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M5S: Grillo 'conquistato' da Farage, razzista? No, ha senso dell'umorismo

Venerdì, 30 Maggio 2014

- Roma, 30 mag. - Nigel Farage "non e' come lo descrivono, cosi' come non sono ne' fascista ne' nazista, come mi descrivono i giornali italiani". Cosi' Beppe Grillo parla al giornale britannico 'Telegraph' e spiega che con il leader dell'Ukip non c'e' ancora nessun accordo. "L'incontro era solo per conoscerci" ha sostenuto Grillo. Poi ha sottolineato che ci sono alcuni punti in comune come sull'immigrazione dove anche Farage "vuole controllare i flussi come noi: non e' vero che e' un razzista". Il leader dell'Ukip, Nicol Farage, ha "senso dell'umorismo e dell'ironia", ha poi aggiunto Beppe Grillo, in un passaggio dell'intervista al quotidiano britannico 'Telegraph'. "Non cambieremo il nostro programma - detto - non cambieremo le nostre idee, ma si parla di concetti come democrazia diretta, quindi abbiamo qualcosa in comune".

Grillo, che comunque ha spiegato che sull'alleanza la parola passera' alla Rete, ha pero' messo in evidenza che "con 17 parlamentari, se vuoi formare un gruppo autonomo, sei fuori". Si intensificano intano le voci di dissenso da Grillo nel Movimento. Ieri Beppe Grillo ha scritto su Facebook: "C'e' chi ha chiesto le mie 'dimissioni' (non si sa da cosa). Il tempo e' dalla nostra parte". Poi ha linkatp ad un articolo sul suo blog firmato da Aldo Giannuli nel quale lo storico e saggista spiega perche' "Grillo non si deve dimettere".

"Si stanno levando molte voci che chiedono le 'dimissioni' di Beppe Grillo (ho visto una dichiarazione in questo senso anche diparlamentari del M5s o ex del movimento) - scrive Giannuli - anche in questo blog ci sono interventi che vanno in questo senso e qualche autorevole amico me lo ha scritto in una mail privata. Tutti, piu' o meno, ricordano la frase con cui Grillo diceva che si sarebbe ritirato se non avesse 'vinto'. Bene, allora discutiamone. In primo luogo: dimettersi da cosa? Grillo non ha cariche formali nel M5s, non ne e' il segretario - sottolinea Giannuli - per cui la richiesta di dimissioni puo' significare solo che deve smettere di parlare e magari chiudere il suo sito. Mi sembra una richiesta eccessiva, che non si puo' fare neanche al leader piu' sconfitto del sistema solare: ma, allora, fatte le dovute proporzioni, uno come Veltroni cosa avrebbe dovuto fare? Per non dire di Paolo Ferrero".

Vito Crimi: no faide interne, Grillo-Casaleggio non si discutono

"Io non so quale film stanno guardando i giornalisti, resta il fatto che dentro questo film noi ci siamo e ho impressione ne stiano guardando un altro. Sentiamo parlare di 'bufera nel M5S' e di 'faide interne', ma da lunedi' siamo tornati a lavorare e vediamo solo persone sorridenti che si sono rimesse sotto a lavorare come e piu' di prima". Lo scrive su Facebook Vito Crimi, senatore ed ex capogruppo del M5S a palazzo Madama. "Nessuno ha mai messo in discussione Beppe e Gianroberto - assicura - lo sport nazionale di tirar fango sul M5S continua". "Abbiamo lavorato su centinaia di emendamenti al testo del governo sulle riforme - prosegue Crimi - stiamo ragionando sul decreto Irpef (quello del bonus 80 euro e non solo), audizioni varie al Copasir e altre Commissioni di inchiesta, e non abbiamo neanche il tempo di scatenare faide. Tanto per farvi un esempio, riunione del Senato di ieri su due ore e mezzo totali ne abbiamo impiegate quasi due per discutere dei lavori d'Aula e dei provvedimenti in esame e solo in parte, alla fine, si e' discusso di voto e risultati alle europee, ma rispetto a questo c'era una serenita' e una concordia che non avevo visto prima".

"Si parla di dossier anti-Grillo - aggiunge - sono tutte chiacchiere, si tratta di alcune considerazioni fatte da qualcuno che ha espresso una sua opinione su alcuni aspetti comunicativi che possono aver condizionato il voto. E' una ipotesi, una opinione, ne condivido una parte ma non tutto. Ciascuno di noi e voi avra' fatto le sue considerazioni, ma sono considerazioni in quanto e' impossibile determinare con certezza come si e' mosso l'elettorato, e anche i sondaggi di analisi del flusso di voti se ci azzeccano come i sondaggi pre elettorali... stiamo freschi!". Intanto il deputato dissidente M5S Tommaso Curro' scrive su Twitter: "M5S, giovedi' 29 mag '14, aula Tatarella, assemblea M5S Camera: finalmente torna il mio movimento 5 stelle. Ora si riparte forti e uniti".

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M5S: Grillo e Casaleggio infuriati da analisi 'staff', e' caos

Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - Infuriati. Cosi' sarebbero, secondo quanto si apprende, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio con lo staff della comunicazione della Camera che ha fatto un'analisi del voto, messa nero su bianco e illustrata ieri sera ai deputati riuniti in assemblea. A far "trasalire" il leader M5S e il cofondatore, e' stata - secondo quanto viene riferito - un'analisi che fa fare "una figuraccia al Movimento" parlando di parlamentari che sembrano "saccenti, non umili e poco affidabili" e "non adatti al governo". Oltre a tirare in ballo l'"uomo forte" che gli italiani cercherebbero ancora oggi in Renzi cosi' come, in passato, in Berlusconi. E Mussolini. Ma l'irritazione di Casaleggio nascerebbe anche dal fatto che il documento chiede di puntare di piu' sulla televisione per poter arrivare all'agognato 51%. Un'indicazione che va in netto contrasto con quanto suggerito invece, all'indomani dell'esito elettorale, proprio da Casaleggio che aveva sollecitato ad essere meno presenti in tv. Tra l'altro, sempre secondo quanto si apprende, sempre Casaleggio non avrebbe voluto un 'quartier generale' a Roma, in un albergo dell'Eur, dove, con tanto di sala stampa, i 5 stelle avrebbero aspettato i risultati. Che pero' sono stati al di sotto delle aspettative. "Troppa attenzione mediatica" era stato sottolineato. Ad alimentare il caos in casa 5 stelle, c'e' anche il fatto che l'analisi del voto sia stata elaborata solo dallo staff comunicazione della Camera. Documento, tra l'altro pubblicato, su qualche quotidiano e oggi a disposizione delle agenzie di stampa, ma che ai deputati non e' stato consegnato. Questa analisi, quindi, e' stata elaborata soltanto dall'ufficio comunicazione M5S dei gruppi di Montecitorio e del Senato - dove i senatori 5 stelle hanno iniziato la loro riunione per un'analisi del voto - ed anche in questo comparto si registra una certa "irritazione". Rocco Casalino, che e' il coordinatore della comunicazione sia di Camera sia del Senato, di fatto sembra sia stato 'bypassato' e in queste ore, secondo quanto si apprende, starebbe cercando un chiarimento con i colleghi della Camera. A complicare il quadro, c'e' anche un'altra analisi, fatta dalla 'tv coach' Silvia Virgulti che ieri sera, in assemblea dei deputati, ha puntato il dito contro quella che ha definito "comunicazione negativa di Grillo" e sul fatto che "Casaleggio, vestito di scuro e con quel cappellino, ha mandato un "messaggio inquietante e non rassicurante". Mentre, cosi' racconta oggi qualche deputato 5 stelle, i parlamentari sarebbero stati "promossi" perche', avrebbe detto la Virgulti, "se non fossero andati in giro per le piazze, il Movimento 5 stelle avrebbe preso un risultato ancora peggiore". Un deputato critico ammonisce: "Basta con 'sta presunzione dei superpoteri, che noi siamo i rappresentanti dei cittadini e loro no.. Non e' cosi' di fatto. Bisogna rispettare il voto dell'elettorato". Ai deputati e' stato spiegato che la comunicazione puo' avvenire "per giudizi o per contenuti" e che M5S finora ha comunicato per giudizi: l'obiettivo, viene spiegato, e' di comunicare da ora in poi per contenuti per convincere gli elettori a votare M5S. Un pomeriggio 'caldo', quindi con deputati e senatori alle prese con le rispettive assemblee di gruppo, in vista di quella assemblea congiunta della prossima settimana. Il clima e' abbastanza avvelenato, anche se oggi molti dicono che non dovrebbero esserci strappi, non foss'altro perche' non sono previste votazioni ma solo l'avvio del dibattito. Al Senato, Paola Taverna fa la sua analisi: "Mi pare evidente - spiega - l'informazione e' stata tutta pro-Renzi. E gli italiani non sono pronti... perche' noi siamo oltre". Ma che cosa ha sbagliato il Movimento 5 stelle in campagna elettorale? "Forse abbiamo avuto toni eccessivi", ammette la stessa 'pasionaria' Taverna.
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Alfano, Delegazione Ncd al governo non cambia

Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - Non cambia la pattuglia del Nuovo centrodestra nel governo guidato da Matteo Renzi e il partito continuera' ad avere un presidente in Angelino Alfano e un coordinatore nell'ex ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello. Lo dice al termine dell'assemblea dei gruppi lo stesso ministro dell'Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano: "La nostra composizione nell'esecutivo resta quella che e'. Non credo che Lupi abbia intenzione di lasciare il governo delle Infrastrutture" aggiunge Alfano che cosi' mette fine alla ridda di voci che si erano inseguite nei giorni scorsi. "Noi abbiamo celebrato 45 giorni fa un congresso - osserva ancora Alfano, rispetto alla struttura del partito - che mi ha eletto presidente e che mi ha dato il potere di indicare un coordinatore che e' Gaetano Quagliariello". .
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Disgelo FI-Lega ma niente fretta

Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - Forza Italia e Lega tornano ad 'annusarsi' e compiono un primo passo per un eventuale riavvicinamento nel solco di una nuova alleanza di centrodestra. Lo spunto lo danno i sei referendum del Carroccio, su due dei quali compariranno anche le firme degli azzurri. Ma il cammino, per stessa ammissione dei protagonisti, e' ancora lungo e non privo di ostacoli. Tanto che sia il segretario della Lega, Matteo Salvini, che i tre forzisti presenti oggi in conferenza stampa in rappresentanza di Berlusconi (e' di questa mattina l'annuncio del forfait dell'ex Cavaliere) tengono a precisare: "Non c'e' fretta". E, soprattutto - e anche su questo gli ex alleati sono concordi - "non si puo' ripresentare la riedizione di un vecchio progetto". Cosi' come, l'eventuale nuova alleanza "non puo' essere una semplice sommatoria di sigle e nomi". Oggi, comunque vada, Forza Italia e Carroccio compiono un "primo passo", tanto che il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta, scandisce che l'appoggio di Forza Italia ai due referendum (sul ripristino del reato di immigrazione clandestina e sull'abolizione della riforma Fornero) "e' un segnale politico molto forte". Per il collega del Senato, Paolo Romani, proprio la presenza di Salvini e Giovanni Toti, consigliere politico azzurro e neo eletto europarlamentare, e' la dimostrazione "che il rinnovamento della classe politica passa attraverso il consenso popolare". Toti non ha dubbi: "deve riaprirsi il dialogo con tutte le forze alternative al centrosinistra". Per di piu', osserva, "con la Lega c'e' gia' un'alleanza sul territorio, dove governiamo insieme". Detto questo, "non c'e' nessuna fretta, oggi riallacciamo un dialogo che si basa su cose concrete. Salvini e Berlusconi si sono sentiti e questo e' un inizio". E' per fare le cose con calma anche il segretario del Carroccio: "Nessuno di noi faccia passi affrettati, no a forzature, poi chi vivra' vedra'". Il terzo incomodo, Alfano, e' il benvenuto, garantisce Romani, ma sia chiaro che la nuova coalizione non deve essere "una semplice addizione di nomi". Anche su questo concorda Salvini: "Diciamo no a una sommatoria di sigle a a una alleanza 'contro' qualcuno, perche' non funziona chiedere il voto contro qualcuno, lo abbiamo visto ora con Grillo". "Oggi iniziamo - ha quindi spiegato Romani - un percorso di quel rassemblamant del centrodestra che ha un appuntamento con le prossime elezioni politiche, senza riproporre vecchi schemi e progetti". Certo, ammette il forzista, "con la Lega ci sono alcune distanze, ad esempio sull'euro". Cosa che non preoccupa Salvini: "Il centrodestra vince quando fa il centrodestra, nessuno deve snaturare il suo essere, poi ci si puo' sedere con il Ppe e fare accordi con Le Pen". Insomma, "comincia un percorso? Speriamo, non do' consigli a Forza Italia a cui faccio gli auguri perche' noi di riunioni tempestose - dice Salvini riferendosi al comitato di presidenza di ieri - ne abbiamo fatte molte, ma dopo la tempesta viene il sole". L'importante per il segretario del Carroccio "e' arrivare tra un anno alle elezioni regionali con i referendum e un centrodestra che se la gioca per vincere, chi se ne frega delle primarie di coalizione, facciamo un progetto vero senza forzature". Salvini, del resto, garantisce che la Lega non detta nessuna "conditio sine qua non a Forza Italia". La quale, assicura dal suo canto Toti, non ha nessun imbarazzo a dialogare con la Lega che stringe accordi con Le Pen, "pienamente legittimata dal voto. Cio' che ci unisce alla Lega e' la comune criticita' verso questa Europa che, cosi' come e', e' destinata al fallimento". Fatto sta che Berlusconi - un po' per alcuni mugugni nel partito, un po' per evitare di 'mettere la faccia' sulle firme ai referendum che lui stesso non puo' firmare, non godendo piu' del diritto di elettorato passivo e attivo a seguito della condanna definitiva nel processo Mediaset, si defila e manda avanti i 'colonnelli'. Del resto, viene spiegato, l'ex premier per primo sa che i malumori interni a Forza Italia sono destinati a crescere, e a poco e' servito l'altola' lanciato ieri sulla sua leadership. La partita sulla successione alla guida del partito e sulla linea politica futura e' solo iniziata e si consumera' sul terreno dello scontro tra chi vuole le primarie a tutti i livelli e chi i congressi. Passando anche per le alleanze, e quella con la Lega vicina a Le Pen imbarazza piu' di un forzista (basta ad esempio leggere le dichiarazioni di Sisto, che poi ha corretto il tiro, e di Galati). .
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Riforme: Calderoli, o c'e' accordo o da Lega 3550 emendamenti

Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - Sono 3550 gli emendamenti messi a punto dalla Lega sul ddl di riforma Costituzionale all'esame del Senato. In assenza di un accordo, verranno presentati non dal relatore, Roberto Calderoli, esponente di spicco del Carroccio, ma dal gruppo. Ma "siamo pronti - spiega all'Agi lo stesso Calderoli - a non depositare alcun emendamento, tranne quelli sottoscritti dai due relatori, se si portera' avanti una buona riforma e il governo sara' disposto ad ascoltare il Parlamento".
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