Riforma lavoro: il Pd impegnato nel 'derby' su art. 18

Lunedì, 22 Settembre 2014

- Roma, 22 set. - E' ancora alta tensione nel Pd sulla riforma del lavoro. Alla vigilia dell'approdo in aula al Senato prosegue il dibattito sull'articolo 18 e domani mattina a palazzo Madama si terra' una riunione dei gruppi del Partito democratico: un'assemblea alla quale parteciperanno il ministro Giuliano Poletti e il responsabile Economia e Lavoro della segreteria dei Democratici, Filippo Taddei. Che oggi definisce "avvilente" il fatto che si voglia "ridurre tutto a un derby sull'articolo 18".

Delrio, nostra riforma supera l'articolo 18

E aggiunge: "Cerchiamo di fare di piu', io per parte mia cerchero' di favorire una discussione che sia il piu' possibile chiara. Lunedi' siamo in direzione proprio per parlare di questo". Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, ha sostenuto: "Siamo vicini ai cittadini italiani, vogliamo bene all'Italia e cerchiamo di fare misure che siano di buon senso, che aiutino il nostro Paese a ripartire, a cominciare dal mondo del lavoro; quindi stando insieme agli imprenditori e ai lavoratori".

Lo scontro nel Pd e' cosi' aspro che sono tornate a girare voci di una scissione. Anche se l'ex segretario Guglielmo Epifani le liquida cosi': "Le voci di scissione nel Pd sono una sciocchezza, roba inesistente. Ma non giova a nessuno accentuare lo scontro e sarebbe un errore gravissimo non trovare un'intesa sul Jobs act". Anche se secondo Epifani, superato il periodo di prova di tre anni, il reintegro deve rimanere "magari affinandolo".

Secondo il vicesegretario Pd Debora Serracchiani, c'e' la "sensazione che qualcuno voglia strumentalizzare il tema del lavoro per una resa dei conti nel Pd". E invece, afferma, "andranno rispettate le decisioni della direzione perche' siamo un partito non una ditta ne' una bocciofila". Direzione che si terra' lunedi' prossimo, 29 settembre: "Discuteremo di questi temi nella prossima direzione convocata per il 29, senza ricatti e anatemi ideologici. Ma, dopo la discussione, dobbiamo fare la sintesi e a quella dovranno attenersi i gruppi parlamentari" dice Marina Sereni.

Pier Luigi Bersani pero' ha gia' minacciato battaglia a difesa dell'articolo 18 con la presentazione di molti emendamenti alla legge delega. Secondo Maurizio Sacconi (Ncd) le proposte che arrivano dalla minoranza Pd sono peggiorative mentre Renato Brunetta ribadisce che Forza Italia e' pronta a votare il Jobs Act ma sottolineando che "se il Pd si spaccasse in due e avesse bisogno, per far passare la fiducia, del nostro voto non ci sarebbe piu' la maggioranza per Renzi con tutte le conseguenze del caso".

E' d'accordo anche il democratico Cesare Damiano: "E' chiaro che se fossero determinanti i voti di Forza Italia per tenere in piedi il governo su questo argomento ci sarebbe anche una conseguenza politica. Non vorrei che Renzi riuscisse a fare sui temi del lavoro quel che non e' riuscito a fare Berlusconi".

Intanto, Beppe Grillo attacca: "Il ricatto sull'articolo 18 e' fatto dalla Bce". E lancia l'hasthag #CoeRenzie" ricordando "quando Renzie difendeva l'articolo 18".

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