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Sergey

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Mi occupo di diritto della previdenza e del lavoro. Mi sono laureato nel 1976 in Giurisprudenza alla Cattolica. Dal 1985 lavoro all'Inps.

Pensioni, la Camera estende il contributo di solidarietà agli ex deputati
Pensioni

Pensioni, la Camera estende il contributo di solidarietà agli ex deputati

Mercoledì, 04 Giugno 2014

L'Ufficio di Presidenza della Camera ha indicato di applicare il contributo di solidarieta' previsto dalla legge di stabilita' ai trattamenti dei dipendenti in pensione ed ai vitalizi e ai trattamenti previdenziali degli ex deputati. Lo rende noto un comunicato stampa.

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Tale contributo - che si applichera' per tutto il triennio 2014-2016, come previsto dalla legge di stabilita' - e' dovuto per la quota dei trattamenti previdenziali superiore a 14 volte il trattamento minimo INPS (quindi per gli importi superiori a 91.251 euro lordi annui), in percentuali che variano dal 6 al 12 al 18 per cento a seconda di diversi scaglioni. Dall'applicazione della misura derivera' un risparmio, per ciascuno dei tre anni, di circa 8milioni 375mila euro.

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Art bonus, pubblicato in gazzetta il decreto legge 83/2014

Mercoledì, 04 Giugno 2014

E' stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 125 del 31 maggio 2014 il D.L. n. 83/2014 contenente "Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo".

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Il decreto prevede, tra le altre misure, il cosiddetto "Artbonus", cioè un credito d'imposta per chi contribuisce con le proprie risorse a finanziare alla salvaguardia del patrimonio artistico - culturale del nostro Paese. Il credito d'imposta spetta a persone fisiche, imprese ed enti non commerciali ed è pari al 65% delle erogazioni liberali versate nel 2014 e 2015 e al 50% di quelle versate nel 2016. Il credito è ripartito in tre quote annuali di pari importo ed ha un tetto, pari al 15 % del reddito imponibile per le persone fisiche e al 5% dei ricavi annui per le imprese.

Il testo del decreto legge 31 maggio 2014, n. 83 -  Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo.  
 

Titolo I

MISURE URGENTI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE DELLA NAZIONE E
PER LO SVILUPPO DELLA CULTURA

                            IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA        Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;     Considerata la  straordinaria  necessita'  e  urgenza  di  reperire  risorse, anche  mediante  interventi  di  agevolazione  fiscale,  per  garantire la tutela del  patrimonio  culturale  della  Nazione  e  lo  sviluppo  della  cultura,  in  attuazione   dell'articolo   9   della  Costituzione;     Considerata  la  straordinaria  necessita'  e  urgenza   di   porre  immediato rimedio allo stato di emergenza e degrado  in  cui  versano  numerosi siti culturali italiani, con particolare  riguardo  all'area  archeologica di Pompei, al complesso della Reggia di Caserta  e  alle  aree colpite da calamita' naturali quali  la  Regione  Abruzzo  e  la  citta' di L'Aquila;     Considerata  la  straordinaria  necessita'  e  urgenza  di  emanare  disposizioni per il  rilancio  del  turismo  al  fine  di  promuovere  l'imprenditorialita' turistica  e  di  favorire  la  crescita  di  un  settore produttivo strategico per la  ripresa  economica  del  Paese,  nonche'    di    assicurare    la     competitivita'     dell'offerta  turistico-culturale   italiana,   anche    mediante    processi    di  digitalizzazione e informatizzazione del settore;     Considerata la straordinaria necessita' e l'urgenza di  assicurare,  nell'ambito della piu'  ampia  politica  di  revisione  della  spesa,  l'organica  tutela  di  interessi  strategici  sul  piano  interno  e  internazionale,  tramite   interventi   sulla   organizzazione,   sui  procedimenti e sul personale del Ministero dei beni e delle attivita'  culturali e del turismo e di ENIT-Agenzia nazionale del turismo;     Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri,  adottata  nella  riunione del 22 maggio 2014;     Sulla proposta del Presidente del  Consiglio  dei  ministri  e  del  Ministro dei beni e delle  attivita'  culturali  e  del  turismo,  di  concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze;                                    E m a n a                              il seguente decreto-legge:                                     Art. 1                       ART-BONUS-Credito di imposta per favorire              le erogazioni liberali a sostegno della cultura        1. Per le erogazioni liberali in denaro effettuate nei tre  periodi  d'imposta successivi a quello in  corso  al  31  dicembre  2013,  per  interventi di manutenzione, protezione e restauro di  beni  culturali  pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi  della  cultura  di appartenenza pubblica e per la realizzazione di  nuove  strutture,  il restauro e il potenziamento di quelle esistenti  delle  fondazioni  lirico-sinfoniche o di enti o istituzioni pubbliche che, senza  scopo  di lucro, svolgono esclusivamente attivita' nello spettacolo, non  si  applicano le disposizioni di cui agli articoli 15, comma  1,  lettere  h) e i), e 100, comma 2, lettere f)  e  g),  del  testo  unico  delle  imposte sui redditi,  approvato  con  decreto  del  Presidente  della  Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e spetta un  credito  d'imposta,  nella misura del:       a) 65 per cento delle erogazioni liberali effettuate in  ciascuno  dei due periodi d'imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre  2013;       b) 50 per cento delle erogazioni liberali effettuate nel  periodo  d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2015.     2.  Il  credito  d'imposta  spettante  ai  sensi  del  comma  1  e'  riconosciuto alle persone fisiche e agli  enti  non  commerciali  nei  limiti del 15 per cento del reddito imponibile, ai soggetti  titolari  di reddito d'impresa nei limiti del 5 per mille dei ricavi annui.  Il  credito d'imposta e' ripartito in tre quote annuali di pari  importo.  Si applicano le disposizioni di cui all'articolo  40,  comma  9,  del  decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni,  dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.     3. Ferma restando la ripartizione in  tre  quote  annuali  di  pari  importo, per i soggetti titolari di reddito d'impresa il  credito  di  imposta e' utilizzabile tramite compensazione ai sensi  dell'articolo  17 del decreto legislativo  9  luglio  1997,  n.  241,  e  successive  modificazioni, e non rileva ai  fini  delle  imposte  sui  redditi  e  dell'imposta regionale sulle attivita' produttive.     4. Al  credito  d'imposta  di  cui  al  presente  articolo  non  si  applicano i limiti di cui all'articolo 1, comma 53,  della  legge  24  dicembre 2007, n. 244, e  di  cui  all'articolo  34  della  legge  23  dicembre 2000, n. 388.     5. I soggetti beneficiari delle erogazioni liberali di cui al comma  1 comunicano mensilmente al Ministero  dei  beni  e  delle  attivita'  culturali  e  del  turismo  l'ammontare  delle  erogazioni   liberali  ricevute nel mese di riferimento; provvedono altresi' a dare pubblica  comunicazione  di  tale  ammontare,  nonche'  della  destinazione   e  dell'utilizzo delle erogazioni stesse, anche con un'apposita  sezione  nei propri siti web istituzionali. Sono fatte salve  le  disposizioni  del Codice in materia di protezione dei dati  personali,  di  cui  al  decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.     6. L'articolo 12 del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito  con modificazioni dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112 e' abrogato. Con  il regolamento di organizzazione  del  Ministero  dei  beni  e  delle  attivita' culturali e del turismo, di cui all'articolo 14,  comma  3,  del presente decreto, si individuano, senza nuovi  o  maggiori  oneri  per la finanza pubblica e  nel  rispetto  delle  dotazioni  organiche  definite in attuazione  del  decreto-legge  6  luglio  2012,  n.  95,  convertito con modificazioni dalla  legge  7  agosto  2012,  n.  135,  apposite strutture dedicate a favorire le elargizioni liberali tra  i  privati e la raccolta di fondi tra il pubblico.     7. Ai  maggiori  oneri  derivanti  dalla  concessione  del  credito  d'imposta  di  cui  al  presente  articolo  si  provvede   ai   sensi  dell'articolo 17.                                  Art. 2      Misure urgenti per la semplificazione delle procedure di gara e altri    interventi urgenti per la realizzazione del Grande Progetto Pompei        1. Agli affidamenti di contratti in attuazione del Grande  Progetto  Pompei, approvato dalla  Commissione  europea  con  la  Decisione  n.  C(2012) 2154 del 29 marzo 2012, si applicano, al fine  di  accelerare  l'attuazione degli interventi previsti, le seguenti disposizioni:       a) il Direttore generale di progetto di cui  all'articolo  1  del  decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91,  convertito,  con  modificazioni,  dalla legge 7  ottobre  2013,  n.  112,  puo'  avvalersi  dei  poteri  previsti  dall'articolo   20,   comma   4,   secondo   periodo,   del  decreto-legge   29   novembre   2008,   n.   185,   convertito,   con  modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n.  2,  fatti  salvi  gli  effetti del protocollo  di  legalita'  stipulato  con  la  competente  Prefettura - Ufficio territoriale del Governo;       b) la soglia per il  ricorso  alla  procedura  negoziata  di  cui  all'articolo 204 del Codice dei contratti pubblici di cui al  decreto  legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e  successive  modificazioni,  e'  elevata a 3,5 milioni di euro;       c) in deroga alla disposizione dell'articolo  48,  comma  2,  del  Codice dei contratti pubblici di cui al decreto  legislativo  n.  163  del   2006,   il   Direttore    generale    di    progetto    procede  all'aggiudicazione dell'appalto anche ove l'aggiudicatario non  abbia  provveduto a fornire, nei termini di legge, la prova del possesso dei  requisiti dichiarati o a confermare le sue dichiarazioni; nel caso in  cui l'aggiudicatario non provveda neppure  nell'ulteriore  termine  a  tal fine assegnatogli dal Direttore generale di progetto il contratto  di appalto  e'  risolto  di  diritto,  l'amministrazione  applica  le  sanzioni di cui all'articolo 48, comma 1, del  Codice  dei  contratti  pubblici di cui al decreto legislativo n. 163 del 2006 e  procede  ad  aggiudicare l'appalto all'impresa seconda classificata;       d)  e'  sempre  consentita  l'esecuzione  di   urgenza   di   cui  all'articolo 11, comma 12, del Codice dei contratti pubblici  di  cui  al decreto legislativo n. 163 del  2006,  anche  durante  il  termine  dilatorio e quello di sospensione obbligatoria  del  termine  per  la  stipulazione del contratto di cui ai commi 10 e 10-ter  del  medesimo  articolo,  atteso  che  la   mancata   esecuzione   immediata   della  prestazione  dedotta  nella  gara  determinerebbe  un   grave   danno  all'interesse pubblico che e' destinata a soddisfare, ivi compresa la  perdita di finanziamenti  comunitari;  in  deroga  alle  disposizioni  dell'articolo 153 del  decreto  del  Presidente  della  Repubblica  5  ottobre 2010, n. 207, la consegna dei lavori  avviene  immediatamente  dopo la stipula del contratto con l'aggiudicatario, sotto le  riserve  di legge;       e) il Direttore generale di progetto puo' revocare  in  qualunque  momento il responsabile unico del procedimento al fine  di  garantire  l'accelerazione degli interventi e di superare difficolta'  operative  che siano insorte nel corso della realizzazione  degli  stessi;  puo'  altresi'  attribuire  le   funzioni   di   responsabile   unico   del  procedimento anche ai componenti della Segreteria tecnica di  cui  al  comma 5;       f) in deroga all'articolo 205 del Codice dei  contratti  pubblici  di cui al decreto legislativo n. 163 del  2006,  le  percentuali  ivi  stabilite nei commi 2, 3 e 4 per gli  interventi  in  variazione  del  progetto sono elevate al trenta per cento;       g) in deroga agli articoli 10, comma 6,  e  119  del  Codice  dei  contratti pubblici di cui al decreto legislativo 12 aprile  2006,  n.  163, nonche' dell'articolo 9, comma 4,  del  decreto  del  Presidente  della Repubblica n. 207 del 2010, il  responsabile  del  procedimento  puo' sempre svolgere, per piu' interventi, nei limiti  delle  proprie  competenze professionali, anche  le  funzioni  di  progettista  o  di  direttore dei lavori;       h) in deroga all'articolo 112 del Codice dei  contratti  pubblici  di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n.  163,  nonche'  alle  disposizioni contenute nella Parte II, Titolo II, Capo II del decreto  del Presidente della Repubblica n. 207  del  2010,  la  verifica  dei  progetti e' sostituita da un'attestazione del responsabile unico  del  procedimento di rispondenza degli elaborati progettuali ai  documenti  di cui all'articolo 93,  commi  1  e  2,  del  predetto  Codice,  ove  richiesti, e della loro conformita' alla normativa vigente.     2. Il comando presso la struttura di supporto al Direttore generale  di progetto nell'ambito del contingente di cui all'articolo 1,  comma  2,  del  decreto-legge  8  agosto  2013,  n.  91,   convertito,   con  modificazioni,  dalla  legge  7  ottobre  2013,  n.   112,   non   e'  assoggettata  al  nulla  osta   o   ad   altri   atti   autorizzativi  dell'amministrazione di appartenenza.     3. Al comma 5 dell'articolo 1 del decreto-legge 8 agosto  2013,  n.  91, convertito, con modificazioni, dalla legge  7  ottobre  2013,  n.  112, sono apportate le seguenti modificazioni:       a) il terzo periodo e' sostituito dal seguente: «Con  il  decreto  del Presidente del Consiglio dei  ministri  di  cui  al  comma  2  e'  prevista l'istituzione di un Comitato di gestione con il  compito  di  approvare, ai sensi degli articoli 14 e seguenti della legge 7 agosto  1990, n. 241, e successive modificazioni, entro 12 mesi dalla data di  entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, la  proposta presentata dal Direttore generale di  progetto,  di  cui  al  comma 6, di un "Piano strategico" per lo sviluppo delle aree comprese  nel piano di gestione di cui al comma 4.»;       b) al quarto periodo, le parole: «svolge  anche  le  funzioni  di  "Conferenza di servizi permanente", ed», sono soppresse;       c) il quinto  e  sesto  periodo  sono  sostituiti  dai  seguenti:  «L'approvazione del piano da parte del Comitato di  gestione  produce  gli effetti dell'articolo 34 del decreto legislativo 18 agosto  2000,  n. 267, dell'articolo 14 e seguenti della legge  7  agosto  1990,  n.  241, e dell'articolo 2, comma 203, della legge 23 dicembre  1996,  n.  662, e sostituisce ogni altro adempimento e ogni altro parere,  nulla  osta, autorizzazione o atto di assenso comunque denominato necessario  per la realizzazione degli interventi approvati.».     4.  Resta  fermo  il  disposto  dell'articolo  2,  comma   7,   del  decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34,  convertito,  con  modificazioni,  dalla legge 26 maggio 2011, n. 75.     5.  Per  accelerare  la  progettazione  degli  interventi  previsti  nell'ambito del Grande Progetto Pompei,  al  fine  di  rispettare  la  scadenza del programma,  e'  costituita  una  segreteria  tecnica  di  progettazione  presso  la  Soprintendenza   Speciale   per   i   Beni  archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, composta da non piu' di 20  unita' di personale, alle quali possono essere conferiti,  in  deroga  ai limiti finanziari previsti dalla legislazione  vigente,  incarichi  di collaborazione, ai sensi dell'articolo 7,  comma  6,  del  decreto  legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per la durata massima di 12  mesi,  entro i limiti di spesa di 900.000 euro, per la  partecipazione  alle  attivita' progettuali  e  di  supporto  al  Grande  Progetto  Pompei,  secondo le esigenze e i criteri stabiliti dal Direttore  generale  di  progetto  d'intesa  con  il  Soprintendente  Speciale  per   i   Beni  archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia.     6. Per l'attuazione delle disposizioni  di  cui  al  comma  5,  nel  limite massimo di 400.000 euro per l'anno 2014, si fa fronte  con  le  risorse disponibili sul bilancio della Soprintendenza Speciale per  i  Beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia. Per l'anno 2015,  nei  limiti di 500.000 euro, si provvede ai sensi dell'articolo 17.                                    Art. 3                   Misure urgenti per la tutela e la valorizzazione                   del complesso della Reggia di Caserta        1. Entro  il  31  dicembre  2014  e'  predisposto  il  Progetto  di  riassegnazione degli spazi  dell'intero  complesso  della  Reggia  di  Caserta,  comprendente  la  Reggia,  il  Parco  reale,  il   Giardino  «all'inglese», l'Oasi di San Silvestro e l'Acquedotto  Carolino,  con  l'obiettivo di restituirlo alla sua destinazione culturale, educativa  e museale. A tal fine, entro 30  giorni  dalla  data  di  entrata  in  vigore del presente decreto e' nominato, con decreto  del  Presidente  del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dei beni e delle  attivita' culturali e del turismo, un commissario  straordinario.  Il  commissario e' nominato tra esperti di comprovata  competenza,  anche  provenienti dai ruoli del personale dirigenziale  del  Ministero  dei  beni e  delle  attivita'  culturali  e  del  turismo  o  delle  altre  amministrazioni statali e dura in carica fino al 31 dicembre 2014.     2. Ferme restando le attribuzioni della Soprintendenza speciale per  il patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico e per il  polo  museale della citta' di Napoli e della  Reggia  di  Caserta  e  delle  altre amministrazioni in ordine alla gestione ordinaria del sito,  il  commissario di  cui  al  comma  1,  consegnatario  unico  dell'intero  complesso, svolge i seguenti compiti:       a) convoca riunioni tra tutti i soggetti pubblici e  privati  che  operano negli spazi del complesso della Reggia, anche allo  scopo  di  verificare  la  compatibilita'  delle   attivita'   svolte   con   la  destinazione culturale, educativa e museale del sito;       b) coordina i soggetti di cui alla lettera a) e lo svolgimento di  tutte le attivita' in essere negli spazi del complesso  della  Reggia  al fine di garantire la realizzazione del Progetto di cui al comma 1;       c)  gestisce  gli  spazi  comuni  del  complesso  della   Reggia,  monitorandone l'uso da parte dei soggetti di cui alla lettera a);       d)  predispone  entro  il  31  dicembre  2014,  d'intesa  con  la  Soprintendenza speciale  per  il  patrimonio  storico,  artistico  ed  etno-antropologico e per il polo museale della  citta'  di  Napoli  e  della Reggia di Caserta, con l'Agenzia del Demanio e con il Ministero  della Difesa, il Progetto di riassegnazione e di  restituzione  degli  spazi del complesso della Reggia alla  loro  destinazione  culturale,  educativa  e  museale.  A  tal  fine  si  avvale  anche  dei  giovani  tirocinanti del progetto  «Mille  giovani  per  la  cultura»  di  cui  l'articolo 2, comma 5-bis del decreto-legge 28 giugno  2013,  n.  76,  convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n.  99.  Il  Progetto e' approvato con decreto del Presidente  del  Consiglio  dei  ministri, su  proposta  del  Ministro  dei  beni  e  delle  attivita'  culturali e del turismo.     3. Con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di  cui  al comma 1 e' definito il compenso del commissario, nel  rispetto  di  quanto previsto dall'articolo 23-ter  del  decreto-legge  6  dicembre  2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22  dicembre  2011, n. 214, e successive modificazioni,  e  ne  sono  ulteriormente  specificati i compiti nell'ambito di  quelli  indicati  al  comma  2.  All'onere derivante dal presente comma si  provvede,  nei  limiti  di  50.000 euro, ai sensi dell'articolo 17.                                    Art. 4                     Disposizioni urgenti per la tutela del decoro                            dei siti culturali        1. Il comma 1-bis dell'articolo 52 del Codice dei beni culturali  e  del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.  42,  aggiunto dall'articolo 4-bis del decreto-legge 8 agosto 2013, n.  91,  convertito, con modificazioni, dalla legge di conversione  7  ottobre  2013, n. 112, e' rinominato a partire dalla data di entrata in vigore  del presente decreto «1-ter». Al fine  di  rafforzare  le  misure  di  tutela del decoro dei siti culturali e anche in relazione al comma  5  dell'articolo 70 del decreto legislativo 26 marzo  2010,  n.  59,  di  attuazione della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo  e  del  Consiglio del 12  dicembre  2006  relativa  ai  servizi  nel  mercato  interno,  al  comma  1-ter  dell'articolo  52  del  Codice  dei  beni  culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo  22  gennaio  2004, n. 42, come rinominato dal presente articolo, e'  aggiunto,  in  fine, il seguente  periodo:  «In  particolare,  i  competenti  uffici  territoriali  del  Ministero  e  i  Comuni  avviano  procedimenti  di  riesame, ai sensi dell'articolo 21-quinquies  della  legge  7  agosto  1990, n. 241, delle  autorizzazioni  e  delle  concessioni  di  suolo  pubblico che risultino non piu' compatibili con le esigenze di cui al  presente comma, anche in deroga a  eventuali  disposizioni  regionali  adottate in base all'articolo 28, commi 12,  13  e  14,  del  decreto  legislativo 31  marzo  1998,  n.  114,  e  successive  modificazioni,  nonche' in deroga ai criteri per  il  rilascio  e  il  rinnovo  della  concessione dei  posteggi  per  l'esercizio  del  commercio  su  aree  pubbliche e alle disposizioni transitorie  stabilite  nell'intesa  in  sede di Conferenza unificata, ai  sensi  dell'articolo  8,  comma  6,  della legge 5 giugno 2003, n. 131, prevista dall'articolo  70,  comma  5, del decreto legislativo 26 marzo 2010, n.  59  recante  attuazione  della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo  e  del  Consiglio  del 12 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato interno. In caso  di revoca del titolo, ove  non  risulti  possibile  il  trasferimento  dell'attivita'   commerciale   in   una   collocazione    alternativa  equivalente in termini di potenziale remunerativita', al titolare  e'  corrisposto da parte dell'amministrazione procedente l'indennizzo  di  cui all'articolo 21-quinquies, comma 1, secondo periodo, della  legge  7 agosto 1990, n. 241, nel limite massimo di un dodicesimo del canone  annuo dovuto».     2. Dall'attuazione del  presente  articolo  non  derivano  nuovi  o  maggiori oneri a carico della finanza pubblica.                                    Art. 5                   Disposizioni urgenti in materia di organizzazione            e funzionamento delle fondazioni lirico-sinfoniche        1.  All'articolo  11  del  decreto-legge  8  agosto  2013,  n.  91,  convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre  2013,  n.  112,  sono apportate le seguenti modificazioni:       a) al comma 1, lettera g), e'  aggiunto,  in  fine,  il  seguente  periodo:     «Nelle more della definizione del  procedimento  di  contrattazione  collettiva nel settore lirico-sinfonico di  cui  all'articolo  2  del  decreto-legge 30 aprile 2010, n. 64, convertito,  con  modificazioni,  dalla legge 29 giugno 2010, n. 100, le  fondazioni  lirico-sinfoniche  che hanno presentato il piano di risanamento ai  sensi  del  presente  articolo possono negoziare ed applicare nuovi  contratti  integrativi  aziendali, compatibili con i vincoli finanziari stabiliti dal  piano,  purche' tali nuovi contratti prevedano l'assorbimento senza ulteriori  costi per la fondazione di ogni eventuale incremento del  trattamento  economico conseguente al rinnovo del Contratto  collettivo  nazionale  di lavoro (C.C.N.L.) e ferma restando l'applicazione del procedimento  di cui al comma 19 in materia di autorizzazione  alla  sottoscrizione  degli accordi in caso di non conformita' dei contratti aziendali  con  il contratto nazionale di lavoro;»;       b) il comma 13 e' sostituito dal seguente:     «13.  Per  il  personale  eventualmente  risultante  in   eccedenza  all'esito della rideterminazione delle dotazioni organiche di cui  al  comma 1, alle fondazioni di cui al medesimo comma, fermo restando  il  divieto di procedere a nuove assunzioni  a  tempo  indeterminato,  e'  estesa l'applicazione dell'articolo 2,  comma  11,  lettera  a),  del  decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95,  convertito,  con  modificazioni,  dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, ivi comprese  le  disposizioni  in  materia di liquidazione del trattamento  di  fine  rapporto  comunque  denominato. Il personale amministrativo e tecnico dipendente a  tempo  indeterminato alla data di entrata in vigore del presente decreto che  risulti ancora eccedente, e' assunto a tempo  indeterminato,  tramite  procedure di mobilita' avviate dalla fondazione, dalla societa'  Ales  S.p.A., in base alle proprie esigenze  produttive  nei  limiti  della  sostenibilita' finanziaria consentita dal proprio  bilancio  e  senza  nuovi  o  maggiori  oneri  per  la  finanza  pubblica,  previa  prova  d'idoneita' finalizzata all'individuazione  dell'inquadramento  nelle  posizioni disponibili, applicando al personale assunto la  disciplina  anche sindacale in vigore presso Ales S.p.A.»;       c) al  comma  15,  alinea,  le  parole:  «30  giugno  2014»  sono  sostituite dalle seguenti: «31 dicembre 2014»;       d) al comma 15, lettera a), numero 5), sono aggiunte, in fine, le  seguenti parole: «Continuano ad applicarsi, in quanto compatibili, le  disposizioni dell'articolo 14 del decreto legislativo 29 giugno 1996,  n. 367.»;       e) il comma 16 e' sostituito dal seguente:     «16. Le nuove disposizioni statutarie si applicano  con  decorrenza  dal 1° gennaio 2015. La decorrenza puo' comunque essere anticipata in  caso di rinnovo degli organi in scadenza. All'entrata in vigore delle  nuove  disposizioni   statutarie   si   rinnovano   gli   organi   di  amministrazione, ivi incluso il collegio dei revisori dei  conti.  Il  mancato adeguamento delle disposizioni statutarie nei termini di  cui  al presente articolo determina comunque l'applicazione  dell'articolo  21 del decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367.»;       f) nel comma 19, secondo periodo,  sono  aggiunte,  in  fine,  le  seguenti parole:     «, intendendosi per trattamento fondamentale dei  dipendenti  delle  fondazioni  lirico-sinfoniche  il  minimo  retributivo,  gli  aumenti  periodici di anzianita', gli aumenti  di  merito  e  l'indennita'  di  contingenza»;       g) dopo il comma 21, e' inserito il seguente:     «21-bis. Nell'ambito del rilancio del sistema nazionale musicale di  eccellenza, sono altresi' determinati, con decreto del  Ministro  dei  beni e delle attivita' culturali e  del  turismo  non  avente  natura  regolamentare da adottarsi, di concerto con il Ministro dell'economia  e  delle  finanze,  entro  il  31  luglio  2014,  i  criteri  per  la  individuazione delle fondazioni  lirico-sinfoniche  che,  presentando  evidenti peculiarita'  per  la  specificita'  della  storia  e  della  cultura operistica e sinfonica  italiana,  per  la  loro  funzione  e  rilevanza  internazionale,  per  le  capacita'  produttive,   per   i  rilevanti ricavi propri, nonche' per il significativo e  continuativo  apporto  finanziario  di  soggetti  privati,  si  dotano   di   forme  organizzative speciali. Le fondazioni dotate di  forme  organizzative  speciali, non  rientranti  nella  fattispecie  di  cui  al  comma  1,  percepiscono a decorrere dal 2015 un contributo dello Stato a  valere  sul Fondo unico dello spettacolo di cui alla legge 30 aprile 1985, n.  163,  determinato  in  una  percentuale  con  valenza  triennale,   e  contrattano   con   le    organizzazioni    sindacali    maggiormente  rappresentative un autonomo contratto di lavoro che regola  all'unico  livello aziendale tutte le materie che sono  regolate  dal  Contratto  collettivo nazionale di lavoro (C.C.N.L.) di settore e dagli  accordi  integrativi aziendali, previa dimostrazione alle autorita'  vigilanti  della compatibilita' economico-finanziaria degli istituti previsti  e  degli impegni assunti. Tali fondazioni sono individuate  con  decreto  del Ministro dei beni e delle attivita' culturali e del  turismo,  da  adottarsi entro il 31 ottobre  2014,  aggiornabile  triennalmente,  e  adeguano i propri statuti, nei termini del comma  16,  in  deroga  al  comma 15, lettere a), numeri 2) e 3), e b), del presente articolo.»     2. Al fine di valorizzare  e  sostenere  le  attivita'  operistiche  nella capitale d'Italia, la «Fondazione Teatro  dell'Opera  di  Roma»  assume il nome di Fondazione «Teatro dell'Opera di Roma Capitale».     3.    Le    amministrazioni    straordinarie    delle    fondazioni  lirico-sinfoniche di cui all'articolo 21 del decreto  legislativo  29  giugno 1996, n. 367, che non abbiano ancora adeguato i propri statuti  alla data di entrata in vigore del presente decreto,  sono  prorogate  sino  alla  nomina  dei  nuovi  organi  ordinari  a   seguito   della  approvazione del  nuovo  statuto  con  le  modalita'  e  nei  termini  previsti  nell'articolo  11  del  decreto-legge  n.  91   del   2013,  convertito, con modificazioni, dalla legge n.  112  del  2013,  cosi'  come modificato dal comma 1 del presente articolo, e comunque  previa  verifica della sussistenza degli eventuali requisiti di cui al citato  articolo 11, comma 21-bis, come introdotto dal comma  1,  lettera  g)  del presente articolo.     4. Il trattamento economico, ove  previsto,  dei  componenti  degli  organi  di  amministrazione,  direzione  e  controllo,  nonche'   dei  dipendenti,   consulenti    e    collaboratori    delle    fondazioni  lirico-sinfoniche non puo' superare  il  limite  massimo  retributivo  previsto dagli articoli 23-bis e 23-ter del decreto-legge 6  dicembre  2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22  dicembre  2011, n. 214 e successive modificazioni. Tale limite e'  riferito  al  trattamento  economico  onnicomprensivo,  incluso  ogni   trattamento  accessorio riconosciuto.  I  contratti  in  essere  sono  adeguati  a  partire dalla data di entrata in vigore del presente decreto.     5. Sono abrogati:       a)  l'articolo  1  del  decreto-legge  30  aprile  2010,  n.  64,  convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2010, n. 100;       b) i commi 326 e 327 dell'articolo  1  della  legge  27  dicembre  2013, n. 147.     6. Il fondo di rotazione di  cui  all'articolo  11,  comma  6,  del  decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91,  convertito,  con  modificazioni,  dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, e' incrementato, per l'anno 2014,  di 50 milioni  di  euro.  Al  relativo  onere  si  provvede  mediante  corrispondente  riduzione  dell'autorizzazione  di   spesa   di   cui  all'articolo 1, comma 10, del decreto-legge 8  aprile  2013,  n.  35,  convertito, con modificazioni, dalla legge  6  giugno  2013,  n.  64,  utilizzando  la  dotazione  per  l'anno  2014  della   «Sezione   per  assicurare la liquidita' alle regioni e alle  province  autonome  per  pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili  diversi  da  quelli  finanziari e sanitari». Al fine dell'erogazione delle risorse di  cui  al presente comma si applicano le disposizioni  di  cui  al  comma  7  dell'articolo 11 del decreto-legge n. 91 del 2013.     7. Dall'attuazione del presente articolo, ad esclusione  del  comma  6, non derivano  nuovi  o  maggiori  oneri  a  carico  della  finanza  pubblica.                                    Art. 6      Disposizioni urgenti per attrarre investimenti esteri in  Italia  nel    settore della produzione cinematografica ed audiovisiva        1. All'articolo 1, comma 335, della legge 24 dicembre 2007, n. 244,  e  successive  modificazioni,  le  parole:  «euro   5.000.000»   sono  sostituite dalle seguenti: «dieci  milioni  di  euro»  e  le  parole:  «opera  filmica»  sono  sostituite  dalle   seguenti:   «impresa   di  produzione esecutiva per ciascun periodo d'imposta».     2.  All'articolo  8  del  decreto-legge  8  agosto  2013,  n.   91,  convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre  2013,  n.  112,  sono apportate le seguenti modifiche:       a) al comma 3, le parole: «110  milioni»  sono  sostituite  dalle  seguenti: «115 milioni»;       b) il comma 4 e' sostituito dal seguente:     «4. Le disposizioni applicative dei commi 1  e  2,  nonche'  quelle  finalizzate a garantire il rispetto del limite massimo  di  spesa  di  cui al  comma  3  anche  con  riferimento  ai  limiti  da  assegnare,  rispettivamente, ai benefici di  cui  al  comma  1,  con  particolare  riguardo a quello previsto dall'articolo 1, comma 335,  della  citata  legge n. 244 del 2007, e al beneficio di cui al comma 2, sono dettate  con decreto del Ministro dei beni e delle attivita' culturali  e  del  turismo, di concerto con il Ministro dell'economia e  delle  finanze,  sentito il Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro il 30  giugno 2014.».     3. L'incremento di risorse di cui  alla  lettera  a)  del  comma  2  decorre dal 1° gennaio 2015. Al relativo onere si provvede  ai  sensi  dell'articolo 17.                                    Art. 7                    Piano strategico Grandi Progetti Beni culturali        e altre misure urgenti per i beni e le attivita' culturali        1. Con decreto del Ministro dei beni e delle attivita' culturali  e  del turismo, sentito il Consiglio Superiore per i  beni  culturali  e  paesaggistici, e' adottato, entro il 31 dicembre di ogni anno e,  per  il 2014, anche in  data  antecedente,  il  Piano  strategico  «Grandi  Progetti Beni culturali», ai  fini  della  crescita  della  capacita'  attrattiva del Paese. Il Piano individua beni o siti  di  eccezionale  interesse  culturale  e  di  rilevanza  nazionale  per  i  quali  sia  necessario  e  urgente  realizzare  interventi  organici  di  tutela,  riqualificazione, valorizzazione e promozione culturale, anche a fini  turistici. Per l'attuazione degli  interventi  del  Piano  strategico  «Grandi Progetti Beni culturali» e' autorizzata la spesa di 5 milioni  di euro per il 2014, 30 milioni di euro per il 2015 e 50  milioni  di  euro  per  il  2016.  Ai  relativi   oneri   si   provvede   mediante  corrispondente riduzione dello stanziamento  del  fondo  speciale  di  conto capitale iscritto, ai fini del  bilancio  triennale  2014-2016,  nell'ambito  del  programma  «Fondi  di  riserva  e  speciali»  della  missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero  dell'economia e delle finanze per l'anno 2014, allo scopo utilizzando  l'accantonamento relativo al Ministero dei  beni  e  delle  attivita'  culturali e del turismo, di cui alla legge 27 dicembre 2013, n.  147,  Tabella B. Il Ministero dell'economia e delle finanze e'  autorizzato  ad apportare,  con  propri  decreti,  le  occorrenti  variazioni  del  bilancio. A decorrere  dal  1°  gennaio  2017,  al  Piano  strategico  «Grandi Progetti Beni culturali» e' destinata una quota  pari  al  50  per cento delle risorse per le infrastrutture  assegnata  alla  spesa  per investimenti in favore dei beni culturali ai sensi  dell'articolo  60, comma 4, della legge 27 dicembre 2002, n. 289.     2. All'articolo  60,  della  legge  27  dicembre  2002,  n.  289  e  successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:       a) il comma 4 e' sostituito dal seguente:     «4. A decorrere dal 2014, una quota  pari  al  3  per  cento  delle  risorse aggiuntive  annualmente  previste  per  le  infrastrutture  e  iscritte nello stato di previsione della spesa  del  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti  e'  destinata   alla   spesa   per  investimenti in  favore  dei  beni  culturali.  L'assegnazione  della  predetta  quota  e'  disposta  dal  CIPE  nell'ambito  delle  risorse  effettivamente disponibili, su proposta del Ministro dei beni e delle  attivita' culturali e del turismo, di concerto con il Ministro  delle  infrastrutture e  dei  trasporti,  sulla  base  della  finalizzazione  derivante  da  un  programma  di  interventi  in  favore   dei   beni  culturali»;       b) dopo il comma 4-bis e' inserito il seguente:     «4-ter. Per finanziare progetti culturali elaborati da enti  locali  nelle periferie urbane e' destinata una quota delle risorse di cui al  comma 4, pari a 3.000.000 di euro, per ciascuno degli anni 2014, 2015  e 2016.».     3.  Nell'ambito  delle  iniziative  del  Piano  nazionale  garanzia  giovani,  il  Fondo  «Mille  giovani   per   la   cultura»   previsto  dall'articolo 2, comma 5-bis del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76,  convertito, con modificazioni, dalla legge  9  agosto  2013,  n.  99,  recante «Primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione,  in particolare giovanile, della questione sociale, nonche' in materia  di Imposta sul valore  aggiunto  (IVA)  e  altre  misure  finanziarie  urgenti», e' rifinanziato con stanziamento pari a 1 milione  di  euro  per il 2015.     4. Ai maggiori oneri  derivanti  dall'attuazione  del  comma  3  si  provvede ai sensi dell'articolo 17.                                    Art. 8      Misure  urgenti  per  favorire  l'occupazione  giovanile  presso  gli    istituti e luoghi della cultura di appartenenza pubblica        1. Gli istituti e i luoghi della cultura dello Stato, delle Regioni  e degli altri Enti pubblici  territoriali  istituiscono,  secondo  le  rispettive competenze e in base ai  rispettivi  ordinamenti,  elenchi  nominativi di giovani di eta' non superiore ai 29 anni,  laureati  in  storia dell'arte e in altre  discipline  afferenti  ai  beni  e  alle  attivita' culturali,  da  impiegare,  mediante  contratti  di  lavoro  flessibile,  anche  in  deroga  alle  disposizioni   del   comma   28  dell'articolo 9 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78,  convertito,  con modificazioni, dalla legge 30  luglio  2010,  n.  122,  per  fare  fronte  a  esigenze  temporanee  di  rafforzamento  dei  servizi   di  accoglienza e di assistenza al pubblico, al  fine  del  miglioramento  del  servizio  pubblico  di  valorizzazione  del  bene  culturale  in  gestione. Possono essere impiegati anche i giovani  in  possesso  del  titolo  rilasciato  dalle  scuole  di  archivistica,  paleografia   e  diplomatica di cui al decreto  del  Presidente  della  Repubblica  30  settembre 1963, n. 1409. In nessun caso i rapporti di cui ai  periodi  precedenti possono costituire titolo idoneo a instaurare rapporti  di  lavoro a tempo  indeterminato  con  l'amministrazione.  Ogni  diversa  previsione o pattuizione e' nulla di pieno diritto e improduttiva  di  effetti giuridici.     2.  La  medesima  finalita'  di  miglioramento  del   servizio   di  valorizzazione dei beni culturali grazie all'impiego dei  giovani  di  cui al comma 1 puo' essere conseguita mediante la  presentazione,  da  parte degli istituti della cultura  di  appartenenza  pubblica  o  da  parte dei corrispondenti uffici amministrativi competenti,  anche  su  richiesta degli Enti  pubblici  territoriali,  di  appositi  progetti  nell'ambito  del  Servizio  nazionale  civile,   settore   patrimonio  artistico e culturale.     3. I rapporti di lavoro flessibile per le  esigenze  temporanee  di  cui al comma 1 non pregiudicano le concessioni  dei  servizi  per  il  pubblico di cui agli articoli 115 e 117 del Codice dei beni culturali  e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22  gennaio  2004,  n.  42, e successive modificazioni, che non costituiscono in nessun  caso  motivo ostativo al ricorso ai predetti rapporti.     4. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri,  adottato  su proposta del Ministro dei beni e delle attivita' culturali  e  del  turismo, di concerto con i Ministri dell'istruzione, dell'universita'  e della ricerca,  del  lavoro  e  delle  politiche  sociali,  per  la  semplificazione e la pubblica amministrazione e dell'economia e delle  finanze, sentita la Conferenza Unificata, da adottarsi entro  novanta  giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del  presente decreto,  sono  stabiliti  i  titoli  di  studio  utili,  le  modalita' di tenuta e di aggiornamento degli elenchi, le modalita' di  riparto delle risorse di cui al comma  5,  nonche'  le  modalita'  di  individuazione dei  giovani  da  impiegare,  assicurando  criteri  di  trasparenza, pubblicita', non discriminazione e rotazione.     5. Agli oneri derivanti dall'applicazione del presente articolo  si  provvede, nei limiti di 1,5 milioni di euro per l'anno 2015, ai sensi  dell'articolo 17.     Titolo II    MISURE URGENTI A SUPPORTO DELL'ACCESSIBILITA' DEL SETTORE CULTURALE E  TURISTICO                                   Art. 9      Disposizioni urgenti recanti introduzione di un credito d'imposta per    la digitalizzazione degli esercizi ricettivi        1. Per sostenere la competitivita' del sistema  turismo,  favorendo  la digitalizzazione del settore, per i periodi di imposta 2015,  2016  e 2017 agli  esercizi  ricettivi  singoli  o  aggregati  con  servizi  extra-ricettivi o ancillari, e'  riconosciuto  un  credito  d'imposta  nella  misura  del  trenta  per  cento  dei   costi   sostenuti   per  investimenti e  attivita'  di  sviluppo  di  cui  al  comma  2,  fino  all'importo massimo complessivo di 12.500 euro nei periodi di imposta  sopra indicati, e comunque fino all'esaurimento dell'importo  massimo  di cui al comma 5 del presente  articolo.  Il  credito  d'imposta  e'  ripartito in tre quote annuali di pari importo.     2. Il credito  di  imposta  di  cui  al  comma  1  e'  riconosciuto  esclusivamente per spese relative a:       a) impianti wi-fi;       b) siti web ottimizzati per il sistema mobile;       c) programmi per la vendita diretta di servizi e pernottamenti  e  la distribuzione sui canali digitali, purche' in grado  di  garantire  gli standard di interoperabilita' necessari all'integrazione con siti  e  portali  di  promozione  pubblici  e   privati   e   di   favorire  l'integrazione fra servizi ricettivi ed extra-ricettivi;       d) spazi e pubblicita' per la promozione e commercializzazione di  servizi e pernottamenti turistici sui siti e piattaforme informatiche  specializzate, anche gestite da tour operator e agenzie di viaggio;       e) servizi di consulenza per  la  comunicazione  e  il  marketing  digitale;       f) strumenti per la promozione digitale  di  proposte  e  offerte  innovative in tema di inclusione e di  ospitalita'  per  persone  con  disabilita';       g) servizi relativi alla formazione del titolare o del  personale  dipendente ai fini di quanto previsto dal presente comma.     Sono escluse dalle spese  i  costi  relativi  alla  intermediazione  commerciale.     3. Gli esercizi di cui al  comma  1  possono  accedere  al  credito  d'imposta nel rispetto dei limiti  di  cui  al  regolamento  (UE)  n.  1407/2013 della Commissione europea del 18  dicembre  2013,  relativo  all'applicazione  degli  articoli  107  e  108   del   trattato   sul  funzionamento dell'Unione Europea agli aiuti «de minimis». Il credito  d'imposta non concorre alla formazione  del  reddito  ai  fini  delle  imposte  sui  redditi  e  del  valore  della   produzione   ai   fini  dell'imposta regionale sulle attivita' produttive, non rileva ai fini  del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del testo  unico  delle imposte sui redditi di cui  al  decreto  del  Presidente  della  Repubblica n. 917 del  1986  ed  e'  utilizzabile  esclusivamente  in  compensazione ai sensi dell'articolo 17  del  decreto  legislativo  9  luglio 1997, n.  241,  e  successive  modificazioni,  presentando  il  modello F24 esclusivamente attraverso i servizi  telematici  messi  a  disposizione   dall'Agenzia   delle   Entrate,   pena    lo    scarto  dell'operazione di versamento, secondo modalita' e  termini  definiti  con provvedimento del Direttore della medesima Agenzia.     4. Con decreto del Ministro dei beni e delle attivita' culturali  e  del turismo, di  concerto  con  il  Ministro  dell'economia  e  delle  finanze, sentito il Ministro dello sviluppo  economico,  da  adottare  entro tre mesi dalla  data  di  entrata  in  vigore  della  legge  di  conversione del presente decreto sono definite le tipologie di  spese  eleggibili, le procedure per la  loro  ammissione  al  beneficio  nel  rispetto del limite di cui al comma 5, le  soglie  massime  di  spesa  eleggibile per singola voce di spesa sostenuta, nonche' le  procedure  di recupero nei casi di utilizzo illegittimo  dei  crediti  d'imposta  secondo quanto stabilito dall'articolo 1, comma 6, del  decreto-legge  25 marzo 2010, n. 40, convertito, con modificazioni, dalla  legge  22  maggio 2010, n. 73.     5. Ai  maggiori  oneri  derivanti  dalla  concessione  dei  crediti  d'imposta di cui al comma 1, nel limite  massimo  complessivo  di  15  milioni di euro per ciascuno dei periodi di imposta 2015, 2016, 2017,  2018 e 2019 si provvede ai sensi dell'articolo 17.                                    Art. 10      Disposizioni urgenti per l'introduzione di un credito di imposta  per    favorire la riqualificazione  e  l'accessibilita'  delle  strutture    ricettive        1. Al fine di migliorare la  qualita'  dell'offerta  ricettiva  per  accrescere la competitivita' delle destinazioni  turistiche,  per  il  periodo d'imposta in  corso  alla  data  di  entrata  in  vigore  del  presente decreto e per i due  successivi,  alle  strutture  ricettive  esistenti alla data del 1° gennaio 2012, e' riconosciuto  un  credito  d'imposta nella misura del trenta per  cento  delle  spese  sostenute  fino ad un massimo di 200.000  euro  nei  periodi  di  imposta  sopra  indicati per gli interventi di cui al comma 2. Il  credito  d'imposta  e' riconosciuto fino all'esaurimento dell'importo massimo di  cui  al  comma 5 del presente articolo.     2. Il credito  di  imposta  di  cui  al  comma  1  e'  riconosciuto  esclusivamente per le spese relative a interventi di ristrutturazione  edilizia di cui all'articolo 3, comma 1, lettera d), del decreto  del  Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, o a interventi  di  eliminazione delle barriere architettoniche in conformita' alla legge  9 gennaio 1989, n. 13, e al decreto del Ministero dei lavori pubblici  14 giugno 1989, n. 236.     3. Il credito d'imposta e' ripartito in tre quote annuali  di  pari  importo e, in ogni caso, e' riconosciuto nel rispetto dei  limiti  di  cui al regolamento (UE) n. 1407/2013 della Commissione europea del 18  dicembre 2013, relativo all'applicazione degli articoli 107 e 108 del  trattato  sul  funzionamento  dell'Unione  Europea  agli  aiuti   «de  minimis». Il credito d'imposta non rileva ai fini del rapporto di cui  agli articoli 61 e 109, comma 5, del testo unico  delle  imposte  sui  redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917  del  1986 ed e' utilizzabile  esclusivamente  in  compensazione  ai  sensi  dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio  1997,  n.  241,  e  successive  modificazioni.  La  prima  quota  del  credito  d'imposta  relativo alle spese effettuate nel periodo d'imposta  in  corso  alla  data di entrata in vigore del presente decreto  e'  utilizzabile  non  prima del primo gennaio 2015.     4. Con decreto del Ministro dei beni e delle attivita' culturali  e  del turismo, di  concerto  con  il  Ministro  dell'economia  e  delle  finanze e il Ministro dello sviluppo economico, sentita la Conferenza  permanente per i rapporti tra  lo  Stato,  le  regioni,  le  province  autonome di Trento e Bolzano da adottare entro tre mesi dalla data di  entrata in vigore della legge di conversione  del  presente  decreto,  sono stabilite le disposizioni applicative del presente articolo, con  riferimento, in particolare a:       a) le tipologie di strutture  ricettive  ammesse  al  credito  di  imposta;       b) le tipologie di interventi ammessi al  beneficio,  nell'ambito  di quelli di cui al comma 2;       c) le  procedure  per  l'ammissione  al  beneficio,  che  avviene  secondo l'ordine cronologico di presentazione delle relative domande,  nel rispetto dei limiti di cui ai commi 1 e 5;       d) le soglie massime di spesa  eleggibile  per  singola  voce  di  spesa sostenuta;       e) le procedure di recupero nei casi di utilizzo illegittimo  dei  crediti d'imposta secondo quanto stabilito dall'articolo 1, comma  6,  del  decreto-legge  25   marzo   2010,   n.   40,   convertito,   con  modificazioni, dalla legge 22 maggio 2010, n. 73.     5. Ai  maggiori  oneri  derivanti  dalla  concessione  del  credito  d'imposta di cui al comma 1, nel limite  massimo  complessivo  di  20  milioni di euro per l'anno 2015, e di 50 milioni di euro per gli anni  dal 2016 al 2019, si provvede ai sensi dell'articolo 17.                                    Art. 11                  Norme urgenti in materia di mobilita', accoglienza                            e guide turistiche        1. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa  con  il Ministero dei beni e delle attivita' culturali  e  del  turismo  e  sentita la Conferenza permanente per i  rapporti  tra  lo  Stato,  le  regioni e le province autonome di Trento  e  di  Bolzano,  entro  180  giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, redige e  adotta il piano straordinario della mobilita' turistica.  Tale  piano  favorisce la fruibilita' del  patrimonio  culturale  con  particolare  attenzione alle destinazioni minori e al Sud Italia.     2.  Per  promuovere  la  realizzazione  di  circuiti  nazionali  di  eccellenza a sostegno dell'offerta turistica e del sistema  Italia  e  accelerare il rilascio da parte delle amministrazioni competenti  dei  relativi permessi, nulla osta,  autorizzazioni,  licenze  e  atti  di  assenso comunque denominati, il Ministero dei beni e delle  attivita'  culturali e del turismo, in qualita' di  amministrazione  procedente,  convoca apposite conferenze di servizi ai sensi degli articoli  14  e  seguenti  della  legge  7  agosto  1990,   n.   241,   e   successive  modificazioni.     3. Per le medesime finalita' di cui al comma 2 e  per  favorire  la  realizzazione di percorsi pedonali,  ciclabili  e  mototuristici,  le  case cantoniere, i caselli e le stazioni ferroviarie o marittime,  le  fortificazioni e i fari, nonche' ulteriori immobili  di  appartenenza  pubblica non utilizzati o non  utilizzabili  a  scopi  istituzionali,  possono essere concessi in uso  gratuito  a  imprese,  cooperative  e  associazioni, costituite in prevalenza da giovani fino a 35 anni, con  oneri di manutenzione straordinaria a carico del  concessionario.  Il  termine di durata della concessione non puo' essere superiore a sette  anni, salvo rinnovo.     4. All'articolo 3, comma 3, della legge 6 agosto 2013,  n.  97,  le  parole: «novanta  giorni  dalla  data  di  entrata  in  vigore  della  presente legge» sono sostituite dalle seguenti: «il 31 ottobre 2014»,  ed e' aggiunto, in fine, il  seguente  periodo:  «,  nonche',  previa  intesa in sede di Conferenza  Unificata,  i  requisiti  necessari  ad  ottenere tale  abilitazione  e  la  disciplina  del  procedimento  di  rilascio.».     5. Dall'attuazione del  presente  articolo  non  derivano  nuovi  o  maggiori oneri a carico della finanza pubblica.     Titolo III    MISURE URGENTI PER L'AMMINISTRAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE E DEL  TURISMO                                   Art. 12                   Misure urgenti per la semplificazione in materia                     di beni culturali e paesaggistici        1.  Al  fine  di  semplificare  i  procedimenti   in   materia   di  autorizzazione paesaggistica, all'articolo 146 del  Codice  dei  beni  culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo  22  gennaio  2004, n. 42, e successive modificazioni, sono apportate  le  seguenti  modifiche:       a) al comma 4 e' aggiunto, in  fine,  il  seguente  periodo:  «Il  termine di efficacia dell'autorizzazione decorre dal  giorno  in  cui  acquista efficacia il titolo edilizio eventualmente necessario per la  realizzazione dell'intervento, a meno che il  ritardo  in  ordine  al  rilascio e alla conseguente efficacia di quest'ultimo non sia  dipeso  da circostanze imputabili all'interessato.»;       b) al comma 9, il primo e il secondo periodo sono soppressi e  il  terzo  periodo  e'  sostituito  dal  seguente:  «Decorsi  inutilmente  sessanta  giorni  dalla   ricezione   degli   atti   da   parte   del  soprintendente senza che questi  abbia  reso  il  prescritto  parere,  l'amministrazione  competente  provvede  comunque  sulla  domanda  di  autorizzazione.».     2. Con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17,  comma  2,  della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro  sei  mesi  dalla  data  di  entrata in vigore del presente decreto, su proposta del Ministro  dei  beni e delle attivita' culturali  e  del  turismo,  d'intesa  con  la  Conferenza  unificata,  ai  sensi   dell'articolo   3   del   decreto  legislativo  28  agosto  1997,  n.  281,  sono  dettate  disposizioni  modificative e integrative al regolamento di  cui  all'articolo  146,  comma 9,  quarto  periodo,  del  Codice  dei  beni  culturali  e  del  paesaggio di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004, e  successive  modificazioni,  al  fine  di  ampliare  e  precisare  le  ipotesi  di  interventi di lieve entita', nonche' allo scopo di operare  ulteriori  semplificazioni procedimentali, ferme, comunque, le esclusioni di cui  agli articoli 19, comma 1, e 20, comma 4, della legge 7 agosto  1990,  n. 241, e successive modificazioni.     3.  Al  fine  di  semplificare  e  razionalizzare  le  norme  sulla  riproduzione di beni culturali, al Codice dei beni  culturali  e  del  paesaggio, di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004 e  successive  modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:       a) al comma 3 dell'articolo 108 dopo la  parola  «pubblici»  sono  inserite le seguenti: «o privati» e dopo la  parola  «valorizzazione»  sono inserite le seguenti: «, purche' attuate senza scopo  di  lucro,  neanche indiretto.»;       b) all'articolo 108, dopo il comma 3, e' aggiunto il seguente:     «3-bis. Sono in ogni  caso  libere,  al  fine  dell'esecuzione  dei  dovuti controlli, le seguenti attivita', purche' attuate senza  scopo  di lucro, neanche indiretto, per finalita' di studio, ricerca, libera  manifestazione del pensiero o espressione creativa, promozione  della  conoscenza del patrimonio culturale:       1) la riproduzione di beni culturali attuata  con  modalita'  che  non comportino alcun contatto fisico con il bene,  ne'  l'esposizione  dello stesso a sorgenti luminose, ne' l'uso di stativi o treppiedi;       2) la divulgazione con qualsiasi mezzo  delle  immagini  di  beni  culturali, legittimamente acquisite, in  modo  da  non  poter  essere  ulteriormente riprodotte dall'utente se non, eventualmente,  a  bassa  risoluzione digitale.».     4. Al fine di semplificare la  consultazione  degli  archivi,  sono  adottate le seguenti modificazioni del Codice dei  beni  culturali  e  del paesaggio, di cui  al  decreto  legislativo  n.  42  del  2004  e  successive modificazioni:       a) la lettera b-bis) del comma 1 dell'articolo 122 e' soppressa;       b)  al  comma  1  dell'articolo  41,  primo  periodo,  le  parole  «quarant'anni» sono sostituite dalle seguenti: «trent'anni».     5. Dall'attuazione del  presente  articolo  non  derivano  nuovi  o  maggiori oneri a carico della finanza pubblica.                                    Art. 13      Misure urgenti per la semplificazione degli  adempimenti  burocratici    al fine di favorire l'imprenditorialita' turistica        1. Sono soggetti a segnalazione certificata  di  inizio  attivita',  nei limiti e alle condizioni di cui all'articolo  19  della  legge  7  agosto  1990,  n.  241,  e  successive  modificazioni,  e  ai   sensi  dell'articolo 29, comma 2-ter, della medesima legge:       a) l'avvio e l'esercizio delle strutture turistico-ricettive;       b)  l'apertura,  il  trasferimento  e  le  modifiche  concernenti  l'operativita' delle agenzie di viaggi e turismo,  nel  rispetto  dei  requisiti professionali, di onorabilita' e finanziari, previsti dalle  competenti leggi regionali e delle province autonome di Trento  e  di  Bolzano.     2. Le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano adeguano i  rispettivi ordinamenti ai principi di  semplificazione  previsti  dal  comma 1.     3. Dall'attuazione del  presente  articolo  non  derivano  nuovi  o  maggiori oneri a carico della finanza pubblica.                                    Art. 14      Misure urgenti per la riorganizzazione del Ministero dei beni e delle    attivita' culturali e del turismo e per il rilancio dei musei        1. Per consentire al Ministero dei beni e delle attivita' culturali  e del turismo l'adozione  delle  misure  di  riordino  finalizzate  a  conseguire ulteriori riduzioni della spesa ai sensi  della  normativa  vigente e al fine di assicurare l'unitarieta' e la migliore  gestione  degli interventi necessari per la tutela del patrimonio  culturale  a  seguito del verificarsi di eventi calamitosi di cui  all'articolo  2,  comma 1, lettera c), della legge 24 febbraio  1992,  n.  225,  per  i  quali sia vigente  o  sia  stato  deliberato  lo  stato  d'emergenza,  all'articolo 54, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, sono  apportate, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nel  rispetto  delle  dotazioni  organiche  definite  in  attuazione   del  decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95,  convertito,  con  modificazioni,  dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, le seguenti modifiche:       a) il comma 1 e' sostituito dal seguente:  «1.  Il  Ministero  si  articola in  uffici  dirigenziali  generali  centrali  e  periferici,  coordinati da un segretario generale, e in non  piu'  di  due  uffici  dirigenziali generali presso il Gabinetto  del  Ministro.  Il  numero  degli uffici dirigenziali generali, incluso il  segretario  generale,  non puo' essere superiore a ventiquattro.»;       b) dopo il comma 2 e' aggiunto il seguente: «2-bis. A seguito del  verificarsi di eventi calamitosi di cui articolo 2, comma 1,  lettera  c), della legge 24 febbraio 1992, n. 225, per i quali sia  vigente  o  sia stato deliberato nei dieci anni antecedenti lo stato d'emergenza,  il Ministro, con proprio decreto, puo', in via temporanea e  comunque  per un periodo non superiore a cinque anni, riorganizzare gli  uffici  del Ministero esistenti nelle aree  colpite  dall'evento  calamitoso,  ferma rimanendo la dotazione organica complessiva  e  senza  nuovi  o  maggiori oneri per la finanza pubblica.»     2. Con decreto del Ministro dei beni e delle attivita' culturali  e  del turismo, di  concerto  con  il  Ministro  dell'economia  e  delle  finanze e con il  Ministro  per  la  semplificazione  e  la  pubblica  amministrazione, gli istituti e luoghi della cultura  statali  e  gli  uffici competenti su complessi di beni distinti da eccezionale valore  archeologico, storico, artistico  o  architettonico,  possono  essere  trasformati  in  soprintendenze  dotate  di  autonomia   scientifica,  finanziaria, organizzativa, senza  nuovi  o  maggiori  oneri  per  la  finanza pubblica e nel rispetto delle dotazioni organiche definite in  attuazione del decreto-legge 6 luglio 2012, n.  95,  convertito,  con  modificazioni,  dalla  legge  7  agosto  2012,  n.  135.  A   ciascun  provvedimento e' allegato l'elenco delle soprintendenze  gia'  dotate  di autonomia. Nelle strutture di cui al primo  periodo  del  presente  comma, vi e' un amministratore  unico,  in  luogo  del  consiglio  di  amministrazione, da  affiancare  al  soprintendente,  con  specifiche  competenze gestionali e amministrative in materia  di  valorizzazione  del patrimonio culturale. I poli museali e gli istituti  e  i  luoghi  della cultura di cui al primo periodo svolgono, di regola,  in  forma  diretta i servizi di assistenza culturale e  di  ospitalita'  per  il  pubblico di cui all'articolo 117, comma  2,  lettere  a)  e  g),  del  Codice dei  beni  culturali  e  del  paesaggio,  di  cui  al  decreto  legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.     3. A decorrere dalla data di entrata in vigore del  regolamento  di  organizzazione del Ministero dei beni e delle attivita'  culturali  e  del turismo ai sensi  della  normativa  vigente,  sono  abrogati  gli  articoli 7 e 8 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n.  368.  Con  il medesimo  regolamento  di  organizzazione  di  cui  al  precedente  periodo,  sono  altresi'  apportate  le  modifiche  al  decreto   del  Presidente della  Repubblica  29  maggio  2003,  n.  240,  necessarie  all'attuazione del comma 2.     4. Dall'attuazione del  presente  articolo  non  derivano  nuovi  o  maggiori oneri a carico della finanza pubblica.                                    Art. 15                Misure urgenti per il personale del Ministero dei beni                 e delle attivita' culturali e del turismo        1. Al fine di assicurare l'espletamento delle funzioni  di  tutela,  fruizione e valorizzazione del patrimonio  culturale  statale,  nelle  more della definizione delle procedure di mobilita', le  assegnazioni  temporanee del personale non dirigenziale del comparto Scuola  presso  il Ministero dei beni e  delle  attivita'  culturali  e  del  turismo  possono essere prorogate fino al 31 agosto 2015, in deroga al  limite  temporale  di  cui  all'articolo  30,  comma  2-sexies,  del  decreto  legislativo 30 marzo 2001, n. 165,  e  successive  modificazioni,  ai  fini della predisposizione di un piano di revisione dell'utilizzo del  personale comandato, nel rispetto della normativa vigente in  materia  di assunzioni in  caso  di  inquadramento  nei  ruoli  del  personale  comandato.     2. Per le finalita' di  cui  al  comma  1,  nonche'  per  prevenire  situazioni di emergenza e di grave degrado ed effettuare  i  connessi  interventi non altrimenti differibili, il Ministero dei beni e  delle  attivita' culturali e del turismo promuove, senza  nuovi  o  maggiori  oneri a carico della finanza pubblica, procedure di mobilita' con  il  passaggio diretto a domanda da parte del personale  non  dirigenziale  in servizio presso amministrazioni pubbliche di cui  all'articolo  1,  comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e  successive  modificazioni,  che  presentano  situazioni   di   soprannumerarieta'  rispetto  alla  dotazione  organica  o  di  eccedenza   per   ragioni  funzionali. Tali procedure possono interessare in particolare profili  con competenze tecniche specifiche in materia  di  beni  culturali  e  paesaggistici. Il passaggio avviene previa selezione secondo  criteri  e nel rispetto dei  limiti  numerici  e  finanziari  individuati  con  decreto del Ministro dei beni  e  delle  attivita'  culturali  e  del  turismo di concerto con il Ministro dell'economia e delle  finanze  e  con il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione,  con conferma della situazione di soprannumerarieta' e di eccedenza da  parte dell'amministrazione di provenienza.     3. Alla copertura degli oneri derivanti dall'applicazione del comma  1 si provvede ai sensi dell'articolo 17.                                    Art. 16                   Trasformazione di ENIT in ente pubblico economico                 e liquidazione di Promuovi Italia S.p.A.        1.  Al  fine  di  assicurare  risparmi  della  spesa  pubblica,  di  migliorare  la   promozione   dell'immagine   unitaria   dell'offerta  turistica nazionale e  favorirne  la  commercializzazione,  anche  in  occasione della Presidenza italiana del semestre europeo  e  di  EXPO  2015, l'ENIT-Agenzia nazionale del turismo  e'  trasformata  in  ente  pubblico economico, sottoposto alla vigilanza del Ministro dei beni e  delle attivita' culturali e del turismo.     2. L'ENIT, nel  perseguimento  della  missione  di  promozione  del  turismo,  interviene  per  individuare,  organizzare,  promuovere   e  commercializzare  i  servizi  turistici,  culturali  ed  i   prodotti  enogastronomici, tipici e artigianali in  Italia  e  all'estero,  con  particolare riferimento agli investimenti nei mezzi digitali.     3. L'ENIT ha autonomia  statutaria,  regolamentare,  organizzativa,  patrimoniale, contabile e di gestione. Ne costituiscono gli organi il  presidente,  il  consiglio  di  amministrazione  e  il  collegio  dei  revisori dei conti. La sua attivita' e' disciplinata dalle  norme  di  diritto privato. L'ENIT stipula convenzioni con le Regioni, gli  enti  locali  ed  altri  enti  pubblici.  Fermo  restando  quanto  disposto  dall'articolo 37, comma  terzo,  del  decreto  del  Presidente  della  Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, le  attivita'  riferite  a  mercati  esteri  e  le  forme  di   collaborazione   con   le   rappresentanze  diplomatiche, gli uffici consolari e gli istituti italiani di cultura  sono regolate da intese  stipulate  con  il  Ministero  degli  affari  esteri.     4. Fino all'insediamento degli organi dell'ente  trasformato  e  al  fine di accelerare il processo di trasformazione, l'attivita' di ENIT  prosegue nel regime  giuridico  vigente  e  le  funzioni  dell'organo  collegiale  di  amministrazione  sono  svolte   da   un   commissario  straordinario, nominato con decreto del Presidente del Consiglio  dei  ministri, su  proposta  del  Ministro  dei  beni  e  delle  attivita'  culturali e del turismo, entro il 30 giugno 2014.     5. Entro centottanta giorni dalla data di  entrata  in  vigore  del  presente decreto  si  provvede  all'approvazione  del  nuovo  statuto  dell'ENIT. Lo statuto, adottato in sede  di  prima  applicazione  dal  Commissario  di  cui  al  comma  4,  e'  approvato  con  decreto  del  Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del  Ministro  dei  beni e  delle  attivita'  culturali  e  del  turismo.  Il  presidente  dell'ENIT e' nominato con decreto del  Presidente  della  Repubblica,  previa deliberazione del Consiglio  dei  ministri,  su  proposta  del  Ministro dei beni e delle attivita' culturali e del turismo.     6. Lo statuto dell'ENIT definisce i compiti  dell'ente  nell'ambito  delle finalita' di cui al comma 2 e prevede, tra l'altro, senza alcun  nuovo o maggiore onere per la finanza pubblica, l'istituzione  di  un  consiglio federale rappresentativo delle  agenzie  regionali  per  il  turismo e, in assenza di queste ultime, degli  uffici  amministrativi  competenti  per  il  turismo  in  ambito  regionale,   con   funzioni  progettuali e consultive nei confronti degli organi direttivi di  cui  al comma 3. I componenti del predetto consiglio non hanno diritto  ad  alcun compenso. Lo statuto stabilisce, altresi', che il consiglio  di  amministrazione sia composto, oltre che dal presidente dell'ENIT,  da  due membri nominati dal Ministro dei beni e delle attivita' culturali  e del turismo, di cui uno su designazione della Conferenza permanente  per i rapporti tra lo Stato, le regioni e  le  province  autonome  di  Trento e di Bolzano,  e  l'altro  scelto  tra  gli  imprenditori  del  settore, nel rispetto della disciplina in materia di inconferibilita'  e incompatibilita' di incarichi presso le  pubbliche  amministrazioni  di cui al decreto legislativo  8  aprile  2013,  n.  39.  Lo  statuto  provvede alla disciplina delle  funzioni  e  delle  competenze  degli  organismi   sopra   indicati   e   della   loro    durata,    nonche'  dell'Osservatorio nazionale del turismo. L'ENIT  puo'  avvalersi  del  patrocinio dell'Avvocatura dello Stato, ai sensi dell'articolo 43 del  testo unico approvato con regio decreto 30 ottobre 1933, n.  1611,  e  successive modificazioni.     7. Tramite apposita convenzione triennale, con adeguamento  annuale  per ciascun esercizio finanziario, da stipularsi tra il Ministro  dei  beni e delle attivita' culturali e del turismo, sentita la Conferenza  permanente per i rapporti tra lo Stato,  le  regioni  e  le  province  autonome di Trento e di Bolzano,  e  il  presidente  dell'ENIT,  sono  definiti:       a) gli obiettivi specificamente attribuiti all'ENIT,  nell'ambito  della missione ad esso affidata ai sensi e  nei  termini  di  cui  ai  commi 2 e 6 del presente articolo;       b) i risultati attesi in un arco temporale determinato;       c) le modalita' degli eventuali finanziamenti statali e regionali  da accordare all'ENIT stessa;       d) le strategie per il miglioramento dei servizi;       e) le modalita' di verifica dei risultati di gestione;       f) le modalita' necessarie ad assicurare al Ministero dei beni  e  delle attivita' culturali e del turismo  la  conoscenza  dei  fattori  gestionali interni all'ENIT, tra cui l'organizzazione, i  processi  e  l'uso delle risorse.     8. Al personale dell'ENIT, come trasformato ai sensi  del  presente  articolo, continua ad  applicarsi,  fino  alla  individuazione  nello  statuto dello specifico  settore  di  contrattazione  collettiva,  il  contratto collettivo di lavoro dell'ENIT.  Entro  centottanta  giorni  dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il  Commissario  di cui al comma 4, sentite le  organizzazioni  sindacali,  adotta  un  piano di riorganizzazione del personale, individuando, sulla base  di  requisiti oggettivi e in considerazione dei nuovi compiti dell'ENIT e  anche della prioritaria esigenza di  migliorare  la  digitalizzazione  del  settore  turistico  e  delle  attivita'  promo-commerciali,   la  dotazione organica dell'ente come trasformato ai sensi  del  presente  articolo, nonche' le unita' di personale  a  tempo  indeterminato  in  servizio presso ENIT e Promuovi Italia S.p.A. da  assegnare  all'ENIT  come trasformata ai sensi del presente articolo. Il  piano,  inoltre,  prevede la riorganizzazione, anche tramite soppressione,  delle  sedi  estere di ENIT.     9. Dopo l'approvazione del piano di cui al comma 8, il personale  a  tempo  indeterminato  in  servizio  presso  ENIT  assegnato  all'ente  trasformato ai  sensi  del  presente  articolo  puo'  optare  per  la  permanenza presso quest'ultimo oppure per il passaggio  al  Ministero  dei beni e delle  attivita'  culturali  e  del  turismo  o  ad  altra  pubblica amministrazione. La Presidenza del Consiglio dei ministri  -  Dipartimento della funzione pubblica  acquisisce  dall'ENIT  l'elenco  del personale interessato alla mobilita' e del personale in  servizio  presso ENIT non assegnato  all'ENIT  stessa  dal  medesimo  piano  di  riorganizzazione di cui al comma 8,  e  provvede,  mediante  apposita  ricognizione presso le  amministrazioni  pubbliche,  a  favorirne  la  collocazione,   nei   limiti   della   dotazione    organica    delle  amministrazioni destinatarie e con  contestuale  trasferimento  delle  relative risorse. Con decreto del Ministro per la  semplificazione  e  la  pubblica   amministrazione,   di   concerto   con   il   Ministro  dell'economia e  delle  finanze,  si  provvede  all'assegnazione  del  personale presso le  amministrazioni  interessate  con  inquadramento  sulla base di apposite tabelle di  corrispondenza  approvate  con  il  medesimo   decreto.   Al   personale   trasferito,    che    mantiene  l'inquadramento  previdenziale  di   provenienza,   si   applica   il  trattamento  giuridico  ed  economico,  compreso  quello  accessorio,  previsto nei contratti  collettivi  vigenti  dell'amministrazione  di  destinazione.     10.  L'articolo  12  del  decreto-legge  14  marzo  2005,  n.   35,  convertito con modificazioni dalla legge 14 maggio  2005,  n.  80,  e  successive  modificazioni,  e'  abrogato.   Conseguentemente,   entro  sessanta giorni dall'entrata  in  vigore  del  presente  decreto,  il  Commissario di cui al  comma  4  pone  in  liquidazione  la  societa'  Promuovi Italia S.p.A. secondo le disposizioni del Codice Civile.     11. Tutti gli atti connessi alle operazioni  di  trasformazione  in  ente pubblico economico di ENIT e alla  liquidazione  della  societa'  Promuovi Italia S.p.A. sono esclusi da ogni tributo e diritto,  fatta  eccezione per l'IVA, e vengono effettuati in  regime  di  neutralita'  fiscale.     12. Dall'attuazione del presente  articolo  non  derivano  nuovi  o  maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.     Titolo IV    NORME FINANZIARIE ED ENTRATA IN VIGORE                                   Art. 17                          Norme per la copertura finanziaria        1. Agli oneri derivanti dagli articoli l, 2, comma 5, 3,  6,  comma  2, 7, comma 3, 8, 9, 10 e 15, pari a 1,1 milioni di euro  per  l'anno  2014, a 47,8 milioni di euro per l'anno 2015, a 81,9 milioni di  euro  per l'anno 2016, a 88,20 milioni di euro per  l'anno  2017,  a  84,60  milioni di euro per l'anno 2018, a 75,20 milioni di euro  per  l'anno  2019 e a 5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2020, si provvede:       a) quanto a 1,1 milioni di euro per l'anno 2014, ai 6 milioni  di  euro per l'anno 2015, a 3,4 milioni di euro per l'anno  2016,  a  4,4  milioni di euro per l'anno 2017, a 7,6 milioni  di  euro  per  l'anno  2018 e a 5 milioni di  euro  a  decorrere  dall'anno  2019,  mediante  corrispondente riduzione del  Fondo  per  interventi  strutturali  di  politica  economica,  di  cui   all'articolo   10,   comma   5,   del  decreto-legge   29   novembre   2004,   n.   282,   convertito,   con  modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307;       b) quanto a 41,8 milioni di euro per l'anno 2015, a 83,8  milioni  di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, a 77 milioni di euro per  l'anno 2018 e a 70,20 milioni di euro per l'anno  2019,  si  provvede  mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento  del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini  del  bilancio  triennale 2014-2016, nell'ambito del programma «Fondi  di  riserva  e  speciali»  della  missione  «Fondi  da  ripartire»  dello  stato   di  previsione del Ministero dell'economia e  delle  finanze  per  l'anno  2014, allo scopo parzialmente utilizzando  l'accantonamento  relativo  al medesimo ministero.     2. Il Ministro dell'economia e  delle  finanze  e'  autorizzato  ad  apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.                                    Art. 18                                   Entrata in vigore        1. Il presente decreto entra  in  vigore  il  giorno  successivo  a  quello  della  sua  pubblicazione  nella  Gazzetta  Ufficiale   della  Repubblica italiana e sara' presentato alle Camere per la conversione  in legge.     Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito  nella  Raccolta  ufficiale  degli  atti  normativi  della  Repubblica  italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo  osservare. 
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Esodati, ecco cosa potrebbe cambiare con la proposta Damiano
Pensioni

Esodati, ecco cosa potrebbe cambiare con la proposta Damiano

Martedì, 03 Giugno 2014
Il Disegno di Legge è stato calendarizzato alla Camera dei Deputati per il mese di Giugno. Se approvato si tratterebbe del sesto intervento in materia di salvaguardati. 

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A due anni di distanza dalla Riforma delle Pensioni Fornero si torna per l'ennesima volta a discutere sulla concessione di ulteriori deroghe in materia di innalzamento dei requisiti dell'età pensionabile. Non sono stati sufficienti i cinque provvedimenti di salvaguardia approvati in questi anni (la cui attuazione è peraltro parecchio in ritardo), che hanno consentito a 162.130 persone di mantenere i previgenti requisiti di pensionamento, piu' favorevoli. 

Dopo molte peripezie la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, presieduta da Cesare Damiano, è riuscita a licenziare un Disegno di Legge unificato (AC 224 e abbinate) lo scorso 11 marzo e a calendarizzarne la sua discussione in Aula a Montecitorio per il prossimo 23 Giugno. Il provvedimento viaggia peraltro in parallelo con un altro disegno di legge il Ghizzoni/Marzana, riguardante però il personale della scuola, i cd. Quota 96. Cerchiamo quindi di approfondire in sintesi, i contenuti della proposta di legge che se sarà approvata potrà modificare alcuni punti critici delle attuali norme di pensionamento. 

Lavoratrici Donne - Il disegno di legge interviene per risolvere in via legislativa (stante lo stallo della vicenda che ha visto contrapposti Parlamento e Ministero del Lavoro), i vincoli introdotti dall'Istituto di Previdenza con la Circolare Inps 35/2012 per la fruizione del regime sperimentale donna. In particolare la proposta afferma che, fermo restando la scadenza naturale del regime al 31 dicembre 2015, si deroga alle disposizioni in materia di decorrenza del trattamento e di adeguamento dei relativi requisiti di accesso agli incrementi della speranza di vita. Con questa precisazione verrebbe pertanto disapplicato il meccanismo delle finestre e dell'incremento del requisito anagrafico dovuto all'aspettativa di vita che per molte lavoratrici ha comportato l'esclusione dal regime.

Lavoratori Salvaguardati - La proposta apporta poi alcune modifiche relativamente alle deroghe previste in favore dei lavoratori cosiddetti esodati, cioè di quei lavoratori il cui rapporto di lavoro sia a vario titolo cessato e che, sebbene prossimi al pensionamento ai sensi della previgente normativa, non sono tuttavia riusciti a causa della cessazione del rapporto di lavoro, a maturare il diritto a pensione a seguito dell'innalzamento dei relativi requisiti di accesso disposto dalla Riforma Pensionistica realizzata con il Dl 201/2011 (cosiddetta riforma Fornero).

Beneficiari delle modifiche sono in particolare: i lavoratori in mobilità, i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione, i lavoratori cessati dal servizio (con accordi o senza).

Per quanto riguarda i lavoratori in mobilità la norma estende il sistema derogatorio a coloro le cui aziende abbiano stipulato accordi sindacali, in sede governativa o non, entro il 31.12.2011 che maturino il diritto alla pensione non più entro il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità stessa, ma entro i 24 mesi successivi alla fine del periodo di fruizione dell'indennità di mobilità. Ciò a prescindere dalla data di conclusione della procedura stessa e della data di effettivo collocamento in mobilità ed anche se preceduto da un periodo di Cassa Integrazione Guadagni.

Novità potrebbero riguardare anche i lavoratori autorizzati ai volontari. In favore di questi viene prevista la possibilità di usufruire della disciplina previgente al Decreto-Legge n. 201/2011, a condizione che abbiano presentato domanda alla data del 31 gennaio 2012 e che perfezionino i requisiti per usufruire del trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2018. La norma ai fini della fruizione del regime derogatorio precisa che non rilevano né l'eventuale prestazione lavorativa successiva all'autorizzazione della prosecuzione volontaria, né l'eventuale mancato versamento di almeno un contributo volontario alla data del 6 dicembre 2011.

Completano il quadro i cd. lavoratori cessati dal servizio. In loro favore si precisa che possono beneficiare delle previgenti regole pensionistiche a condizione che questi maturino il diritto a pensione entro il 6 Dicembre 2014, (e non piu' la decorrenza entro il 6 gennaio 2015 come dispongono le attuali norme). Si ricomprendono nella categoria quei lavoratori "il cui rapporto di lavoro si risolva unilateralmente o in conseguenza di fallimento dell'impresa o in ragione di accordi individuali sottoscritti entro il 31 dicembre 2011 o in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati entro la medesima data del 31 dicembre 2011".

Una ulteriore deroga viene concessa in favore dei lavoratori il cui rapporto di lavoro a tempo determinato si è concluso tra il 2007 e il 2011, purché maturino la decorrenza pensionistica entro entro il 6 Gennaio 2015. La proposta intervenendo sull'articolo 1 - comma 194 della legge 147/2013, riconosce la deroga ai lavoratori a tempo determinato il cui rapporto di lavoro sia cessato nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2007 e il 31 gennaio 2011, anche se hanno svolto successivamente alla data di cessazione, qualsiasi attività non riconducibile a rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Lavoratori Precoci - Di grande importanza, il disegno di legge cerca di limitare gli effetti della penalizzazione prevista dall'articolo 24 - comma 10 del Dl 201/2011. In particolare la norma agisce sul comma 2-quater dell'articolo 6 del decreto – legge n. 216/2011, ampliando la platea delle fattispecie escluse dalla riduzione percentuale del trattamento pensionistico in caso di pensionamento anticipato in favore dei soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017. In particolare la modifica elimina il vincolo secondo cui, per poter fruire del beneficio, la predetta anzianità contributiva debba  essere costituita esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro (inclusi i periodi di astensione obbligatoria per maternità - per l'assolvimento degli obblighi di leva - per infortunio - per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria), ricomprendendo dunque tutti i periodi di contribuzione a qualsiasi titolo accreditata.

Altre Deroghe - In ultimo il disegno di legge ribadisce inoltre validità della deroga prevista dell'articolo 1 - comma 8 della legge 243/04 in favore degli autorizzati ai volontari prima del 20 luglio 2007, attualmente messa in discussione dall'Inps; concede la non applicazione della riforma Fornero a chi aveva 15 anni di contribuzione al 31 dicembre 1992 o per chi prima di tale data era stato ammesso alla prosecuzione volontaria dei contributi (i cd. quindicenni di cui al Dlgs 503/1992); generalizza le disposizioni eccezionali di cui all'articolo 24, comma 15-bis del Dl 201/2011 (cd. pensione a 64 anni).

Il disegno di legge, però, almeno dal punto di vista finanziario, non avrà vita facile perché le stime dall'Inps indicano un costo aggiuntivo di 47 miliardi di euro tra il 2014 e il 2025; e la Ragioneria generale dello Stato ha peraltro già espresso parere negativo sulla copertura prevista per l'intervento, basata sull'aumento delle entrate legate a giochi pubblici online e lotterie istantanee.

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Fisco

Premi di risultato, via libera agli sgravi per la decontribuzione

Lunedì, 02 Giugno 2014

A partire dal 29 Maggio è possibile per i datori di lavoro, inviare le domande all'Inps per conseguire il riconoscimento dello sgravio contributivo (25% a favore degli stessi datori di lavoro e 100% ai lavoratori) sulle somme di produttività erogate l'anno scorso sulla base dei contratti aziendali o territoriali.

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E' stato infatti pubblicato, in Gazzetta numero 29 del 29 Maggio, il decreto ministeriale che fissa le modalità per fruizione degli sgravi in questione; gli accordi dì produttività (se non già fatto), vanno depositati alla Direzione Territoriale del Lavoro entro il 30 giugno.

Gli sgravi -  La decontribuzione è finalizzata ad agevolare la contrattazione di prossimità aziendale e territoriale. Introdotta con la legge n. 247/2007 in via sperimentale per il triennio 2008/2010, la misura è diventata strutturale con la Riforma del Mercato del Lavoro (legge 92/2012) dal 2012. Il bonus richiede tuttavia una apposita autorizzazione ministeriale da rinnovarsi annualmente sulla base di uno specifico Decreto che individua la misura massima di sconto (non oltre il 5% della retribuzione contrattuale dei lavoratori), nonché le modalità applicative.

Con l'ultimo Decreto viene disciplinato l'incentivo con riferimento ai premi di produttività che sono stati erogati nel 2013 e stanzia le relative risorse, pari a 607 milioni di euro: Il 62,5% è destinato alla contrattazione aziendale (379 milioni di euro), mentre la rimanente parte 37,5% alla contrattazione territoriale (228 milioni di euro).

Lo sgravio contributivo, che opera sui premi di risultato e su tutte le erogazioni stabilite dai Contratti di secondo livello - Aziendali e/o Territoriali, è concesso a favore sia dei datori di lavoro che dei lavoratori; ai datori è concesso uno sgravio del 25%, ai lavoratori del 100% rispetto alle aliquote di contribuzione.

Secondo quanto stabilito nel Decreto, il bonus si applica sulla quota di erogazione prevista dai Contratti di secondo livello (aziendali o territoriali), nel limite del 2,25% della retribuzione contrattuale percepita dal lavoratore. Per accedere allo sgravio, i Contratti Aziendali e Territoriali ovvero di secondo livello, devono essere sottoscritti dai datori di lavoro e depositati presso le Direzioni Territoriali del Lavoro entro 30 giorni dalla datà di entrata in vigore del Decreto (quindi entro il prossimo 30 giugno); prevedere erogazioni legate a incrementi di produttività - qualità - redditività - innovazione ed efficienza organizzativa, oltre che collegate ai risultati riferiti all'andamento economico o agli utili della Impresa o a ogni altro elemento rilevante ai fini del miglioramento della competitività aziendale.

Le domande potranno essere inviate all'Inps previa pubblicazione nei prossimi giorni, delle modalità di presentazione da parte dell'Istituto.

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Pensioni

Pensioni, Damiano: il Governo acceleri su Esodati e Quota 96 della scuola

Lunedì, 02 Giugno 2014

L'ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano, in vista della discussione del progetto di legge in favore degli esodati (la proposta di legge unificata numero 229 calendarizzata in aula alla Camera per il prossimo 23 Giugno), avverte l'esecutivo che non sarà possibile un ulteriore rinvio sulla sua discussione.

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E soprattutto torna a chiederne la sua rapida approvazione: "E’ da tempo che insistiamo sul rischio dello scoppio di una ‘questione” previdenziale. La  Riforma Fornero sta dimostrando di non funzionare; l’eta’ pensionabile a 67 anni tiene lontani i giovani dal lavoro anche per mancanza di turnover e ha creato ‘esodati’ senza reddito. Su questo tema e’ prevista entro la fine del mese di giugno la discussione in Aula della proposta di legge presentata unitariamente dalla Commissione Lavoro della Camera. Questo impone al Governo una accelerazione per la soluzione del problema, a partire dall’individuazione delle coperture finanziarie. Accanto a questo non e’ piu’ rinviabile il tema della “Quota 96″ degli insegnanti, un errore marchiano del Governo Monti che impedisce a 4mila lavoratori del settore di poter andare in pensione" ha detto Damiano.

Per Damiano, gli 80 euro in più  in busta paga non solo debbono diventare strutturali, come ha affermato il Ministro Padoan, ma anche essere estesi ai pensionati ed alle Partite IVA. "In questo modo il Governo effettuerebbe due importanti operazioni sociali ed economiche: infatti con l’allargamento del bonus si compie una importante scelta di giustizia sociale e al tempo stesso, si dà una ulteriore spinta ai consumi popolari e si favorisce la crescita. Per le Partite IVA autentiche, il Governo dovrebbe anche prendere in considerazione di bloccare l’aumento dei Contributi Previdenziali, che dovrebbe salire gradatamente al 33% portando la percentuale al 24%, al livello dei lavoratori autonomi" ha concluso Damiano.


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