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Blocco salari, statali in piazza a Roma il prossimo 8 Novembre
Pubblico Impiego

Blocco salari, statali in piazza a Roma il prossimo 8 Novembre

Redazione Venerdì, 19 Settembre 2014

Lavoratori dei servizi pubblici in piazza l'8 novembre. Cgil, Cisl e Uil promuovono una "grande manifestazione nazionale" unitaria che chiamera' alla protesta gli addetti di scuola, sanita', sicurezza e soccorso pubblico e privato, universita' ricerca, funzioni pubbliche, privato sociale e servizi locali "in difesa dei servizi pubblici e dei settori della conoscenza, l'unico argine a una crisi che impoverisce le persone e aumenta le diseguaglianze".  Kamsin"Il prossimo 8 novembre saremo in piazza a Roma, tutti insieme, per sfidare il Governo degli illusionismi e delle divisioni - si legge nel comunicato sindacale - per chiedere una vera riforma delle Pa, dei comparti della conoscenza, dei servizi pubblici. E per rivendicare il diritto al contratto nazionale di lavoro tanto per i lavoratori pubblici quanto per quelli privati".

"Cinque anni di tagli lineari forsennati, di blocco delle retribuzioni, oltre dieci di blocco del turn-over, un esercito di precari senza certezze e tutele, riforme fatte in fretta e male: il sistema e' al collasso, mentre la spesa continua a crescere nonostante i tagli al welfare e il caro prezzo pagato dai dipendenti pubblici, oltre 8 miliardi di euro in 5 anni. Qui non e' in gioco solo il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori, ma quello dell'intero Paese" rimarcano i sindacati. "Come pensa il Governo Renzi di garantire salute, sicurezza e soccorso, istruzione, prevenzione, assistenza, previdenza, ricerca e sviluppo senza fare innovazione, senza investire nelle competenze, nella formazione, nel lavoro di qualita', senza aver messo in campo un progetto?".

"Per questo saremo in piazza l'8 novembre" concludono i sindacati. "Ma prima ancora saremo in tutti i posti di lavoro, in tutte le citta' e in tutti i territori per spiegare a lavoratori e cittadini una per una le bugie del Governo. Una mobilitazione in difesa del diritto dei cittadini italiani a servizi efficienti e a una migliore qualita' del sistema di istruzione e ricerca, che per essere tali hanno bisogno di un adeguato finanziamento, adeguata formazione e adeguato salario per i lavoratori che li offrono".

Zedde

Regione Emilia Romagna: il candidato M5S e' Giulia Gibertoni

Redazione Venerdì, 19 Settembre 2014
- Roma, 19 set. - "Le regionalie online per Emilia Romagna si sono concluse ieri sera. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato. Il candidato presidente del M5S in Emilia Romagna e' Giulia Gibertoni". E' quanto si legge in un post pubblicato sul sito di Beppe Grillo, dove vengono elencati tutti i candidati grillini per le elezioni regionali in Emilia Romagna. La piu' votata per la candidatura a governatore e' risultata Giulia Gibertoni. Sul post viene anche annunciato il risultato per le regionali in Calabria: il candidato presidente e' Cono Cantelmi. .

Lavoro: Sacconi (Ncd), e' nuovo scontro riformisti-conservatori

Redazione Venerdì, 19 Settembre 2014
- Roma, 19 set. - "Ancora una volta l'evoluzione delle regole sul lavoro segna un discrimine tra riformisti e conservatori, a destra come a sinistra, da Cofferati a Salvini". Lo ha dichiarato il presidente del gruppo del Nuovo Centrodestra al Senato Maurizio Sacconi. "Dobbiamo confidare che come nelle precedenti occasioni la forza delle cose aiuti i riformisti a prevalere. Lo scontro si produce proprio perche' la delega e' davvero innovativa. Altrimenti non ci sarebbe", aggiunge Sacconi. "Il nuovo testo riforma lo Statuto dei lavoratori attraverso un testo unico semplificato che rendera' piu' conveniente il contratto a tempo indeterminato", continua il capogruppo Ncd. "E la svolta sara' culturale perche' si uscira' dal tempo delle tutele rigide e passive come la reintegrazione per entrare nella dimensione della occupabilita'. Il post moderno articolo 18 e' il diritto di accedere continuamente a conoscenze e competenze. Il che significa che dobbiamo contemporaneamente dedicarci alla scuola, all'universita', alla formazione per sconfiggere tutte le logiche corporative ed autoreferenziali", conclude Sacconi. .

Lavoro: Serracchiani, per ora testo non prevede reintegra

Redazione Venerdì, 19 Settembre 2014
- Roma, 19 set. - "L'emendamento del governo e' stato votato all'unanimita' dal Partito Democratico in commissione lavoro. Nella delega ci sara' la possibilita' di riordinare le varie forme contrattuali, 46 sono troppe. Nel testo attuale il contratto a tutele crescenti non contiene la previsione della reintegra, ma questo non vuol dire che non possa contenerla nelle prossime versioni". Lo ha detto Debora Serracchiani, Pd, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, questa mattina ad Agora' Estate, su Rai Tre. "Questo articolo - ha aggiunto - lascia liberta' di decidere. Mi auguro che attraverso i decreti di attuazione si riesca a semplificare un sistema che oggi ha una rigidita' pazzesca. E' arrivato il momento di adattare lo Statuto dei lavoratori a una realta' che dal '70 e' cambiata radicalmente. La situazione e' di emergenza straordinaria, mi auguro ci sia la maggiore condivisione possibile". "In Italia il 97% delle aziende e' sotto i 15 dipendenti, e quindi non applica l'articolo 18. Poi chi assume spesso utilizza contratti a termine - ha aggiunto Serracchiani - Il problema e' che il tipo di contratto a tempo indeterminato che c'e' in Italia non va, se c'e' un ricorso per un licenziamento la sentenza arriva in media dopo 8 anni. Nella delega ci sono molte altre cose: si parla di salario minimo garantito, di estendere i diritti legati alla maternita'. Ai centri per l'impiego, poi, si rivolge solo il 4% dei disoccupati, bisogna cambiarli radicalmente. Nella delega si da' poi al governo l'incarico di studiare quali delle 46 forme contrattuali attualmente in vigore sono inutili e vanno eliminate". Sulla vicenda e' intervenuta anche Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro: "Governare in tempi di difficolta' non e' facile per nessuno, ho apprezzato coraggio ed energia di Renzi, la sua capacita' di buttare il cuore oltre l'ostacolo. Un atteggiamento che da' fastidio. Quando un paese declina, e l'Italia declina da 20 anni, le persone cercano di chiudersi nei loro privilegi", ha detto ad Agora'. "Una modifica dell'articolo 18 - ha ricordato - c'e' stata, nel 2012. Ad esempio, abbiamo introdotto il rito abbreviato. Sembra che le conciliazioni stiano funzionando. Ma servono dati: quanti sono i lavoratori che comunque si rivolgono ai giudici? Quante sono le sentenze che utilizzano l'articolo 18? Trovo sconfortante che si parli ancora dell'articolo 18 come una bandiera. Non servono discussioni ideologiche, bisogna partire dai problemi reali. Oggi il contesto macroeconomico e' molto debole, e di questo le politiche del lavoro devono tener conto. La riforma dell'articolo 18 da sola non fa arrivare in massa capitali stranieri", ha concluso Fornero. .

Lavoro: rivolta nel Pd contro Renzi. Orfini cambiamo la delega

Redazione Venerdì, 19 Settembre 2014

- Roma, 19 set. - "L'emendamento del governo e' stato votato all'unanimita' dal Partito Democratico in commissione lavoro. Nella delega ci sara' la possibilita' di riordinare le varie forme contrattuali, 46 sono troppe. Nel testo attuale il contratto a tutele crescenti non contiene la previsione della reintegra, ma questo non vuol dire che non possa contenerla nelle prossime versioni". Lo ha detto Debora Serracchiani, Pd, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, questa mattina ad Agora' Estate, su Rai Tre.

"Questo articolo - ha aggiunto - lascia liberta' di decidere. Mi auguro che attraverso i decreti di attuazione si riesca a semplificare un sistema che oggi ha una rigidita' pazzesca. E' arrivato il momento di adattare lo Statuto dei lavoratori a una realta' che dal '70 e' cambiata radicalmente. La situazione e' di emergenza straordinaria, mi auguro ci sia la maggiore condivisione possibile". "In Italia il 97% delle aziende e' sotto i 15 dipendenti, e quindi non applica l'articolo 18. Poi chi assume spesso utilizza contratti a termine.

Il problema - ha proseguito Serracchiani - e' che il tipo di contratto a tempo indeterminato che c'e' in Italia non va, se c'e' un ricorso per un licenziamento la sentenza arriva in media dopo 8 anni. Nella delega ci sono molte altre cose: si parla di salario minimo garantito, di estendere i diritti legati alla maternita'. Ai centri per l'impiego, poi, si rivolge solo il 4% dei disoccupati, bisogna cambiarli radicalmente.

Nel Pd, pero', monta la protesta contro la riforma targata Renzi. "L'obiettivo del Jobs act e' condivisibile: dobbiamo restituire qualcosa ai milioni di precari a cui anche il centrosinistra ha rovinato la vita. Poi pero' l'emendamento del governo finisce nella direzione opposta". Il presidente del Pd, Matteo Orfini, spiega in un'intervista al 'Manifesto' quali sono le "correzioni importanti" che andrebbero fatte al testo della delega sul lavoro in discussione al Senato e lancia un appello al suo partito perche' non si avviti in discussioni strumentali ma faccia emergere la capacita' d'ascolto.

"Intanto - spiega Orfini - bisogna disboscare la foresta dei contratti precari, nella delega questo non c'e' ma Renzi l'aveva annunciato. Bisogna semplificare, limitarsi agli strumenti essenziali: il tempo determinato e quello indeterminato poi possiamo discutere della progressivita' delle tutele, come previsto dalla delega. Dobbiamo cancellare strumenti sgradevoli come il demansionamento e i controlli a distanza, che producono una torsione autoritaria nei luoghi di lavoro.

Potremmo inserire la legge sulle dimissioni in bianco impantanata al Senato. E sarebbe bene affiancare una legge sulla rappresentanza sindacale. Comunque non puo' essere messo in discussione il reintegro per il licenziamento discriminatorio, e' un principio irrinunciabile". Orfini si dice "convinto che potremo avere una posizione unitaria, ho fiducia nella nostra capacita' di ascoltarci. Certo, se ci avvitiamo in una discussione nella quale ciascuno di noi cerca di strumentalizzare ad uso interno le sue posizioni, e a radicalizzarle per non trovare un accordo, non ne usciamo".

Duro il Commento di M5S. "Il governo Renzi getta la maschera sull'articolo 18 e il Pd va in frantumi" afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle Senato Vito Petrocelli. "Nonostante diverse ricerche indichino come la stragrande maggioranza (64%) degli italiani sia contraria alla soppressione dell'articolo 18 - continua Petrocelli - il governo attraverso il Job Act tenta lo stravolgimento dello statuto dei lavoratori ed in particolare dell'articolo 18, affondando definitivamente il diritto al lavoro non supportato da un adeguato sistema di assistenza sociale come sarebbe l'introduzione del reddito di cittadinanza".

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Pensioni, ecco di quanto si riduce l'assegno con la pensione anticipata

Sergey Venerdì, 19 Settembre 2014
Per il biennio 2014-2015 la pensione anticipata si consegue con un'anzianità contributiva di 41 anni e 6 mesi per le donne, 42 anni e 6 mesi per gli uomini. 

Kamsin Com'è noto la riforma Fornero del 2011, DL 201/2011, ha sostituito la pensione di anzianità con il pensionamento anticipato inasprendo i requisiti di accesso. Il tutto stabilito per allontanare il momento della quiescenza. La situazione è identica per i lavoratori dipendenti dei settori pubblico e privato e per quelli autonomi (coltivatori diretti, coloni, mezzadri, imprenditori agricoli professionali, artigiani, commercianti).

Gli uomini possono avere la pensione, indipendentemente dall'età anagrafica, con 42 anni e sei mesi di contributi; le donne hanno lo sconto di un anno: bastano 41 anni e sei mesi. Ma questi requisiti non sono fissi nel tempo in quanto dovranno essere adeguati alla stima di vita istat nel corso dei prossimi anni. Ed infatti dal 2016 questi requisiti subiranno un ulteriore incremento pari a 4 mesi. Pertanto le donne potranno conseguire la pensione anticipata a 41 anni e 10 mesi e gli uomini a 42 anni e 10 mesi.

 

 I disincentivi - Chi ottiene la pensione anticipata non avendo ancora 62 anni di età deve accettare una penalizzazione: perdere l'1% annuo se l'età è di 60 e 61 anni, perdere il 2% annuo se l'età è sotto i 60 anni. La perdita interessa le sole anzianità maturate con il sistema retributivo presente nel conto assicurativo alla data del 31 dicembre 2011. Dalla riduzione, pertanto, sono escluse le anzianità accreditate con il sistema di calcolo contributivo. 

Il taglio lnps è comunque bloccato fino al dicembre 2017, a condizione che l'anzianità contributiva sopra indicata sia raggiunta attraverso i versamenti effettivi da lavoro più altre situazioni particolari che fanno scattare il diritto agli accrediti figurativi (articolo 6, comma 2-quater del Dl 216/2011).

Attualmente i contributi che permettono agli uffici Inps di non applicare alcuna riduzione alla pensione sono: 1) effettivi da lavoro; 2) per assenza obbligatoria di maternità, 3) per servizio militare; 4) per infortunio; 5) per malattia; 6) per cassa integrazione ordinaria; 7) per riscatto di contributi evasi; 8) per assenze dovute a donazione di sangue e di emocomponenti; 9) per congedi parentali (assenze facoltative) di maternità e paternità; 10) per congedi e permessi concessi per l'assistenza a familiari disabili (tre giorni di permessi mensili, prolungamenti del congedo parentale); 11) ferie (in quanto istituto a fruizione obbligatoria del lavoratore).

Sistema contributivo -  Gli stessi requisiti valgono anche per le pensioni calcolate esclusivamente con il sistema contributivo. Agli interessati viene riconosciuta però un'altra via d'uscita. Si può infatti avere la pensione anticipata con soli 20 anni di contributi (e non più con 41-42 anni e sei mesi), a condizione che ci siano 20 anni di contributi; un'età minima di 63 anni, aumentata dallo scatto di 3 mesi (età identica per uomini e donne) ed un versamento di contributi in misura tale da poter raggiungere una rata di pensione di circa 1.240 euro al mese ( cioè di importo superiore ad almeno 2,8 volte alla rata dell'assegno sociale lnps).

Una cifra praticamente impossibile da raggiungere con solo 20 anni di contributi (servirebbero contribuzioni molto elevate, superiori a 100 mila euro annui) ed oltre. Per raggiungere i 20 anni si considera solo la contribuzione effettiva (obbligatoria da lavoro, volontaria, da riscatto) con esclusione di quella accreditata figurativamente (malattia, maternità, cassa integrazione, disoccupazione, mobilità.)

 Zedde

Le Pensioni tornano nel mirino del Fondo Monetario Internazionale

Eleonora Accorsi Venerdì, 19 Settembre 2014
La spesa per le pensioni italiana resta la più alta d'Europa, pari a circa il 30% del totale». Nel mirino del Fondo Monetario Internazionale entrano gli assegni di accompagnamento, le pensioni d'invalidità e la reversibilità.

Kamsin La spending review dovrà tagliare le pensioni e gli assegni assistenziali. E' quanto sostiene il Fondo monetarlo internazionale, che ieri ha rivisto al ribasso la stima del prodotto interno lordo 2014 per l'Italia, dopo i dati di Standard & Poor's e dell'Ocse, anch'essi negativi. L'analisi del Fondo è legata ai numeri dell'economia italiana, che si contrarrà nel 2014 per il terzo anno consecutivo, con il Pil che calerà dello 0,1%. Il debito toccherà il picco del 136,4%, in un contesto di disoccupazione ai massimi dal dopoguerra al 12,6%. A preoccupare è soprattutto il debito, considerato dal Fondo ancora «vulnerabile» e che, secondo una serie di analisi contenute nel rapporto, in caso di shock esterni potrebbe schizzare fino al 150 per cento. Da qui la richiesta di una nuova correzione strutturale.

Il Fondo esprime comunque un giudizio positivo su alcuni dei progetti di riforma messi in cantiere dal premier Matteo Renzi. La legge elettorale, per esempio, è un contributo al sostegno e all'attuazione delle riforme. Bene anche l'intervento sulla giustizia e sul lavoro anche se Washington invita a una «rapida attuazione», cruciale per emergere dalla recessione e tornare a crescere. Il Jobs Act per l'Fmi si muove «nella giusta direzione». Plauso anche alle prime novità sul fronte della giustizia, come il processo telematico.

C'è invece da migliorare sul fronte della spesa pubblica. Risparmi significativi ci saranno solo se si interviene anche sulla spesa pensionistica che resta ancora elevata nonostante l'intervento della Riforma Fornero. La spesa per le pensioni italiana —osservano — è la più alta d'Europa, pari a circa il 30% del totale». Il Fondo suggerisce al governo diversi tagli alla spesa previdenziale e assistenziale (pensioni d'oro, assegni di accompagnamento, pensioni d'invalidità, reversibilità) che però Renzi ha deciso di scartare perché impopolari. Ma secondo l'istituzione di Washington, senza toccare gli assegni in essere, per il governo italiano sarà difficile raggiungere l'obiettivo di 33 miliardi di risparmi nel triennio. Dunque bisognerebbe agire ancora una volta sull'indicizzazione degli assegni, quella già rimasta bloccata drasticamente dal governo Monti e poi parzialmente sbloccata dal governo Letta che ha permesso un recupero graduale del caro vita per gli assegni fino a sei volte il minimo.

Il Fondo suggerisce anche, per ottenere nuovi risparmi, di differenziare i salari pubblici tra regioni.

Riforma Pensioni, governo disponibile allo stop delle penalizzazioni

Esodati, stop a nuove salvaguardie. Piu' flessibilità per la pensioneZedde

Ue: P. Chigi, 8 ottobre a Milano conferenza su lavoro

Redazione Giovedì, 18 Settembre 2014
- Roma, 18 set. - Si terra' il prossimo 8 ottobre a Milano la conferenza a livello di Capi di Stato e di governo sul lavoro, decisa nelle conclusioni del Consiglio europeo straordinario dello scorso 30 agosto. Lo si legge sul sito del Governo. Ted .

Consulta: nuova fumata nera. Renzi, ora soluzione di alto profilo

Redazione Giovedì, 18 Settembre 2014

- Roma, 18 set. - Ennesima fumata nera, la tredicesima: niente rinnovo per i giudici della Corte Costituzionale, niente soluzione all'impasse che blocca di fatto i lavori parlamentari da giorni e giorni. I voti per Luciano Violante sono stati 542, 527 quelli per Donato Bruno. Dopo di che si decide di riprovare martedi', in attesa che il week-end porti consiglio.

"Ha assolutamente ragione il Capo dello Stato. Spero in una soluzione di alto profilo nelle prossime ore",fa sapere intanto Matteo Renzi. Presto per dire se e' giunto il momento in cui i due cavalli in corsa saranno riportati al maneggio, per schierare magari altri due purosangue. Ma dopo l'ultimatum di ieri da parte di Napolitano, e' difficile insistere sulle cose come sono allo stato attuale.

"Noi in questa combine non c'entriamo", mettono le mani avanti dalle parti del Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo liquida cosi' la questione: "O ci sono candidati all'altezza delle istituzioni, o il M5S non si sporchera' le mani". Mentre i grillini si chiamano fuori, Fi e Pd si danno da fare. Un incontro tra i capigruppo di Camera e Senato del Partito Democratico e di Sel porta alla "piena condivisione delle parole del Capo dello Stato" e alla condivisa "disponibilita' al reciproco ascolto sia nel metodo sia nel merito per una vicenda che deve trovare una rapida conclusione".

Silvio Berlusconi, da parte sua, incontra una delegazione leghista per tentare un recupero del pacchetto di voti del Carroccio in vista di martedi'. Gli effetti di queste manovre saranno pesati la prossima settimana.

FI: i fondi scarseggiano, la sede romana rischia lo sfratto

Redazione Giovedì, 18 Settembre 2014
- Roma, 18 set. - La sede di Forza Italia in piazza San Lorenzo in Lucina a rischio sfratto. L'udienza al Tribunale di Roma e' fissata per il 6 ottobre e fonti parlamentari azzurre riferiscono che si cerhera' di trovare una soluzione prima di quel giorno, ma 'l'appuntamento' e' l'ennesimo segnale della difficolta' finanziaria in cui versa Forza Italia. Si rischia di non pagare gli stipendi a settembre, sottolineano altre fonti. Pronta anche la 'cura': c'e' chi parla di 40 licenziamenti per i dipendenti, di sicuro a fine anno verranno disdette tutte le sedi locali. "Mariarosaria Rossi prima o poi si suicida", ha scherzato oggi Silvio Berlusconi con i coordinatori regionali azzurri. Per il Cavaliere per recuperare fondi bisognerebbe puntare tutto sui club. "E' stato gia' un miracolo raggiungere il 17 per cento, bisogna raggiungere chi non ci ha votato", ha ragionato l'ex premier. I 'big' di Forza Italia frenano. A cominciare da Denis Verdini che, con l'aiuto dei coordinatori, e' riuscito a far confluire le iniziative di club sotto la 'regia' di FI. Mentre il partito si organizza in convention (da qui a domenica la Gelmini ne ha organizzata una a Sirmione) si discute di alleanze (il Cavaliere vedra' lunedi' Salvini, ma con la Lega si starebbe trovando un accordo sulle candidature alle regionali per sbloccare anche l'impasse sulla Consulta) e sulla legge elettorale (la risposta a Renzi sulle modifiche arrivera' lunedi'). Sulla Corte costituzionale c'e' ottimismo per martedi'. Lo stesso Donato Bruno ha lavorato per far rientrare i malpancisti. Martedi' non si scherza piu', si trovera' l'intesa, ha confidato ad alcuni parlamentari. Il Cavaliere con un occhio alla riforma della giustizia (Fi non vuole che Renzi arretri su prescrizione e falso in bilancio e ieri Berlusconi, riferiscono fonti Fi, lo avrebbe chiesto allo stesso premier) e' pronto a dare una mano sull'economia e anche oggi ai coordinatori regionali non ha nascosto la sua preoccupazione per la situazione.
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