Senato, e' stallo sulla riforma Spunta la mediazione di Grasso

Martedì, 29 Luglio 2014

- Roma, 29 lug. - E' ancora stallo sulle riforme al Senato, ma spunta la mediazione del presidente del Senato Grasso.

I fatti delle ultime ore: non e' servita l'ora di riunione della conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama per sciogliere i nodi. Le opposizioni hanno avanzato le loro proposte, ma di fatto - spiegano fonti di FI - "il Pd resta fermo sulla richiesta che prima di ogni nuovo confronto e opposizioni ritirino gran parte degli emendamenti". Di fatto, quindi, resta l'impasse, ed ora la maggioranza e' riunita per decidere il da farsi.

Ma a proporre una mediazione che possa favorire l'uscita dall'impasse e' stato il presidente Pietro Grasso che in capigruppo ha avanzato l'ipotesi di accantonare i primi due articoli, ovvero quelli portanti della riforma costituzionale che riguardano la composizione del nuovo Senato, le modalita' di elezione e le sue funzioni, e partire dalle votazioni sull'articolo 3, sul quale sono poche le proposte emendative. Nel frattempo, maggioranza, governo e opposizioni cercano un punto di incontro. Ma il governo, viene ancora riferito, non ha risposto favorevolmente alla proposta, preferendo prendere tempo e rimandare ogni risposta alla nuova capigruppo, gia' convocata per il primo pomeriggio. Ora la maggioranza e' riunita nelle stanze del capogruppo Pd Zanda.

La proposta di Grasso ha trovato il favore di M5S e Sel, riferisce Loredana De Petris, mentre altre fonti di opposizione spiegano che il governo avrebbe lasciato intendere di poter accogliere al mediazione di Grasso solo alla luce di quanti emendamenti l'opposizione e' disponibile a ritirare. Per il relatore leghista, Roberto Calderoli, viene ancora riferito, non ci sarebbero tuttavia margini per un'intesa.

Vannino Chiti, 'capofila' dei senatori 'dissidenti' del Pd, aveva in mattinata lanciato una proposta per tentare di trovare una via d'uscita dopo la lettera di ieri del premier Matteo Renzi: concentrare il dibattito e il confronto in Senato su alcuni temi, tra cui le modalita' di elezione del Senato, il numero dei deputati e l'immunita', quindi ridurre gli emendamenti a "una decina" e poi rinviare alla prima settimana di settembre il voto finale sul ddl riforme. Il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, aveva aperto alla proposta Chiti, purche' tutte le votazioni sugli emendamenti al ddl riforme si concludano, come da calendario fissato dalla capigruppo, entro l'8 agosto. Poi il voto finale sul testo delle riforme puo' avvenire anche a settembre, ha spiegato Zanda, per il quale pero' per procedere in questo modo serve "l'accordo di tutti".

Anche Forza Italia apre alla proposta Chiti "purche' vi sia la condivisione di tutti e il patto del Nazareno, siglato da Renzi e Berlusconi, non venga stravolto e resti punto fondante delle riforme", ha detto in Aula Donato Bruno.

Contrario Beppe Grillo, che si dice pronto a lasciare il Parlamento se dovesse passare una riforma che preveda il Senato non elettivo. "Rimarremo ancora fino a quando sara' possibile cercare di impedire il colpo di Stato con l'eliminazione del Senato elettivo", scrive Grillo, "dopo, se questi rottamatori della Costituzione non ci lasceranno scelta, ce ne andremo". Poi la riunione della conferenza dei capigruppo e il nuovo stallo: ora la mediazione tentata dal presidente Grasso. .

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