Riforme: 'marcia sul Colle' e 'vaffa', la protesta dei frenatori

Giovedì, 24 Luglio 2014
- Roma, 24 lug. - Qualche piccolo diverbio con la sicurezza, un po' di agitazione da parte delle forze dell'ordine, ma poi la manifestazione inscenata da M5s, Sel e Lega davanti al Quirinale si conclude senza particolari tensioni. Cronaca di una protesta inusuale mentre decine e decine di turisti passano interrogandosi su quanto accade. "E' l'ultimo atto istituzionale", dice Vito Crimi, "poi non risponderemo delle nostre azioni". I piu' agguerriti tra i parlamentari arrivati al Colle per reagire contro la decisione della maggioranza di contingentare i tempi sulle riforme, sono proprio i grillini. "Io qui non sono una signora ma una senatrice, sono loro che hanno infranto le regole", dice Paola Taverna prima di sedersi insieme agli altri colleghi nella piazza antistante al Quirinale. Un breve diverbio con un carabiniere ("io conto come il due di coppe...", e' la risposta del militare), e poi tutti ad aspettare il rientro dei capigruppo ricevuti al Quirinale. I pentastellati indossano una fascia tricolore al braccio. "Dobbiamo essere compatti, un esercito", dicono all'unisono. Qualche metro piu' in la' c'e' la pattuglia dei leghisti, piu' defilati quelli di Sel. L'iniziativa viene organizzata quasi spontaneamente. In una riunione dell'opposizione Mario Mauro e gli altri 'frondisti' avevano ipotizzato di ricorrere all'Aventino ma nessuno aveva accennato alla possibilita' di far visita a Giorgio Napolitano. Di primo mattino il dibattitoin Aula non aveva registrato scontri, qualche trattativa tra i 'ribelli' del Pd e l'ala governativa (c'e' chi ha parlato di una telefonata tra Chiti e Renzi), qualche timido contatto con gli esponenti di Sel e del Carroccio. A scatenare la rabbia di quelli che il premier chiama 'frenatori' delle riforme e' la decisione di applicare la tagliola. "State mettendo la Costituzione sotto i piedi", attaccano i grillini, vola qualche 'vaffa' (piu' di uno della grillina Taverna all'indirizzo dei colleghi del Pd) mentre il leghista Divina strappa la Costituzione e qualche altro senatore del M5s scatta selfie e foto di gruppo di chi non e' d'accordo con la maggioranza e il governo. Maria Elena Boschi nell'Aula non batte ciglio, saluta Paolo Romani che aveva rivolto, tra i mugugni di qualche forzista, l'invito a Sel a ritirare una parte degli emendamenti e poi torna ad ascoltare gli interventi dell'Aula, "si va avanti fino alla fine", ripete, niente slittamento a settembre. Gli epiteti peggiori da parte dei pentastellati sono riservati al capogruppo del Pd Luigi Zanda ("fascista", gli gridano dai banchi M5s), oltre che a Romani, "sembra di ascoltare Renzi", urla qualcuno). Ma Silvio Berlusconi anche ieri sera durante una cena con alcuni azzurri ha confermato che lui manterra' la parola data, anche se non capisce la fretta di Renzi. Il premier e' determinato ad andare avanti a ritmo serrato e allora per i 'frenatori' non resta che cercare la porta di Giorgio Napolitano, "il presidente del Consiglio non ci rappresenta piu". E cosi' parte un corteo silenzioso che passando davanti palazzl Chigi arriva fino al Quirinale. Ad 'aprire' pero' e' il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, perche' Napolitano "ha mal di denti - spiega Petrocelli M5s dopo piu' di un'ora di colloquio - ma abbiamo ottenuto attenzione. Marra ci ha detto che il Presidente vigilera' sull'iter delle riforme".

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