Riforma Pensioni, Poletti: Decreti in Arrivo entro pochi giorni

Vittorio Spinelli Martedì, 09 Maggio 2017
L'Ape, l'anticipazione pensionistica che il Governo intende introdurre per flessibilizzare l'uscita dal lavoro"sarà una possibilità in più per tutti i cittadini".
 Nei prossimi giorni il governo presenterà i decreti necessari per l'attivazione dell'anticipo pensionistico. Lo ha riferito il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, rispondendo oggi ad alcune richieste da parte dei giornalisti sui ritardi nell'attuazione delle misure su APe, sociale, lavoratori precoci e APE Volontario. Poletti ha assicurato che il governo intende rispettare l'impegno assunto sull'attuazione dell'Ape, l'anticipo pensionistico, sia nella versione "sociale" che in quella "volontaria": "Stiamo lavorando per fare in modo che i decreti entrino in vigore il prima possibile ma abbiamo detto e ribadiamo che chi ha maturato il diritto al primo di maggio avrà la possibilità di utilizzarlo liberamente, quindi il fatto di avere una settimana in più o in meno da questo punto di vista non propone problemi". 

L'APE di mercato ha detto Poletti sarà un progetto sperimentale, che durerà due anni sino al 31 dicembre 2018 e che coinvolgerà i lavoratori che hanno 63 anni unitamente ad almeno 20 anni di contributi. In pratica, chi è distante meno di tre anni e sette mesi dall'accesso alla pensione potrà chiedere all'Inps di certificare il requisito e accedere allo strumento. Il prestito sarà senza “garanzie reali” e in caso di premorienza non ci sarà alcuna rivalsa sugli eredi. I tempi per la restituzione del prestito saranno di 20 anni" ha detto Poletti. Nonostante le rassicurazioni del Ministro restano tuttavia molti lati oscuri ancora da chiarire tra cui, per citarne alcuni: il ruolo delle banche a cui sarà demandato il compito di erogare l'anticipo pensionistico, l’operatività della garanzia posta dallo Stato, la consistenza delle rate di ammortamento che dipenderà da elementi variabili a seconda dei tassi del mercato, il problema della speranza di vita per i nati tra il 1954 ed il 1955, la possibilità di estinguere in via anticipata il prestito (ad esempio utilizzando parte della liquidazione), la questione del cumulo dei periodi assicurativi per raggiungere il requisito contributivo richiesto. Nodi molto complessi che stanno richiedendo ai tecnici un supplemento di indagine per il loro scioglimento. 

Tra i punti da chiarire c'è quello relativo al raccordo tra ape sociale e ape volontario con la possibilità per il lavoratore di chiedere il finanziamento bancario solo sull'eccedenza erogata tramite l'anticipo gratuito. Essendoci un minimo mensile al di sotto del quale il prestito bancario non può essere effettuato (l'asticella dovrebbe essere collocata sui 150 euro) il rischio è che l'operazione potrà essere attuata concretamente solamente da coloro che avranno diritto ad una pensione ben superiore a 2mila euro. 

Sull'anticipo gratuito (ape sociale) il Governo ha comunque accolto almeno in parte le questioni sollevate dalla parte sindacale relative all'individuazione della platee dei lavoratori interessati che erano in sospeso introducendo una franchigia di 12 mesi in favore dei lavori cd. gravosi. "In questo modo, ricorda Poletti, coloro che hanno svolto mansioni gravose per almeno sei anni in via continuativa negli ultimi sette anni di lavoro avranno la possibilità comunque di accedere tanto all'APE sociale che al pensionamento anticipato con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica (a condizione di avere 12 mesi di lavoro prima del 19° anno di età, n.d.r)". 

Damiano: Governo chiarisca sui termini delle uscite anticipate

Il Governo, con una presa di posizione ufficiale, chiarisca che la pensione che si acquisirà con l’APE sociale avrà decorrenza dal primo maggio 2017, ovviamente nel caso in cui il lavoratore abbia maturato i requisiti richiesti. Questa decorrenza deve essere garantita indipendentemente dalla data del varo dei Decreti attuativi”. Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. “Apprezziamo le dichiarazioni del ministro Poletti, che vanno in questa direzione – prosegue – ma vogliamo sottolineare il fatto che INPS e molti Patronati non accettano le domande dei lavoratori, a causa della mancata emanazione dei Decreti, causando un rilevante allarme sociale.” “Da qui l’esigenza di una comunicazione ufficiale”, conclude.

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