Riforme: Napolitano, non possiamo permetterci la paralisi

Mercoledì, 23 Luglio 2014
- Roma, 23 lug. - Tre votazioni in due ore, 900 richieste di voto segreto, tempi che si allugano nonostante la promessa, che verra' mantenuta, di far lavorare tutti sette giorni su sette dalle 9 alle 24 con orario continuato: al Senato il gioco si fa duro. Il Colle non comincia a giocare, no, ma seglie di mandare un segnale. L'impasse, del resto, rimette Giorgio Napolitano al centro del villaggio. Una costante nell'eterna storia dei rapporti tra le istituzioni della Repubblica: quando il Parlamento si inceppa e il governo non riesce a mettere l'olio nei pistoni entra in campo il Meccanico. Ecco allora che Napolitano riceve prima gli ostruzionisti, poi il Presidente del Senato. Ore 16, sale al Colle una delegazione di Sinistra Ecologia e Liberta'. "Abbiamo ascoltato l'appello di Napolitano e abbiamo chiesto di incontrarlo per rappresentare le ragioni di chi si ribella all'ostruzionismo del governo", spiega alla fine Nichi Vendola. L'ostruzionismo - rovescia l'accusa - e' quello del ministro Boschi e di matteo Renzi, sordi alle richieste di mediazione. Tanto e' vero che, aggiunge, Qualora il governo desse autentici segnali di dialogo sulle riforme, Sel potrebbe prendere in considerazione la possibilita' di rivedere le centinaia di emendamenti attualmente presentati al Senato. Fin dalla mattina, poi, si sa che salira' al Quirinale anche Pietro Grasso, il Presidente del Senato che oggi incappa nelle infosserenze del Pd per aver ammesso in gran parte il voto segreto. Con lui Napolitano si intrattiene per circa un'ora. Convengono, i due, su una comune preoccupazione che si possa creare un vero e proprio blocco del processo riformatore, che rischia di comprometterne l'esito finale. In parole povere: che salti, una volta ancora, quel cammino sempre intrapreso e mai completato verso la revisione della seconda parte della Carta. Ieri, alla cerimonia del Ventaglio, Napolitano ha gia' fatto sapere che le cose devono andare avanti, perche' le riforme istituzionali non sono meno importanti di quelle economiche. Stasera, una volta stretta la mano a Grasso, il Presidente fa filtrare una dichiarazione ufficiosa. Questa: bisogna tener presente "il grave danno che recherebbe al prestigio e alla credibilita' dell'istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale". E' quanto fanno sapere fonti del Quirinale interpellate sul colloquio al Colle".Tradotto, vuol dire che nessuno puo' permettersi un nuovo blocco. Perderebbero tutti, ad iniziare dallo stesso Parlamento. Quindi rimettere l'olio nei pistoni e' assolutamente necessario. E tutti sono chiamati ad intervenire. Tutti. .

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