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Previdenza - Results from #2298

 

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Riforma Pensioni, Damiano: ok a rimborsi per fasce di reddito se si introduce flessibilità

redazione Lunedì, 11 Maggio 2015

“Suggerisco al premier Renzi, al fine di evitare nuovi errori come capitato a Monti, di affrontare questo tema con le parti sociali, e in particolare con i sindacati confederali dei pensionati, per trovare la soluzione piu’ adeguata”. Kamsin Lo dice il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, interpellato sul caso pensioni aperto con la sentenza della Corte Costituzionale.  “Il governo – dice Damiano – deve applicare il dispositivo della Consulta” ma “naturalmente esistono diverse modalita’ per farlo, come abbiamo gia’ verificato nel passato a partire dal governo Prodi, passando poi per Monti e Letta”.   Al tempo del governo Prodi, ricorda, “da ministro del Lavoro ho sterilizzato per 1 anno l’indicizzazione delle pensioni per quelle 8 volte il minimo, circa 4mila euro lordi mensili, assegni cioe’ medio alti anche se non d’oro”.

Le risorse, circa 1,4 miliardi “sono state destinate a pagare in parte il costo della revisione dello scalone Maroni, a introdurre norme in favore dei lavori usuranti, per i quali finalmente fu finanziato un fondo, e a istituire una quattordicesima mensilita’ per i pensionati piu’ poveri, fino a 700 euro lordi mensili”.    La Consulta “riconobbe il rispetto dei principi costituzionali in quanto la misura interessava pensioni non basse, che non soffrivano in modo particolare per il blocco, e ne riconobbe il fine solidaristico e redistributivo”.  Letta invece, aggiunge, “modulo’ l’intervento per fasce di reddito. Soluzioni, insomma, ci possono essere, l’importante e’ che il governo non prescinda dal dettato costituzionale dell’adeguatezza e della solidarieta’.

Come affermiamo da tempo, inoltre, la riforma delle pensioni targata Monti non regge piu’: non solo per le indicizzazioni, ma anche per il repentino innalzamento dell’eta’ pensionabile oltre i 66 anni di eta’ che sta bloccando il turnover nelle aziende a danno dell’occupazione dei giovani e creando nuovi poveri tra coloro che perdono il lavoro e debbono aspettare anche 5 o 6 anni per andare in pensione”, conclude Cesare Damiano.

seguifb

Zedde

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Pensioni, rimborsi graduali a partire da Giugno. Decreto venerdì in Cdm?

redazione Lunedì, 11 Maggio 2015
Il governo sta anche pensando di alzare l'asticella della rivalutazione piena un po' sopra la soglia di tre volte il minimo, cioè 1.500 euro lordi al mese.

Kamsin L'aumento delle pensioni superiori a 1.500 euro lordi al mese, legato al recupero dell'inflazione nel biennio 2012-2013, potrebbe arrivare con un decreto legge già venerdì prossimo e l'erogazione degli arretrati avverrebbe così tra giugno e luglio. Pagare tutto è impossibile (il conto sarebbe di oltre 14 miliardi) e il ministro dell'Economia lo ha detto chiaramente: i rimborsi saranno parziali e progressivi, privilegiando le pensioni più basse e tenendo conto del reddito. Dovrebbe essere stabilito un tetto massimo oltre il quale non scatterebbe il rimborso e, in aggiunta, potrebbe anche essere introdotto un contributo di solidarietà sugli assegni d'oro. Per il governo, almeno al momento, sarebbe un obiettivo politico. Su cui incombono ancora alcuni nodi tecnici da sciogliere, a cominciare dai tempi di cui l'Inps avrà bisogno per adeguare i sistemi e disporre il pagamento dei nuovi importi.

Ma il governo ormai ha deciso di dare una forte accelerazione alla soluzione del problema aperto dalla sentenza con la quale la Corte Costituzionale ha bocciato il blocco delle pensioni disposto dal governo Monti. Come ha annunciato ieri in un'intervista al Messaggero il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, già questa settimana sul tavolo del consiglio dei ministri arriverà un decreto che introdurrà dei rimborsi «selettivi» in grado di assicurare la «progressività» e la «temporaneità» richieste dalla Consulta. Un'accelerazione imposta anche dalla reazione europea alla decisione dei supremi giudici italiani. Anche l'Ue guarda infatti con sospetto l'intervento richiesto dalla Corte Costituzionale. La Commissione vuole capire l'impatto quantitativo sui conti pubblici della mina pensioni e, nelle raccomandazioni mercoledì, metterà l'Italia sotto osservazione. Un faro che ha impresso un'accelerazione al dossier, tanto che il ministro Padoan ieri ha annunciato un decreto risolutivo già in settimana.

All'impatto sui conti dello Stato sarà legata anche la possibilità per l'Italia di utilizzare gli spazi di flessibilità. Una questione che preoccupa il governo fino ad un certo punto. «Lavoreremo per rispettare sia la sentenza che gli impegni verso i partner europei», hanno fatto sapere fonti del Tesoro.

seguifb

Zedde

Pensioni

Pensioni, Padoan: il rimborso degli assegni non sarà per tutti

redazione Domenica, 10 Maggio 2015
Il Ministro dell'Economia PierCarlo Padoan conferma l'arrivo di un decreto che rimodulerà la rivalutazione degli assegni interessati dalla Sentenza della Consulta a seconda dell'importo.

Kamsin Se si dovesse ripristinare totalmente l'indicizzazione sulle pensioni, l'Italia si troverebbe a violare simultaneamente il vincolo del 3%, l'aggiustamento strutturale e la regola del debito. Quest'ultimo, che sta iniziando a scendere, ricomincerebbe a salire" e "la Commissione ci metterebbe immediatamente in procedura d'infrazione sia per il deficit che per il debito". A dirlo in una intervista al Messaggero è il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan.

La questione va risolta "prima possibile", aggiunge il ministro. Ma "non ripristineremo totalmente l'indicizzazione, lo faremo in modo parziale e selettivo. Progressività e temporaneità, come dice la Corte, vuol dire evidentemente che sono le pensioni più basse che devono essere protette più di quelle alte" conclude Padoan.

Padoan non lascia dubbi quindi sulla restituzione solo parziale anche se non fornisce alcuna indicazione sulle soglie. Per il momento l'ipotesi piu' accreditata è l'applicazione delle regole introdotte dalla legge 147/2013 (valide dal 1° gennaio 2014) anche al biennio 2012-2013. Il risultato sarebbe che gli assegni superiori a 3 volte il minimo sarebbero rivalutati al 95%, quelli superiori a 4 volte al 75%, quelli superiori a 5 volte al 50%, quelli superiori a 6 volte al 45% o in quota fissa.

Sul piede di guerra Federmanager che annuncia un nuovo ricorso contro il decreto governativo se non saranno indicizzate in misura piena tutte le pensioni superiori a 5 volte il minimo: "L'importante è salvaguardare il principio che anche le pensioni medio-alte siano protette dall'inflazione" ricorda Giorgio Ambrogioni, Presidente dell'Associazione: "faccio presente che dal '98 le nostre pensioni hanno perso il 15-20%".

seguifb

Zedde

Pensioni

Sesta Salvaguardia, Poletti risponde sull'esaurimento dei posti per gli esodati

redazione Venerdì, 08 Maggio 2015
All'attenzione del Ministro del Lavoro c'è la questione riguardante i lavoratori che fruivano nel corso del 2011 dei congedi e dei permessi per l'assistenza di familiari con disabilità.

Kamsin Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti risponderà giovedì 14 maggio in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati all'interrogazione sollevata dagli Onorevoli Fedriga e Simonetti (Lega Nord)  sull'insufficienza dei posti relativi ai lavoratori che assistevano disabili nel 2011 destinatari della IV e VI salvaguardia (atto 5-05507).

Da mesi - si legge nell'interrogazione - i cosiddetti «esodati legge 104» attendono una risposta circa il loro futuro previdenziale. Si tratta di quei lavoratori che nel 2011 erano in congedo o permesso per assistere familiari con disabilità, ai sensi dell'articolo 42, comma 5, del decreto legislativo n. 151 del 2001 e dell'articolo 33, comma 3, della legge n. 104 del 1992, che avrebbero perfezionato i requisiti anagrafici e contributivi per la pensione con le regole antecedenti all'entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011 entro il 36o mese successivo all'entrata in vigore del decreto medesimo (6 gennaio 2015).

Il predetto articolo 42, comma 5, del decreto legislativo n. 151 del 2001, riguarda genitori, fratelli e sorelle conviventi in congedo per assistere persone con handicap grave, mentre l'articolo 33, comma 3, della legge n. 104 del 1992 riguarda genitori, parenti o affini entro il terzo grado (figli, genitori, fratelli e sorelle, nonni, zii, nipoti, bisnipoti e bisnonni, suoceri, genero, nuora, cognati, zii del coniuge) di un bambino fino ai 3 anni di età con handicap grave che hanno usufruito dei permessi mensili di tre giorni per l'assistenza del parente.

Per costoro la salvaguardia era contenuta nell'articolo 11 del citato decreto-legge n. 102 del 2013, convertito dalla legge n. 124 del 2013 (cosiddetto «quarta salvaguardia»); tale platea era stata stimata in 2.500 unità, invece, lo stesso Inps ha certificato oltre 4.800 aventi diritto a fronte dei 2.500 posti disponibili, comunicando che detta platea si è esaurita consentendo di salvaguardare solo i lavoratori che maturino i requisiti entro il 31 ottobre 2012. Sono pertanto rimasti fuori dalla tutela i lavoratori che hanno maturato il requisito dal 1o novembre 2012 al 31 dicembre 2013.

Il Governo - proseguono i deputati - non ha ancora deciso come sanare questi esuberi della 4o salvaguardia, ignorando che ad essi si aggiungono nel tempo gli ulteriori 1.800 lavoratori in congedo dal 2011 (di cui all'articolo 2, comma 1, lettera d) della legge n. 147 del 2014) che perfezionano i requisiti pensionistici con le regole pre-riforma Fornero entro il 6 gennaio 2016.:

Pertanto - concludono i deputati -  si chiede se e ed in che termini il Governo intenda garantire gli «esodati legge 104» di cui alla IV salvaguardia in esubero rispetto ai posti disponibili senza vanificare le aspettative di coloro che, raggiungendo i requisiti entro il 6 gennaio 2016, rientrerebbero nella VI salvaguardia.

Seguifb

Zedde

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Pensioni, l'Inps blocca la ricostituzione degli assegni coinvolti nella sentenza della Consulta

redazione Venerdì, 08 Maggio 2015
L’INPS avverte che, in applicazione di quanto previsto dall’articolo 17, comma 13 della legge 31 dicembre 2009 n. 196, non potrà definire eventuali ricostituzioni relative ai trattamenti pensionistici interessati dalla sentenza, fino all’adozione delle relative iniziative legislative.

Kamsin Finchè il Governo non avrà deciso come rispondere alla Sentenza della Corte Costituzionale numero 70/2015 l'Inps non potrà ricevere alcuna domanda di ricostituzione degli assegni dei pensionati che presentassero istanza amministrativa da soli o tramite l'assistenza dei Caf. Lo precisa l'istituto con il messaggio inps 3135/2015 pubblicato ieri.

Sulla Gazzetta Ufficiale 1^ serie speciale - Corte Costituzionale - n. 18 del 6 maggio 2015 è stata pubblicata la sentenza della Corte Costituzionale n. 70 del 2015, che ha dichiarato la parziale illegittimità costituzionale dell’art. 24, comma 25, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214.

In particolare, la suddetta sentenza ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 24 comma 25 del citato decreto, nella parte in cui prevede che "in considerazione della contingente situazione finanziaria, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’art. 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è riconosciuta, per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 100 per cento".

Ciò premesso, l'Istituto, in applicazione di quanto previsto dall’articolo 17, comma 13 della legge 31 dicembre 2009 n. 196, non potrà definire eventuali richieste di ricostituzione relative ai trattamenti pensionistici interessati dalla sentenza, fino all’adozione delle relative iniziative legislative.

Seguifb

Zedde

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Riforma Pensioni, Governo pronto al decreto. Gnecchi: rivedere l'età pensionabile

Bernardo Diaz Venerdì, 08 Maggio 2015
Dal 2016 le lavoratrici dipendenti vedranno allungarsi la pensione di quasi due anni. Si passerà da 63 anni e 9 mesi a 65 anni e 7 mesi. E dal 2018 saranno necessari 66 anni e 7 mesi.

Kamsin Procedono le discussioni all'interno dell'esecutivo su come gestire la valanga di rimborsi scatenati dalla Consulta. La Corte ha bocciato la norma che congelava la rivalutazione all'inflazione nel biennio 2012-2013 delle pensioni superiori a tre volte il minimo inps (1.404 euro circa) aprendo, in teoria, alla possibilità di ricalcolare tutti gli assegni, anche quelli piu' elevati (qui è possibile simulare quanto deve essere restituito ai pensionati). Ancora pochi giorni e si saprà ufficialmente come il Governo intenderà affrontare la questione anche se la linea appare piuttosto tracciata: si andrà verso una restituzione parziale e dilazionata nel tempo (cioè a rate) modificando le norme del decreto 201/2011 bocciato dalla Consulta.

Molto probabile che le pensioni superiori a 6 volte il minimo (oltre 3mila euro) resteranno o del tutto bloccate o saranno rivalutate solo al 45% (come prevede l'attuale legge 147/2013) mentre si procederà ad una indicizzazione decrescente per la fascia intermedia (del 95% per lo scaglione superiore a 1500 euro; 75% sopra i 2mila euro e 50% sopra i 2500 euro). Una strada giuridicamente accettabile perchè la Sentenza della Consulta non impedisce al legislatore di intervenire nuovamente in materia e che consentirebbe allo stesso tempo il rispetto dei vincoli di bilancio presi con l'Ue. Con il decreto o comunque entro fine anno si dovrà inoltre rimettere mano alle regole di indicizzazione attuali che scadono a fine 2016.

“Il Governo – ricorda il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano – puo’ trovare le soluzioni piu’ appropriate, purche’ siano nel rispetto della Costituzione. Nel 2007 il Governo Prodi blocco’ per un anno l’indicizzazione delle pensioni otto volte il minimo, redistribuendo il risparmio di 1,4 miliardi per correggere lo scalone Maroni, migliorare la normativa sui lavori usuranti e istituire la quattordicesima mensilita’ a vantaggio dei pensionati piu’ poveri, quelle fino a 700 euro al mese. La Corte approvo’ la misura”. “Quello che noi chiediamo con forza al Premier Renzi – prosegue il presidente della Commissione Lavoro – e’ di convocare i sindacati confederali dei pensionati al fine di non commettere nuovi errori e di svolgere una valutazione complessiva sulle correzioni da apportare al sistema previdenziale”.

Molti esponenti del Pd e delle opposizioni chiedono comunque di cogliere al volo l'occasione offerta dalla Consulta per rimettere mano alla legge Fornero che "ormai fa acqua da tutte le parti" come ha sottolineato ieri Maria Luisa Gnecchi (Pd). Sono troppi - ricorda la Gnecchi - i fronti aperti che devono essere affrontati a partire dal tema dell'età pensionabile delle lavoratrici (con l'eliminazione dello scalone Fornero) e della flessibilità in uscita passando per il tema delle ricongiunzioni e dei lavoratori esodati. 

"Dal 2016 - ricorda la Gnecchi - se non si interverrà le lavoratrici dipendenti del privato passeranno da 63 anni e 9 mesi a 65 anni e sette mesi, quasi due anni in piu' in un colpo solo; le autonome e le parasubordinate passeranno da 64 anni e 9 mesi a 66 anni ed un mese; le dipendenti pubbliche da 66 anni e 3 mesi a 66 anni e 7 mesi. Non solo. La stretta sarà ancora piu' micidiale perchè nello stesso giorno arriverà a scadenza l'opzione donna, quel meccanismo, è già indebitamente compresso da alcune interpretazioni dell'Inps, introdotto dalla legge 243/04, che consente alle lavoratrici di optare per il calcolo contributivo in cambio della pensione a 57 anni. Il regime, secondo la legislazione vigente, si chiude il prossimo 31 dicembre 2015. Questa stretta dovrà essere allentata perchè è insostenibile".

Sulla stessa lunghezza d'onda Damiano che ricorda al Governo di evitare di procedere da solo e si renda conto che la riforma di Monti non regge piu’ perche’ ha generato troppe situazioni di ingiustizia: dalle indicizzazioni all’innalzamento repentino e rigido dell’eta’ pensionabile che va cambiato inserendo un criterio di flessibilita’ nel sistema, a partire dai 62 anni di eta’”. 

seguifb

Zedde

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