmi nell'ordine di qualche centinaio di miliardi di euro e che se non si interviene dovremo comunque mettere mano al portafogli per tutelare il reddito di questi lavoratori con altri strumenti".

E sull'ipotesi del prestito a cui sta lavorando il Governo, Damiano attende di vedere i primi documenti ufficiali: "Nannicini, per l’anticipo della pensione – spiega – propone di individuare tre platee: lavoratori occupati, disoccupati ed in esubero, per ciascuna delle quali andrebbero individuate soluzioni ad hoc. Discutiamone. L’importante è che il 2016 diventi l’anno della flessibilità e della correzione della ‘riforma’ Fornero. "Nel merito io non sono favorevole all'idea di un prestito anticipato da banche e assicurazioni, perché l'ente erogatore deve restare l'Inps. Se l'Istituto di previdenza possa fare o meno accordi con il mondo del credito, questo è un tema da elaborare tutti insieme, governo e Parlamento. Per Damiano oltre alla flessibilità in uscita, bisogna poi affrontare il tema delle ricongiunzioni onerose, l'ottava salvaguardia degli esodati, i lavori usuranti, il monitoraggio dell'opzione donna. C'è anche la questione dei nati nel 1952 del settore privato cui l'Inps subordina il pensionamento a condizione di trovarsi in costanza di attività lavorativa al 28 dicembre 2011.  

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