Redazione
Esodati, controlla con Pensioni Oggi se fai parte della sesta salvaguardia
Sabato, 09 Agosto 2014Con l'approvazione alla Camera del disegno di legge in materia di sesta salvaguardia il legislatore estende le vecchie regole di pensionamento in favore di ulteriori 32.100 lavoratori. Kamsin L'intervento, come già anticipato da Pensioni Oggi nei giorni scorsi, allunga di un anno i vari profili di tutela aperti spostando il paletto della decorrenza, dal 6 gennaio 2015 al 6 gennaio 2016. Per aiutare i lettori a districarsi in questo continuo divenire di norme, Pensioni Oggi ha realizzato il nuovo programma per verificare la possibilità di entrare nella sesta salvaguardia con l'individuazione della corretta data di decorrenza della rendita previdenziale. Ovviamente nel rispetto di quanto indicato nel disegno di legge approvato, per l'appunto, in prima lettura dalla Camera dei Deputati (unico testo che possiamo utilizzare al momento).
La precisazione è importante in quanto il Senato potrebbe apportare delle modifiche al testo uscito da Montecitorio e, pertanto, si consiglia di verificare il risultato nei prossimi giorni. Senza contare che potrebbero sopravvenire delle Circolari applicative in materia da cui potrebbero scaturire risultati diversi da quelli indicati. Vai al programma: Controlla se sei salvaguardato
Si ricorda che potranno accedere alla sesta salvaguardia le seguenti categorie di lavoratori.
Mobilità
I lavoratori collocati in mobilità ordinaria a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 dicembre 2011, cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e che perfezionano, entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità, ovvero, anche mediante il versamento di contributi volontari, entro dodici mesi dalla fine dello stesso periodo, i requisiti previdenziali vigenti al 31.12.2011 (5.500 posizioni disponibili);
Autorizzati alla prosecuzione volontaria dei contributi
a) i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011 i quali possano far valere almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla data del 6 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data del 4 dicembre 2011, qualsiasi attivita', non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;
b) i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011, ancorche' al 6 dicembre 2011 non abbiano un contributo volontario accreditato o accreditabile alla predetta data, a condizione che abbiano almeno un contributo accreditato derivante da effettiva attivita' lavorativa nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2007 e il 30 novembre 2013 e che alla data del 30 novembre 2013 non svolgano attivita' lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.
I lavoratori in questione devono maturare la decorrenza del trattamento pensionistico, con le vecchie regole, entro il 6 gennaio 2016 (12mila posizioni complessive disponibili);
Cessati dal servizio (con o senza accordi con il datore di lavoro).
a) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e' risolto entro il 30 giugno 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo il 30 giugno 2012, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;
b) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e' risolto dopo il 30 giugno 2012 ed entro il 31 dicembre 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo la cessazione, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;
c) i lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato per risoluzione unilaterale, nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data di cessazione, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.
I lavoratori in questione devono maturare la decorrenza del trattamento pensionistico, con le vecchie regole, entro il 6 gennaio 2016 (8.800 posizioni complessive disponibili);
Assistenza figli disabili
I lavoratori che, nel corso dell'anno 2011, risultano essere in congedo ai sensi dell'articolo 42, comma 5, del decreto legislativo n. 151 del 2001 e successive modificazioni, o aver fruito di permessi ai sensi dell'articolo 33, comma 3, della legge n. 104 del 1992, e successive modificazioni.
I lavoratori in questione devono maturare la decorrenza del trattamento pensionistico, con le vecchie regole, entro il 6 gennaio 2016 (1.800 posizioni complessive disponibili);
A tempo determinato
Ilavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato cessati dal lavoro tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, non rioccupati a tempo indeterminato.
I lavoratori in questione devono maturare la decorrenza del trattamento pensionistico, con le vecchie regole, entro il 6 gennaio 2016 (4mila posizioni complessive disponibili).
Zedde
Occupazione, disponibili 35mila posti da infermieri a pizzaioli
Giovedì, 07 Agosto 2014La percentuale dei giovani disoccupati cresce ma vi sono migliaia di posti di lavoro vacanti: nel primo trimestre del 2014 i posti disponibili ammontavano a 35.000. Kamsin E' quanto emerge dal sondaggio svolto presso gli iscritti all'Ordine dei Consulenti del Lavoro, secondo cui mancano anche 230 mila specialisti nel settore dell'informatica, tlc e e-business.
Il 37% dei posti vacanti registrati nel trimestre - si legge nell'indagine - e' costituito da infermieri (10.000), seguito da pizzaioli (6.000), commessi (5.000), camerieri (2.400), parrucchieri ed estetiste (1.900) e informatici e telematici (1.400). Ma non si trovano anche elettricisti (1.350) e idraulici (1.100), contabili (1.270), meccanici auto (1.250), tecnici della vendita (1.100) e baristi (1.000). Nel corso del 2013 - spiega lo studio - le gelaterie e le pasticcerie hanno avuto sempre piu' difficolta' a trovare nuovi dipendenti: circa 2 mila i posti vacanti. Cosi' come per le pizzerie, la difficolta' a reperire personale esperto ha costretto i gestori ad assumere giovani non qualificati.
Nel settore agricolo, invece, si assiste ad un duplice fenomeno: e' cresciuto (+2% nel 2013) il numero di aziende guidate da giovani under 30 e sono emerse nuove figure legate al "made in" (sommelier, birraio a chilometri zero, affinatore di formaggi, food blogger, idro-geologo, climatologo) e alla green economy (energy manager, progettista di energie rinnovabili, certificatore energetico, botanico). D'altro lato, pero', si e' rivelato sempre piu' difficile reperire raccoglitori stagionali di frutta e ortaggi (40% dei posti sono rimasti vacanti) o i trebbiatori (35%).
Forte il gap tra domanda e offerta nel settore dell'informatica, delle tlc e dell'e-business: mancano 230 mila specialisti. Nel 2015 la domanda di lavoratori specializzati arrivera' a 440 mila unita', mentre in tutta Europa i posti da colmare nelle aziende diventeranno 900 mila. Inoltre, il 36% delle imprese italiane ha difficolta' a reperire sul mercato figure professionali qualificate, soprattutto in campo ingegneristico, ma anche amministrativo, finanziario e commerciale. Per quanto riguarda il settore "cura alla persona e salute", la Fondazione studi dei Consulenti del lavoro segnala che nel 2013 sono mancati ben 60.000 infermieri e entro il 2020 occorreranno 250 mila unita' in piu' rispetto alle attuali 390 mila. Altro settore in crescita nonostante la congiuntura sfavorevole e' quello dell'aiuto domestico, ma la maggior parte dei posti di lavoro (90% circa) come colf e badanti e' ricoperto da lavoratori stranieri, in primis rumeni, ucraini e filippini.
Zedde
Riforma Pensioni, Baretta: apriremo a maggiore flessibilità
Mercoledì, 06 Agosto 2014Il ministro del Lavoro Giuliano ha indicato oggi dai microfoni di Sky che «qualcosa di significativo si può fare» per introdurre «meccanismi di flessibilità per persone che sono avanti con l`età». Kamsin A ventiquattr'ore dalla decisione del governo di ritirare l`emendamento che garantiva un'uscita anticipata a 4 mila insegnanti, il sottosegretario Pier Paolo Baretta lancia la sua mediazione dalle Pagine del Quotidiano "il Garantista": «Non credo che il problema sia lo scontro tra politica e funzionari. Bisogna intervenire sui buchi lasciati aperti dalla legge Fornero».
Vuole abolirla?
“Ma no, va mantenuta. Ci permette di gestire al meglio la tendenza che vede l`Italia tra i Paesi con la maggiore aspettativa di vita. Cosa che rende plausibile l`innalzamento dell`età di ritiro. É tata necessaria per mettere sotto controllo la spesa pensionistica”.
Cosa non va?
“Nella fretta l`ex ministro ha lasciato scoperti una serie di casi che ancora adesso stiamo affrontando situazione per situazione. I più famosi sono gli esodati oppure quello dei 4mila professori tenuti al lavoro con le nuove norme”.
Che cosa suggerisce?
“La soluzione sta nel trovare strumenti strutturali. Il limite della riforma è stato quello di non gestire la transizione. Tutte le leggi regolano la transizione tra l`esistente e quello che sarà. La Fornero non l`ha fatto”.
Chiuda il cerchio.
“Bisogna introdurre la flessibilità in uscita che manca. La Fornero ha previsto che chi vuole restare a lavoro dopo i 66 anni, e fino a 70, veda rivalutata la sua pensione. Nella stessa logica, ma con un meccanismo rovesciato, si può prevedere che chi abbandona prima dei 66 anni - questo limite non va assolutamente toccato - si ritrovi con un assegno minore”.
Quale sarà il meccanismo?
“Sarà un sistema di penalizzazioni. Se vado via - la modalità sarà facoltativa - vedrò la mia pensione diminuire. Quanto? Io non ho ancora fatto calcoli precisi, ma ci sono centri studi che hanno ipotizzato a una riduzione tra il 4 e il 9 per cento. Il tutto in base agli anni di anticipazione e in relazione allo stato dei conti.”
I tempi sono maturi?
“Prima di arrivare al governo, ho presentato una proposta di legge con l`ex ministro Cesare Damiano. Adesso va aggiornata e completata con i calcoli sulle coperture necessarie. Anche oggi (ieri ,ndr) il ministro Poletti ha proposto una cosa simile alla mia. L`importante è superare le tensioni di questi giorni. Si può intervenire nella Legge di Stabilità. Ben sapendo che ci saranno sempre persone vittime del blocco del pensionamento tra í 62 e i 66 anni”.
Chissà che dirà la Ragioneria?
“Parlare dei costi, cosa complessa perché i calcoli non stati ancora fatti, non ha senso di fronte ai 12 miliardi spesi nelle varie salvaguardie per aiutare gli esodati. Soldi benedetti. Però quanto si sarebbe potuto risparmiare avendo a disposizione uno strumento simile?”
Sui professori vi ha piegato?
“No, ha solo segnalato un problema di copertura. Senza contare il "rischio dí emulazione": in situazioni di questo tipo le categorie che non ottengono lo stesso trattamento presentano ricorsi.
Allora giovani contro anziani?
“L`innalzamento pensionistico comporta il problema del ricambio generazionale che è sequenziale al mix produttivo in fase di riconversione tecnologica. Da un lato si mantengono in organico i soggetti già a lavoro, dall`altro c`è un rallentamento proporzionale dell`ingresso di nuove leve”.
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Fisco, calano le entrate tributarie nel primo semestre
Mercoledì, 06 Agosto 2014Nel periodo gennaio-giugno 2014 le entrate tributarie erariali, accertate in base al criterio della competenza giuridica, ammontano a 194.797 milioni di euro, sostanzialmente stabili (-0,8% pari a -1.549 milioni di euro), rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo sottolinea il Dipartimento delle Finanze del Mef. Kamsin Registrano - informa una nota del Mef - un gettito complessivamente pari a 105.291 milioni di euro e una diminuzione del 4,7% (-5.191 milioni di euro), rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno.
L'Irpef è sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La leggera variazione negativa dello 0,2%, (-175 milioni di euro) che riflette gli andamenti delle ritenute sui redditi dei dipendenti del settore privato (-0,7%), delle ritenute sui redditi dei dipendenti del settore pubblico (-0,2%) e dei lavoratori autonomi (-2,9%), risulta parzialmente compensata dall'aumento dei versamenti in autoliquidazione (+11,8%). L'Ires mostra un calo del 26% (-3.449 milioni di euro) essenzialmente riconducibile ai minori versamenti a saldo 2013 e in acconto 2014 effettuati da banche e assicurazioni a seguito dell'incremento della misura dell'acconto 2013 fissato, per questi contribuenti, al 130% dal D.L. n. 133 del 30 novembre 2013.
Per i contribuenti non interessati da questa misura, i primi dati relativi ai versamenti Ires del mese di luglio mostrano un andamento favorevole in proiezione annua per effetto di un aumento delle frequenze, di maggiori importi medi versati e del ricorso alla rateazione. Tra le altre imposte dirette, si riducono del 12,4% (-730 milioni di euro) l'imposta sostitutiva su interessi e altri redditi di capitale e del 35,9% (-496 milioni di euro) l'imposta sostitutiva sul risparmio gestito e amministrato.
Cresce invece il gettito derivante dalle ritenute sugli utili distribuiti dalle persone giuridiche del 49,5% (+107 milioni di euro) e dall'imposta sostitutiva sul valore dell'attivo dei fondi pensione del 6,7% (+36 milioni di euro). Registra un gettito di 1.692 milioni di euro l'imposta sostitutiva sui maggiori valori delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia (art. 1 comma 148 Legge di stabilità 2014), mentre ammonta a 1.912 milioni di euro (+79 milioni di euro, pari a +4,3%) l'Imu riservata all'erario, derivante dagli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D.
Le imposte indirette, invece, nel primo semestre dell'anno, registrano un gettito pari a 89.506 mln di euro con un incremento del 4,2% (+3.642 mln di euro), rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. Si conferma in crescita il gettito Iva che aumenta del 3,1% (+1.486 mln di euro). L'imposta di bollo cresce dell'8,4% (+414 mln di euro) per effetto dei versamenti affluiti nel mese di aprile a titolo di acconto su quanto dovuto dai contribuenti per l'anno 2015. L'andamento positivo risente inoltre dell'aumento dall'1,5 al 2 per mille dell'imposta di bollo sulle comunicazioni relative ai prodotti finanziari previsto dalla legge di Stabilita' 2014, dell'eliminazione del limite minimo di 34,20 euro e del contestuale incremento del limite massimo dell'imposta di bollo, passato da 4.500 euro a 14.000 euro.
Tra le altre imposte indirette si segnala l'incremento del gettito dell'accisa sui prodotti energetici (oli minerali), pari all'8,7% (+925 milioni di euro), principalmente per effetto dell'abolizione della riserva destinata alle regioni a statuto ordinario, che dal mese di dicembre 2013 viene contabilizzata tra le imposte erariali. Cresce il gettito dell'accisa sul gas naturale per combustione (+23,8% pari a +426 milioni di euro) e quello dell'accisa sull'energia elettrica e addizionali, che segnala un aumento del 20,4% (+233 milioni di euro). Le entrate relative ai giochi presentano, nel complesso, un calo del 2,3% (-135 mln di euro). Infine continua l'andamento favorevole del gettito relativo alle entrate tributarie derivanti dall'attivita' di accertamento e controllo, che risulta in crescita del 10,9% (+398 mln di euro).
Zedde
Pensioni, la revocabilità degli assegni è triennale
Martedì, 05 Agosto 2014Il trattamento pensionistico liquidato a titolo definitivo ai pubblici dipendenti, ivi compresi i dipendenti della scuola, può essere revocato o modificato d'ufficio dall'amministrazione che ha emanato il provvedimento o a domanda dell'interessato non oltre il termine di tre anni dalla data di registrazione del provvedimento stesso o entro sessanta giorni dal rinvenimento di nuovi documenti. Kamsin E' quanto ha indicato la Corte costituzionale con la sentenza n. 208 del 16 luglio 2014 secondo quanto apprende il Quotidiano Italia Oggi.
La Consulta ha dichiarato non fondata la legittimità costituzionale dell'articolo 204 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092/1973 nella parte in cui non consente la revoca o la modifica del provvedimento definitivo di liquidazione del trattamento pensionistico anche nel caso di errore di diritto.
Secondo la Consulta il termine di tre anni trova applicazione nel caso in cui, nel predisporre il provvedimento di pensione, vi sia stato un errore di fatto o sia stato omesso di tenere conto di elementi risultanti dagli atti o vi sia stato un errore nel computo dei servizi o nel calcolo del contributo di riscatto, nel calcolo della pensione, assegno o indennità o nell'applicazione delle tabelle che stabiliscono le aliquote o l'ammontare della pensione, assegno o indennità. Quello di sessanta giorni è il termine entro il quale l'amministrazione o l'interessato potranno chiedere la revoca o la modifica del provvedimento nel caso siano stati rinvenuti nuovi documenti o si è avuto notizia della riconosciuta o dichiarata falsità dei documenti agli atti.
Nessuna revoca o modifica è invece possibile quando, successivamente all'emanazione del provvedimento definitivo di pensione, si riscontra esserci stata una errata interpretazione o applicazione di norme di diritto. Secondo la Consulta, la mancata inclusione nell'articolo 204 dell'errore di diritto, tra le cause che rendono possibile la richiesta di revocare o modificare un provvedimento pensionistico, non solo non viola la Costituzione ma è finalizzato a rafforzare e garantire la sicurezza giuridica delle aspettative del dipendente collocato a riposo, sicurezza giuridica che non è invece assicurata dall'errore di fatto o di calcolo.
Zedde