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Esodati: Per Nori la capienza delle salvaguardie è adeguata
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Esodati: Per Nori la capienza delle salvaguardie è adeguata

Eleonora Accorsi Venerdì, 28 Marzo 2014
Il direttore generale dell'Inps Mauro Nori ha precisato che la prossima settimana saranno liquidate le prime pensioni della quarta salvaguardia.

In audizione informale alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, il direttore generale dell'Inps Mauro Nori ha aggiornato i membri della XI Commissione riguardo agli esodati, al possibile intervento sulle "pensioni d'oro" e sui ricongiungimenti pensionistici onerosi.

Sui procedimenti della salvaguardia Nori ha ricordato che sinora sono state liquidate N. 38716 pensioni su una platea di 142 mila lavoratori potenziali interessati alla salvaguardia. Nori ha anche tranquillizzato la Commissione della correttezza delle stime circa la capienza delle salvaguardie indicando che solo in un caso, quello degli esonerati dal servizio di cui alla prima salvaguardia del DL 201 2011, i posti disponibili sono risultati inferiori alle domande pervenute. 

In molti casi infatti, ha osservato Nori, le domande presentate alle direzioni territoriali del lavoro vengono rigettate dall'Inps in quanto i lavoratori non rispettano il paletto della decorrenza della prestazione pensionistica, 6 gennaio 2015, individuata dalle leggi istitutive. Il direttore generale dell'Ufficio pensioni Uselli hai infine affermato che l'Inps potrà procedere già dalla prossima settimana alla liquidazione delle pensioni nell'ambito della quarta operazioni di salvaguardia, se hanno decorrenza 2014.

Interrogato circa la possibilità di ricalcolare con il metodo contributivo le pensioni d'oro cioè oltre a 5 mila euro netti mensili, il direttore Nori ha osservato che l'Inps non è in grado di fornire dati sulle platee interessate in quanto eccessivamente oneroso soprattutto in termini di personale. "La procedura è molto complessa, ma fare i conti non sarebbe impossibile a condizione però che il gioco valga la candela."

Nori inoltre ha dato la disponibilità dell'ente a contribuire per trovare le coperture relative al taglio dell'Irpef qualora arrivasse una richiesta in tal senso dal governo. Qui il video ufficiale dell'audizione.

Esodati: l'Inps è pronta a liquidare la 4° salvaguardia
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Esodati: l'Inps è pronta a liquidare la 4° salvaguardia

Sergey Mercoledì, 26 Marzo 2014
"Dalla prossima settimana liquidiamo le pensioni della quarta salvaguardia".

Il direttore generale dell'Inps Nori, nel corso di una audizione parlamentare ha annunciato che al 24 marzo, l'Inps ha liquidato 38.716 pensioni su una platea di circa 142.000 lavoratori esodati, persone cioè che sono rimaste - per effetto dell'innalzamento dell'età pensionabile prevista dalla riforma Fornero - senza occupazione (avendo raggiunto un accordo con per lasciare prima) e senza i requisiti previdenziali.

Le operazioni di salvaguardia sono state finora quattro, ha spiegato Nori. Il primo decreto indicava una platea di 65.000 persone; 62.473 i soggetti certificati e 33.344 le pensioni liquidate."La prima salvaguardia è sostanzialmente conclusa. Il residuo, per effetto delle norme, viene riutilizzato in successive salvaguardie", ha spiegato il dg dell'Inps.

Il secondo decreto indicava una platea di 55.000 persone - tra fondi di solidarietà, lavoratori cessati, contributori volontari e mobilità - di cui attualmente sono 14.945 i soggetti certificati e 2.566 già pensionati. "Molti dei lavoratori della platea, 40.000, sono stati inseriti per mobilità ma di questi, i certificati sono solo 5.494", ha precisato Nori.

Il terzo decreto prevedeva una platea di 10.130 più 6.000 esodati; di questi 6.201 sono certificati e 2.806 pensionati. Infine il quarto provvedimento indicava 6.500 esodati da tutelare prevalentemente tra lavoratori che versano contributi volontari.

Il direttore delle pensioni Inps, Gabriele Uselli, ha detto che "dalla prossima settimana liquidiamo le pensioni della quarta salvaguardia. Per il momento ci sono 182 certificazioni. Se hanno decorrenza dal 2014 le liquidiamo".


Pensioni, Unificate le procedure di pagamento inps

Sergey Mercoledì, 26 Marzo 2014

Dal prossimo mese maggio le modalità di pagamento delle pensioni dei lavoratori pubblici, dello spettacolo e degli sportivi professionisti appartenenti all'Inpdap e all'Enpals verranno unificate alle modalità generali previste dell'Inps.

E' quanto ha stabilito il messaggio 3506 diffuso dall'Inps, che ha provveduto a verificare la compatibilità tra le diverse forme di pagamento e a recuperare dai pensionati gli eventuali dati mancanti o discordanti relativi a nome e cognome del beneficiario e dell'eventuale tutore o rappresentante legale, codice fiscale, data di nascita, coordinate di pagamento. Nelle scorse settimane gli interessati hanno ricevuto una lettera con cui venivano invitati a fornire i dati mancanti all'Inps.

L'Inps conferma che le pensioni continueranno a essere disponibili con valuta del giorno 10 di ogni mese per gli iscritti alle gestioni dello spettacolo e degli sportivi professionisti e il giorno 16 per le gestioni dei lavoratori pubblici. Le modalità di pagamento saranno sempre le stesse: accredito su conto corrente o libretto postale; in contanti per importi netti inferiori a 1.000 euro e, per le sole pensioni Inpdap, su carta ricaricabile o circolarità postale.

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Pensione anticipata, i sindacati bocciano la proposta Cottarelli

Eleonora Accorsi Martedì, 25 Marzo 2014
Cgil Cisl e Uil bocciano la proposta di innalzare la pensione anticipata per le donne prevista nel dossier Cottarelli presentato la settimana scorsa al governo. 

I sindacati si dicono fortemente contrari alla proposta contenuta nel dossier Cottarelli che prevede tra l'altro l'allineamento dei requisiti per l'accesso alla pensione anticipata delle donne a quelli previsti per i uomini. La manovra comporterebbe quindi l'innalzamento di un anno, a 41 anni e 6 mesi a 42 anni e 6 mesi dei contributi necessari ad accedere al trattamento anticipato indipendentemente dall'età anagrafica. 

Secco il giudizio della Uil che reputa la proposta di Cottarelli "fuori dalla realtà". È un'idea" bislacca" secondo la Uil perché non tiene conto delle penalizzazioni già subite dalle lavoratrici negli ultimi anni: "se si vogliono equiparare i requisiti il governo abbassi a 41 anni i contributi per tutti i lavoratori" ha detto il segretario Angeletti.  "Non ci sembra giusto penalizzare lavoratrici che già hanno visto ridursi le possibilità di optare per il regime contributivo da un lato e innalzarsi requisiti per la pensione di vecchiaia dall'altro."

Dura anche la Cgil che in un comunicato chiede al governo di non spaventare i lavoratori e di prendere una posizione chiara su cosa vuole fare sulle pensioni: "bisogna aiutare tutti coloro che sono rimasti intrappolati nelle maglie della riforma Fornero e che cercano maggiore flessibilità. Altro che innalzare la pensione anticipata". 

Per la Cisl invece contano le parole di Matteo Renzi che ha smentito Cottarelli. "Chiediamo piuttosto che si trovi una soluzione sugli esodati e sugli altri capitoli aperti."
Proprio la settimana scorsa il ministro Poletti aveva precisato su questo fronte che il governo è al lavoro per trovare una soluzione finale e definitiva sul caso esodati. Il ministro ha ribadito che fino a fine anno le coperture finanziarie ci sono e c'è la volontà del nuovo esecutivo di affrontare il problema nella sua integralità. "Non vogliamo trovare le risorse per 5mila persone ma per trovare una misura complessiva che perimetri il problema e trovi una soluzione".

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Lavoratori intermittenti, l'Inps fissa i requisiti per la contribuzione volontaria

Sergey Lunedì, 24 Marzo 2014

I lavoratori possono chiedere all'Inps di versare i contributi per i periodi in cui hanno avuto retribuzioni o indennità di disponibilità inferiori al minimo necessario per l'accredito ai fini della pensione.

Gli interessati devono presentare la domanda entro il 31 luglio dell'anno seguente a quello di riferimento (ad esempio il 31 luglio 2014 per le richieste dei periodi relativi al 2013); per gli anni dal 2003 al 2012 i lavoratori dovranno presentare la domanda entro il prossimo 20 settembre. E' quanto ha spiegato l'istituto nazionale di previdenza nella circolare n. 33 del 20 Marzo 2014.

Dopo 9 anni dalla Riforma Biagi viene pertanto resa operativa la misura che consente loro di avvalersi dell’art. 36, comma 7, del D.Lgs. n. 276/2003 per integrare la contribuzione obbligatoria versata in loro favore. In pratica la contribuzione volontaria può essere richiesta dai lavoratori intermittenti che, nei periodi coperti da contributi obbligatori, abbiano percepito una retribuzione e/o un'indennità di disponibilità inferiore al valore della retribuzione convenzionale (fissata in euro 10.418,20 per il 2014).

Il lavoratore ha in questo modo la possibilità di versare una contribuzione il cui importo è calcolato sulla differenza fra retribuzione convenzionale e valore degli emolumenti percepiti, fino a concorrenza del parametro minimo. Per l'autorizzazione l'Inps non richiede requisiti contributivi.

I termini per la domanda. L'Inps ha stabilito che l'autorizzazione può essere richiesta ogni anno, a pena di decadenza, entro il 31 luglio dell'anno successivo a quello in cui si collocano i periodi per i quali è possibile il versamento. L'autorizzazione va richiesta tramite i consueti canali messi a disposizione dall'Inps: via telematica; mediante comunicazione telefonica al Contact center multicanale, identificandosi tramite Pin e codice fiscale; oppure attraverso la rete dei Patronati abilitati.

L'Inps specifica che nella domanda devono essere indicati i periodi di lavoro per i quali si intende effettuare il versamento integrativo. Le richieste per la copertura dei periodi di lavoro intermittente e di disponibilità relativi agli anni per i quali sia già decorso il termine, vanno presentate entro sei mesi dalla data di pubblicazione della circolare, a pena di decadenza. Dunque entro il 31 luglio prossimo si presenta la domanda per l'anno 2013 ed entro il 20 settembre quella relativa agli anni dal 2003 al 2012.

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Dossier Cottarelli, Renzi frena sui tagli alle pensioni

Nicola Colapinto Lunedì, 24 Marzo 2014
Il premier Matteo Renzi frena sulla possibilità di tagliare le spese previdenziali. "Quella di Cottarelli è solo una proposta".

I pensionati italiani sperano che le misure indicate dal commissario per la spending review Carlo Cottarelli non siano effettivamente messe in pratica dall'esecutivo Renzi. Se così fosse per i pensionati sarebbe l'ennesimo bagno di sangue dopo una lunga serie di interventi che hanno penalizzato fortemente il potere d'acquisto delle pensioni.

Ad assicurare in parte i lavoratori è l'affermazione di ieri di Matteo Renzi che, in un'intervista rilasciata al Messaggero, ha affermato che "non sia giusto chiedere un contributo a chi prende 2mila euro al mese di pensione". Secondo Renzi resta aperta la possibilità comunque di un intervento sui pensionati d'oro che potranno essere chiamati in futuro a dare un aiuto.

La preoccupazione tra i pensionati è salita dopo le dichiarazioni effettuate la settimana scorsa dal commissario straordinario alla Spending Review, Carlo Cottarelli.
Tra le proposte più controverse indicate nel dossier figura lo stop al recupero dell'inflazione per due anni. Secondo le tabelle presentate a Palazzo Chigi dal 2015 potrebbe scattare la deindicizzazione delle pensioni con un risparmio stimato in 600 milioni di euro per il 2015 per passare a 1,5 miliardi nel 2016. 
Una misura che secondo la Cgil è a doppio taglio perché, se è vero che in un momento di bassa inflazione, la perdita di potere d'acquisto è limitata, nel momento in cui l'inflazione dovesse ripartire il danno per i pensionati potrebbe rivelarsi una vera e propria catastrofe soprattutto per coloro che possono contare solo su redditi da pensione.

Ma il grosso dei risparmi sul capitolo della spesa previdenziale potrebbe arrivare dal contributo temporaneo sulle pensioni più elevate. Una minaccia che potrebbe materializzarsi, dopo le precisazioni del premier Matteo Renzi, solo per quelle superiori almeno a 3mila euro al mese. Ma comunque non nell'immediato.

Nel calderone finiscono anche le pensioni di guerra che oggi pesano sul bilancio per oltre 1,5 miliardi di euro. Si tratta di trattamenti erogati, considerata l'età dei combattenti, solo ai superstiti delle vittime della seconda guerra mondiale. Dalla loro revisione il commissario Cottarelli punta ad incassare 200 milioni nel 2014 e 300 milioni all'anno per i due anni successivi.

Nella stretta potrebbero essere incluse anche le pensioni di reversibilità cioè quelle che vengono erogate al coniuge che resta in vita dopo la morte dell'altro. Secondo il dossier Cottarelli la misura dovrebbe prendere in considerazione solamente i nuovi flussi, cioè le pensioni di reversibilità che vengono richieste a partire dal 2015. La novità prevede una riduzione della percentuale della pensione del defunto riconosciuta sopravvissuto e non quindi una cancellazione dell'istituto tout court. La diminuzione dell'aliquota di conversione verrebbe legata alla fascia di reddito del beneficiario dell'assegno. Il risparmio per le casse dello Stato sarebbe di 100 milioni di euro a partire dal 2016 in poi.

La sfida per l'esecutivo sarà comunque molto dura perché il sistema previdenziale è quello che ha maggiormente subito in questi ultimi anni tagli e sforbiciate e dove le grandi economie si sono già realizzate. Le gravi conseguenze dal punto di vista della sostenibilità sociale dovrebbero portare l'esecutivo a rivedere il piano o a concentrare i tagli solo su alcuni capitoli.

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