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Renzi: tocca a noi cambiare Ue. Lavoro prima di tutto

Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - La battaglia per conquistare una delle istituzioni europee che vanno a rinnovarsi puo' aspettare. Il Partito Democratico deve pensare, per il momento ai contenuti e a strutturarsi in modo tale da risultare determinante nel Parlamento Europeo. L'intervento di Matteo Renzi alla direzione, convocata per fare il punto sulle elezioni e sulla nuova stagione europea che sta per aprirsi, va in questa direzione: i numeri ci sono, dice il premier in una riunione riservata ai neo eletti, la delegazione democratica puo' essere determinante. A patto che ci si parli, si lavori insieme in maniera coordinata. Non e' un caso che per 'prendere per mano' i neoeletti il segretario abbia chiamato il professore Roberto Gualtieri, gia' presidente dell'Istituto Gramsci, e deputato europeo fresco di rielezione. Nella legislatura che si e' appena chiusa in Europa, Gualtieri si e' guadagnato la stima dei colleghi del Pse e degli altri gruppi. Una scelta coerente con i criteri meritocratici a cui il premier dice di ispirarsi. I contenuti, dunque: "Abbiamo ricevuto un consenso che ci impone di cambiare il nostro Paese e l'Europa in maniera decisa". Un'Europa che per Renzi deve avere "un respiro piu' ampio" di quello mostrato negli ultimi anni. Un invito rivolto anche e soprattutto al Pse al quale il presidente del consiglio chiede se le idee espresse in campagna elettorale siano "ancora valide oppure no. Questo e' il punto di partenza: c'e' o non c'e' la consapevolezza che di fronte ai populismo c'e' da investire sui valori di cittadinanza e sui valori sociali?". No, insomma, a "un'Europa che si occupa di tutto e lascia a noi i temi dell'immigrazione". Quello che e' stato uno slogan della campagna elettorale, "ma che ora deve diventare un impegno". Strettamente legato a quello per cambiare verso all'Europa, e' l'impegno di cambiare l'Italia attraverso le riforme: la road map di Renzi non accetta rinvii - "questo e' il tempo", detta il segretario - e spiega che, entro l'estate, dovra' essere approvata la riforma costituzionale al Senato e la riforma della legge elettorale, "ma non per andare al voto". parallelamente, il Pd dovra' combattere quella che il premier definisce "la madre di tutte le battaglia", ovvero la riforma del mercato e delle regole del lavoro assieme a un "ripensamento delle politiche industriali per diverse realta' del Paese: dal Sulcis a Termini Imerese fino al profondo Nord". Il premier sottolinea il "ruolo che alcuni rinnovi delle aziende partecipate dallo Stato produrranno nelle prossime settimane in termini di strategia sia in Italia che all'estero". E aggiunge: "Su tutto cio' si gioca una parte della scommessa in termini di politica industriale, di ripartenza di posti di lavoro e credibilita', forza e fiducia del Paese". Nei prossimi giorni, poi, si sbrogliera' il nodo riguardante Alitalia: "e' questione di ore", assicura Renzi che chiede un "cambio di passo" anche sulla vicenda Ilva perche', dice, "cosi' non si va avanti".
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Congo: Boschi, rientreranno anche gli altri bimbi

Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - "Sicuramente l'impegno del governo ci sara' anche per le altre famiglie che si trovano nella stessa situazione di aver completato l'iter di adozione in Congo. Le difficolta' ci sono state perche' il Congo le ha bloccate per un anno". Lo annuncia il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, a Otto e mezzo su La7. "Speriamo che per gli altri bimbi gia' adottati si risolva presto ma - osserva - non posso sbilanciarmi sui tempi".
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#vinciamonoi fu un errore Grillo furioso per l'autocritica

Giovedì, 29 Maggio 2014

- Roma, 29 mag. - Passato lo choc, i Cinque Stelle fanno i conti con quella che forse non e' stata una Caporetto e nemmeno una Waterloo - come ha detto Grillo - ma di sicuro una sconfitta cocente. E in un documento illustrato dallo 'staff' fanno il punto sulle contromisure da adottare per uscire da una crisi che potrebbe portare il mpvimento all'estinzione. "Se si decide di voler raggiungere il 51% allora bisogna adeguare il messaggio. Se si decide di puntare ad alcune fasce di popolazione, bisogna far ricorso a strumenti appropriati (tv in prima istanza) e declinare il messaggio".

E' una delle 'possibili soluzioni', rubricata al titoletto 'Definire meglio il target da puntare', illustrate ieri sera. Inoltre, sempre secondo quanto si legge sul documento elaborato dall'ufficio comunicazione 5 stelle, bisogna 'Uscire fuori' e "organizzare stati generali tematici, entrare nelle universita', nei luoghi di lavoro e lasciar perdere le agora'. Anadare a presentare denunce e proposte - prosegue il documento - direttamente ai destinatari. Aprirsi, prendersi le piazze mediatiche degli altri". Tra le altre 'possibili soluzioni' indicate dallo staff M5S ci sono pure: 'Rafforzare paradigma denuncia-proposta': "per far percepire l'affidabilita' e il costruttivismo del gruppo - si legge nel documento - non si possono piu' fare solo denunce senza essere affiancate da proposte e soluzioni. Se non si ha una soluzione a un problema, non lo si puo' denunciare". E ancora, altri paragrafi con suggerimenti 'Creare un progetto' e 'Investire sul lavoro parlamentare': qui si consiglia di "assumere consulenti preparati, i migliori esperti, rafforzare il reparto", insomma "rafforzare quantitativamente e qualitativamente l'attivita' legislativa".

Grillo e Casaleggio furiosi per l'analisi dello staff

Torna poi la necessita' dello streaming ma solo per 'Assemblee tematiche': "I parlamentari devono tornare a confrontarsi su temi pratici e concreti. E farlo in streaming, in modo da interessare quelle fette di popolazione destinatarie del lavoro parlamentare o dell'attivita' di governo". E infine, ultima soluzione indicata, 'Selezionare input': "Abbiamo spesso dato un numero eccessivo di input - si legge nel documento M5S - soffrendo la mancanza di coordinamento tra i vari 'produttori di notizie' ovvero la comunicazione della Camera, la comunicazione del Senato, il blog e Beppe Grillo. Paghiamo il fatto che troppo spesso i compartimenti restano isolati l'uno dall'altro. Al netto dei temi di stretta attualita', abbiamo messo troppa carne al fuoco tutta insieme. Poteva essere utile mettere in calendario la potenza da fuoco tema su tema, unendo le forze".

Autocritica, ma con bacchettata incorporata: i "parlamentari hanno percepito" un "atteggiamento di sfiducia nei loro confronti". "Seppur elogiati per il loro impegno - viene sottolineato nel paragrafo 'Non siamo da governo' - i parlamentari del M5S non sono ancora percepiti come affidabili. Si ritengono poco concreti, la battaglia sul 138 l'hanno capita ben poche persone. Mancano di umilta' e a volte sono percepiti come saccenti". "Gli italiani in questa fase difficile hanno dimostrato di aver bisogno di affidarsi a un uomo forte, fattore che ciclicamente torna nella storia, da Mussolini a Berlusconi, e hanno bisogno di serenita'. Renzi ha saputo trasmettere serenita' costruttiva, mentre noi abbiamo trasmesso energia si', ma ansiosa e fatta percepire dai media e dagli altri competitor come distruttiva".

"Renzi e' stato capace di lasciare il segno con un messaggio di novita', grazie al suo linguaggio e ai suoi toni - viene sottolineato nel dovumento - Renzi, volutamente, e' apparso diverso dal suo stesso partito, un partito che non trascina, che non ha mai toccato le emozioni del paese. E Renzi lo sapeva pure. Noi abbiamo cercato di sovrapporre l'immagine del premier a quella del suo partito, il messaggio del 'burocrate', lui ha sempre giocato a disallinearsi, a discostarsi dal suo partito". "Il voto del 25 maggio non e' stato tanto pro-Renzi o pro-Pd, nonostante le percentuali bulgare, quanto contro il Movimento 5 stelle e lo spettro della 'paura', costruito finemente ed efficacemente per portare quindi tutti gli elettori in un alveo di 'sicurezza' rappresentata da Renzi" e' l'analisi fatta dallo 'staff' M5S "La chiamata alle armi - prosegue il documento - contro la forza del male (riproduzione del modello anti berlusconiano) e' riuscita tanto e' vero che a sinistra, invece di esultare per un risultato mai ottenuto, hanno invece tirato un sospiro di sollievo (la Repubblica e' salva) o inveito contro il grillino sconfitto". "paradossale e' stata la scelta del #vinciamonoi. Ci si e' creduto tanto da aver spinto gli altri partiti a crederci e quindi a reagire con la chiamata alle armi".

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Renzi parla alla direzione Pd Voto impone cambiare Ue e Italia

Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - "Abbiamo ricevuto un consenso che ci impone di cambiare il nostro Paese e l'Europa in maniera decisa". Lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi alla direzione del Pd. "L'Europa cambia perche' l'alternativa e' l'Europa che non si salva". - "Il Pd si e' posto come non il garante di conservazione ma come il testimone di speranza. La partita si e' giocata tra rabbia e speranza e ha vinto la speranza, per questo non possiamo indietreggiare su questa vocazione", ha aggiunto Renzi, secondo il quale "il Pd e' chiamato ad essere il partito della nazione e della speranza". "Prima delle dissertazioni sui nomi e' importante capire se le idee che il Pse ha espresso sono ancora valide oppure no. Questo e' il punto di partenza: c'e' o non c'e' la consapevolezza che di fronte ai populismo c'e' da investire sui valori di cittadinanza e sui valori sociali". "Abbiamo il dovere di dire - ha sottolineato il premier - che la risposta che l'Europa ha dato alla crisi non e' stata sufficiente alle attese dei cittadini europei". Poi una stoccata a Grillo: "In streaming si fanno i dibattiti, a trovare i populisti inglesi ci si va di nascosto", ha detto commentando l'atteggiamento del Movimento 5 stelle. "Mi ha colpito - ha aggiunto - perche' c'e' una filosofia dietro che avevo sottovalutato. In campagna elettorale ci chiedevamo 'chissa' con chi staranno?', loro lo sapevano gia'". "Il punto piu' basso della campagna elettorale e' stato toccato quando un cantante sul palco di San Giovanni ha detto di odiare Napolitano piu' come uomo che come politico". Quanto al Pd sono "allucinanti le polemiche sulla foto di gruppo, non c'e' stato alcun salto sul carro del vincitore". .
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Divorzio breve: dopo l'ok alla camera tempi rapidi al Senato

Giovedì, 29 Maggio 2014

- Roma, 29 mag. - Via libera bipartisan della Camera alle nuove norme che mirano ad introdurre in Italia il divorzio breve. I primi a rivendicare la vittoria sono i due relatori, l'azzurro Luca D'Alessandro e la Democratica Alessandra Moretti, che hanno illustrato la materia oggi in una conferenza stampa, invitando i colleghi senatori ad approvare a loro volta il provvedimento in tempi brevi: "Siamo in contatto con i colleghi di palazzo Madama - ha spiegato i due relatori - auspichiamo che il testo non venga stravolto e che non si dia il via al solito rimpallo tra le Camere".

La norma che introduce il divorzio berve, spiegano D'Alessandro e Moretti, "e' molto equilibrata", anche perche' "interviene solo sui tempi e in maniera chirurgica", mentre non va ad incidere, ad esempio, sull'aspetto che riguarda la tutela dei figli: "I minori sono assolutamente garantiti dalle norme preesistenti che non vengono in alcun modo modificate", assicurano i due esponenti di Forza Italia e Pd. In questo modo il legislatore mira ad evitare i conflitti che colpiscono in particolare i figli, aiutando chi vuole creare una nuova famiglia.

Il provvedimento sul 'divorzio breve' approvato dalla Camera "e' un testo equilibrato e realistico, che senza stravolgere le norme rendera' piu' snello il percorso giudiziale riducendo il contenzioso. Abbreviare i tempi facilita la soluzione dei conflitti tra coniugi, anche a vantaggio della serenita' dei figli". Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera, esprime soddisfazione per il voto in aula: "Dopo tanti tentativi andati a vuoto nelle scorse legislature, stavolta siamo vicini al traguardo.

E' una legge doverosa in linea con i tempi e con gli altri paesi, e' un passo avanti di civilta' giuridica e sociale. Auspico che il passaggio al Senato possa avere tempi rapidi". Il 'divorzio breve', a giudizio di Ferranti, "non sminuisce affatto il valore del matrimonio ne' obbliga a tempi accelerati, perche' anche con la nuova legge - osserva - saranno pur sempre gli ex coniugi a decidere quando chiedere il divorzio dopo la separazione. Quanto ai figli, il nostro ordinamento li tutela ampiamente a prescindere dal contesto familiare". .

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