Fisco
Canone Rai, Baretta: nessuna ipotesi definitiva
La proposta del Governo spacca la maggioranza. L'idea è di far scendere il canone da 113 a circa 80 euro ma sarebbero chiamate al pagamento anche le seconde case.
Kamsin ''Il governo non ha preso nessuno orientamento definito'' sul canone Rai. E' quanto si affretta a precisare il sottosegretario al ministero dell'Economia, Pier Paolo Baretta, che esclude la possibilità di inserire la riforma nella legge di stabilità alla Camera. Quanto all'ipotesi di introdurre il nuovo canone nel secondo passaggio parlamentare della manovra, cioè al Senato, secondo Baretta ''è presto per dirlo''. ''Non esiste nessuna ipotesi definita sul tema'' spiega il sottosegretario.
A mettersi di traverso è stato soprattutto il Nuovo centrodestra poco convinto che la soluzione per assicurare risorse certe al servizio pubblico e recuperare l'evasione sia inserirlo nella bolletta elettrica. Le osservazioni riguardano sia la forma che la sostanza. Sovrapporre una tassa su una tariffa sarebbe secondo l'Ncd «l'ennesima complicazione all'italiana». Ma anche nel Pd la proposta suscita diversi maldipancia e molti silenzi: segnali che potrebbero suggerire a Renzi l'idea di fare indietro tutta e non sostenere fino in fondo la proposta del sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli.
L'idea a cui stanno lavorando i tecnici del governo è quella di far pagare un canone tra 55 e 80 euro, contro i 113,5 euro attuali ma il pagamento sarebbe esteso anche alle seconde e terze case sfitte oggi eslcuse dal versamento. Un'ipotesi che non piace ad Ncd che osserva come il nodo legato alla seconda casa comporterebbe eventuali maggiorazioni e rischia di configurarsi come una ulteriore tassa sulle abitazioni. L'obiettivo della Riforma è recuperare almeno 300 milioni di euro in piu' rispetto a quanto oggi lo Stato ricava dal pagamento del Canone, riducendo in modo significativo l'evasione.
Zedde
Canone Rai, Ok del Governo al prelievo in bolletta
Lo ha confermato il Viceministro all'Economia, Enrico Mauro. L’obiettivo? ridurre l'evasione e dimezzare il canone a 60-70 euro. Il Piano in un emendamento al ddl di stabilità.
Kamsin Il governo sta studiando l'introduzione del Canone Rai in bolletta. E' quanto, ieri, ha indicato il Viceministro all'Economia Enrico Morando che ha confermato l’idea di far pagare il canone in base al reddito, ma insieme alla bolletta elettrica dell’abitazione. Così, secondo l’esecutivo, l’imposta sarebbe impossibile da evadere, e il suo importo verrebbe anche ridotto, garantendo alla Rai le risorse necessarie. Il piano, secondo Morando, vedrebbe la luce nelle prossime settimane con un emendamento che sarà presentato dal Governo alla legge di Stabilità.
I tecnici del governo stanno facendo delle simulazioni per calcolare la nuova misura dell’imposta con l’obiettivo di raggiungere un gettito complessivo di 1,7 - 1,8 miliardi in modo da bilanciare i tagli sul principio del "pagheremo meno ma tutti". L'obiettivo è infatti il recupero dell'evasione con la quale si potrebbe iniziare a ridurre il canone. Secondo le anticipazioni, dall'importo attuale, che si aggira intorno a 113 euro, la media richiesta dovrebbe scendere intorno ai 60-70 euro l'anno e ai redditi piu' bassi, certificati attraverso l'Isee, saranno chiesti dai 30 ai 40 euro. Continueranno, però, ad essere garantite le fasce di esenzione e i bonus per i meno abbienti.
Zedde
Fisco, Renzi: Stop agli scontrini Fiscali. Ora piu' tracciabilità
Renzi: “Lo scontrino sparirà e sarà sostituito dalla tracciabilità elettronica, l’Agenzia delle entrate non sarà più un avvoltoio”. Intanto la legge di stabilità cambia il ravvedimento operoso.
Kamsin "Eliminiamo gli scontrini fiscali e sostituiamoli con la tracciabilità elettronica". Così il premier Matteo Renzi, parlando alla presentazione dei Digital champions, ha indicato che si intende, con la delega fiscale, far sì che «l'Agenzia delle entrate smetta di essere un avvoltoio e diventi consulente delle imprese e delle persone».
L'apertura del Premier ha trovato subito d'accordo la Cgia di Mestre: "finalmente si e' capito che scontrini e ricevute fiscali non servono per combattere l'evasione fiscale" ricorda il segretario Giuseppe Bortolussi. "Nonostante il battage mediatico che hanno suscitato, i blitz fatti dagli uomini del fisco sono serviti a poco. In verita' lo sapevamo da un pezzo: gia' nel lontano 1996, l'allora ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, sottoscrisse un protocollo di intesa con le Associazioni di categoria degli artigiani e dei commercianti che prevedeva, successivamente all'entrata a regime degli studi di settore, il superamento della valenza fiscale sia dello scontrino sia della ricevuta fiscale".
Secondo la CGIA, l'eventuale abolizione di scontrini e ricevute trova una sua "giustificazione" anche dalla lettura dei risultati emersi dall'attivita' di contrasto all'evasione effettuata dagli uomini del fisco. Negli ultimi 3 anni, ad esempio, oltre il 70 per cento dei controlli eseguiti dalla Guardia di Finanza sulla emissione di scontrini e ricevute fiscali ha dato esito negativo.
Intanto nella legge di stabilità in discussione alla Camera c'è un'altra misura che è destinata a cambiare il rapporto tra fisco e contribuenti. Passata in secondo piano, la novità è contenuta nell'articolo 44, commi 11-18 del ddl e prevede una rivoluzione del «ravvedimento operoso».
L’istituto è ben conosciuto e utilizzato dai contribuenti: chi omette di dichiarare o evade il fisco con una dichiarazione infedele del proprio reddito imponibile, attualmente ha tempo un anno per ravvedersi, pagare sanzioni fino al 12,5 per cento più gli interessi. Ad una condizione: il ravvedimento deve essere spontaneo, frutto di un ripensamento e della autonoma voglia di mettersi in regola con il fisco per evitare guai peggiori.
La novità che il Governo intende introdurre consentirà all’autore della violazione ed ai soggetti solidalmente obbligati di rimuovere le violazioni commesse beneficiando di riduzioni automatiche sulle misure minime delle sanzioni applicabili, attraverso una rimodulazione di tali riduzioni in ragione del tempo trascorso dalla commissione delle violazioni al comportamento resipiscente.
Tale comportamento potrà essere posto in essere non più entro il termine massimo per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale è stata commessa la violazione (ovvero entro l’anno dall'omissione o dall’errore, per le violazioni, ad esempio, in materia di imposta di registro) e potrà, soprattutto, realizzarsi a prescindere dalla circostanza che la violazione sia già stata constatata ovvero che siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento, delle quali i soggetti interessati abbiano avuto formale conoscenza, salvo ovviamente la formale notifica di un atto di liquidazione o accertamento e il ricevimento delle comunicazioni di irregolarità
Sempre nella legge di Stabilità il Tesoro è pronto a presentare un emendamento per modificare la stretta fiscale sulle slot machine il cui gettito era stato definito incerto da più parti. Al suo posto arriverà una sanatoria, da 500 milioni, per le slot non autorizzate che emergono dal nero (con pagamento di una tantum e 2 anni pregressi) e altri 500 milioni per le slot scollegate.
Zedde
Fisco, il reato nella dichiarazione infedele scatterà oltre 200mila euro
La Dichiarazione infedele sarà penalmente rilevante solo se l'imposta evasa supera i 200mila euro e non più 50mila euro così come avviene ora. Le novità sono contenute nella bozza del provvedimento di attuazione delle Delega Fiscale.
Kamsin Il Governo cambia le carte anche per alcune fattispecie di reati tipici dell'evasione fiscale depenalizzando quelle piu' lievi. Nel provvedimento attuativo della Delega Fiscale sull'abuso del diritto, secondo quanto si apprende dalle bozze che saranno discusse nel Cdm della prossima settimana, alcune fattispecie di evasione fiscale saranno perseguibili solo in via amministrativa e non costituiranno piu' un reato.
L’articolo 4 della bozza del provvedimento prevede che nel caso di dichiarazione infedele, il reato penale scatti solo dopo il superamento della soglia dei 200 mila euro. Attualmente questo tetto è molto più basso, 50 mila euro. Per chi deciderà di collaborare con il Fisco, sottoponendosi al tutoraggio dell’Agenzia delle Entrate, il tetto oltre il quale scatta il reato sarà ancora più elevato e pari a 400 mila euro. Non solo. Nel computo della soglia non si terrà conto della non corretta classificazione o valutazione di elementi attivi o passivi oggettivamente esistenti, della violazione dei criteri di determinazione dell'esercizio di competenza, della non deducibilitá di elementi passivi reali.
Significa che se nei conti viene indicato un costo realmente sostenuto, ma che il Fisco non considera deducibile, non potrà configurarsi un reato. Su questo punto, tuttavia, ci sarebbero ancora dei dubbi dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, che avrebbero chiesto di rivedere la norma.
Confermate le altre novità del provvedimento. L'elusione fiscale, ovvero l'abuso del diritto, non sarà più reato, ma sarà sanzionata solo amministrativamente; quanto all'applicazione della nuova normativa sui comportamenti abusivi, il testo prevede, che saranno sanzionabili le infrazioni già commesse alla data di entrata in vigore delle nuove regole ma solo a condizione che il fisco non abbia già notificato un avviso di accertamento.
Confermata la non punibilità penale delle false fatture inferiori a mille euro. Altra novità è che i beni (escluso denaro e titoli), sequestrati dalla magistratura nell’ambito di indagini fiscali, potranno essere affidati alla gestione dell’Agenzia delle Entrate e del Demanio invece che agli amministratori giudiziari.
Zedde
Imu terreni agricoli, l'esenzione totale resterà solo sopra i 600 metri
L'esenzione Imu per i terreni è destinata a rimanere solo in 1.578 Comuni, invece dei 3.524 attuali: altri 2.568 saranno invece caratterizzati da un'esenzione parziale, limitata ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali.
Kamsin E' quasi al traguardo il decreto del Mef che individuerà i comuni nei quali i terreni agricoli continueranno a non pagare l'Imu. L'esenzione piena, da quanto si apprende, rimarrà solo nei municipi collocati ad oltre 600 metri sul livello del mare, mentre fra 281 e 600 metri sarà limitata ai terreni posseduti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali. Fino a 280 metri, invece, tutti dovranno presentarsi alla cassa già il prossimo 16 dicembre, versando l'intera imposta dovuta per il 2014. Il provvedimento, ora alla firma del ministro Pier Carlo Padoan, dà attuazione all'art. 22, comma 2, del dl 66/2014, che ha imposto di circoscrivere l'esenzione per i terreni agricoli sulla base della diversa altitudine dei comuni e diversificando quelli posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.
Nella articolata ricerca delle coperture per il bonus da 80 euro, il Governo ha, infatti, pensato di recuperare 350 milioni dalla revisione delle regole Imu sui terreni che oggi in pratica escludono dal pagamento mezza Italia. Per attuare questa previsione, il provvedimento preparato dall'Economia distingue i Comuni in tre fasce, sulla base della loro altitudine misurata al centro del territorio comunale e certificata dall'Istat. Il nuovo decreto, infatti, modifica radicalmente il quadro attuale (in base al quale, nelle aree montane e di collina non sono soggetti ad imposta né i terreni agricoli né quelli diversi) individuando tre diverse fasce altimetriche. Solo in quella più alta (cioè oltre i 600 metri), l'esenzione resterà totale; nella fascia intermedia (fra 281 e 600 metri), l'esenzione sarà solo parziale, ossia limitata ai coltivatori diretti e agli Iap; fino a 280 metri, infine, l'esenzione verrà cancellata del tutto.
Inoltre, a causa della tardiva approvazione del decreto, per i terreni non più esenti non è stato versato alcun acconto a giugno, per cui in sede di saldo occorrerà sborsare l'importo dovuto per l'intero anno.
Le regole - Immutate invece le regole per il calcolo dell'imposta. La base imponibile si ottiene applicando all'ammontare del reddito dominicale risultante in catasto, vigente al 1° gennaio dell'anno di imposizione, rivalutato del 25%, un moltiplicatore pari a 130 (110 per i coltivatori diretti e gli iap). A favore dei coltivatori diretti e Iap, inoltre, è prevista una franchigia di 6 mila euro e una riduzione per scaglioni sull'eccedenza fino a 32 mila euro. Sono perlatro esenti i terreni a immutabile destinazione agrosilvopastorale a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile.
Zedde
Elusione fiscale, sotto i mille euro non saranno punibili le fatture false
Pronta la norma sull'abuso del diritto. Per le imprese scatta la non punibilità per le frodi sotto i mille euro: ci saranno solo sanzioni amministrative.
Kamsin Entro fine mese, nel prossimo consiglio dei ministri, o al massimo a quello successivo, il Governo dovrebbe varara altri due decreti legislativi di attuazione della riforma fiscale, quella stessa riforma che ha portato alla dichiarazione dei redditi precompilata. Il provvedimento piu' atteso è quello sull'elusione fiscale, il cosiddetto «abuso del diritto», quello per cui si riescono a pagare meno tasse pur senza violare nessuna norma tributaria, ma sfruttando le maglie delle regole, non sarà più un reato. O almeno non sempre.
Il lento lavoro di rifinitura delle norme - elaborato dalla commissione presieduta dal presidente emerito della Corte costituzionale, Franco Gallo, che ha visto coinvolti nelle ultime settimane ministero dell’Economia, agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza - è, infatti, ormai quasi completato. Molte le notività in arrivo come anticipate dall'agenzia di stampa Public Policy. In primo luogo le frodi sotto i mille euro non saranno piu' punibili penalmente, ci saranno solo sanzioni amministrative. La normativa, inoltre, sarà estesa anche alle violazioni già commesse alla data di entrata in vigore delle nuove norme purché non sia stato notificato un atto di accertamento.
La soglia di punibilità sale a mille euro - Il testo del provvedimento allo studio del Governo indica una soglia di mille euro al di sotto della quale è prevista la non punibilità per il reato di frode fiscale attraverso l’uso ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Ci saranno, in tal caso, solo sanzioni amministrative. Inoltre le nuove norme dovrebbero essere applicabili anche alle violazioni già commesse prima dell’entrata in vigore del decreto delegato a condizione, tuttavia, che non stato già notificato un atto impositivo. Secondo le indiscrizioni, inoltre le imprese che decideranno di aderire ad un regime di adempimento collaborativo sotto la supervisione del Fisco, in caso di dichiarazione dei redditi infedele, avranno una soglia di punibilità più alta, il doppio di quella di coloro che invece non scelgono la collaborazione con l’Agenzia delle Entrate.
C’è poi tutto il capitolo dei reati tributari. La certezza è che dovrebbe essere depenalizzato il reato di omesso versamento Iva oltre la soglia dei 50 mila euro.
Il raddoppio dei termini di accertamento tributario - Ancora aperta la questione relativa al raddoppio dei termini di accertamento tributario. Oggi il Fisco ha normalmente 4 anni di tempo per scovare gli evasori ma, in caso di reato, i termini possono essere raddoppiati sino ad a 8 anni. La norma inserita nel decreto sull’abuso del diritto, prevede invece che il raddoppio dei termini di accertamento possa essere concesso all’Agenzia delle Entrate solo nel caso in cui la denuncia penale avvenga entro i termini ordinari, ossia quattro anni. Se la denuncia parte il quinto anno l’accertamento è nullo. L’Agenzia avrebbe chiesto di mantenere la possibilità di operare oltre i limiti temporali in alcuni casi, quando emergano nuovi elementi che possano riaprire le istruttorie. La norma non è retroattiva e, anzi, la delega prevede espressamente che non possa esserlo.
Zedde