Riforme, Renzi vede Berlusconi. Referendum, bastano 500 mila firme

Mercoledì, 06 Agosto 2014

- Roma, 6 ago. - Un accordo rinnovato dopo tre ore di colloquio in delegazioni ristrette: Silvio Berlusconi arriva ed esce da Palazzo Chigi in compagnia di Gianni Letta, Matteo Renzi lascia andare il fedelissimo Lorenzo Guerini a parlare con i giornalisti. "Una cosa molto positiva", dice questi riassumendo il senso della riunione, che ha rilanciato il patto del nazareno su riforme e legge elettorale. Certo, alcuni punti sono stati ritoccati, ma l'impianto dell'intesa viene rafforzato.

Stando a quanto si evince dalle prime confidenze, ci sono state aperture sulle soglie (per il premio di maggioranza quanto per l'ingresso in Parlamento). Diverso pero' l'atteggiamento per quanto riguarda le preferenze. Su queste, sintetizza ancora Guerini, e' meglio non sbilanciarsi troppo, anche se l'apertura verso chi intende collaborare e' "massima".

Oggi, intanto, l'Aula di palazzo Madama ha approvato tutti gli articoli del ddl riforme relativi alle modalita' di elezione e alle funzioni del presidente della Repubblica, ovvero dal 21 al 24. Con l'eliminazione dell'elezione diretta del Senato e la modifica delle sue competenze, cambiano di conseguenza anche gli articoli relativi alle funzioni del Capo dello Stato. Cosi', ad esempio, il presidente della Repubblica, recitano gli articoli 23 e 24, puo' sciogliere solo la Camera dei deputati. E ancora, qualora il Capo dello Stato sia impossibilitato a svolgere le sue funzioni, viene sostituito non piu' dal presidente del Senato, bensi' dal presidente della Camera.

Il Senato ha inoltre approvato l'articolo 25 del ddl riforme costituzionali che introduce una modifica alla Carta, conseguente alla non piu' elettivita' diretta del Senato e alle sue nuove funzioni. Sara', quindi, solo la Camera dei deputati a votare o revocare la fiducia al governo.

Intanto scendono a 500mila le firme, tornando cosi' al testo attuale della Costituzione, necessarie per poter presentare i referendum, ma viene introdotta una doppia 'soglia' di firme e, conseguentemente, un doppio quorum. E' quanto prevede l'emendamento dei relatori al ddl riforme costituzionali, in materia di referendum. Uno dei temi, quest'ultimo, che aveva sollevato le dure reazioni delle opposizioni, ma anche all'interno del Pd, per l'innalzamento a 800mila delle firme necessarie per i referendum.

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