Pensioni

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Secondo il Piano Industriale 2014-2016, a seguito delle incorporazioni di Inpdap ed Enpals lanciate con il "Salva Italia" ormai due anni fa, le strutture dirigenziali del "Super-Inps" saranno dimezzate. In programma anche una riarticolazione delle sedi territoriali.

Entro marzo, secondo quanto stabilito nella tabella di marcia stilata dopo il varo degli ultimi decreti ministeriali di attuazione, il ministro del Lavoro Enrico Giovannini dovrebbe avere sul tavolo il piano di incorporazione dell'Inps-Inpdap. Un piano di riduzione della spesa piuttosto consistente secondo quanto filtra dalle prime anticipazioni del piano: la struttura di vertice proposta al Ministro del Lavoro prevede un Istituto dotato di soli 31 dirigenti generali (a fronte dei 56 attuali), il dimezzamento delle direzioni centrali che vengono portate a 15, la possibilità di istituire una centrale unica per gli acquisti per l'intero gruppo nonchè una vasta diminuzione delle sedi territoriali che dovranno ricalcare effettivamente i bisogni della popolazione sul territorio.

 Il "carrozzone" Inps impegna infatti quasi 33mila unità di cui oltre il 90% è collocato nelle sedi territoriali. Il piano prevede infatti che la maggior parte dei risparmi possa derivare da una riarticolazione di queste sedi. Secondo il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua "la nuova mappa delle sedi dovrà essere georeferenziata rispetto alle esigenze economiche e territoriali. Anche in questo senso vogliamo adottare soluzioni che poi possono combinarsi funzionalmente con le articolazioni di altri enti come l'Agenzia delle entrate, Equitalia, l'Inail. Soprattutto questo piano industriale dovrà contenere un'attenta analisi dell'impatto sociale, per le "rilevanti e delicate ricadute sul sistema complessivo del Welfare, conseguenti a tale operazione di riassetto, con particolare riferimento alla qualità dei servizi da erogare all'utenza", uso le opportune parole del ministro Giovannini per segnalare l'importanza dell'occasione".

Per Mastrapasqua "l'occasione è unica. Ora siamo finalmente entrati nella fase più importante: la definizione degli obiettivi di riorganizzazione accompagnata da una pianificazione economico-finanziaria che avrà una programmazione sul prossimo triennio. "Da quest'anno - afferma Mastrapasqua - riusciremo a garantire i 515 milioni di minore spesa di funzionamento che erano stati previsti, un taglio che supera il 12% dell'insieme dei costi di gestione. Per portata credo si tratti di un'operazione senza precedenti nella Pa italiana e spero diventi un buon esempio di come anche nel pubblico c'è una grande capacità di gestione di grandi processi di trasformazione e razionalizzazione".

Intanto la recente legge di stabilità contiene la norma che consente l'azzeramento del "buco" pari ad oltre 25 miliardi di euro sul bilancio Inps derivanti dalle anticipazioni alla Ctps (la gestione dei trattamenti pensionistici dei dipendenti statali) dell'Inpdap. La mossa era stata piu' volte richiesta da Mastrapasqua: «Con 25,2 miliardi di trasferimenti su cui ora non viene più chiesta una restituzione dal parte dell'Economia credo che nel prossimo bilancio riusciremo a recuperare la perdite patrimoniali che avevamo stimato».

Il 2013 sarà un altro anno con il segno rosso per l'Inps. Dopo le perdite nella gestione finanziaria per 9,7 miliardi del 2012 anche il 2013 non si preannuncia di colore diverso.

Secondo l'ultimo progetto di assestamento del bilancio disposto nei giorni scorsi dal Comitato di indirizzo e di vigilanza dell'Inps, l'Istituto chiuderà il 2013 in profondo rosso con un passivo di oltre 11 miliardi (in rosso anche il conto economico per la cifra eccezionale di 14 miliardi). Si tratta di una previsione ancora peggiore di piu' di 2 miliardi di euro rispetto a quanto era stato contabilizzato l'anno scorso. 

A pesare in particolare resta sempre il bilancio dell'INPDAP, l'ente dissestato che gestisce le pensioni pubbliche, incorporato nell'INPS nel 2012 a seguito della manovra "Salva-Italia". Le cifre in questione rischiavano di far saltare i conti dell'Inps e per questo il governo è stato costretto a disporre con la legge di stabilità 2014 un "trasferimento" pari a 25 miliardi di euro per colmare l'impatto del deficit dell'Inpdap. Per cui in pratica sarà lo Stato, cioè i contribuenti, a colmare il disavanzo dell'Inps e il disastro delle pensioni pubbliche (l'Inpdap da sola porta all'Inps una perdita di 8 miliardi di euro con un deficit patrimoniale che supera i 26 miliardi di euro).

Ma a parte l'Inpdap sono tutte le gestioni previdenziali ed essere in crisi con l'unica eccezione dei lavoratori parasubordinati, professionisti, partite Iva e co.co.co. Ad esempio nel bilancio Inps 2013 pesa la gestione degli agricoltori che accumula una perdita di oltre 5 miliardi di euro, quella degli artigiani con una perdita di quasi 6 miliardi, quella che paga le pensioni ai dirigenti d'azienda (in rosso per quasi 4 miliardi di euro) e poi ancora i telefonici, il fondo trasporti, il fondo elettrici.

E a ben vedere si tratta di una perdita sistematica, non certo episodica, dovuta in gran parte al rallentamento del versamento di contributi di quelle categorie di lavoratori che attraversano la crisi, un aumento dell'evasione contributiva (sempre dovuta a fattori economici) e alla modalità di calcolo della pensione. Ancora oggi infatti gran parte degli assegni pensionistici risultano erogati sulla base di un sistema di calcolo retributivo (con pensioni il cui importo è equivalente al 70-80 per cento dell'ultimo stipendio percepito dal lavoratore). Gli effetti calmieranti del Dl 201/2011 ancora non si vedono.

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L'Inps precisa che i 6.500 lavoratori salvaguardati ai sensi del Dl 102/2013 avranno la liquidazione della pensione dal 1° Settembre 2013 .

L'Inps, con il messaggio n. 522/2014, ha fornito precisazioni sugli esodati di cui al D.L. n.102/2013. Il Dl 102/2013, lo si ricorda, ha esteso la possibilità di mantenere le vecchie regole pensionistiche, tra l'altro, ad ulteriori 6.500 soggetti il cui rapporto di lavoro è cessato per effetto di licenziamento tra il 1° gennaio 2009 e il 31 dicembre 2011, pur se hanno svolto un'attività lavorativa non a tempo indeterminato, con un reddito annuo lordo non superiore a 7.500 euro e con decorrenza del trattamento pensionistico entro il 6 gennaio 2015.

Ora nel messaggio 522 l'ente previdenziale afferma che, su parere conforme del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (nota prot. n. 29/0004827/P del 15.11.2013) per i lavoratori licenziati la data di decorrenza dei trattamenti pensionistici, liquidati in applicazione delle disposizioni della quarta salvaguardia, non può essere antecedente alla data di entrata in vigore del decreto legge n. 102 del 2013 (31 agosto 2013). In pratica dunque i soggetti in questione avranno in pagamento il primo assegno dal 1° Settembre 2013.

Aggiornato il software di Pensionioggi.it per controllare in anteprima se si rispettano i requisiti previdenziali per partecipare alla sesta salvaguardia di cui alla legge 147/2014.

Kamsin Con la pubblicazione definitiva in Gazzetta Ufficiale numero 246 lo scorso 22 Ottobre della legge 147/2014 del 10 Ottobre 2014; della Circolare del Ministero del Lavoro numero 27 del 7 Novembre 2014 e del messaggio inps 8881/2014 si è ormai completato il quadro relativo alla cd. sesta salvaguardia, provvedimento che consentirà ad ulteriori 32.100 lavoratori che hanno perso il posto di lavoro entro la fine del 2011 di mantenere, in via eccezionale, le regole di pensionamento all'epoca vigenti.

L'intervento, come già anticipato da pensionioggi.it nei giorni scorsi, allunga di un anno i vari profili di tutela aperti spostando il paletto della decorrenza, dal 6 gennaio 2015 al 6 gennaio 2016.

Per aiutare i lettori a districarsi in questo continuo divenire di norme, pensionioggi.it ha aggiornato il nuovo programma per verificare la possibilità di entrare nella sesta salvaguardia con l'individuazione della corretta data di decorrenza della rendita previdenziale e dei vari paletti imposti dalla nuova normativa.

Gli interessati avranno tempo sino al 5 gennaio 2015 per presentare le istanze di accesso ai benefici (all'Inps o alla Direzione Territoriale del Lavoro a seconda del proprio profilo di tutela). Vai al programma: Controlla se sei salvaguardato

Zedde

Online il nuovo strumento di Pensioni Oggi per controllare rapidamente la prima data utile per uscire dal mondo del lavoro in base alle nuove regole introdotte con la Riforma Fornero del 2011.

Kamsin Quando è possibile andare in pensione con la nuova Riforma Fornero? Come stanno cambiando le regole sulla penalizzazione? Con le novità che potrebbero fare ingresso nel sistema previdenziale con il decreto sulla Pa, Pensioni Oggi, ha messo a disposizione uno strumento sempre aggiornato per verificare rapidamente la data di pensionamento dopo la Riforma del 2011.

Da quest'anno, ad esempio, sono stati ridefiniti i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici. Com'è noto infatti, ai sensi della legge 214/2011, per le lavoratrici del settore privato è stato previsto un innalzamento graduale dell’età pensionabile, a partire dal 2012 e per gli anni successivi in modo da parificare, entro il 2018, i requisiti a quelli vigenti per gli uomini e per le donne del pubblico impiego. I requisiti per la pensione di vecchiaia sono fissati in 62 anni per le lavoratrici dipendenti la cui pensione è liquidata a carico dell’Ago e delle forme sostitutive della stessa, dal 1˚ gennaio 2012; a 63 anni e sei mesi a decorrere dal 1˚ gennaio 2014, a 65 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2016 e 66 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2018. Per le autonome (Ago e gestione separata) i requisiti sono pari a 63 anni e 6 mesi dal 1˚ gennaio 2012. Tale requisito anagrafico è fissato a 64 anni e 6 mesi a decorrere dal 1˚ gennaio 2014, a 65 anni e 6 mesi a decorrere dal 1˚gennaio 2016 e a 66 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2018.

Per tenere sotto controllo tutte queste novità Pensioni Oggi ha realizzato un programma apposito "Calcola quando si va in pensione" per aiutare gratuitamente i lettori a comprendere quando potranno effettivamente andare in pensione: il programma, disponibile a questo indirizzo, consente di verificare rapidamente la piu' vicina data di pensionamento (vecchiaia o anticipata) tenendo conto dell'applicazione della stima di vita.

Zedde

Si va avanti sui prepensionamenti "aziendali" previsti dalla legge 92/2012. La riforma del mercato del lavoro dell'anno scorso, all'articolo 4, commi 1-7 ter, ha introdotto la possibilità di sottoscrivere accordi tra imprese con più di 15 dipendenti e organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello aziendale, per incentivare l'esodo dei dipendenti. La nuova possibilità consente il prepensionamento, a carico dell'azienda, dei dipendenti a cui mancano meno di quattro anni per perfezionare i requisiti per il pensionamento anticipato o di vecchiaia. L'impresa si farà carico di tutti gli oneri e continuerà a versare i contributi figurativi fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione e pagherà contemporaneamente la pensione anticipata. 

Nel messaggio 12997 di ieri, l'Inps ha fornito il modello che gli imprenditori dovranno utilizzare per presentare all'istituto di previdenza l'accordo sottoscritto con i sindacati. Si tratta di un documento molto semplice in cui il datore di lavoro indicherà la data del verbale di accordo, la data di inizio e fine della validità dell'accordo, ed il numero di lavoratori interessati. Dovrà essere inoltre allegato l'accordo stesso. 

Nella giornata di ieri, con il messaggio 12998 l'istituto di previdenza ha inoltre integrato le disposizioni di cui al messaggio 12577 sui lavoratori interessati dal terzo provvedimento di salvaguardia e iscritti alla gestione dipendenti pubblici dell'Inps. In base a quanto previsto dalla legge 228/2012 e dal decreto interministeriale del 22 aprile 2013, i lavoratori, che hanno i requisiti, per accedere alla salvaguardia devono presentare domanda alle sedi Inps o alle direzioni territoriali del lavoro. Il messaggio 12998 precisa che le domande riguardanti gli iscritti alla gestione dipendenti pubblici dovranno essere inoltrate dagli uffici competenti a un indirizzo email dedicato della direzione centrale previdenza.

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