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Notizie - Results from #5670

 

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Notizie

Pensioni

Riforma Pensioni, La Camera esamina le uscite a 62 anni e 35 di contributi

Sergey Mercoledì, 18 Marzo 2015
E' ripartito alla Camera dopo uno stop di oltre un anno l'esame del ddl sui pensionamenti flessibili. Il disegno di legge prevede l'introduzione, per i lavoratori iscritti alla previdenza pubblica, di un'uscita a 62 anni e 35 di contributi con una penalizzazione dell'8%.

Kamsin Si è tenuta ieri in Commissione Lavoro della Camera la prima seduta volta ad esaminare le proposte di legge in materia di libertà di scelta nell'accesso dei lavoratori al trattamento pensionistico. L'esame di ieri è stato tuttavia il primo di una serie di incontri volti a raccogliere le proposte degli altri gruppi parlamentari; tra gli obiettivi della Commissione c'è anche lo svolgimento di un ciclo di audizioni informali con il presidente dell'Inps, Tito Boeri, e con il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Sul tavolo della XI Commissione si è comunque avviata la discussione del disegno di legge Damiano (ddl 857) che, com'è noto, prevede uscite a partire dal perfezionamento di 62 anni e 35 anni di contributi (una sorta di quota 97) al prezzo, però, di una penalità dell'8% da applicarsi sulle quote retributive dell'assegno. Taglio che è destinato a ridursi del 2% per ogni anno sino ad azzerarsi al raggiungimento dell'età di 66 anni (in pratica la penalità sarebbe del 6% all'età di 63 anni; del 4% all'età di 64 anni e del 2% all'età di 65 anni; per le combinazioni si veda la tabella sotto). Per chi ritarda l'accesso al pensionamento oltre i 66 anni è previsto un sistema di premialità.

Nel corso dell'esame la relatrice al provvedimento, l'Onorevole Gnecchi (Pd), ha osservato che il ddl avrebbe il pregio di riguardare tutti i lavoratori iscritti alla previdenza pubblica (privati, autonomi e pubblico impiego) ma tuttavia non prende in considerazione gli effetti dell'adeguamento alla speranza di vita; una dimenticanza che rischia di vanificare l'obiettivo di flessibilizzare le uscite (dal 2016 servirebbero infatti 62 anni e 7 mesi e non piu' 62 anni come indica il disegno di legge).

Resta contraria alla proposta, invece, la Lega Nord che mette nel mirino soprattutto il sistema dei tagli. Secondo Fedriga - che ha annunciato la presentazione di un ddl complementare a quello Damiano - si dovrebbe piuttosto convergere sull'ipotesi di un'uscita su quota 99 o 100 ma senza l'applicazione di alcun taglio all'assegno.

Lavoratrici. Altro tema che ha acceso il dibattito è stata la revisione dell'accesso al pensionamento da parte delle lavoratrici e delle agevolazioni contributive per le lavoratrici madri e per i lavoratori impegnati in attività di cura familiare. In particolare sono state abbinate al ddl ben 10 proposte che intendono rivedere l'innalzamento dell'età pensionabile di vecchiaia e concedere benefici contributivi alle madri e a chi è impegnato in attività di cura familiare.

Tra le dieci proposte di legge una è di particolare attualità. Si tratta del ddl Fedriga (C. 2046) che affronta, nello specifico, la questione della cosiddetta opzione donna, estendendo fino al 31 dicembre 2018 il termine per esercitare tale scelta, al fine di consentire alle lavoratrici, in presenza di determinati requisiti anagrafici e contributivi, di avvalersi di tale regime sperimentale, che consente di accedere anticipatamente ad una pensione calcolata secondo il sistema contributivo, superando in questo modo anche le interpretazioni restrittive della normativa vigente, che hanno collegato la scadenza del termine del 31 dicembre 2015 al momento dell'accesso al pensionamento e non a quello della maturazione del diritto.

L'istruttoria legislativa sui provvedimenti proseguirà nei prossimi giorni. L'obiettivo è arrivare ad un ddl unico entro l'estate.

seguifb

Zedde

Lavoro

Esonero contributivo, decollano gli sgravi. Ecco come funziona

Bernardo Diaz Mercoledì, 18 Marzo 2015
Per le imprese un risparmio fino a 8.060 euro l'anno per tre anni per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato effettuata nel 2015.

Kamsin Il bonus occupazione varato dal governo Renzi con l'ultima legge di Stabilità spicca il volo. Secondo le dichiarazioni del presidente dell'Inps Tito Boeri sono oltre 76mila le aziende che hanno fatto richiesta di accesso ai benefici. Un risparmio che può toccare gli 8.060 euro l'anno per tre anni per ciascun lavoratore a condizione che si assuma a tempo indeterminato entro il 2015. Ma per attivarlo le imprese dovranno fare in fretta: i fondi, circa 1,9 miliardi, rischiano di esaurisi prima della fine dell'anno lasciando per strada gli ultimi arrivati.

L'entità del beneficio. Su tutte le nuove assunzioni a tempo indeterminato effettuate tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2015, quindi, i datori di lavoro possono usufruire dell'esonero del versamento dei contributi previdenziali a loro carico. Il lavoratore non avrà nessun danno dal punto di vista del calcolo della futura pensione in quanto tutti i contributi gli verranno accreditati figurativamente, l'impresa invece potrà risparmiare fino a 8.060 euro all'anno (il tetto massimo mensile è di 671,66 euro) per i primi tre anni di assunzione: se il rapporto di lavoro quindi non si interrompe prima, alla fine del periodo l'impresa avrà risparmiato fino a 24.180 euro per ogni nuovo assunto nel 2015. Il datore dovrà invece versare i premi e contributi Inail.

I Vincoli e i limiti. Per evitare atteggiamenti poco ortodossi, tipo finti licenziamenti e poi riassunzioni si prevede che il beneficio non possa essere concesso nuovamente allo stesso lavoratore; parimenti sono esclusi dal bonus quei lavoratori che nei 6 mesi precedenti l'assunzione sono stati occupati a tempo indeterminato presso un qualunque altro datore di lavoro. Il beneficio non è cumulabile con altri esoneri o riduzioni delle aliquote contributive previsti dalla normativa vigente (come quelli in materia di stabilizzazione di apprendisti e l'assunzione di disoccupati di lunga durata).

Al bonus, poi, non sono ammesse le imprese che hanno in corso provvedimenti di cassa integrazione a meno che l'assunzione non serva ad avere professionalità diverse. Analogamente non è possibile fruire del bonus quando l’assunzione viola il diritto di precedenza, fissato dalla legge o dal contratto collettivo di lavoro, alla riassunzione di un altro lavoratore licenziato nell’ambito di un rapporto a tempo indeterminato ovvero cessato da un rapporto a termine.

I Settori. Del bonus possono usufruire tutti i datori di lavoro privati (imprenditori, associazioni, studi di professionisti, cooperative, partiti politici e sindacati), senza differenziazione geografica e distinzione di settore produttivo (vi rientra anche l'agricoltura). L'agevolazione può essere utilizzata anche per attivare con contratti part-time (sempre a tempo indeterminato) e lavoro ripartito ma non per l'apprendistato e per il lavoro a chiamata. Restano esclusi anche i rapporti domestici (colf e badanti) per i quali sono previsti aliquote contributive già piu' agevoli. 

La compatibilità con gli altri bonus. L'esonero contributivo è cumulabile con le agevolazioni per l'assunzione dei lavoratori disabili e dei giovani genitori; quella per chi assume persone che fruiscono dell'Aspi; quella prevista per il programma Garanzia giovani.

seguifb

Zedde

Pubblico Impiego

Riforma Pa, sparisce il corpo forestale. Ok al riordino per la polizia provinciale

Redazione Martedì, 17 Marzo 2015
E' stato approvato un emendamento del relatore al disegno di legge delega sulla riforma della pubblica amministrazione che prevede l'assorbimento del corpo forestale nelle altre forze armate. Via libera anche al riordino della polizia provinciale.

Kamsin I corpi di polizia passeranno da 5 a 4 e dagli accorpamenti-assorbimenti almeno per ora resta fuori la polizia provinciale. E' quanto emerge dalla seduta della commissione Affari costituzionali che ha approvato un emendamento del relatore all'articolo 7 della delega sulla P.A.

L'emendamento depositato da Giogio Pagliari (Pd), relatore al provvedimento, prevede infatti una delega al Governo volta alla "razionalizzazione e potenziamento dell'efficacia delle funzioni di polizia anche in funzione di una migliore cooperazione sul territorio al fine di evitare sovrapposizioni di competenze e di favorire la gestione associata dei servizi strumentali, tenendo conto delle esigenze connesse all'attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56".

Nonchè una ulteriore delega che assicuri il "riordino delle funzioni di polizia di tutela dell'ambiente, del territorio e del mare, nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, con conseguente riordino dei corpi di polizia provinciale, nonchè con riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato ed eventuale assorbimento del medesimo nelle altre Forze di polizia, ferma restando la garanzia degli attuali livelli di presidio dell'ambiente, del territorio, e della sicurezza agroalimentare e la salvaguardia delle professionalità esistenti, delle specialità e dell'unitarietà".

La conferma è arrivata anche dal ministro Madia che ha parlato a margine della riunione della commissione Affari costituzionali di palazzo madama: "l’attuazione della delega Pa all’esame del Senato farà scendere i corpi di polizia da cinque a quattro, con la riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato e il suo eventuale assorbimento nelle altre forze". L’articolo riformulato per ora esclude dagli accorpamenti-assorbimenti la polizia provinciale, così come avevano chiesto la Ragioneria generale dello Stato e la commissione Bilancio.

Sempre oggi, la conferenza dei capigruppo ha fissato l’approdo in Aula della riforma della Pa nei giorni dal 31 marzo al 2 aprile «ove concluso» l'esame in commissione.

Seguifb

Zedde

Pensioni

Amianto e Pensioni, al Senato il ddl per estendere i benefici agli autonomi

Nicola Colapinto Martedì, 17 Marzo 2015
Un provvedimento all'esame del Senato intende estendere i benefici previdenziali connessi all'amianto anche ai lavoratori autonomi la cui prestazione lavorativa è stata caratterizzata da attività prevelentemente personale.

Kamsin Prosegue in Commissione Lavoro del Senato la discussione dei disegni di legge in materia di riforma dei benefici previdenziali per i lavoratori esposti all'amianto. Oltre ai ddl 1645 e 8 già all'esame della Commissione, nella seduta della scorsa settimana la Relatrice Spillabotte (Pd) ha illustrato il recente ddl 1703 che interviene per tutelare i lavoratori dipendenti o autonomi la cui prestazione sia stata caratterizzata da attività prevalentemente personale.

L'applicazione concreta della normativa già specificamente prevista per l'amianto ha infatti mostrato diverse lacune per questi lavoratori, a partire dall'esclusione dai benefici previdenziali dei lavoratori autonomi la cui prestazione sia stata caratterizzata da attività prevalentemente personale. Partendo da questo quadro, il disegno di legge interviene estendendo i benefici per l'amianto anche ai lavoratori autonomi, la cui prestazione sia stata caratterizzata da attività prevalentemente personale.

Nei loro confronti il ddl determina il coefficiente di maggiorazione, attualmente fissato a 1,25 per chi è stato esposto per almeno dieci anni, in modo proporzionale alla durata dell'esposizione (0,125 per ogni anno di esposizione sino ad un massimo di dieci), questo in ragione delle caratteristiche ormai accertate della morbilità determinata dall'esposizione all'amianto.

Tra le altre novità il ddl prevede anche la non applicazione per questi lavoratori, nel calcolo della pensione, dell'adeguamento all'incremento della speranza di vita dei loro requisiti anagrafici a meno che ciò comporti un incremento del valore dell'assegno previdenziale.

Il ddl continuerà ad essere esaminato in via congiunta con gli altri ddl in materia di riforma dei benefici previdenziali sull'amianto. Sull'iter dei disegni di legge pendono tuttavia i costi delle misure sui quali i senatori attendono la valutazione del Governo e della Ragioneria dello Stato.

seguifb

Zedde

Pensioni

Pensioni e Naspi 2015, Damiano: introdurre nuove misure per i redditi bassi

Sergey Martedì, 17 Marzo 2015

“Alcuni temi prioritari, come l’aumento dell’area della poverta’ e quello della difficolta’ di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, possono trovare un aiuto alla loro soluzione dalla correzione delle regole del sistema pensionistico”. Lo ha dichiarato Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. Kamsin “Tra i nuovi poveri – ha spiegato Damiano – ci sono i pensionati a basso reddito, ai quali andrebbero erogati gli 80 euro al mese destinati, per il momento, soltanto ad una parte dei lavoratori dipendenti. Ci sono i lavoratori che hanno perso l’occupazione a 60 anni e debbono aspettare i 67 anni per andare in pensione”.

“Ci sono i dipendenti di fabbriche in ristrutturazione o che chiudono l’attivita’ che, dal 2017, non avranno piu’ la cassaintegrazione in deroga e la mobilita’ e avranno la nuova ASpI che da quel momento avra’ una durata di 18 mesi e non piu di 24. Infine, per quanto riguarda l’occupazione giovanile, introdurre un principio di flessibilita’ nel sistema previdenziale che consenta di andare in pensione a partire dai 62 anni, consentirebbe uno svecchiamento delle aziende ed un ricambio generazionale che aiuterebbe ad aprire le porte all’occupazione giovanile con il potenziamento del turnover” ha concluso Cesare Damiano.

seguifb

Zedde

Altro...

Pensioni, ecco i paletti per entrare nella sesta salvaguardia

Paolo Ferri Martedì, 17 Marzo 2015
La legge 147/2014 ha consentito ad ulteriori 32.100 lavoratori di mantenere le regole di pensionamento previgenti all'entrata in vigore della Riforma Fornero.

Kamsin Con la legge 147/2014 il legislatore è intervenuto, per la sesta volta, in materia di deroghe all'accesso ai trattamenti pensionistici. L'intervento questa volta ha interessato 32.100 lavoratori che hanno potuto mantenere le previgenti regole di pensionamento e, dunque, potranno al termine di una complessa procedura di verifica condotta dall'Inps, andare in pensione prima dei nuovi tempi previsti dalla Riforma del 2011.

I requisiti Oggettivi. Per poter accedere al beneficio gli interessati dovevano produrre un apposita domanda all'Inps o alla Direzione territoriale del Lavoro (cfr: messaggio inps 8881/2014) entro lo scorso 5 gennaio e dovevano identificarsi in uno dei seguenti profili di tutela. 

a) i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011 i quali possano far valere almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla data del 6 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data del 4 dicembre 2011, qualsiasi attivita', non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

b) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e' risolto entro il 30 giugno 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo il 30 giugno 2012, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

c) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e' risolto dopo il 30 giugno 2012 ed entro il 31 dicembre 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo la cessazione, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

d) i lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato per risoluzione unilaterale, nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data di cessazione, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

e) i lavoratori che, nel corso dell'anno 2011, risultano essere in congedo ai sensi dell'articolo 42, comma 5, del decreto legislativo n. 151 del 2001 e successive modificazioni, o aver fruito di permessi ai sensi dell'articolo 33, comma 3, della legge n. 104 del 1992, e successive modificazioni;

f) i lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato cessati dal lavoro tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, non rioccupati a tempo indeterminato;

g) i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011, ancorche' al 6 dicembre 2011 non abbiano un contributo volontario accreditato o accreditabile alla predetta data, a condizione che abbiano almeno un contributo accreditato derivante da effettiva attivita' lavorativa nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 30 novembre 2013 e che alla data del 30 novembre 2013 non svolgano attivita' lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

h) i lavoratori collocati in  mobilità ordinaria a seguito  di   accordi  governativi o  non  governativi, stipulati  entro  il 31 dicembre 2011,  cessati dal  rapporto di  lavoro entro il 30 settembre 2012 e  che perfezionano, entro il periodo di  fruizione dell’indennità di  mobilità, ovvero, anche  mediante  il  versamento  di contributi  volontari,  entro  dodici  mesi dalla fine dello stesso periodo, i requisiti previdenziali vigenti al 31.12.2011.

I requisiti Soggettivi. Chi ha fatto domanda per i profili di cui alle lettere a-g (con l'eccezione della lettera h) in cui si richiede il perfezionamento di un diritto a pensione dentro la mobilità o nei 12 mesi successivi) può accedere al beneficio a condizione che la data di decorrenza del trattamento pensionistico (cioè comprensiva della finestra mobile) - calcolata secondo le vecchie regole pensionistiche - si apra entro e non oltre il 6.1.2016. E' importante infatti ricordare che la salvaguardia comporta l'ultrattività delle regole ante-fornero e, pertanto, bisogna guardare a queste regole per comprendere se è possibile o meno fruire del beneficio.

Per centrare questo vincolo è quindi necessario raggiungere i vecchi 40 anni di contributi entro il 30 settembre 2014 (perchè c'è una finestra di 15 mesi) oppure i 61 anni e 3 mesi di età unitamente al quorum 97,3 entro il 31 Dicembre 2014. Le lavoratrici del settore privato possono altresì partecipare a condizione di aver raggiunto 60 anni e 4 mesi di età e 20 di contributi entro il 31 dicembre 2014 (che sono in pratica i vecchi requisiti per il trattamento di vecchiaia). Mentre, nel comparto scuola o afam, tutti i requisiti suddetti possono essere conseguiti entro il 31 dicembre 2014.

Le procedure. L'inps in questi giorni sta elaborando la graduatoria degli aventi diritto tenendo conto che per ciascun profilo di tutela è disponibile un limitato numero di posti. Pertanto non tutti coloro che hanno fatto domanda e hanno tutti i requisiti potrebbero vedersi accolta la propria domanda di accesso.

La graduatoria viene stilata sulla base della data di cessazione del rapporto di lavoro (mentre per i soli lavoratori di cui alla lettera e la classifica si effettua in base alla data di maturazione di un diritto a pensione). Qualora la domanda sarà accolta i lavoratori si vedranno recapitare una comunicazione in cui viene indicato il profilo di tutela in cui sono stati inseriti e la prima data di decorrenza utile con l'invito a presentare domanda di pensione entro il mese antecedente.

seguifb

Zedde

A cura di Paolo Ferri - Patronato Acli

Pensioni integrative, anticipo di 10 anni se si rimane senza lavoro da oltre 24 mesi

Giorgio Gori Martedì, 17 Marzo 2015
Una norma inserita nel disegno di legge sulla concorrenza prevede la possibilità di ottenere la pensione integrativa dieci anni prima di quella pubblica.

Kamsin In caso di disoccupazione sarà piu' facile ricorrere alla pensione integrativa. Lo stabilisce l'art. 15 del ddl sulla concorrenza che, modificando il dlgs n. 252/2005 intende ridurre da 48 a 24 mesi la durata dell'inoccupazione che consente di avere la liquidazione anticipata della rendita del fondo; inoltre il ddl fissa l'asticella dell'età per accedere alla rendita integrativa dieci anni prima (oggi cinque) di quella prevista per la pensione pubblica. Non solo. In caso di licenziamento o di dimissioni l'aderente potrà esercitare piu' agevolmente il riscatto dell'intera posizione maturata.

Il ddl concorrenza, inoltre, elimina i vincoli dei contratti collettivi alla portabilità della posizione contributiva tra i fondi pensione e allarga la platea dei partecipanti ai fondi con contribuzione definita.

Portabilità piu' semplice. Il diritto di portabilità è la facoltà, riconosciuta a tutti i lavoratori iscritti a un fondo pensione, di trasferire la propria, posizione individuale maturata in altro fondo pensione, esercitabile dopo che sia trascorso il periodo minimo di permanenza (nel fondo dal quale ci si intende trasferire) di due anni. Oggi, tra l'altro, è previsto che, in caso di esercizio di tale facoltà, il lavoratore ha diritto al versamento del tfr maturando, nonché dell'eventuale contributo a carico del datore di lavoro «neí limiti e secondo le modalità stabilite dai contratti o accordi collettivi, anche aziendali». Il ddl concorrenza elimina l'ultimo periodo indicato, con l'effetto di cancellare ogni possibile condizionamento da parte della contrattazione collettiva alla portabilità (cosa che avveniva in particolare in presenza di fondi pensione chiusi e/o aziendali).

Concorrenza tra Fondi. Il ddl concorrenza amplia la platea dei soggetti che possono iscriversi ai fondi pensione che operano con il principio della contribuzione definitiva (sono i fondi per i quali il lavoratore sa quanto paga, ma non sa quanto sarà la pensione). Nel dettaglio, la nuova norma stabilisce che è possibile per questi fondi pensione prevedere l'adesione collettiva o individuale «di soggetti aderenti a una o più categorie di cui all'art. 2, comma 1», vale a dire dipendenti, pubblici e privati; parasubordinati; lavoratori autonomi e liberi professionisti; soci di cooperative; casalinghe.

seguifb

Zedde

Articolo a Cura di Giorgio Gori - Patronato Inas

Riforma Pensioni, domani alla Camera il ddl flessibilità

Redazione Lunedì, 16 Marzo 2015
“L’obiettivo della commissione – ha indicato Damiano – e’ quello di intervenire nel dibattito in corso con proposte di merito e unitarie, al fine di contribuire a correggere la riforma Fornero".

Kamsin Sarà in discussione domani in Commissione Lavoro riunita in sede Referente presso la Camera dei Deputati il ddl sui pensionamenti flessibili (ddl 857) promosso dall'Onorevole Cesare Damiano (Pd) e dalla minoranza Dem. E' quanto si legge nell'agenda dei lavori della Commissione diffusa oggi da Montecitorio. Il Presidente della Commissione, Damiano, ha inoltre depositato in Commissione Lavoro il ddl 2945, un nuovo disegno di legge relativo al pensionamento delle lavoratrici fortemente penalizzate dalla Riforma Fornero.

Proprio sulla questione al termine della discussione la Commissione delibererà, inoltre, un’indagine conoscitiva sull’impatto in termini di genere della normativa previdenziale e sulle disparità esistenti in materia di trattamenti pensionistici tra uomini e donne.

Nei giorni successivi sono previste audizioni informali con il ministro del Lavoro, il presidente dell’INPS e le parti sociali, "anche al fine di confrontarsi con la proposta di CGIL, CISL e UIL sulle pensioni" ha indicato Damiano. "Rendere piu’ flessibile il sistema previdenziale vuol dire togliere dalla condizione di poverta’ molti cittadini senza lavoro e in attesa per anni della pensione e favorire lo svecchiamento delle aziende, attraverso il turnover, con l’ingresso dei giovani al lavoro”.

seguifb

Zedde

Lavoro, Boeri: è boom di sgravi contributivi per assumere stabilmente

Redazione Lunedì, 16 Marzo 2015
Ad annunciarlo è il presidente dell’Inps, Tito Boeri, durante la conferenza stampa per la firma della convenzione tra l’Inps e le parti sociali (Confindustria, Cgil, Cisl e Uil) per la raccolta di dati sulla rappresentanza sindacale.

Kamsin "I primi dati che abbiamo" sulle assunzioni a tempo indeterminato con la decontribuzione, previste dalla legge di Stabilità, "sono incoraggianti: nei primi 20 giorni, ossia dall'1 al 20 febbraio, 76mila imprese hanno fatto richiesta". Lo ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri, spiegando che l'istituto fornirà "sistematicamente" i dati e "a fine mese forniremo i numeri con la comparazione sulle imprese e le assunzioni fatte negli anni precedenti".

Il riferimento è alla possibilità di non versare i contributi (fino a un tetto di 8.060 euro) previdenziali per tre anni, per le assunzioni a tempo indeterminato avvenute nel corso del 2015, introdotta con la legge di Stabilità per il 2015. Dalla decontribuzione sono esclusi premi e contributi Inail. Il presidente dell'Istituto ha anche aggiunto che le persone coinvolte dalle assunzioni potrebbero essere molte di più di quelle 76mila richieste arrivate. Secondo i calcoli della Fondazione dei consulenti del Lavoro, ad esempio, nei primi due mesi del 2015 le persone assunte a tempo indeterminato con gli sgravi contributivi sono state 275.000 e nell'80% dei casi hanno riguardato la stabilizzazione di un rapporto di lavoro precario.

Si tratta di un nuovo segnale incoraggiante per l'economia italiana, reduce da anni di recessione che hanno ancora pesantissimi strascichi a livello sociale. Da Cernobbio, dove si è tenuto il tradizionale forum con i massimi esponenti della finanza, il clima è stato di cauto ottimismo: sia il governatore Visco che il titolare delle Finanze, Padoan, si sono espressi in tal senso. Anche gli operatori hanno dato segnali di risveglio: la metà delle aziende intervistate al Forum ha detto di voler assumere.

Tornando a Boeri, il suo annuncio è arrivato nel corso di una conferenza stampa per la firma della convenzione tra Inps, sindacati e Confindustria, sull'attività di raccolta, elaborazione e comunicazione dei dati sulla rappresentanza delle organizzazioni sindacali. Nel dettaglio dell'accordo, si tratta di una convenzione che ha validità triennale e - ai fini della certificazione della rappresentanza delle organizzazioni sindacali - farà riferimento a quanto stabilito dall'accordo interconfederale del 28 giugno 2011 e del testo unico sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014. Per Boeri "è un passo molto importante per assicurare stabilità al sistema delle relazioni industriali e va a colmare un vuoto lasciato sull'articolo 39 della costituzione. E' un fatto importante per la democrazia". Ha aggiunto che l'istituto è pronto a raccogliere le informazioni sulla rappresentanza e "ad aprile partiremo con le prime rilevazioni. E i dati saranno pubblicati ai primi di maggio".

In merito alla possibilità che il governo faccia una legge sulla rappresentanza, ipotesi circolata in questi giorni sulla stampa, ancora Boeri ha osservato: "E' importante che il nostro paese colmi il vuoto sulla seconda parte dell'articolo 39 della costituzione ma se le parti sociali sono in grado di farlo e di autoregolamentarsi non credo sia necessario un intervento legislativo". Altolà netto sul punto di Annamaria Furlan, leader della Cisl: "Renzi, come presidente del Consiglio, farebbe meglio a guardare dove c'è più urgenza di riformare: si occupi della crescita".

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Isee 2015, il Tar dichiara illegittima la valutazione del reddito dei disabili

Redazione Lunedì, 16 Marzo 2015
Tre sentenze del Tar del Lazio bloccano il decollo del nuovo Isee relativamente alla valutazione dei redditi per le famiglie in cui sono presenti disabili.

Kamsin Il debutto del nuovo Isee resta complicato. Dopo le polemiche sulla riduzione della platea dei fruitori delle prestazioni socio-assistenziali dovuta alla diversa valutazione della componente patrimoniale rispetto al vecchio modello un altro ostacolo al debutto è giunto dalla giustizia amministrativa. Il Tar del Lazio con tre sentenze gemelle (2454, 2458 e 2459 dell'11 Febbraio) hanno dichiarato illegittimo il Dpcm 159/2013, nella parte in cui fissa i criteri di calcolo del reddito delle famiglie con persone disabili. Sotto i riflettori dei giudici la parte del provvedimento in cui include nel computo ISEE le provvidenze economiche erogate dallo Stato a sostegno della disabilità.

Secondo i giudici amministrativi non è dato comprendere per quale ragione, nella nozione di reddito che dovrebbe riferirsi a incrementi di ricchezza idonei alla partecipazione alla componente fiscale di ogni ordinamento, sono stati compresi anche gli emolumenti riconosciuti a titolo meramente compensativo e/o risarcitorio a favore delle situazioni di disabilità, quali le indennità di accompagnamento, le pensioni INPS alle persone che versano in stato di disabilità e bisogno economico, gli indennizzi INAIL.

Positivo il giudizio dell'Anmil: È con soddisfazione che apprendiamo la notizia dell’accoglimento da parte del Tar del Lazio del ricorso presentato dai familiari dei disabili contro la riforma dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) entrata in vigore a inizio 2015, che ha introdotto un nuovo meccanismo di calcolo del reddito per l’accesso ad aiuti e a prestazioni sociali agevolate, sfavorevole per le persone con disabilità più gravi”, dichiara il Presidente Franco Bettoni.

E' chiaro che ora gli scenari che si aprono sono due. Se l'esecutivo non accetterà la decisione del Tar la vicenda arriverà sul tavolo del Consiglio di Stato; in caso contrario, come auspicano in molti, il provvedimento potrà essere modificato, magari con una disposizione d'urgenza, per evitare l'allungamento dei tempi.

seguifb

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