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Firenze, 5 donne e 5 uominia Palazzo Vecchio in giunta Nardella

Mercoledì, 04 Giugno 2014
- Firenze, 4 giu. - Saranno cinque donne e cinque uomini gli assessori che comporranno la nuova giunta comunale di Firenze, voluti dal sindaco Dario Nardella e presentati oggi. Questi i nomi del nuovo governo del capoluogo toscano. Il vicesindaco, con delega alla scuola, sara' Cristina Giachi, gia' assessore all'istruzione nella giunta di Matteo Renzi. Nicoletta Mantovani, moglie di Luciano Pavarotti, sara' assessore alle Relazioni Internazionali. Mantovani era gia' stata assessore nella giunta comunale di Bologna con sindaco Flavio Delbono. Assessore all'Urbanistica, confermata dalla precedente giunta, sara' Titta Meucci, mentre Sara Funaro, nipote del sindaco di Firenze al tempo dell'alluvione Piero Bargellini, avra' l'incarico delle Politoche Sociali. Assessorato all'Ambiente per Alessia Bettini, mentre l'ex assessore provinciale Stefano Giorgetti ricoprira' le Infrastrutture. Federico Gianassi, segretario del Pd di Firenze, e' stato scelto da Dario Nardella per l'assessorato all'Organizzazione e Personale. L'assessorato al Bilancio e Partecipate sara' ricoperto dal direttore dell'Ato Centro per i rifiuti in Toscana, Lorenzo Perra, mentre Andrea Vannucci, gia' consigliere comunale durante l'amministrazione Renzi, sara' assessore allo Sport. Il sindaco Dario Nardella avra' la delega alla Cultura, alla Polizia Municipale, alla Sicurezza Urbana e ai Servizi Demografici. Quattro saranno i consiglieri personali del sindaco, che ricopriranno l'incarico pro bono. L'architetto Stefano Boeri per la Cultura ed i Grandi Eventi, Fabrizio Landi all'Economia, l'ex assessore al Bilancio della giunta Renzi, Alessandro Petretto sara' consigliere per la Finanza Pubblica e l'ex capo della Procura di Firenze Giuseppe Quattrocchi, alla Legalita'. .
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Rai: il Garante, sciopero illegittimo . Ma sindacati confermano

Martedì, 03 Giugno 2014

- Roma, 3 giu. - I sindacati hanno scritto alla Commissione di Garanzia per l'Attuazione della Legge sullo Sciopero nei Servizi Pubblici Essenziali confermando lo sciopero di tutti i dipendenti del gruppo Rai, per l'intera durata di ciascun turno di lavoro, su tutto il territorio nazionale, per mercoledi' 11 giugno. Lo riferisce in una nota la Slc Cgil, precisando che a sostegno della conferma, i sindacati indicano che "non risulta alle predette organizzazioni che la sigla Usn abbia una consistenza rappresentativa tale da integrare, nella successione degli scioperi dei giorni 11 e 19 giugno, la violazione di cui all'art.2, comma 2 della l.n.146/1990".

Nessuna marcia indietro dunque, in particolare da Cgil e Uil, sulla mobilitazione Rai contro il Dl 66 dell'aprile scorso, con accuse a Renzi di aver preso una "cantonata" e di essere in questa circostanza "un pessimo amministratore", oltre al fatto che il governo "chiede il pizzo, la tangente all'azienda con quei 150 milioni in meno da darle". Ma e' la Commissione di Garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali a fermarli: lo sciopero dei dipendenti Rai non si fara' l'11 giugno, perche' e' illegittimo, "non conforme alla legge". In particolare - dice la motivazione - non rispetta la regola - "ben nota alle organizzazioni sindacali", e' scritto nel comunicato diffuso dall'Authority - dell'intervallo dei 10 giorni tra due scioperi che insistono sullo stesso settore". Infatti era gia' prevista l'azione di sciopero del sindacato Usb per il 19 giugno e in precedenza comunicata al Garante.

Quindi diffida dallo scioperare l'11.Codacons e Associazione Utenti Radiotelevisivi, dopo il parere espresso dall''Autorita' di garanzia per gli scioperi, avvisano oggi i giornalisti e i dipendenti Rai: in caso di sciopero l'11 giugno, sara' inevitabile una denuncia nei loro confronti per interruzione di pubblico servizio. La decisione del Garante e' arrivata mentre si spegnevano i riflettori sulla conferenza stampa tenuta nel teatro delle Vittorie dai leader di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Luigi Angeletti, e dal segretario della Fistel Cisl, Vito Vitale (era assente il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni) e da cui era emersa la volonta' sindacale di non recedere dalle proteste contro il taglio governativo dei 150 milioni dalle competenze a favore dell'azienda derivanti dal canone e contro la vendita di quote, sia pur minoritarie, di Rai Way, strategico asset perche' riguarda le torri di trasmissione. E anzi i toni sindacali erano stati durissimi contro Renzi e il suo operato. "Noi insistiamo, uno sciopero si fa o meno - ha detto Susanna Camusso - se cambiano le condizioni. Al momento non credo che queste condizioni previste dal decreto siano cambiate". Camusso ha anche definito "grave" che il premier Renzi abbia parlato dello sciopero dei dipendenti Rai come di uno "sciopero umiliante". Il segretario generale della Cgil si e' chiesta "cosa umilia? I lavoratori manifestano con lo sciopero il loro dissenso". Camusso ha detto anche che "il governo in questo caso e' la controparte".

E ancora: "Sulla Rai c'e' chi ha mangiato molto e c'e' chi invece ha fatto tanti sacrifici, e penso in particolare ai precari. Le ragioni dello sciopero sono tutte ragioni sindacali e noi ci aspettiamo che la controparte dovrebbe rispondere su questi aspetti specifici". Non da meno Luigi Angeletti: "Questa volta il nostro emerito presidente del Consiglio ha preso una cantonata...". Per il segretario generale della Uil il presidente del Consiglio "avrebbe dovuto affrontare i problemi Rai come un vero capo di governo. C'e' una questione governance e quindi, per esempio, dirci come i partiti, compreso quello di cui lui e' il segretario, non devono metterci bocca sulle questioni Rai". Angeletti ha aggiunto "non e' che siccome ha preso voti, tutti devono stare zitti e non si deve dire se fa una cavolata...". Per Angeletti, il premier "si sta comportando come un pessimo amministratore d'azienda, il peggiore che ho avuto modo di conoscere". E i 150 milioni in meno alla Rai dalle competenze del canone sono "un pizzo chiesto all'azienda, il governo chiede una tangente con quei 150 milioni", la frase forte detta da Angeletti, per il quale quei 150 milioni in meno riducono la capacita' produttiva dell'azienda Rai. Si' al dibattito, nessun "diniego allo sciopero ed assunzione di responsabilita'", la posizione della Fistel Cisl, come ha spiegato il segretario generale della federazione, Vito Vitale. E mentre con una nota il segretario dell'Ugl, Giovanni Centrella, fa sapere "vogliamo si apra una discussione seria con il governo e con l'azienda sul futuro della Rai", domani pomeriggio e' in programma in commissione di vigilanza Rai l'audizione dell'intero Cda di viale Mazzini, a cominciare dalla presidente Anna Maria Tarantola. E il presidente della commissione, Roberto Fico, intanto dice "i soldi del canone si trovano all'Agenzia delle entrate che, con decreto di governo non versera' piu' 150 milioni alla Rai. Questo per far capire che i cittadini che pagano il canone non risparmiano un euro", ribadendo anche che "il governo, con la scusa della revisione della spesa pubblica, vuole far cassa subito con la cessione delle quote di Rai Way". Infine l'Adrai, l'associazione dei dirigenti Rai: "nessuna paura dei tagli e dei cambiamenti, faremo la nostra parte, ma senza concedere nulla a disegni privi di progettualita' o a narrazioni deformate, sprezzanti, diffamatorie e grottesche". .

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Riforme: il governo stringe sul modello francese, Fi non ci stiamo

Martedì, 03 Giugno 2014

- Roma, 3 giu. - La maggioranza del Pd sembra stringere, secondo quanto si apprende, sul modello francese per la riforma del Senato. Lo fa nel corso di un'assemblea degli eletti a Palazzo Madama che si sta svolgendo ora. Dopo l'emendamento Marcucci- Mirabelli che ha aperto all'ipotesi sostenuta dai riformisti, c'e' chi non esclude che in questa direzione si possa arrivare anche a un emendamento del relatore di maggioranza. Sul tappeto resta pure l'ipotesi dell'elezione di secondo grado dei nuovi senatori attraverso un listino separato, contestualmente ai consiglieri regionali.

Nel Pd si discute, sempre secondo quanto si apprende, della definizione dell'elettorato passivo e dell'elettorato attivo. Se l'assemblea degli elettori sara' costituita, questo e' il ragionamento, da consiglieri comunali, consiglieri regionali e deputati di ogni Regione, bisogna confrontarsi su chi costituira' la platea degli eletti: solo i consiglieri regionali o anche i sindaci di capoluogo di provincia? E se si decidera', invece, che tutti possono essere eletti, chi avra' in capo l'indennita' nell'eventualita' di un sindaco di un piccolo Comune scelto per palazzo Madama? Stamane, intanto, il ministro Boschi ha incontrato la presidente della commissione Affari costituzionali e relatrice con il leghista Roberto Calderoli, del ddl sulle riforme. Lo stesso ministro dovrebbe vedere oggi Forza Italia e le regioni in vista del termine per le proposte di modifica al testo che scade alle 18. Intanto, i democratici, avrebbero chiuso la partita sui 21 senatori di nomina del presidente della Repubblica: non piu' 21 ma 5 sarebbe l'orientamento sulla proposta da avanzare. Resta comunque il fatto che il senatore Vannino Chiti ha preparato i suoi emendamenti firmati dagli ex M5S e che la Lega ha annunciato una mole enorme di proposte di modifica se non si arriva all'accordo, pronta, in caso contrario, a depositare solo le proposte a firma congiunta dei due relatori al provvedimento, Finocchiaro-Calderoli.

FI, IL MODELLO FRANCESE E' INACCETTABILE

"La riforma del Senato 'alla francese' e' inaccettabile". E' questa la posizione di Forza Italia, espressa dal capogruppo al Senato, Paolo Romani. Sul modello francese oggi si e' confrontato il gruppo Pd di palazzo Madama, con una proposta dei 'Riformisti democratici' su cui c'e' stata anche l'apertura dei senatori Marcucci e Mirabelli, che hanno presentato un documento in questa direzione. .

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Gaffe M5S per difendere il made in Italy: attenti al grano saraceno

Martedì, 03 Giugno 2014
- Roma, 3 giu. - Operatori che subiscono la concorrenza sleale e "consumatori che si illudono di consumare prodotti 'made in Italy' ignorando l'effettivo contenuto e la reale provenienza di tali prodotti. Un esempio per tutti: la pasta venduta in Italia e' prodotta per un terzo con grano saraceno". Eccolo li',: incardinato nella proposta di legge numero 1407, lo scivolone dei deputati grillini su cui sghignazza la Rete. E' nella premessa alla proposta di legge anti-contraffazione dei prodotti agroalimentari. Su Twitter l'hashtag e' #granosaraceno e le risate (amare) sono garantite. Il testo di legge porta le firme degli onorevoli Gallinella, Benedetti, Massimiliano Bernini, Gagnarli, L'Abate, Lupo, Parentela, Sarti, Bonafede, Ferraresi, Agostinelli, Businarolo, Micillo e Turco. Tutti pronti a difendere l'italianita' della pasta dal grano saraceno. Che sia poi coltivato in Valtellina non rileva: e' comunque un'insidia (extracomunitaria) all'italianita' del prodotto. La proposta, in verita', e' vecchiotta: porta la data del 23 luglio scorso e finora aveva goduto dell'oblio. Oggi, appena pubblicata su Twitter, e' diventata 'virale'. L'hanno letta tutti, ma per giocarci su. Si va da chi auspica l'immediata "espulsione dell'ambasciatore saraceno" a chi avverte anche che "la zuppa inglese e' emblema della terra d'albione capitalista". Per non parlare dell'inquietante "insalata russa". "Ma dai... Ogni giorno e' il primo d'aprile con il #M5S. Perche' quella del #granosaraceno e' una bufala vero?" si chiede @chia... e nessuno ha avuto il coraggio di disilluderla. C'e' anche chi aspetta "il parere di Salvini sul grano saraceno che viene a rubare il lavoro". C'e' perfino chi chiede un "DDL contro il bacio alla francese" e l'amarissimo "se non sedessero in Parlamento...". .
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Rai: Autorita' boccia lo sciopero, e' illegittimo

Martedì, 03 Giugno 2014
- Roma, 3 giu. - Lo sciopero indetto dai sindacati Rai per il prossimo 11 giugno e' "illegittimo". Secondo quanto apprende l'Agi, infatti, la Commissione di Garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali ha appena deliberato l'illegittimita' dell'agitazione nell'azienda pubblica. .
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