Mobilità Province, In Gazzetta il decreto sulla mobilità del personale in esubero

Davide Grasso Giovedì, 01 Ottobre 2015
Entro ottobre le aree vaste dovranno indicare gli elenchi con i lavoratori in esubero. I soprannumerari avranno tempo sino a fine gennaio per esprimere le preferenze sulla destinazione.  
Il decreto sulla mobilità del personale delle province in esubero è stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento, che giunge dopo la pubblicazione del decreto contenente le tabelle di equiparazione per la mobilità obbligatoria, per gli statali fra i diversi settori della Pubblica amministrazione, chiarisce i criteri della mobilità di circa 18 mila provinciali che devono essere ricollocati dopo lo svuotamento delle funzioni provinciali previsto dalla legge Delrio.

Anche se non è stata raggiunta un’intesa con le Regioni, il 14 settembre il Consiglio dei ministri ha infatti adottato ufficialmente il provvedimento che regola, in particolare, gli spostamenti dei dipendenti delle Province, del personale di polizia provinciale e del personale della Croce Rossa Italiana. 

La prima tappa della mobilità delle Province è fissata per il 31 ottobre quando le aree vaste, cioè le ex province, dovranno fornire i dati precisi sui dipendenti in soprannumero. Entro la stessa data le regioni, in base al decreto sugli enti locali (Dl 78/2015), dovranno aver definito le leggi con cui decidono le funzioni, e quindi i dipendenti, delle Province da assorbire in attuazione della legge Delrio, che prevede il superamento del livello di governo provinciale.  

I lavoratori che non avranno trovato una collocazione nella nuova articolazione delle funzioni dovranno essere inseriti in appositi elenchi, da spedire al portale dedicato alla mobilità. Questo personale sarà ricevuto da tutte le altre amministrazioni diverse dalle province, ad iniziare dalle Regioni e dai Comuni sino ad arrivare alle pubbliche amministrazioni centrali.

Nei 30 giorni successivi (quindi entro fine novembre) Regioni, enti locali, sanità e Pa statali dovranno pubblicare i posti disponibili nei loro organici per l'assorbimento degli ex provinciali. Il censimento dovrà essere pubblicato dalla Funzione pubblica nei 30 giorni successivi (quindi a fine dicembre), dopo di che i diretti interessati avranno 30 giorni per esprimere la propria preferenza sulla ricollocazione (quindi entro fine gennaio). Nei 30 giorni successivi, quindi entro fine febbraio, la Funzione pubblica assegnerà ai nuovi datori di lavoro i dipendenti interessati, che entro un mese dovranno prendere servizio (cioè entro fine marzo). In caso di inerzia nell'esprimere la preferenza la Funzione Pubblica procederà alle assegnazioni in via unilaterale.

Le preferenze. Nell'attribuzione della destinazione saranno tenute comunque in considerazione l'eventuale fruizione dei permessi e dei congedi per assistere familiari in condizione di disabilità, i carichi di famiglia e l'età anagrafica (nel decreto si prevede un preciso punteggio per ciascuna di queste voci da far valere al momento del trasferimento). Ci sarà anche una preferenza per chi oggi lavora nelle Città metropolitane capoluogo di Regione: costoro hanno la preferenza nei posti collocati nella stessa città. 

Due corsie ad hoc sono previste per la Polizia provinciale (destinata in parte a essere assorbita negli organici comunali, previa espressione della preferenza per il mantenimento della funzione) e per i dipendenti impegnati nella gestione dell’Albo degli autotrasportatori, che dovrebbero essere indirizzati al ministero delle Infrastrutture (sul passaggio dei centri per l’impiego, invece, si farà il punto oggi in Stato-Regioni).

Il trattamento economico. Da notare che i dipendenti trasferiti manterranno il trattamento economico fondamentale e accessorio “limitatamente alle voci con carattere di generalità e natura fissa e continuativa”. Con perdita dunque delle voci accessorie e quelle indennità legate alla specifica funzione ricoperta del lavoratore (che peraltro sono di difficile individuazione). Un punto questo fortemente contestato dalla parte sindacale che mirava alla conferma dell'emendamento dello "zainetto", previsto nella legge Delrio, con il sostanziale mantenimento totale della busta paga erogata dall'amministrazione di partenza. Il Governo su questo aspetto però ha fatto marcia indietro a causa dei tagli miliardari previsti con le ultime manovre. 

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Documenti: Il testo del Decreto 14 Settembre 2015

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