Stretta governo su tempi riformeAl Senato scatta la 'tagliola'

Giovedì, 24 Luglio 2014

- Roma, 24 lug. - Alla fine e' calata la ghigliottina, anzi la 'tagliola', come ampiamente nelle attese. L'impasse al Senato si fa sempre piu' pesante, la maggioranza favorevole alle riforme scaturite dal Patto del Nazareno fatica ad avere ragione dei dissidenti interni ai singoli partiti e nemmeno l'esplicita minaccia di sette giorni di lavoro su sette, come anche quella piu' velata di elezioni anticipate, riescono a sortire effetti.

A meta' della seduta di stamane, quindi, si alza in piena Aula di Palazzo Madama il capogruppo del Pd, Zanda, e chiede una sospensione dei lavori per valutare al meglio la situazione. Ne segue una prima riunione dei presidenti dei gruppi parlamentari. L'incontro dura diverse ore, poi viene a sua volta sospeso per essere aggiornato per le 14,30.

E da li' arriva la ormai famosa 'tagliola', cioe' il contingentamento dei tempi, parlando in termini tecnici. La data di chiusura in Aula del ddl e' allora fissata per l'8 agosto, senza un vero e proprio voto ma con l'affermazione di una posizione della maggioranza, assieme a Forza Italia che si e' detta favorevole. In conseguenza, alla ripresa dei lavori, l'Aula del Senato non dovra' esprimersi su quanto stabilito in Capigruppo.

In dettaglio, si e' stabilito che nelle prossime due settimane, che equivalgono in tutto a 135 ore complessive, saranno 20 le ore dedicate al ddl riforme, da licenziare, con contingentamento dei tempi, entro e non oltre l'8 agosto. Resta, come da calendario gia' stabilito, che la prossima settimana, sulle riforme, le sedute saranno anche notturne, fino alle 24, e l'Aula si riunira' anche il sabato e la domenica. Per quanto riguarda i decreti pendenti invece, cosi' viene riferito - dl competitivita' e dl cultura - il calendario rimane immutato: saranno esaminati, probabilmente con la fiducia, oggi pomeriggio, domani e lunedi'.

Quanto alla 'tagliola', termine ormai invalso nel gergo parlamentare e giornalistico ma ovviamente non riportato nei regolamenti, e' l'articolo 55 del Regolamento del Senato che e' 'scattato'. Il comma 5, per la precisione, che recita: "Per la organizzazione della discussione dei singoli argomenti iscritti nel calendario, la Conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari determina di norma il tempo complessivo da riservare a ciascun gruppo, stabilendo altresi' la data entro cui gli argomenti iscritti nel calendario devono essere posti in votazione".

Resistenza piegata? Ancora no, comunque, almeno non nello spirito. Le opposizioni giudicano "molto grave e irresponsabile" la decisione assunta dalla maggioranza in capigruppo di contingentare i tempi di discussione e votazione del ddl riforme. E annunciano: "proseguiremo la nostra battaglia", garantisce Loredana De Petris (Sel), perche' "noi non sciamo schiavi di Renzi", aggiunge Gianmarco Centinaio (Lega).

Per Vito Petrocelli (M5S) si tratta di "uno dei soliti giochetti di Renzi, infatti pur non chiamando tagliola, e' una tagliola nella sostanza". Per il presidente dei senatori leghisti, "tutta questa fretta e' perche' Renzi vuole andare in vacanza entro l'8 agosto".

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