Riforme, scontro al Senato Ipotesi ghigliottina vicina

Giovedì, 24 Luglio 2014

- Roma, 24 lug. - Alla fine calera' la ghigliottina, con ogni probabilita'. L'impasse al Senato si fa sempre piu' pesante, la maggioranza favorevole alle riforme scaturite dal Patto del Nazareno non riesce ad avere la meglio sui dissidenti interni ai singoli partiti, nemmeno l'esplicita minaccia di sette giorni di lavoro su sette, come anche quella piu' velata di elezioni anticipate, riescono a sortire effetti liberatori.

A meta' della seduta di stamane, quindi, si alza in piena Aula di Palazzo Madama il capogruppo del Pd, Zanda, e chiede una sospensione dei lavori per valutare al meglio la situazione. Prontamente accontentato. Si riuniscono allora i presidenti dei gruppi parlamentari. L'incontro dura diverse ore, poi viene a sua volta sospeso per essere aggiornato per le 15,15. Intanto filtrano le prime voci. La principale e' quella che viene resa esplicita dal ministro delle riforme Maria Elena Boschi. Riassumibile in un aut-aut dal sapore molto decisionista: o si procede con un "sostanziale" ridimensionamento del numero degli emendamenti (8.000 i presentati, tre i bocciati ieri al termina di una intera giornata di lavoro) o si va avanti senza mediazioni.

D'accordo con lei il gia' nominato Zanda, il quale rileva: avanti di questo passo si finirebbe tra un anno e mezzo. Resistenza piegata? Ancora no, comunque. Infatti il primo effetto degli esiti della capigruppo e' quello di provocare un'immediata riunione a tre di Sel, Lega e M5S, nel segno del "no" a quello che viene percepito come un ultimatum dagli scarsi contenuti democratici. E alla riunione si affaccia anche qualche esponente di Forza Italia. Alla fine sara' ghigliottina, ma potrebbe costare parecchie teste. .

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati