Riforma Pensioni, Damiano rilancia: Quota 41 per tutti i lavoratori

Eleonora Accorsi Venerdì, 30 Marzo 2018
L'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, commenta i dati Inps dell'Osservatorio sulle pensioni. "Il sistema previdenziale è in equilibrio"
 “Il quadro fornito dall’Inps sulle pensioni, che evidenzia il fatto che quasi il 71% degli assegni è inferiore ai 1.000 euro, rilancia il dibattito sul futuro della previdenza”. Lo dichiara Cesare Damiano, del Partito democratico, per commentare i dati contenuti nell’Osservatorio sulle pensioni dell’Inps. “I recenti attacchi al sistema pensionistico – continua – da parte della Commissione europea e del Fondo Monetario Internazionale, che pretenderebbero una Fornero-2, ci spronano ad andare nella direzione opposta. È evidente che, dopo le numerose riforme (2004, 2007, 2010 e 2011), il sistema è in equilibrio e che sarebbe impensabile e ingiustificata una nuova ‘mungitura’ per coprire il debito. Al contrario, va portata avanti una ulteriore opera di correzione della ‘riforma’ del Governo Monti, dopo gli interventi fatti nella precedente legislatura che hanno consentito di recuperare circa 20 miliardi di euro. Attendiamo il nuovo Governo, dopo le promesse elettorali, alla prova dei fatti. 

A differenza del M5S e della Lega Nord l'ex ministro del Lavoro spiega che il Partito Democratico non ha promesso la cancellazione della Legge Fornero ma la progressione dell'opera di revisione già in parte attuata. “Noi proponiamo – spiega – di rendere strutturale l’Ape sociale, che scade alla fine di quest’anno e che consente di andare in pensione a partire dai 63 anni a chi rientra nelle 15 categorie di lavori gravosi; di prevedere la nona e definitiva salvaguardia per gli esodati e la prosecuzione della sperimentazione di Opzione Donna, utilizzando i risparmi delle risorse già stanziate per queste due misure”. “Inoltre, va migliorata la normativa dei lavoratori precoci: il passo avanti compiuto dal Governo Renzi va completato eliminando il vincolo che consente di poter andare in pensione con 41 anni di contributi (a prescindere dall’età) solo a condizione che si siano svolti dodici mesi di attività prima dei 19 anni. Infine, i 41 anni di contributi non debbono valere soltanto per chi svolge i lavori gravosi come è attualmente: facciamo un altro sforzo con gradualità e con spirito autenticamente realistico e riformista".

Damiano ricorda anche l'attenzione per i giovani: occorre realizzare la pensione contributiva di garanzia per i giovani, rivedere i meccanismi dell’innalzamento dell’età pensionabile, allargare ulteriormente le categorie dei lavori gravosi (come non includere, ad esempio, i ceramisti che svolgono una attività che contiene molte mansioni usuranti: lavoro notturno, ritmi da catena di montaggio, esposizione al caldo e rischio di silicosi)”. Per i giovani che avranno le pensioni liquidate con il sistema contributivo chiediamo che venga abbassato (da 1,5 a 1,2 volte il minimo pensionistico) il limite che consente l’accesso alla pensione”.  

Per i giovani il Governo aveva pensato nelle scorse settimane ad un incremento della quota di cumulabilità tra l'assegno sociale e la pensione contributiva in modo tale far raggiungere, ai lavoratori sprovvisti di altri redditi, un assegno minimo di circa 675 euro mensili (qui ulteriori dettagli). A questa misura sarebbe stata abbinata una revisione al ribasso dell'importo soglia richiesto per accedere alla pensione di vecchiaia con 66 anni e 7 mesi unitamente a 20 anni di contributi: da 672 euro al mese a 537 euro consentendo il pensionamento di una ulteriore fascia di lavoratori. 

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