Riforma Pensioni, nodi irrisolti dopo lo Sblocca Italia

Sabato, 30 Agosto 2014
Il Decreto Legge approvato ieri dal Cdm non affronta i temi caldi in materia previdenziale. Salta la deroga per i quota 96 della scuola. Rifinanziata la Cassa Integrazione in Deroga.

Kamsin Non ci sono misure particolari sul fronte previdenziale nel decreto legge "sblocca Italia" approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. Sino alla settimana scorsa si sperava di assaggiare un anticipo dei provvedimenti attesi per la legge di stabilità quando, secondo le dichiarazioni del Ministro Poletti, si dovrebbe intervenire per temperare alcune criticità della Riforma Fornero. Risorse permettendo. A bocca asciutta sono rimasti in particolare i 4 mila tra docenti e personale Ata della scuola che attendevano, dopo un tira e molla che dura da oltre un anno, la possibilità di accedere alla pensione in deroga alla disciplina vigente.

Nonostante la manifestazione di ieri a Roma che ha visto in prima fila i quota 96 della scuola Renzi non affrontato la vicenda. Anzi. Il Cdm ha del tutto stralciato il pacchetto sulla scuola, rinviandolo a mercoledì prossimo. Ma anche in tale occasione le speranze di vedere ripresentata la deroga sono ridotte al lumicino. Nei giorni scorsi, infatti, il ministro dell'istruzione Stefania Giannini, ha annunciato che la misura non sarà discussa dall'esecutivo. Restano pertanto tutte sul tavolo le problematiche sulle pensioni.

Il decreto approvato ieri contiene tuttavia una importante novità per quanto riguarda la Cig in deroga. Il provvedimento ha stanziato, secondo quanto risulta dalle bozze entrate nel consiglio dei ministri, 728 milioni di euro. Ma per recuperare risorse da destinare alla Cassa integrazione in deroga, il governo è stato costretto a tagliare altri stanziamenti. È stato, per esempio, completamente azzerato il «bonus Letta» per finanziare le assunzioni a tempo Indeterminato di giovani tra i 18 e i 29 anni.

Quasi 300 milioni di euro, poi, saranno presi dal contributo integrativo dello 0,30 per cento che viene versato all'Inps e il cui scopo, almeno fino ad oggi, era quello di finanziare un fondo rotativo per facilitare l'accesso al Fondo sociale europeo e al Fondo regionale europeo.

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