Notizie
Electrolux, vertenza conclusa. Nessun licenziamento o esubero
Per la Guidi è stato fatto un buon lavoro. Poletti: "la misura è stata possibile anche grazie all'approvazione del decreto lavoro".
{div class:article-banner-left}{/div}
E' terminata positivamente la vertenza Electrolux che si è conclusa, dopo la l'accordo raggiunto tra sindacati ed azienda, con la firma del governo. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha siglato a palazzo Chigi infatti l'accordo raggiunto sulla vertenza che vede protagonisti oltre mille dipendenti. Dopo il premier, hanno firmato l'intesa il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, i presidenti delle Regioni interessate e i rappresentanti di sindacati e azienda.
"Tra settembre e ottobre Electrolux indicava 1700 lavoratori in più, quasi una chiusura per Porcia. Siamo arrivati ad un accordo significativo e importante e grazie ad un nuovo approccio delle relazioni industriali moderno si preservano tutti i posti lavoro: nessun licenziamento e nessun esubero". Così ha commentato proprio il ministro allo Sviluppo economica, Federica Guidi, sulla vertenza. Guidi ha sottolineato anche che i due terzi degli investimenti previsti dall'azienda, 150 milioni, sono destinati all'innovazione. Per lei è un "modello delle relazioni industriali", anche se "sarò comunque ancora più contenta quando firmeremo per porre le prime pietre di nuovi stabilimenti".
"Abbiamo la fortuna che è stato approvato il decreto lavoro, qui è contenuta una norma che prevede il rifinanziamento della decontribuzione dei contratti di solidarietà. Abbiamo la copertura ed è innalzata dal 25 al 30%", dice invece il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, durante la conferenza stampa su Electrolux. "Abbiamo avuto la possibilità di usare strumenti come gli ammortizzatori, affinchè possano diventare un aiuto ad un percorso di una nuova solidarietà. Questa è una buona via, perchè è la condivisione di un sacrificio che serve per trovare punto di equilibrio. Poletti ha aggiunto che la "decontribuzione si può usare quando c'è un piano industriale serio e una volontà di mantenimento dell'occupazione e ci sono investimenti. E' una discussione difficile che poteva prendere diverse strade - ha concluso - ma a smentita dell'idea che ogni ministero tende a occuparsi dei fatti suoi, nel caso specifico palazzo Chigi, il ministero dello Sviluppo e del Lavoro hanno lavorato in armonia insieme".
Affitti in nero, niente sfratti sino al 2015
Il testo uscito dal Senato conferma la scure sugli abusivi, l'estensione della cedolare secca al 10% anche per i Comuni colpiti da calamità. Per gli affitti in nero non ci sarà lo sfratto sino a fine 2015.
{div class:article-banner-left}{/div}
Sarà finalmente reintrodotto il tetto a 10.000 euro per il bonus mobili anche per gli acquisti del 2014 e il diritto alla cedolare secca al 10% per i contratti a canone concordato anche nei comuni colpiti da calamità naturali. Sono queste le novità del decreto casa che è stato approvato dal Senato ed ora approda alla Camera dei Deputati per la conversione definitiva in legge. Passaggio che deve avvenire entro il 27 Maggio pena la decadenza del decreto.
Bonus mobili - Alla fine il governo è riuscito ad introdurre la modifica al bonus mobili dopo il buco nell'acqua della legge di stabilità e del decreto salva roma ter. Per il bonus mobili non ci sarà più il vincolo legato all'importo dei lavori effettuati. Anche per il 2014 sarà quindi possibile effettuare acquisti per un importo fino a 10.000 euro per immobile, a prescindere da quanta è stata la spesa per i lavori di ristrutturazione.
Affitti - Il decreto prevede il taglio della cedolare secca al 10% in caso di contratto di locazione a canone concordato per gli anni dal 2014 al 2017. L'agevolazione, che riguarda i comuni ad alta tensione abitativa, è stata estesa anche a quelli che hanno subito calamità naturali. Servirà però un decreto ministeriale per determinare ed ampliare l'elenco dei comuni per i quali diventa possibile usufruire della tassazione ridotta. Ampliati anche i fondi a sostegno delle morosità incolpevoli, per limitare gli sfratti per morosità. Sconti fiscali anche per le società proprietarie di immobili destinati ad alloggi sociali, che potranno offrire agli inquilini nuovi contratti di affitto con riscatto a condizioni agevolate.
Sconto Irpef non esteso a tutti gli inquilini. Confermato per i soli inquilini degli alloggi sociali lo sconto Irpef maggiorato. La detrazione 900 euro per chi ha un reddito fino a 15.493 euro, e di 450 euro per chi ha un reddito fino a 30.987 euro, non è stata estesa in quanto non è stata trovata la copertura per riconoscerla anche agli inquilini a basso reddito di immobili privati.
Affitti in nero: stop agli sfratti - Confermata anche l'introduzione della sanatoria sino al 2015 per per gli inquilini che avevano registrato i contratti in nero e ottenuto il maxisconto sul canone, come previsto dalle norme in vigore dal 2011 dichiarate incostituzionali con la sentenza della Consulta 50/2014. Con un emendamento, infatti, sono stati fatti salvi gli effetti della riduzione del canone ad un importo pari a tre volte la rendita catastale, fino al 31 dicembre 2015, per tutti i contratti registrati in base alle disposizioni precedentemente in vigore.
Abusivi, misure confermate - Il testo uscito dal Senato conferma la scure sulle occupazioni abusive. Il testo del decreto rende impossibile ottenere la residenza in questa situazioni e inoltre è stato dato il via libera all'emendamento che vieta gli allacci delle utenze a chi occupa gli alloggi abusivamente. Le nuove norme obbligano infatti i fornitori a verificare se i richiedenti hanno diritto all'allaccio prima di garantire i servizi, rendendo automaticamente nulli i contratti per i quali è impossibile ottenere la documentazione che attesti il possesso dell'appartamento o la presenza di un regolare contratto. Infine chi occupa gli alloggi abusivamente viene escluso, per cinque anni, dalla possibilità di accedere alle liste per l'assegnazione delle case popolari.
Berlusconi, sono come il Papa, e anche piu' giovane...
Berlusconi, Bergoglio fa il Papa come l'avrei fatto io...
Decreto Casa, il bonus mobili torna libero. Sanatoria per gli affitti in nero
Negli emendamenti approvati al decreto casa, torna il bonus "mobili libero", svincolato cioè dalle spese di ristrutturazione. Arriva anche la sanatoria per gli inquilini contro gli affitti in nero.
{div class:article-banner-left}{/div}
Il " Decreto Casa " è stato approvato in Senato con 133 voti a favore e 99 contrari. Alla fine nel testo torna il bonus mobili «libero», assegnato cioè a prescindere dal valore della ristrutturazione a cui è collegato. La detrazione del 55% sugli acquisti di arredi perde quindi il tetto di spesa legato a quanto si è pagato per i lavori di recupero edilizio; resta solo il tetto di spesa a 10mila euro. Nel testo si allarga anche la cedolare secca ai Comuni che sono stati coinvolti in stati di emergenza negli ultimi cinque anni, con la promessa che entro un mese sarà pronto un nuovo elenco Cipe con i Centri ad alta intensità abitativa in cui si possono scrivere contratti di locazione a canone concordato.
Tra gli emendamenti approvati c'è anche la tanto attesa sanatoria dei canoni ridotti degli inquilini che hanno denunciato i proprietari per gli affitti in nero e hanno sfruttato i grossi sconti offerti dalla norma eliminata dalla sentenza 50/2014 della Corte Costituzionale: gli «effetti prodotti» da quella regola vengono «fatti salvi fino al 31 dicembre 2015».
Sempre sugli affitti, il Decreto prevede che il Fondo Nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e alla «morosità incolpevole», servirà anche a rinegoziare i canoni esistenti attraverso agenzie per l'affitto e ad aiutare anche chi è colpito da sfratto per finita locazione e non solo per morosità. E per liberare le Case Popolari dagli abusivi il decreto, che già nella sua versione originaria attualmente in vigore prevedeva diverse norme, prevede il divieto di ottenere gli allacci di acqua - luce e gas a chi occuperà abusivamente una casa anche se vuota e, il divieto per almeno cinque anni di iscriversi nella lista per le aggiudicazioni delle case popolari.
Alcune novità anche per il riscatto delle case ex Iacp. Il riscatto non sarà ammesso prima dei sette anni di locazione, sarà limitato solo a chi non possiede altro alloggio idoneo alla famiglia e non si potrà rivendere la casa prima di altri cinque anni. Inoltre, alloggi di housing sociale sono considerati tali anche quando vengono locati (oltre che a famiglie in stato di disagio sociale) a donne ospiti di centri anti violenza.
Non c'è invece l'Imu al 4% sulle case affittate ad affitto calmierato, richiesta dal Ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi e la proroga dell'acconto Tasi. Sullo slittamento in avanti (al 16 dicembre o al 16 Settembre) dell'acconto Tasi in scadenza il 16 giugno, il Ministero ha solo preso tempo e ha annunciato l'arrivo di una circolare per provare a sciogliere i nodi che accompagnano il debutto del Tributo. Ma sul fronte della Tasi la partita non è ancora chiusa.
Altro...
Renzi, niente manovra correttivaBonus 80 euro sara' per sempre
- Roma, 16 mag. - "Escludo una manovra correttiva". Lo ha detto il premier, Matteo Renzi, intervenendo alla trasmissione radiofonica '24Mattino' su Radio 24. Lo puo' dare per certo, chiede il giornalista "assolutamente si'" sottolinea il presidente del Consiglio. "La manovra si e' fatta, ma per tagliare le tasse - ha aggiunto Renzi -. Ho sentito dire che il provvedimento sugli 80 euro e' niente, forse per chi guadagna molti soldi e' cosi'. Per me e' una misura di giustizia sociale. E' il primo taglio delle tasse di questo Paese". Renzi ha spiegato che il bonus degli 80 euro "restera' per sempre".
Affrontando piu' in generale il tema dello stato dell'economia Renzi ha sottolineato il suo ottimismo. "Non e' ottimismo stupido - ha spiegato - ma che fa i conti con la realta': non diciamo che la crisi sia finita ma i segnali della ripresa sono importanti". Commentando poi i dati sul Pil diffusi ieri dal'Istat Renzi ha infine affermato: "Abbiamo dati sostanzialmente uguali a quelli di Francia e Germania. Si deve accelerare sulle cose necessarie per il rilancio".
Il premier ha spiegato che il prossimo anno, nella legge di stabilita', ci sara' l'allargamento a partite Iva, incapienti e pensionati dei benefici del taglio delle tasse. Renzi che si e' detto dispiaciuto di non essere riuscito a farlo con la manovra sugli 80 euro. "Se avessi voluto fare il segretario della Cgil, avrei fatto le primarie li'. Ah no, li' non si possono fare". Con questa battuta il premier ha affrontato anche il tema del rapporto tra governo e sindacati. Il presidente del Consiglio ha poi detto: "Non ce l'ho con il sindacato, ma vorrei che facesse sempre il sindacato, perche' quando lo fa da' una mano al Paese. Il problema e' quando pretende di fare politica o peggio ancora si occupa di formazione professionale o di business collaterali". Il Pd, ha aggiunto, "non e' il sindacato. e chi vota Pd il 25 maggio, non vota per la Cgil". .
Renzi, Pil? escludo una manovra correttiva
Statali, la Madia ripropone l'opzione donna
Per il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia potranno essere varate regole di pensionamento piu' agevoli per gli statali, fino ad un anno, per favorire la staffetta generazionale. Pronta anche un'estensione dello sperimentale donna.
{div class:article-banner-left}{/div}
La riforma della Pubblica amministrazione si arricchisce di nuovi dettagli in vista del via libera che arriverà non prima di metà giugno. Ieri, a sorpresa, il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, ha indicato ufficialmente il programma di prepensionamento per i lavoratori del pubblico impiego. Oltre a quelli già previsti dal decreto sulla spending review (Dl 95/2012) che consente ai dipendenti in soprannumero nelle pubbliche amministrazioni di essere collocati a riposo con le vecchie regole sino al 2016. Insomma ci saranno novità rispetto alle norme attuali per il prepensionamento degli statali (regolate dalla circolare della Funzione Pubblica 4/2014) rese note qualche giorno fa dal dicastero della Madia.
Il meccanismo allo studio, "se ce ne sarà la necessità", ha detto la Madia in audizione alla Camera, prevede «brevi anticipazioni» rispetto ai requisiti della legge Fornero: "sei mesi al massimo un anno", una riforma che dovrebbe favorire la staffetta generazionale, l'uscita di personale anziano per fare posto ai giovani. Sul fronte pensioni la Madia rilancia anche una proroga per la cosiddetta «opzione donna», la possibilità per le lavoratrici che scelgono di vedersi calcolata la pensione con il metodo interamente contributivo di lasciare il lavoro con 57 anni e 3 mesi di età ed almeno 35 di contributi a condizione però che optino per la liquidazione del trattamento con il metodo contributivo, un sistema che decurta significativamente l'importo dell'assegno pensionistico. Istituto che è in scadenza nel 2015.
Confermata anche l'abrogazione del trattenimento in servizio, ossia la possibilità di rimanere al lavoro per i due anni successivi quando si sono maturati i requisiti pensionistici, misura che da sola liberebbe oltre 10 mila posti nel settore pubblico.
La Ragioneria dello Stato stima in 70-80 mila i pubblici dipendenti che saranno interessati dalle misure anche se molto dipenderà da come saranno formulate le norme. Di certo prima del 13 giugno prossimo, giorno indicato per l'approvazione in Consiglio dei ministri dei provvedimenti sul pubblico impiego, non si saprà nulla di definitivo. La Madia incontrerà i sindacati per spiegare i punti salienti della Riforma e cercare di sciogliere i nodi piu' delicati. A partire dalla mobilità che dovrà essere "intercompartimentale" (cioè i dipendenti potranno essere spostati dai Comuni alle Regioni o viceversa) e dal tema dei dirigenti che vedranno l'introduzione del ruolo unico, la licenziabilità e la parte variabile della retribuzione legata alla funzione e all'andamento dell'economia del Bel Paese.
Prima notte in cella per Genovese. Il deputato Pd e' in carcere a Messina
Pensioni, Damiano: risolvere subito il problema dei quota 96 della scuola
Torna sul problema dei quota 96 della scuola l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano che dal suo blog lancia l'appello al governo Renzi, alla vigilia dell'appuntamento elettorale del 25 Maggio, per una pronta soluzione della vicenda che vede protagonisti circa 4 mila docenti e personale Ata della scuola. "Ci rivolgiamo al Premier Matteo Renzi affinché vengano affrontati urgentemente alcuni problemi sociali non più rinviabili.
{div class:article-banner-left}{/div}
Tra questi, vogliamo segnalare il tema di ‘quota 96′ per gli insegnanti. E’ necessario porre rimedio ad un errore compiuto dalla ‘riforma’ Fornero delle pensioni, che non ha considerato il fatto che il ciclo scolastico (primo settembre 31 agosto) non coincide con quello solare" ha detto Damiano.
Questa ‘disattenzione’ ha causato un’ingiustizia ed impedito a molti insegnanti di poter andare in pensione. Questo argomento è già stato oggetto di una risoluzione delle Commissioni Bilancio e Lavoro, sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari e della risoluzione con la quale la Camera il 17 aprile ha approvato il Def 2014.
Il Governo si è impegnato, in quella occasione, alla soluzione dei problemi previdenziali del settore scuola oltre a quello degli ‘esodati”. La platea del settore scuola ammonta a poco più di 4mila unità, con un onere stimato dall’INPS di circa 35 milioni di euro per il 2014, 106 per il 2015, 107 milioni di euro per il 2016, 108 milioni di euro per l’anno 2017 e 72 milioni di euro per l’anno 2018. Una copertura Finanziaria non eccessiva che risolverebbe una situazione assurda e che consentirebbe di aprire le porte della scuola a 4mila giovani insegnanti.