Lavoro
Pensioni, per la Cgil serve maggiore flessibilità in uscita
La Camusso chiede con urgenza a Cisl e Uil di aprire una vertenza per assicurare una pensione ai giovani, rivalutare quelle attuali e introdurre un’uscita flessibile.
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Da Rimini, aprendo il XVII Congresso della Cgil, Susanna Camusso attacca Renzi e lo accusa di attuare "una logica dell’autosufficienza della politica" che "sta determinando una torsione democratica verso la governabilità a scapito della partecipazione". C'è una forte "insofferenza verso la concertazione — spiega la Camusso — e la mancanza di equilibrio dei poteri nella nuova legge elettorale e nella riforma costituzionale".
La segretaria boccia poi il decreto Lavoro: "Aumenta la precarietà, mentre noi vorremmo discutere di stabilità. Si faccia davvero un contratto unico a tutele crescenti, si semplifichino tutte le altre forme, lasciandone in piedi 3: contratto a termine causale, somministrazione, apprendistato. E un lavoro autonomo autentico, di cui vanno definiti i diritti universali, a partire dalla maternità". E lancia però la sua proposta al governo Renzi: un programma di quattro punti "come i lati del quadrato rosso Cgil". Prima di tutto la Cgil chiede l'unificazione della cassa ordinaria e straordinaria, per estenderle a tutti i settori e dimensioni di impresa. "Va superata la cassa in deroga, ma utilizzando l’intervento pubblico per i contributi figurativi e un’indennità di disoccupazione che copra anche gli atipici" ha detto il leader Camusso.
L’altro lato del quadrato è quello delle pensioni: Susanna Camusso chiede "a Cisl e Uil di aprire una vertenza per assicurare una pensione ai giovani, rivalutare quelle attuali e introdurre un’uscita flessibile". Nessun dettaglio ulteriore, ma forse è utile ricordare che la Cgil in passato si era espressa a favore dell’ipotesi emersa durante l’ultimo governo Prodi, quando si parlava di garantire ai lavoratori almeno il 60% della retribuzione media percepita. Gli attuali coefficienti assicurano molto meno, pensioni praticamente da fame per i giovani.
Il terzo punto riguarda il fisco. La Cgil torna a proporre la patrimoniale, ovvero una tassazione dei ricchi; chiede che la restituzione avviata con gli 80 euro sia estesa a pensionati e incapienti; sostiene il ripristino del reato di falso in bilancio, l'unificazione delle banche dati e l'abbassamento della soglia di tracciabilità del contante a 300 euro.
Infine, il quarto lato del quadrato rosso è contro lo sfruttamento del lavoro precario. Maggiore tutela di chi lavora in appalto, cancellando l’articolo 8. Completare la legislazione contro il caporalato. Riordinare il mondo delle cooperative: un attacco frontale inedito nella storia della Cgil. "Ci indigniamo — dice Camusso — quando si usano appalti alla qualunque, si disdettano gli accordi come una qualsiasi multinazionale, se la presenza del ’socio’ lavoratore è solo un pretesto per non applicare i contratti. Si pubblichino i regolamenti, si applichino i contratti".
Contratti a termine, per la ricerca no al vincolo dei 36 mesi
Ha retto l'accordo di maggioranza e la Commissione Lavoro del Senato per accogliere le richieste di modifica al testo del disegno di legge di conversione al Decreto Lavoro uscito dalla Camera. Sottosegretario Luigi Bobba, dopo l'intesa siglata tra Pd, Ncd e Sc.
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Sanzione monetaria e non più l'obbligo di assunzione del lavoratore per le aziende che superano il tetto del 20% dei contratti a termine. Lo prevede un emendamento del governo al decreto Lavoro approvato in Commissione al Senato e che è approdato ieri in Aula. La proposta di modifica fa parte degli otto emendamenti frutto dell'accordo tra Pd, Nuovo centrodestra e Scelta civica.
Salta quindi l'obbligo di stabilizzazione per le aziende che sforano il tetto del 20% di utilizzo dei contratti a termine, e si pagherà una sanzione pecuniaria che oscilla dal 20% al 50% della retribuzione del lavoratore. Il nuovo limite del 20% non interesserà inoltre i contratti a tempo stipulati tra enti di ricerca sia pubblici che privati e «lavoratori chiamati a svolgere in via esclusiva attività di ricerca scientifica o tecnologica, di assistenza tecnica o di coordinamento e direzione della stessa». Si precisa anche che i rapporti a termine che abbiano ad oggetto «in via esclusiva» lo svolgimento di attività di ricerca scientifica possono superare i 36 mesi massimi facendo in modo di legare la durata del contratto a quella del progetto di ricerca a cui si riferisce.
Il testo che ora dovrà essere approvato dall'Aula del Senato conferma il ripristino dell'apprendistato, anche a tempo determinato, per lo svolgimento delle attività stagionali, reintroduce la quota obbligatoria di stabilizzazione di apprendisti, pari al 20%, ma solo per le aziende con oltre 50 dipendenti; ed attribuisce un ruolo sussidiario delle imprese nella formazione. Approvato anche un emendamento del M5S che dedica una particolare attenzione per gli istituti professionali per favorire il percorso di inserimento nel lavoro nell'ambito del sistema duale (di alternanza scuola-lavoro).
Esuberi PA, Renzi vuole abrogare il trattenimento in servizio
Il Premier Renzi annuncia la volontà di abrogare l'Istituto del trattenimento in Servizio ma assicura: "nessun dipendente pubblico verrà licenziato".
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Il Premier Matteo Renzi prova a rassicurare gli Statali precisando che nessuno verrà licenziato. Gli 85 mila esuberi indicati dal Commissario alla spending review Carlo Cottarelli, ha spiegato il Premier, sono solo "teorici"; ma dato che dalla Riforma della Pubblica Amministrazione il Premier vuole ottenere almeno 3 miliardi di euro di risparmi indispensabili a tenere fede alle indicazioni contenute nel Documento di Economia e Finanza, bisognerà ridisegnare alcune voci di spesa per il Pubblico Impiego. Necessariamente anche se il piu' soft possibile.
Ecco perchè il Premier vuole procedere prima di tutto con l'abolizione del trattenimento in servizio, un Istituto che oggi permette ai dipendenti pubblici che hanno maturato i requisiti per andare in pensione, di restare al lavoro per altri ventiquattro mesi in deroga alla disciplina generale. Eliminando questa possibilità, i pensionati pubblici aumenterebbero di circa 20 mila unità all'anno alleggerendo le fila degli impiegati.
Ancora non chiara l'intenzione del Governo su un'accelerazione dei prepensionamenti. Colpa delle elezioni europee il premier prende tempo e rimanda tutto a giugno. Possibile in questo campo aspettarsi una estensione della normativa attualmente già in vigore (contenuta nel DL 95/2012), infatti nelle settimane scorse il Ministero della Funzione Pubblica ha chiesto alIa Ragioneria dello Stato, delle simulazioni puntuali su quanti sono i dipendenti pubblici che entro il 2018 matureranno i requisiti per la pensione. Si tratterebbe di una platea di oltre 200 mila persone che potrebbero essere interessate da scivoli e prepensionamenti.
L'ipotesi piu' plausibile per gestire questa seconda fase di esuberi è quella dell'esonero dal servizio; che consiste per i lavoratori vicini alla pensione (per esempio per coloro a cui manca un solo anno di lavoro e che ricoprono posizioni in esubero), nella possibilità di uscire dal lavoro con uno stipendio ridotto, magari dando la disponibilità a lavorare part time anche solo poche ore a settimana, in strutture pubbliche che viceversa hanno carenze di personale. I prepensionamenti potrebbero essere occasione per svecchiare la Pubblica Amministrazione con il meccanismo della "staffetta generazionale".
Piu' chiare le intenzioni del Governo sulla dirigenza pubblica. Gli stipendi verranno ridotti nella parte che riguarda le retribuzioni di risultato: non aumenteranno piu' insieme all'indennità di posizione. Ci sarà poi il ruolo unico, la mobilità e la licenziabilità.
Disoccupati è boom in Italia. Negli Usa il tasso è al minimo
Scende il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti ad aprile e si assesta al 6,3%, ai minimi dal settembre 2008, all'epoca del fallimento di Lehman Brothers e prima dell’elezione del presidente americano Barack Obama.
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Sono questi i dati americani sul mercato del lavoro. Dati molto diversi rispetto a quelli dell’Ue. Secondo Eurostat infatti, nei 18 Paesi dell’Eurozona la disoccupazione si è attestata a marzo all’11,8%, lo stesso tasso medio registrato dallo scorso dicembre ma in diminuzione rispetto al 12% del marzo 2013.
Gli incrementi maggiori del tasso di disoccupazione fra i paesi Ue si registrano a Cipro (dal 14,8 al 17,4%), nei Paesi Bassi (dal 6,4 al 7,2%) e in Italia (dal 12 al 12,7%). Nell’Eurozona, inoltre, i giovani (under 25) senza lavoro erano a marzo il 23,7%, in Italia il 42,7% rispetto al 42,8 di febbraio. Un primo timido segnale di inversione di tendenza. I paesi con più disoccupati si confermano essere Grecia (26,7%, dato di gennaio) e Spagna (25,3%), mentre fra gli altri principali paesi europei la Francia registra un tasso del 10,4%, il Regno Unito del 6,8% e la Germania del 5,1%.
Contratti a termine, solo una multa per chi sfora il tetto del 20%
Si va verso l'introduzione di una sanzione pecuniaria per le imprese che non rispetteranno la soglia del 20% dei contratti precari (sul complesso di quelli a tempo indeterminato), piuttosto che l'inserimento dell'obbligo di assunzione stabile della «quota eccedente» di lavoratori. E torna di nuovo l'altolà alla formazione obbligatoria per apprendisti, erogata dalle regioni, anche perché «il governo sta esaminando la norma, in relazione alla sua correttezza rispetto alla disciplina europea».
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Sono questi i capitoli che saranno al centro dell'esame del Senato, alla Commissione lavoro, punti sui quali secondo il relatore Pietro Ichino (Sc), «su cui c'è l'accordo di maggioranza per la presentazione e l'approvazione di proposte di modifica», insieme a una probabile esenzione dal «tetto» del 20% dei contratti a termine gli enti di ricerca, per la quale l'esecutivo sta cercando una formulazione da inserire nel testo.
E se l'allentamento dei vincoli per le aziende in tema di assunzioni vede in prima linea il Ncd del presidente dell'organismo parlamentare, Maurizio Sacconi, la capogruppo del Pd Annamaria Parente riferisce che i tecnici di palazzo Chigi «stanno valutando il tema dell'offerta formativa pubblica per l'apprendistato», così come introdotta dai deputati in prima lettura, ossia prevedendo che le regioni debbano informare «entro 45 giorni dalla comunicazione di instaurazione del rapporto, le modalità per usufruire» del percorso di apprendimento, ma se ciò non avverrà, le imprese non avranno ulteriori oneri; al tal proposito, Ichino solleva la necessità di verificare la compatibilità con le norme Ue sullo specifico aspetto della «clausola di esclusione» dall'obbligo, nel caso in cui le amministrazioni non diano notizia sulle modalità per fruire dell'iter per l'acquisizione delle competenze.
Garanzia giovani, al via il piano per un milione di disoccupati
Il Piano Italiano prevede un sistema universale di informazione e orientamento a cui il giovane accede registrandosi attraverso vari punti di contatto fino al 31 dicembre 2015.
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Dal 1° maggio p.v., parte il "Piano Nazionale Garanzia Giovani" per garantire ai giovani tra i 15 ed i 29 anni, disoccupati o Neet (né occupati - né studenti - né coinvolti in attività di formazione) un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi - apprendistato - tirocinio - altra misura di formazione o inserimento nel servizio civile (Comunicato del Ministero del lavoro 29 aprile 2014).
La platea potenziale è di un milione di giovani, come detto nei giorni scorsi dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti.
I destinatari - Il programma Europeo si rivolge ai ragazzi tra i 15 e i 24 anni (in Italia il Governo ha deciso di estenderlo fino ai 29 anni), interessa i disoccupati o Neet (coloro che non studiano - non lavorano e non si formano); in Italia, secondo gli ultimi dati disponibili e relativi al 2012, i Neet tra i 15 e i 29 anni sono 2,250 milioni.
Il Piano riguarda tutto il Territorio Nazionale, ad eccezione della Provincia di Bolzano, l'unica che presenta un tasso di disoccupazione giovanile inferiore al 25%; a livello Nazionale questo tasso ha superato il 42%.
Il Piano Italiano prevede un sistema universale di informazione e orientamento a cui il giovane accede registrandosi attraverso vari punti di contatto fino al 31 dicembre 2015: 1) Il Sito www.garanziaperigiovani.it (in fase di realizzazione); 2) Il Portale Cliclavoro; 3) I Portali Regionali; 4) I Servizi per l'Impiego e altri servizi competenti; 5) Sportelli ad hoc che saranno aperti presso gli Istituti di Istruzione e Formazione.
Nella fase di informazione e comunicazione saranno coinvolte varie Istituzioni o Associazioni tra cui: Camere di Commercio - Associazioni Sindacali e Datoriali - Associazioni Giovanili e del Terzo Settore.
Le Modalità - Dopo la Registrazione e un primo colloquio nella fase di accoglienza, al giovane verrà indicato un percorso di orientamento individuale destinato a definire un progetto personalizzato di formazione o lavorativo/professionale. In sintesi, s'intende rendere sistematiche le attività di orientamento al lavoro anche con il mondo dell'educazione (Istituti Scolastici, Istruzione e Formazione Professionale ed Università).
Una volta iscritti i giovani potranno quindi scegliere la Regione in cui vogliono lavorare, che "prenderà in carico" la persona attraverso i Servizi per l'impiego o le Agenzie private accreditate. Ai giovani sarà offerta l'opportunità di un colloquio specializzato da parte di orientatori qualificati che li prepareranno all'ingresso nel mercato del lavoro con percorsi di costruzione del curriculum e di autovalutazione delle esperienze e delle competenze. In base a profilo e disponibilità territoriali, stipuleranno con gli operatori competenti un "Patto di servizio" ed, entro i quattro mesi successivi, riceveranno un'opportunità.
Ai giovani che presenteranno i requisiti verrà offerto un finanziamento diretto (bonus, voucher, ecc.) per accedere ad una gamma di possibili percorsi, tra cui: l'inserimento in un contratto di lavoro dipendente, l'avvio di un contratto di apprendistato o di un'esperienza di tirocinio, l'impegno nel servizio civile, la formazione specifica professionalizzante e l'accompagnamento nell'avvio di una iniziativa imprenditoriale o di lavoro autonomo.