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PensioniOggi.it

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Redazione

Pensioni

Riforma Pensioni, ecco perchè il referendum è stato bocciato

Martedì, 27 Gennaio 2015
Il referendum abrogativo della legge Fornero sulle pensioni è inammissibile per il suo "stretto collegamento" con la legge di bilancio, che non può essere sottoposta a referendum, e per la "palese carenza di omogeneità del quesito".

Kamsin La legge Fornero sulle pensioni, "introducendo nuovi principi in tema di trattamenti previdenziali, costituirebbe 'una disposizione della manovra finanziaria del 2011, produttiva di effetti collegati in via diretta ed immediata alla legge di bilancio' e, dunque, non sottoponibile, di per sé, a referendum ai sensi dell'articolo 75 della Costituzione". E' quanto spiega la Corte Costituzionale nella sentenza, depositata oggi, che dichiara inammissibile il referendum abrogativo promosso dalla Lega Nord.

"La bocciatura era nell'aria – spiega Ernesto Bettinelli, ordinario di diritto costituzionale all’università di Pavia – perchè il referendum avrebbe avuto effetti sul bilancio e sulla legge di Stabilità. E poi un ulteriore limite alla sua approvazione è la nuova formulazione dell’articolo 81 che ha introdotto il pareggio di bilancio nella Costituzione".  Il professore ricorda che oltre vent'anni fa la stessa Corte disse no al quesito promosso da Rifondazione Comunista contro la riforma Amato del sistema previdenziale. «C'è un precedente: nel 1994 la Corte giudicò il quesito inammissibile dicendo apertamente che c'era un nesso con il bilancio dello Stato e referendum su questa materia non si possono fare. L'oggetto del quesito referendario della Lega era del tutto analogo, da qui la decisione della Consulta".

L'effetto della Riforma Fornero è di 80 miliardi di euro di risparmi entro il 2020. Un toccasana per i conti pubblici che tuttavia ha determinato una forte crisi sociale. Centinaia di migliaia di lavoratori e disoccupati hanno infatti visto allontanarsi la pensione anche di 7-8 anni soprattutto per via dell'abolizione della pensione di anzianità, con le cd. quote. Sempre la riforma Fornero sulle pensioni, stabilì che dal 2012 doveva salire la soglia di vecchiaia: subito a 66 anni per gli uomini, a 62 anni per le donne per poi arrivare progressivamente a 67 anni nel 2018 per tutti i lavoratori. L'unica magra consolazione per i lavoratori è stata la cancellazione del meccanismo delle finestre mobili, un sistema occulto che era stato introdotto per allontanare la pensione nel 2010.

seguifb

Zedde

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Pensioni

Pensioni, l'inflazione colpisce anche i trattamenti minimi

Martedì, 27 Gennaio 2015

Il mese di gennaio  porta brutte sorprese ai pensionati. Le pensioni minime (importo intorno ai 500 euro lordi)  perdono, a causa del recupero dell’inflazione, 5,40 euro su dicembre 2014, mentre alle pensioni  da 1.500 euro “mancano” 16,30 euro. Kamsin E anche se la pessima sorpresa avrà un effetto limitato – perché già a partire da febbraio la rivalutazione automatica prevista per il 2015 (calcolata sulla base di un’inflazione annua dello 0,3%), porterà nelle tasche di un pensionato con il trattamento al minimo “ben” 1,50 euro in più sul 2014 – bisognerà aspettare fine maggio per recuperare quanto perso a fine gennaio.

“Una delle tante situazioni paradossali che – a proposito di pensioni – desta rabbia  e malumore”, dichiara Giancarlo Acciaio, appena eletto alla carica di coordinatore regionale del CUPLA, il Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo.

“Il problema della inadeguatezza e del progressivo impoverimento delle  pensioni, non solo degli autonomi –  dice Acciaio – è in cima alle nostre preoccupazioni e rivendicazioni. Una indagine realizzata da CUPLA, in collaborazione con il CER, a fine 2014 ha evidenziato che l’aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i circa 7,4 milioni di pensionati, pari al 44% del totale, che vivono con pensioni inferiori a 1.000 euro lordi al mese, quindi in uno stato di semipovertà”. In Umbria (dati Istat 2012, gli ultimi disponibili) su un totale di 201.771 pensioni di vecchia e anzianità, 9.665 hanno un ammontare di meno di 250 euro, 9.447 meno di 500 euro, meno 53.615 meno di 750 euro, 22.619  meno di 1.000 euro.

“Le condizioni di disagio sociale e impoverimento dei pensionati negli ultimi anni si sono sempre più aggravate a causa della pressione fiscale e dell’insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita”, continua Acciaio.  “Proprio per questo il CUPLA, che a livello nazionale rappresenta 5 milioni di pensionati dei settori autonomi, chiede di adeguare gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale, cioè da 500 a 650 euro mensili come  chiede, del resto, la carta sociale europea, rivedendo il meccanismo di indicizzazione e  tenendo in conto anche il costo dei servizi sanitari, che colpiscono le persone anziane in modo maggiore rispetto al resto della popolazione. Nelle prossime settimane – spiega il presidente –  chiederemo un incontro ai candidati alle prossime elezioni regionali e al presidente dell’Anci Umbria, per sottoporre alla loro attenzione alcune richieste specifiche: alle amministrazioni locali chiediamo infatti di prevedere detrazioni sul pagamento della Tasi per gli anziani che abitano soli nelle case di proprietà  e abbiano redditi al di sotto  del doppio del trattamento minimo (13.000 euro), se singoli, o del triplo del trattamento minimo (19.500 euro) se in coppia, e di escludere dall’imposta gli anziani non autosufficienti o ricoverati in casa di riposo”.  L’impegno nella  sanità e nel sociale è un’altra delle priorità che il CUPLA, sotto la guida di Giancarlo Acciaio  – il cui mandato durerà due anni –  mette in prima linea per rappresentare le istanze e necessità della folta platea dei pensionati ex lavoratori autonomi.

seguifb

Zedde

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Pensioni

Esodati, una salvaguardia per ulteriori 49.500 lavoratori

Martedì, 27 Gennaio 2015
La Rete dei Comitati degli Esodati chiede al premier Matteo Renzi l'approvazione di una settima salvaguardia. "Scontato l'esito del referendum".

Kamsin Un ulteriore provvedimento legislativo che tuteli dalla normativa Fornero tutti coloro che non erano più occupati al 31.12.2011 per avvenuta risoluzione contrattuale a qualsiasi titolo, oppure avere entro quella data sottoscritto accordi collettivi o individuali che, come esito finale, prevedano il futuro licenziamento; e che maturano il diritto pensionistico, con le previgenti norme entro, il 31.12. 2018.

E' quanto torna a chiedere la Rete dei Comitati degli Esodati al Governo dopo la bocciatura del referendum sulla Riforma Fornero promosso dalla Lega Nord. Secondo la Rete restano esclusi dalle 6 salvaguardie finora approvate, almeno 49.500 cittadini, come certificato dal Governo in base a dati documentali INPS, resi noti  in risposta all' interrogazione parlamentare dell’On.Gnecchi lo scorso 15 Ottobre 2014. "Sulla reale consistenza della platea in questione - precisano  dal Comitato - sono ormai 3 anni che assistiamo ad un indecoroso balletto; nel giugno 2012 INPS li aveva quantificati e certificati in quasi 400.000 che, al netto dei 170.000 salvaguardati dalle 6 “lotterie” sarebbero ora ridotti ad oltre 200.000".

Il Comitato chiede quindi "con fermezza e determinazione che Governo e Parlamento procedano sollecitamente ad approvare una 7a salvaguardia, che comprenda ALMENO i 49.500 esodati , attualmente non salvaguardati e certificati da Governo e INPS. Un provvedimento d'urgenza, finanziato dai residui dei fondi già stanziati per le precedenti salvaguardie e che risultano ampiamente sufficienti allo scopo, senza alcuna necessità di reperire ulteriori risorse".

Dal canto loro i memebri della Rete degli Esodati annunciano che nelle prossime settimane saranno di nuovo a presidiare le sedi governative ed istituzionali per far sentire la loro voce.

seguifb

Zedde

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Inps, domani sarà ascoltato Tito Boeri in Commissione Lavoro alla Camera

Lunedì, 26 Gennaio 2015

Martedì 27 gennaio, alle 14 la commissione Lavoro della Camera, nell'ambito dell'esame della proposta di nomina del Presidente dell'Istituto nazionale della previdenza sociale, svolgerà l'audizione informale del professor Tito Boeri. L'appuntamento sarà trasmesso in diretta sulla webtv. Lo rende noto un comunicato di Montecitorio.

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Lavoro

Pensioni, Damiano: i tagli al welfare sono stati controproducenti

Lunedì, 26 Gennaio 2015

“Il voto della Grecia dimostra che la politica dell’austerita’ e dei tagli indiscriminati allo stato sociale portata avanti della cosiddetta Troika, e’ stata controproducente. Continuare su questa strada significherebbe allontanare settori sempre piu’ ampi di cittadini dalla condivisione della prospettiva di un’Europa piu’ forte ed unita”. Kamsin  Lo dichiara in una nota il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano.    “Il segnale che arriva dalla Grecia – aggiunge – dev’essere l’occasione per cambiare strada: si’ all’Europa, no all’austerita’ a senso unico. Occorre dare impulso ad una prospettiva di crescita dell’economia  -prosegue Damiano- a partire dalla quale migliorare l’attuale situazione dell’occupazione e preservare lo stato sociale del continente dal diventare il bancomat da cui attingere per la riduzione del debito. La giusta richiesta nei confronti dell’Europa da parte del premier Renzi di avere maggiore flessibilita’ nei conti puo’, in questa situazione, uscire rafforzata e trarre anche beneficio dalle recenti decisioni del Presidente della Banca Centrale europea Mario Draghi” conclude l’esponente Pd.

Seguifb

Zedde

 

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