Riforme: si vota ma a rilento Ostruzionismo al Senato

Mercoledì, 23 Luglio 2014

- Roma, 23 lug. - L'Aula del Senato ha sospeso nel tardo pomeriggio le attivita' di voto del ddl Boschi. I lavori si sono svolti molto lentamente infatti nel corso della prima seduta sono stati votati solo tre emendamenti su 8000. L'Aula di palazzo Madama tornera' ad occuparsi delle riforme domani mattina, alle 9,30.

Dopo oltre un'ora di dibattito  e' stato votato e bocciato (con 262 no e 14 si') il primo emendamento che chiedeva di abolire le circoscrizione degli italiani eletti all'estero. L'emendamento era stato presentato dai dissidenti di FI e Gal, Minzolini, Milo e altri. C'e' voluto molto tempo per passare alla votazione a causa dell'ostruzionismo di alcuni senatori M5S che sono intervenuti in dissenso per prendere tempo. A Felice Casson (Pd) che ha lamentato la decisione di Grasso di concedere solo un minuto di tempo ai senatori che parlano in dissenso dal proprio gruppo, il presidente del Senato ha replicato: "Spetta al presidente l'armonizzazione dei tempi quando non c'e' il contingentamento".

E' poi intervenuto il capogruppo del Pd, Luigi Zanda, per sottolineare l'impossibilita' ad andare avanti con questi ritmi: "vorrei far notare all'Aula che stiamo discutendo da un'ora e mezza e abbiamo votato un solo emendamento e Grasso poco fa aveva fatto cenno ai poteri di coordinamento della presidenza (sui tempi). Oppure - conclude Zanda - dobbiamo procedere a questi ritmi? Francamente mi sembra ci stia indicando molto sul nostro futuro...".

Subito dopo prende la parola Pier Ferdinando Casini, che si associa, seppur con parole piu' forti, alla 'protesta' del capogruppo Pd. Parole, quelle dell'esponente Udc, che suscitano la reazione dei grillini e del senatore azzurro Domenico Scilipoti, piu' volte ripreso dal presidente di turno, Maurizio Gasparri. Casini ha affermato: "Credo sia chiaro a tutti che tra i poteri della presidenza esiste la capacita' e necessita' di garantire all'opposizione il diritto pieno di espressione e alla maggioranza, che non puo' avere meno diritti dell'opposizione, la possibilita' di portare in votazione il prodotto legislativo che ritiene prioritario per il paese". Per Casini, quanto sta avvenendo in Aula "e' la dimostrazione piu' palese dell'incapacita' di questa istituzione di riformare se stessa e pertanto questa forma cosi' sbracata di ostruzionismo e' il piu' grande regalo a chi vuole dimostrare che questa istituzione non fa il suo dovere e questo apparira' chiaro agli occhi degli italiani. Se siete impegnati in un atto di autolesionismo", dice Casini rivolgendosi ai grillini, va bene ma cosi' non e' democrazia, e' anarchia".

Immediata e' stata la reazione piccata dei grillini, ma il piu' agguerrito e'stato Scilipoti, che si e' alzato in piedi. Viene ripreso dal presidente di turno, che si rivolge al capogruppo Romani: "ci aiuti a sedare il senatore Scilipoti". Infine ha replicato a Zanda e Casini: "Grasso e' stato chiaro, l'orientamento in capigruppo e' stato di ampliare i tempi della discussione con un calendario impegnativo proprio per l'importanza dell'argomento ed e' un modo per non comprimere i diritti di nessuno e non usare strumentalmente l'ampiamento della discussione".

"Il capogruppo del Pd Luigi Zanda si lamenta perche' ci e' voluta piu' di un'ora per votare un solo emendamento. A lui e a tutto il suo gruppo rispondiamo: e' la democrazia, bellezza! Non si puo' essere insofferenti nei confronti delle regole parlamentari, che garantiscono la possibilita' di discutere ed esaminare il testo con l'attenzione e la calma che merita una riforma costituzionale. Ma il Pd scalpita perche' e' allergico a queste regole o solo perche' ha voglia di andarsene in ferie?". E' quanto ha affermato il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato, Vito Petrocelli.

Sulla questione dei tempi lunghi e dell'ostruzionismo e' intervenuto anche il capogruppo Ncd, Maurizio Sacconi: "e' bene rilevare l'ostruzionismo in atto affinche' si cominci a riflettere sui modi entro i quali questa legittima pratica si esprima, va consentita ma entro certi limiti perche' l'assemblea del Senato deve essere posta nella condizione di deliberare".

In disaccordo e' intervenuto Vincenzo D'Anna, di Gal, che ha proposto: "si riuniscano i capigruppo e chiedano agli autori degli emendamenti di rivedere" la loro posizione con il ritiro di alcune richieste di modifica. Poi, pero', D'Anna si e'scagliato contro la 'minaccia' di dimezzare i tempi di discussione: "Aleggia la parola ghigliottina, il discorso e' 'attenti a voi che tagliamo i tempi perche' state dando fastidio'. Ma noi non desisteremo, perche' noi non stiamo difendendo i nostri augusti deretani ma un principio abbastanza marginale, che si chiama diritto del popolo italiano a scegliersi i parlamentari. Non stiamo discutendo delle prebende. Andate di fretta perche' la tempistica presuppone le elezioni anticipate - prosegue il senatore di Gal rivolgendosi alla maggioranza - Voi state facendo peggio della legge Acerbo, volete il potere con il 25% dei voti. Se lo avesse proposto Berlusconi molti degli insofferenti sarebbero li' con le mutande viola a rompere le scatole", conclude D'Anna.

Dopo la lunga discussione, l'ostruzionismo, gli interventi sull'ordine dei lavori e le proteste dei favorevoli a un'ampia discussione e quelli contrari a che i tempi si allunghino troppo, l'Aula del Senato si e' espressa sul secondo emendamento al primo articolo del ddl riforme, bocciandolo.

Napolitano, non possiamo permetterci la paralisi

Interpellate sull'incontro tra il Capo dello Stato ed il Presidente del Senato Grasso, fonti del Colle fanno sapere che il Presidente Grasso ha illustrato l'andamento dei lavori a Palazzo Madama sulle leggi di riforma costituzionale, mettendo in luce le gravi difficolta' rappresentate da un ostruzionismo esasperato, tradottosi in un numero abnorme di emendamenti. Il Presidente della Repubblica ha insistito sul grave danno che recherebbe al prestigio ed alla credibilita' dell'istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforme essenziale ai fini di una rinnovata funzionalita' del sistema istituzionale. .

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