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Redazione

Ue: Renzi incassa sostegno Merkel, domani apre partita nomine

Mercoledì, 25 Giugno 2014
- Bruxelles, 25 giu. - Si prepara a partire per Bruxelles con un endorsement che sa di vittoria nel carniere e con un 'metodo', su cui ha apposto per primo la firma, che sembra poter dare i suoi frutti. Matteo Renzi, dice chi ha avuto modo di incontrarlo nelle scorse ore, appare ottimista sul risultato del vertice europeo, soprattutto dopo che la cancelliera tedesca Angela Merkel lo ha, di fatto, citato sottolineando che il patto di stabilita' va interpretato con flessibilita' e che oggi le priorita' sono il lavoro, con quello giovanile in testa, e la crescita economica in tutta l'Eurozona. Parole che la dicono lunga sulla sintonia che si e' instaurata tra i due capi di governo all'indomani del Consiglio del 4 e 5 giugno, quando lo stesso Renzi propose di elaborare un documento con i principi ispiratori e gli obiettivi che 'l'Europa che verra'' dovra' darsi. Una sorta di 'manifesto' per il futuro che si e' concretizzato con il documento di Herman Van Rompuy. Documento che sembra prevedere, per il momento, anche un sistema premiale per gli stati membri impegnati seriamente nelle riforme. E' qui che la cavalcata del governo italiano sulla riorganizzazione delle istituzioni, del fisco, della pubblica amministrazione e della giustizia si incrocia con lo sforzo di Renzi in Europa. Come rilevato anche dal premier, ieri in Senato, nemmeno la Germania ce l'avrebbe fatta ad uscire rafforzata dalla crisi se non avesse presentato, in occasione del suo semestre di presidenza europea, un pacchetto organico di riforme grazie al quale chiedere ed ottenere flessibilita' sul rispetto del tetto del tre per cento fra deficit e Pil. Renzi pensa di fare anche meglio: "Rispetteremo il tetto del tre per cento", ha detto, "ma le regole prevedono ed impongono un aiuto nello sforzo per le riforme". Aiuto che arrivera', almeno a sentire Frau Merkel e il suo vice Sigmar Gabriel, e nonostante le posizioni ben piu' rigide del presidente della Bundesbank, Jens Weidman, e del ministro dell'Economia tedesco Wofgang Schauble che solo ieri avevano accostato a una specie di calamita' la sola ipotesi di interpretare in maniera non rigorosa il patto. E non e' l'unica presa di posizione della cancelliera sullo scacchiere europeo. "Non sarebbe infatti un dramma se Juncker non fosse scelto come Presidente della Commissione all'unanimita' ma a maggioranza". Parole che suonano come un avvertimento ai britannici, che vedono come fumo negli occhi l'elezione del leader popolare, e preparano probabilmente qualche mossa a sorpresa perche' la loro opposizione non rimanga lettera morta, ma anche l'indicazione a far presto, a non tirare la trattativa per le lunghe rischiando di restituire ossigeno agli euro scettici, dopo la loro sconfitta alle elezioni europee. D'altra parte il Trattato di Lisbona, lo ha ricordato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante l'incontro con i capigruppo europei, parla chiaro: "Non e' male ricordare che nella lettera dell'articolo 17 del Trattato si dice qualcosa di molto importante per cio' che concerne la proposta che il Consiglio europeo deve sottoporre al Parlamento per la nomina del Presidente della Commissione, 'tenendo conto delle elezioni'". Ma nel trattato, ha detto ancora il presidente, "si dice qualcosa che dovremmo tener presente in una prospettiva di ulteriore sviluppo democratico all'interno dell'Unione: il fatto cioe' che i membri che il Consiglio europeo deve comporre in una lista per la Commissione europea non sono rappresentanti dei governi nazionali". E Jean-Claude Juncker e' il leader della forza europea piu' votata lo scorso 25 maggio, in una tornata elettorale, per altro, che per la prima volta esprimeva i nomi dei candidati alla presidenza della Commissione di fianco al simbolo. Ma il Capo dello Stato ha ricordato anche un altro passaggio del Trattato e cioe' che "i membri che il Consiglio europeo deve comporre in una lista per la Commissione europea non sono rappresentanti dei governi nazionali". Non c'e', quindi, un limite imposto dalla nazionalita' ai rappresentanti delle alte istituzioni europee. La presenza di Mario Draghi alla Bce, per fare solo un esempio, non sarebbe ostativa alla nomina di un altro italiano. E fortemente in corsa per la delega della Politica Estera e di Sicurezza Comune c'e' il ministro italiano Federica Mogherini. Una nomina che metterebbe Renzi davanti alla necessita' di sostituirla. Il premier avrebbe gia' pronto un nome, probabile che si tratti di un'altra donna per non alterare il rapporto 1/1 con gli uomini all'interno della squadra di governo. I nomi in ballo sono, al momento, quelli di Marta Dassu', gia' viceministro agli esteri del governo Letta, dei sottosegretari Sandro Gozi (molto attivo nella preparazione del dossier sul semestre di presidenza europea e molto apprezzato a Bruxelles), e Benedetto Della Vedova che ha dalla sua il fatto di aver stretto un ottimo rapporto con il premier durante questi primi mesi di governo. probabilmente ci sara' da aspettare: perche' la linea che sembra prevalere a Bruxelles e' quella di nominare subito il presidente della Commissione, formalizzando solo in una fase successiva la scelta degli altri "top jobs" comunitari. .
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Nuovo 'match' Renzi-Di Maio, dopo i pizzini ci diamo del lei...

Mercoledì, 25 Giugno 2014

- Roma, 25 giu. - Replica a Luigi Di Maio e Danilo Toninelli chiamandoli scherzosamente "Ric e Gian", ma e' al primo che Matteo Renzi dedica la 'sua' attenzione per tutta la durata dell'incontro tra Pd e M5s sulla legge elettorale. Tra i due c'e' il precedente del biglietto fatto consegnare dal Capo dell'esecutivo al grillino e i cui contenuti furono rivelati proprio dal vicepresidente della Camera. Ed infatti il Capo del governo non ha dimenticato: "Dopo i pizzini abbiamo cambiato. Ci diamo del lei...", premette. Ed ecco l'affondo: "Non abbiamo paura delle preferenze. La Moretti ha preso 230mila preferenze alle europee, quanti voti ha preso il primo di M5s? Trentamila? Non lo dico per fare polemica... Quanti voti avete preso voi alle vostre primarie? Lei Di Maio? 182 voti? Noi con 182 preferenze non riusciamo a metterlo in consiglio comunale un candidato... Lo dico senza arroganza", sottolinea il presidente del Consiglio.

Video integrale dell'incontro da Renzi e i 5 Stelle

La replica dell'esponente di spicco del Movimento 5 stelle si fa attendere solo qualche secondo: "E' vero - risponde - che voi avete preso migliaia di preferenze e io 30mila. Ma voi siete un partito che una tradizione di 60 anni. Io ho preso 182 voti alle parlamentarie ma il M5s non ha mai avuto problemi di mercato di tessere". Polemica tra il Capo dell'esecutivo e il fedelissimo di Beppe Grillo anche sul tema delle alleanze e sulla necessita' di indicare prima del voto ogni intenzione di "inciuci" con altre forze politiche: "Non so - sorride il premier - se tra quelli che hanno votato per voi ci sarebbe stato lo stesso comportamento se aveste detto prima che avreste fatto l'accordo con Farage...". Di Maio rimanda subito la palla dall'altro campo: "Beh, lo scorso anno avevate detto che Bersani avrebbe fatto il presidente del consiglio, e poi...".

Il sarcasmo del premier, "5 sindaci su 8.000? Niente male"

Tra i due e' scontro anche sui cosiddetti 'impresentabili': con il Democratellum "i partiti dovrebbero pensarci 2 volte prima di mettere in lista impresentabili, nomi chiacchierati", dice Luigi Di Maio, ricordando che il Parlamento e' stato impegnato a lungo a discutere dei 'casi' di esponenti colpiti dalla richiesta di arresto, in primis di quello di un deputato del Partito democratico. "Non le consento di dirlo", lo interrompe Renzi. "Ma non e' una questione personale, presidente", risponde Di Maio. Ma Renzi non perde tempo a puntualizzare: "Questo e' un partito che quando uno dei suoi sbaglia non ha problemi a votare e dire che va in carcere".

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Telefonata Renzi-Obama su vertice Ue e nodo Ucraina

Mercoledì, 25 Giugno 2014
- Roma, 25 giu. - Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha avuto oggi una conversazione telefonica con il presidente americano Barack Obama. Al centro del colloquio i temi internazionali, alla vigilia del consiglio europeo di Bruxelles e in particolare la delicata situazione in Ucraina.
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Renzi-M5s, il sarcasmo del premier 5 sindaci su 8mila... bravi

Mercoledì, 25 Giugno 2014

- Roma, 25 giu. - Matteo Renzi incontra i parlamentari del MoVimento 5 stelle e non lesina battute al vetriolo dietro una maschera da bontempone. "So che lei e' stato votato alle primarie del suo partito. Quanto ha preso? 182 voti. Bene", a Luigi Di Maio. "Ma che fate: Ric e Gian?", dice a Di Maio e Danilo Toninelli, che gli hanno replicato in tandem sul tema della governabilita'. Poi sui sindaci eletti. Sciorina le citta' a guida M5s facendo finta di dimenticarsi quelle siciliane poi la pioggia acida: "Avete conquistato 5 sindaci... 5 su 8.000, niente male".

Video integrale dell'incontro da Renzi e i 5 Stelle

Sulla legge elettorale proposta dai pentastellati, chiamata da Grillo Democratellum, Renzi gioca col nome e, visto che viene prsentata da Danilo Toninelli, dice: "Piu' che il Toninellum sembra il Complicatellum o Grandefratellum". .

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Vertice tra Pd e M5s in streamingMatteo Renzi, mai piu' inciuci

Mercoledì, 25 Giugno 2014

- Roma, 25 giu. - E' in corso l'incontro tra Partito Democratico e il Movimento 5 stelle per un confronto sulla proposta della nuova legge elettorale. E' presente il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, "Vi chiediamo di introdurre un meccanismo 'mai piu' inciuci e mai piu' larghe intese': se ci dobbiamo mettere insieme lo diciamo prima, mentre con il Toninellum ci possiamo mettere insieme dopo". questa e' una delle richiesta, che e' anche un rilievo, di Matteo Renzi ai 5 stelle sulla legge elettorale.

Vi chiediamo di introdurre un meccanismo 'mai piu' inciuci e mai piu' larghe intese': se ci dobbiamo mettere insieme lo diciamo prima, mentre con il Toninellum ci possiamo mettere insieme dopo". Questa la seconda richiesta, che e' anche un rilievo, di Matteo Renzi ai 5 Stelle sulla legge elettorale.

"Abbiamo perso sei mesi". Lo dice Matteo Renzi, ricordando ai rappresentanti del Movimento 5 stelle, l'incontro avuto con Beppe Grillo. "Se c'e' modo di confrontarci sulla legge elettorale, ne saremo felici. Se ricordate - sottolinea il premier durante l'incontro con i rappresentanti del M5s sulla legge elettorale - questo e' stato per noi un proposito fin dal primo giorno. Il 15 dicembre a Milano abbiamo lanciato la proposta con l'hashtag 'sorpresina'. La reazione di allora fu un altro hashtag, con cui Beppe Grillo liquido' la nostra proposta. Era un hashtag che non vi dico, perche' l'orario non lo consente. Se ora, dopo aver perso sei mesi, ci si puo' confrontare, siamo molto felici", conclude Renzi.

 "Siete disponibili a prendere in considerazione l'ipotesi di introdurre un elemento di ballottaggio nella legge elettorale?". Questa la domanda rivolta da Matteo Renzi, durante l'incontro Pd-M5s sulla legge elettorale, dopo aver sottolineato che la legge proposta dai grillini non garantisce la governabilita'. "Vi abbiamo preso sul serio e abbiamo studiato la legge, abbiamo fatto una simulazione sui risultati delle europee e con il vostro sistema nemmeno un partito che ha preso il 40% come il Pd ora avrebbe la garanzia di governare".

"Il nostro obiettivo e' assicurare la governabilita'". Matteo Renzi nell'incontro con i rappresentanti di M5s sulla legge elettorale indica i paletti dell'esecutivo. "Vogliamo la certezza della governabilita'", dice il premier. Per Renzi il modello del Movimento 5 stelle, "il democratellum", e' "gravemente deficitario sotto il profilo della governabilita'". "Noi pensiamo che la sera delle elezioni si debba sapere chi ha vinto e eventualmente siamo pronti a introdurre il ballottaggio, cioe' il secondo turno", osserva Renzi. "La vostra proposta di legge l'abbiamo presa molto sul serio, l'abbiamo studiata. Abbiamo fatto delle simulazioni" e studiandola si evince - spiega il premier - che "non si ottiene la maggioranza".

A mio giudizio il vostro sistema ha il rischio di essere oggetto di voto di scambio come le preferenze. Ma voi, oltre a questo, date al partito politico la possibilita' di allearsi con chi vuole il giorno dopo. Mentre il nostro sistema costringe a dire prima con chi ci si allea, con il vostro sistema si attribuisce al gruppo il potere di decidere gli alleati". Cosi' Matteo Renzi sottolinea il secondo difetto che a suo avviso ha la proposta del M5s.

"Non crediamo che voi diciate 'prendere o lasciare', perche' se no ci salutiamo e il confronto non l'avremmo fatto". E' la premessa fatta da Matteo Renzi prima del confronto con il Movimento 5 stelle sulla legge elettorale. Poi il presidente del Consiglio aggiunge: "Io sono davvero interessato a trovare un punto di intesa e a non fare polemiche tra di noi".

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